De Profundis
Marcus
Non ho mai creduto in Dio, semplicemente perché non ne ho mai sentito la necessità.
Per secoli sono stato io la divinità venerata e temuta. Poi, nell'epoca di papi e miracoli sono persino diventato Santo protettore.
Adesso, però, davanti alla crudeltà di colui che chiamo fratello, che sta per compiere una nuova strage di innocenti, per sterminare un'intera famiglia a causa di una bambina la cui unica colpa è di essere amata, mi rivolgo a te per la seconda volta nella mia esistenza, Signore.
Ti prego come quando morì la mia Didyme: "De profundis clamavi ad te, Domine...".
Spazio personale:
Si capisce che quando questa drabble è nata la professoressa di italiano aveva appena finito di spiegare il Paradiso di Dante?
Marcus parla pochissimo nel libri della saga, e le sue parole non hanno mai lo stesso peso di quelle di Aro e Caius, non per questo ritengo i suoi pensieri siano poco interessanti. Anzi, credo sia tra i tre capi supremi quello con la personalità più... accattivante. Il fatto che si sia richiuso a riccio dopo la morte della moglie non preclude che la sua mente sia un vespaio di pensieri ed emozioni celate, almeno questo è quello che mi piace credere. Credo, inoltre, che tra i tre sia anche il più spirituale. Si rivolge a Dio perché la situazione non si trasformi in un massacro. La preghiera è il salmo 129, "Dal profondo...", di solito letto in memoria dei defunti e dunque perfetto per Didyme; ma basterà andare a cercare il testo per capire che può anche essere adatto prima di uno scontro. Anche se non si è cristaini resta in ogni caso una preghiera dalla forza straordinaria.
Ulissae: Grazie, i tuoi complimenti mi fanno molto piacere e ho seguito il tuo consiglio togliendo il grassetto. Mi ha fatto piacere che non ti sia dispiaciuta nonostante l'antipatia provata nei confronti di Sulpicia. Per quanto riguarda la mia prima storia: hai presente Galileo? Ecco io abiuro volontariamente il mio lavoro; se solo avessi il coraggio lo eliminerei, tuttavia lo tengo ancora lì anche per ricordarmi da dove sono partita e che devo evitare di commettere certi errori. La ripetizione è voluta, per sottolineare i timori e le incertezze di Sulpicia, che ritengo ostenti una forza d'animo che non le appartiene.
OttoNoveTre: Leggere la tua recensione mi ha fatto molto molto piacere. Ho scovato la tua raccolta sui Volturi da poco e ne sono rimasta magnetizzata! Ovviamente mi trovi favorevole nei confronti di un Volturi fan-club. Sono contenta apprezzi il mio modo di scrivere, perché hai ragione, ogni parola è calibrata con il contagocce. Per quanto riguarda Sulpicia, io credo che il problema sia Aro. Non metto in dubbio un suo sentimento d'affetto per la moglie- anche se non conto in un amore struggente!- ma ciò che Aro ama veramente sono le rarità. E' un collezionista e penso sarebbe ben pronto a fare sacrifici per un pezzo raro. Ricordiamoci che è stato lui a fara assassinare la sorella.
Spazio personale:
Si capisce che quando questa drabble è nata la professoressa di italiano aveva appena finito di spiegare il Paradiso di Dante?
Marcus parla pochissimo nel libri della saga, e le sue parole non hanno mai lo stesso peso di quelle di Aro e Caius, non per questo ritengo i suoi pensieri siano poco interessanti. Anzi, credo sia tra i tre capi supremi quello con la personalità più... accattivante. Il fatto che si sia richiuso a riccio dopo la morte della moglie non preclude che la sua mente sia un vespaio di pensieri ed emozioni celate, almeno questo è quello che mi piace credere. Credo, inoltre, che tra i tre sia anche il più spirituale. Si rivolge a Dio perché la situazione non si trasformi in un massacro. La preghiera è il salmo 129, "Dal profondo...", di solito letto in memoria dei defunti e dunque perfetto per Didyme; ma basterà andare a cercare il testo per capire che può anche essere adatto prima di uno scontro. Anche se non si è cristaini resta in ogni caso una preghiera dalla forza straordinaria.
Ulissae: Grazie, i tuoi complimenti mi fanno molto piacere e ho seguito il tuo consiglio togliendo il grassetto. Mi ha fatto piacere che non ti sia dispiaciuta nonostante l'antipatia provata nei confronti di Sulpicia. Per quanto riguarda la mia prima storia: hai presente Galileo? Ecco io abiuro volontariamente il mio lavoro; se solo avessi il coraggio lo eliminerei, tuttavia lo tengo ancora lì anche per ricordarmi da dove sono partita e che devo evitare di commettere certi errori. La ripetizione è voluta, per sottolineare i timori e le incertezze di Sulpicia, che ritengo ostenti una forza d'animo che non le appartiene.
OttoNoveTre: Leggere la tua recensione mi ha fatto molto molto piacere. Ho scovato la tua raccolta sui Volturi da poco e ne sono rimasta magnetizzata! Ovviamente mi trovi favorevole nei confronti di un Volturi fan-club. Sono contenta apprezzi il mio modo di scrivere, perché hai ragione, ogni parola è calibrata con il contagocce. Per quanto riguarda Sulpicia, io credo che il problema sia Aro. Non metto in dubbio un suo sentimento d'affetto per la moglie- anche se non conto in un amore struggente!- ma ciò che Aro ama veramente sono le rarità. E' un collezionista e penso sarebbe ben pronto a fare sacrifici per un pezzo raro. Ricordiamoci che è stato lui a fara assassinare la sorella.