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Autore: Chibi Girlz    11/01/2010    0 recensioni
Questa è la nostra prima fanfic in assoluto e speriamo che possa piacere.
Roy, per le vacanze di Natale, vuole invitare il tenente in montagna, così da poter finalmente trascorrere un po' di tempo solo con lei e magari tentare qualcosa, ma i suoi piani non vanno come avrebbe sperato...
Riuscirà il nostro intrepido colonnello nel suo proposito?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1_... ma non sempre così inutile! In breve, Hughes e Mustang attraversarono il Quartier Generale e giunsero alla mensa, dove Maes aveva intenzione di scoprire cosa ci fosse di così terribile a preoccupare l'amico.
Dopo essersi serviti, silenziosamente andarono a sedersi ad un tavolo piuttosto lontano dagli altri.
- Mi sembri troppo silenzioso, Roy. Che c'è che non va? - domandò all'improvviso il tenente colonnello.
Dritto al punto, come sempre.
Mustang lanciò un sospiro.
- Niente, sono solo stanco... - mentì.
- Non me la racconti giusta... - insistette l'amico, continuando a fissarlo, iniziando a mangiare.
Roy gli lanciò un'occhiata di traverso, decisamente seccato: ma perché non lo lasciava in pace?
- Non c'è niente di strano, Maes - ritentò, la voce più ferma.
Hughes scosse la testa, agitando la forchetta in aria.
- No, bello mio! Ti conosco dall'accademia militare e so riconoscere quando sei preoccupato. Questa è una di quelle volte -.
L'altro tacque, concentrandosi sul pranzo.
- C'entra una donna, vero? Hai finalmente trovato quella giusta? - lo tentò Hughes, il tono complice.
Poco mancò che soffocasse con un boccone, al sentirlo chiedere una cosa del genere che, oltretutto, non era neanche così sbagliata.
- Ho colto nel segno, esatto? - chiese Maes, con un sorriso compiaciuto dipinto sulle labbra.
- Ma no, cosa dici?! - rispose il colonello ridendo, pensando: - Mi ha già scoperto? E ora? Che faccio? -.
- Mmm... che cosa ne pensi del tenente Hawkeye? Simpatica, no? - proseguì il tenente colonnello Hughes.
Seguirono istanti di teso silenzio, quasi palpabile, mentre il colonnello passava rapidamente dal suo consueto colorito ad uno più vivo che, nonostante i tentativi nasconderlo, Maes vide comunque.
- Va be', non importa... io vado - disse Hughes ad un tratto, alzandosi per andare a posare il vassoio con i resti del cibo che non aveva quasi toccato.
Mustang rimase seduto dov'era alcuni istanti, fissando il profilo dell'amico che si allontanava: forse era meglio se andava anche lui.
Si alzò, andò a posare il vassoio a sua volta e uscì dalla mensa.
- Allora? Lo so che c'entra una donna! - esclamò la voce di Hughes.
Mustang, che in quel momento stava passando la soglia, sobbalzò, spaventato.
- MAES!!! Diamine, cercavi di farmi prendere un infarto?!?! - gli urlò contro il colonnello.
- Non urlare! - lo redarguì Hughes, appoggiandosi alla parete, le braccia incrociate al petto, con fare di chi la sa lunga.
- Che cosa vuoi? - chiese Mustang a bassa voce, guardando male l'amico.
Quello scosse la testa, rivolgendogli un'occhiata eloquente: - C'entra il tenente Hawkeye, vero? -.
Il colonnello si irrigidì appena, cercando di dissimulare qualsiasi cosa si potesse carpire dalla sua espressione.
- Ma che dici? - fece, fingendosi perplesso e indignato.
Sapeva di non riuscire a dissimulare più di tanto, ma valeva la pena provarci.
- Non fare il finto tonto con me, caro colonnello di Fuoco: lo so cosa sta pensando il tuo cervellino... -
- Ma guarda che non è vero!!! - replicò quell'altro, infervorandosi.
Hughes sorrise, trionfante.
- E allora mi spieghi perché sei diventato tutto rosso all'improvviso? - chiese.
Roy lo guardò alcuni istanti, interdetto: e ora? Che s'inventava?
- Beccato - esclamò Maes, divertito.
Mustang mandò uno sbuffo esasperato.
- Ti odio profondamente quando fai così... - mormorò, risentito.
- Dai... allora, è il tenente, vero?? - lo incalzò Hughes, più vivo che mai.
- E piano, idiota!!! - lo zittì il moro, arrabbiato.
- Eh, no! Ora mi dici tutto - asserì, deciso, Maes: per una volta che il suo amico si era deciso a trovarne una che fosse una, e forse per sempre, doveva essere messo al corrente di tutto quanto e non ammetteva scuse di nessun tipo.
- Grrr... e va bene!! Ma non qui! - esclamò Roy, arresosi all'evidenza.
Hughes alzò le spalle.
- Okay... - mormorò, avviandosi lungo il corridoio.
Mustang lo affiancò e presero a percorrere il corridoio, deviando poco più in là, per entrare in bagno.
Assicuratisi che non ci fosse nessuno, Hughes si avvicinò ai lavandini, appoggiandosi contro uno di essi e guardando l'amico, in attesa che parlasse.
Mustang mandò un sospiro rassegnato, mentre si avvicinava a sua volta, appoggiandosi contro la parete.
- Non posso sottrarmi? Tanto lo sai come sono fatto, no? - tentò Mustang.
- No, no. Questa è quella giusta e sai perché? - Hughes gli sorrise, quasi compiaciuto, una cosa che a Roy non piacque affatto - Perché non ti sei mai vantato di avercela sempre accanto e anche ora tenti di sottrarti. Sei come un libro aperto per me... -.
Mustang si rammentò solo in quel momento di aver lasciato i guanti in ufficio: peccato, sarebbero stati utili in quel momento.
- MA CHE RAZZA DI MODO DI CAPIRE E' QUESTO?!?!? - gli gridò contro il moro, furioso.
- Il modo giusto, ovvio. A proposito, sei arrossito ancora... - continuò Hughes.
Mustang si calmò e zittì in una frazione di secondo.
 - Beh... è solo che ho caldo - mentì, continuando con le scuse.
- Se, certo... e io sono il Comandante Supremo - fece Hughes, rivolgendogli un'occhiata assai eloquente.
- ORA SMETTILA!!! - gridò Mustang, facendo per andarsene.
- Ah, no! Ora te parli!!! -.
Hughes lo afferrò per un polso, fermandolo.
- Coraggio, sputa il rospo! -.
Mustang distolse lo sguardo, deciso a non parlare.
- Okay... se la vuoi mettere così... andrò a dirlo al tenente -.
Lo lasciò e si avviò verso la porta.
- AAAAAAH!! ASPETTA, CRETINO!! - lo chiamò Roy, afferrandolo per l'uniforme.
Hughes si fermò e si girò.
- Vuoi parlare? - lo incitò, malizioso.
- ... -
- Uscirai con lei? - gli domandò ancora Maes.
- No, non credo: lei per Natale sparisce sempre... - affermò Mustang, ed era la verità: più volte l'aveva vista uscire da casa con delle valige.
E spariva dalla circolazione fino al rientro in ufficio.
- Naturale, andrà in vacanza... - confermò Hughes, annuendo.
- Probabile... - commentò il colonnello, amareggiato.
- E allora perché non le chiedi di andare in vacanza insieme? - esclamò ad un tratto Hughes - Ci sono un sacco di località sciistiche carine qui intorno... -.
Era un'idea che non aveva mai contemplato, neanche da lontano, ma pareva... accettabile.
Senz'altro gli avrebbe permesso di stare con lei anche per le vacanze di Natale, quando di solito stavano separati.
- Allora glielo vado a chiedere? - chiese il colonello, preoccupato: non sapeva come il tenente avrebbe preso la proposta.
- Ma sì, vai e chiedi, tranquillo! - disse Maes, sorridendogli incoraggiante.
- Allora vado - disse Mustang, avviandosi verso la porta.
- Okay... ciao - lo salutò il tenente colonnello, allegro.
- Ciao... - replicò l'altro, titubante, uscendo, chiudendosi piano la porta alle spalle.
  
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