Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: Chibi Girlz    29/12/2009    2 recensioni
Questa è la nostra prima fanfic in assoluto e speriamo che possa piacere.
Roy, per le vacanze di Natale, vuole invitare il tenente in montagna, così da poter finalmente trascorrere un po' di tempo solo con lei e magari tentare qualcosa, ma i suoi piani non vanno come avrebbe sperato...
Riuscirà il nostro intrepido colonnello nel suo proposito?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
0_Freddo, inutile inverno (Prologo) Era una fredda giornata invernale.
La neve fioccava imperturbata fin dal primo mattino, quando aveva iniziato a cadere, leggera.
Le strade di East City erano tutte coperte da un manto d'un candido bianco, che dava all'intera città un tocco magico, quasi fiabesco.
Per tutti gli abitanti, l'inverno era il periodo migliore dell'anno: i panorami che offriva la città innevata attiravano migliaia di turisti da tutta Amestris, soprattutto durante le vacanze di Natale.
Tuttavia, esistevano anche le eccezioni, quelle eccezioni che, secondo proverbio, confermavano la regola.
E lì, una di quelle rare eccezioni era proprio il colonnello Roy Mustang, l'Alchimista di Fuoco: lui odiava l'inverno.

- A che diamine serve l'inverno? A niente! Nevica e fa sempre freddo, tanto che la sera non si può nemmeno uscire a cena!! - si lamentò il colonnello, stringendosi nella sua giacca.
- Signor colonnello... le spiacerebbe lavorare, oltre che lamentarsi? - lo rimbeccò il tenente, guardandolo minacciosa dalla sua postazione dietro la scrivania.
- Ok, tenente Hawkeye... - rispose Mustang, obbediente.
Ma la sua attenzione si soffermò sul paesaggio invernale al di fuori della finestra, dove i bambini si divertivano per le strade giocando con la neve.
- Non riesco a capire come fa a piacere così tanto quell'orribile acqua ghiacciata caduta dal cielo... è sconcertante! - esclamò il colonnello, preso da un attacco di rabbia.
- COLONNELLO!! - gridò Riza, ormai costretta ad urlare per fargli recuperare la ragione.
- Scusi... - mormorò il moro, abbassando gli occhi sulla scrivania, riprendendo in mano la penna.
Ricominciò a lavorare, maledicendo tra sé e sé l'inverno e il freddo e la neve che non gli permettevano di uscire la sera, a meno che non volesse buscarsi un raffreddore.
Non aveva mai potuto sopportare le temperature troppo basse: insomma, era l'Alchimista di Fuoco! Lui e il freddo andavano d'amore e d'accordo come cane e gatto.
Si strinse ancora nella sua beneamata giacca, l'unica che poteva proteggerlo dal micidiale freddo che assediava l'ufficio.
"Ma perché ci siamo ritrovati con questo freddo qui dentro?!" pensò, amareggiato "Ah... già..." ricordò, poi: arrivati al momento di dover accendere i riscaldamenti, il Quartier Generale si era ritrovato con gli impianti guasti.
Così, per quella "fortunata" coincidenza, lui era costretto a dover andare a lavorare con due maglioni sotto l'uniforme e la giacca sopra.
E ancora, incredibile ma vero, sentiva freddo.
Rabbrividì.
- Colonnello... sta bene? - domandò il tenente, guardandolo, apprensiva.
- Eh? No, sto bene... - replicò lui.
Lei lo guardò ancora alcuni istanti, prima di ritornare ai suoi compiti.
Lui sospirò, affranto: Dio, quanto odiava l'inverno.
E il freddo.
Posò di nuovo la penna e strofinò le mani tra loro, cercando di scaldarle: temeva che congelassero sul serio.
All'improvviso, il tenente si alzò.
Roy spostò lo sguardo su di lei: - Che succede, tenente? - domandò.
La donna gli rivolse uno sguardo neutro.
- Il mio turno è finito per oggi... devo andare a consegnare questi documenti prima di uscire... - disse, raccogliendo le carte che aveva sulla scrivania.
- Oh... - fu l'unica risposta che seppe dare il colonnello.
Era un peccato che in quei giorni i turni del tenente fossero più brevi del consueto: forse era perché, abitando all'altro capo della città, impiegava più tempo ad arrivare a casa, dato anche il brutto tempo.
O forse aveva qualche impegno.
O forse perché lavorava sempre tanto e così gli ultimi giorni le abbreviavano i turni.
Alla fine pensò che non erano affari suoi, anche se un po' di curiosità c'era.
- Allora... a domani... - disse lui, sorridendole, vago.
Il tenente gli rivolse un'ulteriore occhiata, prima di avviarsi verso la porta.
- ... e mi raccomando, signore: prima di andare, deve assolutamente finire di firmare quei fogli... - lo redarguì la bionda, una volta giunta sull'uscio.
Uscì, lasciandosi alle spalle un imbarazzato silenzio.
Il colonnello riprese a lavorare, a sua insaputa tenuto d'occhio dal resto della squadra, che se la rideva sotto i baffi pensando a cosa sarebbe potuto succedergli se non avesse ubbidito al tenente.
In quel momento, qualcuno bussò alla porta.
Mustang rialzò gli occhi dalla scrivania, speranzoso: che fosse il tenente?
- Avanti! -.
- Eeeeehi, Roy!!! -.
Le sue speranze si infransero quando vide chi aveva bussato.
Abbassò lo sguardo di nuovo, demoralizzato: - Hughes... - mormorò.
- Be', che è quella faccia? Non sei contento di vedermi? - chiese il tenente colonnello.
"Francamente... no!" avrebbe voluto rispondergli, ma si limitò a sospirare.
- Che cosa c'è? - chiese invece.
- Dai, animo!! Che ne dici di andare a mangiare un boccone insieme? Almeno stacchi un po'! - propose Maes.
- Uhm... - mormorò Roy: in effetti, sarebbe stato un modo come un altro per allontanarsi un po' da quell'ufficio che iniziava a sembrargli una galera e anche perché, camminando, si sarebbe scaldato un po'.
"Ma se poi se ne esce con le sue maledette foto di famiglia giuro che lo faccio alla griglia!" pensò tra sé e sé il colonnello, alzandosi.
- Va bene... - acconsentì.
Aggirò la scrivania e attraversò l'ufficio, mandando sfavillanti occhiate di minaccia ai subordinati, nelle quali era insito un unico messaggio, ben chiaro: "smettete di lavorare e vi incenerisco!".
Uscirono in corridoio, quindi si diressero verso la sala mensa.
Hughes, durante tutto il tragitto, che stranamente percorse in silenzio, esaminò l'amico, il modo di camminare, l'espressione, la postura, tutto insomma.
Ne dedusse infine che c'era qualche cosa che gli premeva e che gli dava da pensare non poco.
Che cosa fosse quel tal pensiero, ancora non lo sapeva, ma era deciso quanto mai a scoprirlo, a qualunque costo: che razza di amico sarebbe stato, altrimenti?
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Chibi Girlz