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Autore: Le Streghe    12/01/2010    3 recensioni
Inevitabile. Una parola per descrivere il destino che li unisce e che li condurrà tutti insieme verso una meta comune.
Una storia dove troverete amore, magia, puro angst, yaoi, graditi (o sgraditi) ritorni.
Con "Intrecci" si apre (ahinoi) l'ultimo arco narrativo di questa lunghissima storia.
Il promesso yaoi è finalmente alle porte, siete pronti/e a beccarvi le conseguenze?
Scritta in collaborazione da Le streghe, ovvero Lay e Harianne.
Capitolo 49: ‘In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece…’
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 28 - Desiderio
Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 28
Desiderio


Quando vide il volto della strega delle dimensioni, Giku capì subito che quella donna poteva davvero fare la differenza. Proprio come Eriol gli aveva detto.
Dopo un rapido inchino in direzione della donna, il ragazzo sollevò lo sguardo sui presenti, mostrandosi decisamente sorpreso nel cogliere i volti dei suoi compagni di scuola.
«E voi... Cosa ci fate qui?»
«Ohoh!» Intervenne la strega. «Vi conoscete, eh?»
Doumeki e Watanuki si limitarono ad annuire, fissando Giku con altrettanto stupore.
«E tu, invece?» Domandò poi, il più piccolo tra i due.
«Ho un desiderio da esprimere.» Spiegò l'altro, approfittando della momentanea disputa verbale tra la strega ed il suo tutore, per volgere infine la propria attenzione su Doumeki.
«Senti... posso parlarti?»
A quello, l'arciere lo fissò, limitandosi ad annuire.
«Magari, in disparte...» Fece Giku, lanciando il proprio blocco da disegno sul divanetto libero per poi spostarsi poco più in là.
Un gesto che contrariò visibilmente Watanuki. "Cos'è, vuole dichiararglisi anche lui, forse?" Pensò, improvvisamente nervoso, fissando con curiosità il blocco da disegno di Giku.
In prima pagina c'era proprio un ritratto di Doumeki, osservò, raccogliendo il blocco e guardandolo da vicino. Che ne fosse davvero innamorato? Pensò, lanciando ai due un'occhiata alquanto contrariata, dal momento che non riusciva a sentirli.
«Allora?» Domandò intanto l'arciere.
«Volevo dirti che il tuo amichetto, oggi, vi ha visto.» Dichiarò Giku. «Te e Nakuru, intendo. Mentre vi baciavate.»
«Lo so.» Asserì l'altro, incupendosi.
«Stava piangendo.» Continuò Giku. «Sai, sembrava si sentisse come... tradito.»
«Tradito...» Ripeté l'arciere, facendosi pensieroso.
«Guardandolo ho pensato potesse avere una cotta per te, sai? Insomma mettersi a piangere, scappar via, sono cose che fanno le ragazzine innamorate, no?»
«Ti sbagli.» Mormorò l'altro, stringendo i pugni. «Watanuki mi detesta.» Asserì quindi, rendendosi conto solo in quel momento di quanto male facesse quella consapevolezza.
A quello, Giku si limitò a sospirare, seguendo l'arciere per poi avvicinarsi a Watanuki, ancora intento a fissarne il disegno con sguardo malinconico.
«Bello, non trovi?» Domandò, sorridendogli.
Watanuki si limitò ad annuire, capendo troppo tardi quanto aveva appena ammesso.
«Cioè. Il disegno, lo è.» Dichiarò a voce alta, in modo da farsi udire dai presenti ed, ovviamente, da Doumeki che a quello aveva preso a fissarlo con espressione indecifrabile.
«Io... Vado a preparare un tè per tutti!» Esclamò, alzandosi e scappando via.
«Vivace il ragazzo!» Commentò Eriol, scostandosi da una Yuuko alquanto imbronciata. «Eh si, Giku-kun è davvero bravo a disegnare.» Dichiarò, riprendendo quanto accennato da Watanuki. «Non trovi anche tu, Yuuko-chan?» Commentò, rivolgendosi alla donna.
«Può darsi.» Dichiarò la strega, guardandolo con espressione torva. «Spero solo che il ragazzo non sia un tuo parente. Siete una piaga voi Reed.»
«Mi chiamo Hiragizawa, adesso... Yuuko-chan.» Ribattè l'altro, sorridendole per poi avvicinarsi a Giku. «E no, non è un mio parente.» La rassicurò, volgendo poi lo sguardo su Watanuki, appena rientrato con un vassoio.
«Ecco qua!» Fece il ragazzo, appoggiando tazze, teiera e pasticcini sul tavolo. «Biscotti al sakè, come da lei richiesto.» Fece poi, in direzione di Yuuko.
«Sempre la solita, eh?» Commentò l'uomo con fare divertito, avvicinandosi al tavolo per servirsi. «Grazie Kimihiro-kun.» Aggiunse, assaggiando un biscotto. «La tua cucina è davvero buona come dicono.»
«Davvero buono, si.» Commentò la strega, lanciando un'occhiataccia in direzione di Eriol per poi farsi improvvisamente più seria. «Bene, Giku-kun. Sei pronto ad esprimermi il tuo desiderio?»

xXx

Il lento tichettio dell'orologio, presente nella stanza, scandiva un tempo che a tratti poteva dirsi quasi fermo, sospeso, pur se in continuo movimento.
Uno sfondo quasi romantico se paragonato alla donna posta in primo piano.
«Allora, Giku-kun...» Esordì la strega. «Come mai, proprio tu, ti trovi qui?»
«Immagino lei sia già a conoscenza della storia secondo cui... porto fortuna.» Mormorò l'altro.
La donna annuì. «Vorresti perdere il tuo dono di portare fortuna, non è così?» Chiese quindi, sorridendogli.
«Si.» Fece l'altro.
«Spiegami i motivi.»
A quella richiesta, il ragazzo incrociò le braccia, fissando distrattamente le lancette dell'orologio. «La fortuna...» Iniziò, con tono dimesso. «Tende ad isolarmi dagli altri. Sa... Quando vengono a saperlo, gli altri... mi si avvicinano ma... Alla fine è solo lei che cercano, non me.»
«Capisco.» Commentò la strega. «Immagino tu abbia già provato a non rendere noto il tuo dono.» Continuò, sorridendo gentilmente al lieve annuire del ragazzo. «La fortuna però è come un raggio di sole, non è così? Riesce a raggiungere anche luoghi che non si immaginano, si nasconde, si mostra rapidamente. Nel tuo caso, ciò avviene con chi ti è vicino. Mettendo in ombra te. Rendendoti un suo strumento...»
«Già... alla fine nonostante tutto... non riesco a gioirne.»
«Immagino.» Concordò la strega. «Ciò nonostante... non posso esaudire il tuo desiderio.»
Quelle parole, giunsero all'altro come una triste sentenza, ancora una volta scandita dallo scorrere del tempo.
«Perché..?» Domandò.
Nel vederlo, nonostante tutto, così pacatamente rassegnato, la strega si addolcì. «Perché il prezzo, sarebbe troppo alto. Per chiunque.»
«Cosa.» Fece l'altro, sperando di avere ancora una possibilità di scelta. «Mi dica l'entità del prezzo!»
«La tua felicità.» Dichiarò la donna, dandogli tempo per comprendere a pieno quella notizia. «Saresti infelice per sempre, Giku. Per questo non posso esaudire il tuo desiderio.»
«Già, capisco, si.» Disse lui, sospirando. «Però... se è così... Come mai sono riuscito a vedere il negozio?»
«Perché avevi un desiderio.» Replicò la donna. «E per quanto possa sembrarti strano... A volte, questi possono realizzarsi attraverso strade diverse da quelle che immaginavamo.» Concluse, sorridendo all'espressione incerta del ragazzo. «Oh, non è necessario che tu comprenda subito.» Lo rassicurò. «Quanto al tuo problema nel farti dgli amici... Sai, credo che i due ragazzi seduti di là sarebbero perfetti.»
«Quei due, eh?» Commentò Giku, sorridendo ironicamente. «Sa... proprio oggi mi domandavo cosa ci fosse tra loro.»
«Oh, e la tua idea quale sarebbe?» Domandò la donna.
«Mi ricordano tanto i personaggi di un manga, sa... Lei dice di odiare lui e poi scopre di amarlo, ma non si ritiene alla sua altezza. Lui la ama da sempre, ma pensa di esserne odiato. Una cosa del genere.» Dichiarò convinto.
«Oh Giku-kun!» Esclamò la strega. «Tu si che sei un ragazzo sveglio! Sai...» Continuò con fare cospiratorio. «Io penso che la tua vicinanza potrebbe aiutare almeno uno dei due a vedere le cose più chiaramente...»
«Per via della mia fortuna?» Chiese l'altro.
«Diciamo di si...» Replicò la donna.  «Il punto è... Che giro farebbe dopo averli sfiorati?»
Giku la fissò perplesso e,, dopo avergli sorriso, Yuuko si alzò, invitandolo a fare lo stesso. «Come ho già detto... non è importante che tu capisca tutto subito. In fondo... Le cose sono più divertenti se non si sanno in anticipo, no?»
«Può darsi..» Disse l'altro, seguendola lungo il corridoio. «Sa...» Continuò, dopo averla osservata a lungo. «Lei sarebbe il soggetto perfetto per un ritratto.»

xXx

Nella solita stanzetta, intanto, Eriol aveva appena terminato la sua tazza di tè.
«Allora, voi due...» Esordì quindi, fissando con espressione divertita l'arciere, intento a mangiare i biscotti preparati da Watanuki. «Che genere di lezioni seguite?»
«Yuuko-san ha insistito per farci fare strani esercizi con... l'energia, credo.» Dichiarò il cuoco, appena alzatosi per versare dell'altro tè all'uomo.
«Oh... e che genere di esercizi?» Continuò Eriol, prendendo l'ennesimo biscotto.
«Ci ha spiegato come scambiare l'energia... e ci ha fatto fare qualcosa per ampliare le emozioni, credo. Non ci capisco molto...» Ammise.
«E... il motivo di questi esercizi?» Domandò l'uomo.
Watanuki sembrò rifletterci qualche istante. «Per via di quanto accaduto al ciliegio, presumo...»
«Ciliegio?» Ripeté Eriol, notando l'espressione improvvisamente cupa dell'arciere.
«Si...» Fece l'altro. «Dei sogni. Pare che un petalo con la mia energia fosse finito dentro di lui...» Spiegò, incupendosi al ricordo di quanto accaduto da quel momento in avanti.
«Oh... credo di capire allora.» Ribattè Eriol. «Yuuko-chan deve aver colto una qualche affinità tra voi due. Si, dev'essere così. Lei non fa nulla senza un buon motivo. O un buon compenso.» Concluse, ridacchiando.
«Già» Borbottò Watanuki. «Ed è poco chiara, anche! Specie per me che al contrario di lui...» Continuò, indicando Doumeki. «Non vivo in un tempio.»
«Idiota.» Replicò l'altro, bevendo dalla propria tazza.
A quello Eriol sorrise, facendosi per un istante malinconico, salvo poi tornare a fissare il proprio interlocutore. «Potrei chiarirti io le parti che Yuuko-chan evita di approfondire.» Disse poi, sorridendogli. «Sai, anche se oggi ho solo metà del mio antico potere, penso di poterti aiutare. Ma ne parleremo meglio...» Concluse guardando oltre il ragazzo.
«Si, perché no!» Concluse Watanuki, interrompendosi nell'avvertire una strana energia alle proprie spalle.
«Yu...Yuuko-san!» Balbettò, nel vedere l'espressione rabbiosa della strega.
«Tu!» Sibilò la donna in direzione di Eriol. «Maledetto bastardo!»
«Oh... la strega si è arrabbiata?» Fece l'altro.
«Come osi macchinare alle mie spalle!» Continuò lei, volgendo uno sguardo altrettanto adirato su Watanuki. «E tu! Dopo tutto quello che ho fatto per te... Come osi rivolgerti a lui?»
Intimidito dalle parole della donna, il ragazzo indietreggiò di qualche passo. «Per me..? I..io sto lavorando per lei da anni ormai!» Tentò.
«Su Yuuko-chan» Intervenne Eriol, posando una mano sulla spalla del ragazzo. «La nostra magia è molto simile, sai bene che posso aiutarlo.» Dichiarò.
«Ah si?» Replicò lei, fissandolo con odio. «E sentiamo... come lo aiuteresti?»
«Posso spiegargli quanto ha ancora da apprendere, per esempio.» Spiegò, salutando con un cenno l'ingresso di Giku. «Con una nostra conoscenza ha funzionato discretamente, direi.»
«Tzè! Solo perchè aveva dalla sua amici in grado di aiutarla, ma questo qui...» Replicò la donna, indicando Watanuki. «Non ha ancora capito chi sia giusto avvicinare e chi no. E tu ne sei un chiaro esempio!»
«Che cattiva...» Ribatté l'uomo in tono scherzoso. «Mi limiterò a farti da assistente. Che ne pensi?»
La strega sembrò rifletterci su. «Solo in mia presenza e... dovrai portarmi ogni giorno un regalo diverso!»
«In memoria dei vecchi tempi?» Ribatté l'altro.
«Accetti o no?» Ringhiò la strega.
Eriol la guardò con espressione più tenera. «Mi lasceresti altra scelta?» Domandò poi, sotto gli sguardi curiosi dei presenti.
«Ovviamente no!»
«Benem allora.» Fece lui, sorridendole.
Un attimo dopo schioccò le dita, facendo apparire una gemma a forma di farfalla che, quasi fosse viva, prese a battere le ali, raggiungendo la donna.
«Questo è scorretto!» Dichiarò la strega, osservando il regalo con sguardo sognante. «Bene, allora... inizieremo domani. Ma sia chiaro, sarò io l'insegnante.»
Eriol annuì e dopo un sorriso alla farfalla, nuovamente immobile, Yuuko lasciò cadere l'argomento, dando il pomeriggio libero ai suoi due studenti.

xXx

Tornato al tempio, Doumeki si richiuse il cancello alle spalle, ammirando i grandi alberi di ciliegio, posti in fila lungo il viale.
Uscito dal negozio aveva finito col rientrare in anticipo, un'abitudine che aveva preso da qualche giorno, più precisamente da quando aveva capito di essere un peso per Watanuki.
Per un attimo le parole di Giku gli tornavano in mente.
Forse se qualcuno avesse cancellato gli ultimi giorni, riportandoli ad un attimo prima del viaggio verso il mondo del ciliegio, in quel caso avrebbe potuto credere a quelle parole. Dopo quanto accaduto, però, sarebbe stato un folle ad illudersi a quel modo.
"Solo un folle."
Sospirò a quell'ennesimo pensiero, aprendo lo shoji che dava alla sala, riponendo le proprie cose ed avviandosi verso il bagno.
Aveva davvero bisogno di scrollarsi la tensione di dosso.

Un'ora dopo, lievemente più rilassato, uscì fuori in uno dei suoi yukata, deciso a spazzare il giardino.
Dedicarsi al tempio di suo nonno riusciva a riportare un pò di pace nella sua anima, ultimamente in tumulto, aiutandolo a porre un freno ai troppi pensieri.
Fu proprio emergendo da uno di essi che, sollevando lo sguardo, notò la figura di un uomo di mezz'età che, da dietro il cancello, lo stava osservando.
Aveva uno sguardo che sembrava implorare aiuto mentre, immobile, lo fissava senza neanche un cenno di un saluto.
Incuriosito, Shizuka decise di andargli incontro, fermandosi a qualche passo dal cancello e domandandogli se poteva essere d'aiuto.
Quella sola domanda bastò a scuotere l'uomo che, finalmente in sé, si decise a varcare la soglia, afferrandogli le mani per poi chiedergli aiuto con fare implorante.
Con la stanchezza di quegli ultimi giorni un simile incontro era l'ultima cosa che gli serviva. Fu quello il primo pensiero del ragazzo, immediatamente cancellato dal dovere che quel luogo sacro lo obbligava a seguire.
Era pur sempre in un tempio, e sapeva bene che suo nonno non avrebbe mai negato il proprio aiuto ad un fedele.
Fu quindi con una posata gentilezza che invitò l'uomo ad accomodarsi, guidandolo nella sala dove un tempo aveva visto eseguire diversi rituali.
Dopo averlo rassicurato si allontanò verso una stanza rimasta chiusa per tanto tempo, la stessa dove Watanuki si era rifugiato quella prima notte della loro convivenza forzata. Cercando di allontanare ogni pensiero a riguardo, prese dal cassetto una vecchia scatola, appartenuta ad Haruka, chiudendosi infine la porta alle spalle e facendo ritorno dall'uomo, che ritrovò esattamente come l'aveva lasciato.
Aveva sempre pensato con un certo distacco agli esorcismi, cui nonostante tutto sembrava naturalmente portato.
Non ne aveva mai svolti, prima di conoscere lui...
Ed anche adesso, era ben consapevole di dover considerare Watanuki come qualcosa a parte.
C'erano esorcismi di vario genere, se ne rendeva conto solo ora.
Lui respingeva naturalmente gli spettri, ma da qui a sconfiggerli, allontanandoli, c'era una gran differenza.
Qualcosa che aveva iniziato ad apprendere in quella chiesa, tempo prima.
Già, su una cosa quell'Eriol aveva avuto ragione. Yuuko-san non agiva mai senza un motivo.
Furono questi i suoi pensieri quando, ascoltate le parole del fedele, si alzò per accendere diversi incensi, riponendoli in punti strategici della sala.
Solo allora, raggiunta la giusta concentrazione, si decise ad aprire la vecchia scatola, rovistando tra il contenuto fino a trovare un piccolo ofuda, perfetto per scacciare spiriti passeggeri.
Con estrema calma raggiunse, quindi, il suo ospite e, dopo avergli spiegato quanto stava per fare, recitò alcuni sutra, concentrandosi per qualche istante sul talismano scritto, anni prima, da suo nonno. Fissò con sguardo calmo e sicuro gli occhi, ancora impauriti, dell'uomo, ponendogli l'ofuda sulla fronte, recitando al contempo alcuni sutra.
Continuò a lungo, fin quando una strana entità, percepibile come un fumo di inchiostro nero, non si staccò dall'uomo, iniziando a vorticare per la stanza fino ad essere assorbita dal fumo degli incensi.
Un attimo dopo ogni cosa sembrò tornare alla normalità e, finalmente libero, l'uomo si profuse in ringraziamenti di ogni tipo, guardandolo con espressione commossa.
Nel vederlo andar via Shizuka si rese conto, forse per la prima volta, di come la figura di suo nonno fosse stata importante non solo per lui, ma per tutti i fedeli che, appoggiandosi al tempio, cercavano nel sacerdote una guida per proseguire il loro cammino nella vita.



Rieccoci! ^_^

Nyah: Su, non disperare, questo è solo l'inizio dell'angst.
Oh, forse non era questo che desideravi leggere, eh? ^^"
Insomma, vedrai che alla fine le cose volgeranno per il meglio, prima o poi almeno... *cambiano rapidamente discorso*
Buon anno anche a te ^_^

Naco chan: Iniziamo dal dirti che, beh, non è che Doumeki sia deficente... è solo che Watanuki È idiota, ed è un dato di fatto, ma dopo che gli ha detto così tante volte che lo odia, Doumeki inizia a crederci U.U *coccolano Shizuka*
Riguardo Giku... beh, la risposta l'hai avuta, e pure fin troppo presto per i nostri standard... sorpresa, eh? :P
Himawari, invece... già, povera ragazza, vero? *Fischiettano facendo finta di non sapere nulla.* chissà se le succederà qualcosa...

Witch Of The Dimensions: Addirittura lo sospettavi? Non va bene, nono. :P
Nakuru ha molto apprezzato il tuo complimento, il resto non l'ha capito, per fortuna XD
E Doumeki apprezza la tua solidarietà.
Speriamo che anche il prossimo capitolo sia di tuo gradimento.

sailorYuko: Se tu stessi come Watanuki, momentaneamente staresti fin troppo male, quindi non te lo consigliamo proprio.
Comunque, come vedi il capitolo è arrivato! E, pur non contenendo troppi momenti per la nostra coppia preferita, contiene tanti indizi... chissà per cosa, però...!
Continua a seguirci e lo saprai ^.^

LawlietPhoenix: Speriamo di non perderti come lettrice, confessandoti che l'angst è appena iniziato ^^""""
Ci uniamo al dolore nel vedere Doumeki baciare un'altra, cucendoci la bocca a riguardo. U.U
Con questo capitolo, almeno qualche punto dovrebbe essersi chiarito, però, no? :P
Alla prossima recensione! ^_^

   
 
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