Bene…sono tornata. Per chi si
appresta a leggere questa storia, mi preme dire che essa è il proseguo di
“Harry Potter e la rivolta dei mezzosangue”. Il racconto, comunque, si svolgerà
in maniera tale che non si renderà necessario leggere quello precedente per la
comprensione dei fatti.
Avevo deciso di non continuare la storia. Ho troppo poco tempo e
troppi impegni (ho persino dovuto abbandonare, per il momento,
delle bellissime ffic, che stavo leggendo), ma poiché ho deciso di diventare
una scrittrice devo scrivere…scrivere…scrivere…non posso limitarmi a leggere,
purtroppo!! Non sono ancora pronta per scrivere delle fic originali, per cui
per esercitarmi e tentare di migliorare il mio stile e la mia sintassi
continuerò a scrivere ffic. Avrei voluto scrivere su qualche altro argomento,
ma non sapevo quale…magari qualche manga!!
Se qualcuno di voi ha delle idee, potrebbe comunicarmele, mi
farebbe davvero un favorissimo!!
Ora dovrò studiare una nuova trama e fare un po’ di ricerche. E
questo richiederà molto tempo, abbiate dunque un po’ di pazienza. Dopo il Necronomicon
e Yog-Sothoth, che rappresentavano la mitologia araba, sono indecisa se basare
questa nuova storia sulla mitologia celtica o su quell’egizia. Comunque
rivedremo ancora elfi, vampiri, centauri, troll e introdurrò delle nuove
creature magiche.
Per tutti coloro che amano la magia, anche questo sarà un vero e
proprio trattato, anche se questa volta cercherò di essere meno didattica, così
non sembrerà di stare a scuola.
Ripropongo il vecchio metodo della
storia interattiva, per cui sarete voi a decidere: celtica o egizia? In seguito
verranno gli altri quesiti.
Grazie ancora e buona lettura
Lella80 .
CAP1
SOGNI
“Harry, svegliati”
Harry si rigirò nel letto. Afferrò il cuscino e lo
schiacciò contro il volto, cercando di attutire il suono di quell’acuta voce di
donna. Sentì la porta crepitare e percepì una presenza avvicinarsi al letto. La
donna agguantò il cuscino e lo strappò dal volto del ragazzo.
“E’ tardissimo; vuoi fare tardi a scuola?”
lo redarguì, fissandolo dolcemente
“Mamma ho sonno” replicò il ragazzo
assonnato, con voce mesta.
“Harry, ormai hai undici anni e sei un ometto” cominciò la
donna, accomodandosi al bordo del letto. “Credo siano finiti i giorni dei
capricci. E poi, se non ti sbrighi, sarai costretto a prendere l’autobus. Tuo
padre è già pronto e dice che se non ti spicci, non ti aspetterà” concluse
divertita.
Gli scompigliò i capelli e si levò dal letto, dirigendosi
verso la porta. Harry inforcò gli occhiali, poggiati sul comodino accanto al
letto; li poggiò sul naso. Tentò di lisciarsi la chioma ribelle, ma era tutto
inutile
“MAMMA” gridò, prima che lei poggiasse la mano sul pomello
della porta
Aveva paura che scomparisse non appena avesse varcato la
soglia. Voleva rivedere ancora il volto di sua madre.
La donna si voltò. Harry rimase muto e immobile a
fissarla. In cuor suo si chiedeva il perché di quella strana sensazione. Sua
madre era lì davanti ai suoi occhi; eppure lui aveva paura di perderla.
“Sai, è inutile che ci provi. Dacché lo conosco, tuo padre
non è mai riuscito ad addomesticare i suoi capelli” affermò la donna giocosa,
mentre osservava il figlio intento a stiracchiarsi una vertigine al centro
della testa “E…sbrigati” aggiunse, aprendo la porta.
Quando la porta si chiuse, il ragazzo volse istintivamente
lo sguardo verso la sveglia. Erano le 7:16. Era tardissimo!!!
Aprì l’armadio, prese un paio di jeans e un maglione. Si
vestì più lestamente possibile e scese di corsa le scale. La tavola era
riccamente imbandita. Lily Potter stava imburrando una fetta di pane, mentre
James leggeva il giornale.
“Finalmente” fece la donna poggiando sul tavolo un tazzone
di latte e dei corn flakes.
“Hai appena sette minuti” aggiunse il padre sorridendo
“credi di farcela senza strozzarti?”
“Non preoccuparti” replicò Harry, cominciando a
rimpinzarsi
“Harry!!” lo rimproverò la madre “non devi mangiare troppo
velocemente…ti sentirai male”
“Ma mamma…” replicò Harry sputacchiando dappertutto
“Più cresci e più somigli a tuo padre. Mi farete impazzire
prima o poi”
“Però ci ami” replicò James, abbracciandola
“Da impazzire. E voi ve ne approfittate!!” replicò con un
vago cipiglio
Si baciarono, davanti agli occhi sconcertati del figlio.
“Bleah!!” reiterò Harry, alla vista di quel bacio, anche
se in cuor suo si sentiva sereno, come non ricordava di essere mai stato “Io
vado a lavarmi i denti. E, vedete di sbrigarvi, se non volete fare tardi a
lavoro!!!”
Era felice.
Entrò in bagno. Prese spazzolino e dentifricio e levando
lo sguardo, vide la sua immagine riflessa nello specchio. Si portò
istintivamente la mano alla fronte.
Dov’era?
La cicatrice a forma di saetta era sparita. Il simbolo
tangibile del suo legame con l’Oscuro Signore era scomparso. Quel doloroso
ricordo lasciatagli da Voldemort, il mago che aveva ucciso i suoi genitori…ma i
suoi genitori erano vivi.E…chi era
Voldemort? Un mago?
Cosa stava accadendo?!?
Forse stava impazzendo o forse…
“HARRY…HARRY…HARRY”
*
Aprì gli occhi.
“Harry, come ti senti?” chiese zia Petunia angustiata
“Bene, perché me lo chiedi?” chiese il ragazzo stralunato,
sedendosi al centro del letto
“Hai avuto la febbre alta per tre giorni di seguito. Ieri
sera hai perso i sensi”
“Cioè…vuoi dire che sono svenuto?” domandò allarmato per
l’imbarazzo
La donna annuì
Harry ricadde mollemente all’indietro
“C’era anche Dadley?” chiese flebilmente serrando gli
occhi
“Perché….”
“Perché mi prenderà in giro per un mese, anzi per tutta la
vita” la interruppe Harry amareggiato.
“Eri malato. E poi il mio Daddy non farebbe mai una cosa
del genere” replicò con voce squillante
“Come no?” pensò Harry fra se.
Ma sarebbe stato stupido insistere; zia Petunia era
totalmente ceca e sorda quando si parlava di suo figlio.
Dudley era un grasso idiota prepotente, che amava
scorrazzare in bicicletta, terrorizzando l’intero quartiere; ma per zia Petunia
suo figlio era un sottile e dolce angioletto. Un tempo era proprio lui, Harry,
il gioco preferito di Dudley, ma quando il cugino aveva scoperto che lui era un
mago, le cose erano radicalmente cambiate. Ciò nonostante Daddy era un
autentico bullo vigliacco, non aveva di certo perso le sue cattive abitudini;
aveva solo spostato la sua attenzione su prede più semplici…cioè su piccoli
ragazzini impauriti. Il giovane mago detestava suo cugino e se non fossero
esistite le restrizioni sull’utilizzo della magia nel mondo babbano, relative
ai minorenni, lo avrebbe già trasformato in un maiale…tanto Dadley era più
affine ad un suino che ad un essere umano; ma quei vincoli stavano per cedere,
entro poche settimane sarebbe stato il suo diciassettesimo compleanno. Sarebbe
diventato maggiorenne e poi…avrebbe finalmente lasciato casa Dursley!!!
Il suo più grande sogno stava per realizzarsi, vivere per
sempre nel mondo magico, lontano dai Dursley…anche se…negli ultimi tempi le cose
erano cambiate. Naturalmente, continuava ad aborrire la famiglia Dursley al
completo, eppure, l’anno precedente, una nuova scoperta aveva reso meno
terribili i giorni passati al numero quattro di Privet Drive. Zia Petunia non
odiava sua madre, come aveva sempre manifestato, ma anzi, l’amava talmente
tanto da umiliarlo e maltrattarlo, pur di tenerlo lontano dal mondo della
magia; da quel mondo che le aveva strappato la sua unica amata sorella. Lei non
solo disprezzava la magia, ma anche James Potter; l’uomo che, a suo dire, aveva
trascinato la sorella in un baratro senza fondo, che l’aveva condotta ad una
morte atroce e prematura.
Harry ancora non aveva compreso i sentimenti che la donna
provava nei suoi confronti. Forse lo odiava perché lui era un mago ed era
praticamente la fotocopia vivente di suo padre…o forse non riusciva a
detestarlo perché figlio di sua sorella. Sicuramente non lo amava!!!. Il
comportamento della zia a tal proposito non lasciava dubbio alcuno nella sua
mente.
“Come mai sei qui?” chiese con noncuranza il ragazzo
“Ero venuta a vedere come stavi” disse levandosi dalla
sedia, posta ad un lato del letto
“Capisco” disse voltandosi
“Vado a preparati una tazza di brodo caldo, devi
rimetterti in forze” replicò aspra
“Non ho fame”
La porta si chiuse.
Si rigirò e volgendo lo sguardo ai piedi del letto, vide
una coperta con fantasie scozzesi riversa sul pavimento. La cosa gli parve
strana…anzi stranissima. Zia Petunia era la regina dell’ordine, sarebbe morta
piuttosto che lasciare qualcosa buttato al suolo.
“Chissà che ore saranno?” chiese a se stesso
Una tonda e sfavillante luna si levava alta nel cielo e
faceva capolino dalla finestra chiusa. Prese l’orologio dal comodino…erano le
2:10 del mattino.
E allora…fu assalito dal rimorso. Forse era stato troppo
freddo e sgarbato con sua zia, forse la donna era rimasta a vegliare il suo
sonno; forse la voce che lo aveva risvegliato era la sua. La voce della zia si
era sovrapposta a quella della madre e l’aveva ridestato da quel magnifico
sogno. Forse era quel sogno che lo aveva turbato oltre modo e lo aveva reso
tanto impassibile.
Suo padre, sua madre, la sua famiglia era tutto così reale
da essere più simile ad un ricordo che non ad un sogno.
Ma era un sogno!!! Soltanto uno stupido sogno!!
Un mondo senza Voldemort, senza cicatrice, senza magia.
La magia, che egli aveva tanto amato, che gli aveva donato
serenità, amici, una casa e che gli aveva restituito il ricordo dei suoi
genitori; era essa stessa la causa della morte dei suoi genitori, di Cedric, di
Sirius, di Neville. La magia gli aveva donato una vita d’inferno. La magia lo
aveva messo continuamente di fronte a delle scelte, l’ultima delle quali aveva
segnato in maniera indelebile la sua anima. Aveva dovuto scegliere tra la vita
di tutte le umane genti e la vita del suo amico Neville. Come sempre, lui non
aveva scelta, aveva dovuto sacrificare la vita dell’amico per il bene
dell’umanità e quella scelta aveva lacerato il suo cuore per sempre.
Ora dell’amico e di
quell’avventura gli era rimasto il rospo Oscar, una rara Mimbus Mibletonia
e la copia originale del più potente libro di magia nera esistente al mondo, il
Necronomicon. Un libro scritto da Yog-Sothoth, un dio che Harry
aveva imprigionato all’interno dell’antico testo, attraverso un rito, che aveva
reso il libro inutilizzabile.
Idrial, gli aveva indicato come fare. Idrial, l’elfo dei
boschi che aveva giocato con la sua vita e con quella di Neville (cfr “la rivolta dei mezzosangue;
chap21). Idrial che,
attraverso la professoressa Cooman, l’insegnante di divinazione, aveva esposto
la profezia che aveva legato lui e Voldemort
Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro
Signore....nato da chi l'ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del
settimo mese....l'oscuro signore lo designerà come suo uguale, ma egli avrà un
potere a lui sconosciuto...e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché
nessuno può vivere se l'altro sopravvive...
Tutto per l’annientamento di Yog-Sothoth e del Necronomicon.
Una distruzione, che aveva richiesto come dazio la vita di Neville. E tutto per
opera del custode del libro, Idrial. Idrial, che si era condannata ad una
prigionia eterna, per la salvezza di tutti i popoli della terra. Non poteva nemmeno odiarla.
Il libro, dunque, era stato distrutto, ma la profezia non
si era ancora compiuta. Idrial prima di sparire aveva chiaramente riferito
Ti attende l’ultima grande
battaglia, quella che ti vedrà di fronte a Voldemort. Sarà la guerra che vedrà babbani e maghi schierati
contro il Signore Oscuro.
Non era ancora finita. Voldemort
doveva essere distrutto; la rivolta dei Mezzosangue era appena
cominciata…e nessuno poteva conoscerne l’esito. Era
spaventato, non per se stesso, ma per i suoi amici e per tutti coloro che gli
erano accanto. Aveva paura del ripetersi della storia: la vita di una persona a
lui cara, in cambio della sua sopravvivenza. Era questa la maledizione della
sua esistenza!!!
Dopo l’ultima avventura a Hogwarts, dopo aver rischiato la
vita di zia Petunia e soprattutto con la morte di Neville, aveva cominciato a
desiderare una vita “normale”. Era quel suo intimo desiderio che negli ultimi
tempi lo aveva portato a sognare una vita senza magia. I suoi sogni negli
ultimi tempi lo avevano sempre più spesso trasportato in una realtà fatta di
piccolezze, una vita di compiti di matematica e di letteratura, di scazzottate
con gli amici, di partite di calcio, di gite in campagna e allo zoo. Una vita
alla Dursley. Ma quei sogni non gli erano mai parsi tanto realistici come
quella notte. E quella tangibilità lo aveva reso triste.
Proprio mentre nella sua mente turbinavano vorticosi tutti
questi pensieri, la porta si aprì. Zia Petunia entrò, recando tra le mani un
vassoio, su cui era poggiata una grossa tazza e un cucchiaio. Un delicato odore
di brodo si diffuse per la stanza.
Harry si sedette. La donna appoggiò il vassoio sul letto.
Raccolse la coperta dal pavimento e la piegò, poggiandola sulla sedia.
“Devi mangiarla, non guardarla” fece acida
Harry afferrò il cucchiaio e la immerse nell’intingolo.
Riempì il cucchiaio e lo portò alla bocca
“E’ buono” disse entusiasta
“Cosa credevi, che ti avvelenassi?!?” replicò aspramente
“Mi dispiace di essere stato sgarbato”
“Non mi aspetto di certo che tu sia educato, viste le tue
origini. Solo che pensavo di aver fatto un lavoro migliore con te!!”
Perché doveva essere sempre così…così…zia Petunia!!!
Harry era al quanto contrariato per il comportamento della
donna. In silenzio proseguì a mangiare la minestra. La donna si sedette,
scrutandolo incuriosita.
“Cosa c’è?” chiese Harry seccato
“Cosa stavi sognando?”
Come faceva, zia Petunia, a sapere che quel sogno lo aveva
tanto turbato!? Forse era solo curiosità femminile; ed era universalmente noto
che sua zia era una vera impicciona.
“Perché?” chiese Harry guardingo
“E cattiva educazione rispondere ad una domanda con
un’altra domanda”
Era davvero la regina delle banalità!!!
“Ho sognato la mamma e il papà”
“Era un bel sogno?”
“Si era bellissimo. La mamma mi svegliava per andare a
scuola e papà aspettava, leggendo il giornale, per accompagnarmi” erano
settimane intere che faceva quei sogni ed era davvero contento di poterli
dividere con qualcuno, anche se quel qualcuno era zia Petunia “Era tutto così
reale. Ed io mi sentivo felice”
“E come ti accompagnava con la scopa volante?” lo schernì
la zia
“No, in macchina” replicò il ragazzo flemmatico
“Una macchina volante?”
“No, una macchina normale. Era un mondo senza la magia”
“Sembri molto entusiasta?”
Il giovane mago annuì.
“Troppo entusiasta, Harry!!”
“Dovresti gioirne. Io appagato di andare ad una scuola
babbana in macchina” rispose accigliato
“Tu non hai smesso di amare la magia; tu sei solo
terrorizzato. Hai paura”
“IO NON HO PAURA DI NIENTE. Ho smesso di averne molto
tempo fa” replicò fissando astioso la donna.
“Il tuo compito è quello di uccidere quel mostro, ragazzo.
Devi vendicare la morte di tutte le persone che lui ha ucciso o che ha usato
per i suoi sporchi scopi. Devi fermarlo, Harry. E non perché te lo ha detto
qualcuno o perché una profezia t’impone di farlo, ma perché tu vuoi farlo, per
il bene di tutti e per la fine di un incubo”
“Come fai a sapere della profezia?”
“Me lo ha detto il tuo preside” rispose concisa
“Silente?”
La donna annuì
“Io voglio uccidere Voldemort, ma come posso fare?”
“Lui è un mago. Sei riuscito a sconfiggere un Dio
millenario, dovrebbe essere molto più semplice sconfiggere un uomo con una
bacchetta. Non credi?”
La faceva troppo semplice!!!
“Anche se lo sconfiggessi i miei genitori e i miei amici
non ritornerebbero in vita” aggiunse appoggiando il cucchiaio sul vassoio “Il
fatto che desideri un mondo senza magia, non significa che mi stia arrendendo”
“Lo so, ma ricorda che hai altri amici e poi ci siamo io,
Vernon e Daddy, noi siamo la tua famiglia” agguantò il vassoio “Hai ancora
delle persone per cui combattere e ancora tanto da perdere, se ti arrendessi.
Combatti per i vivi e ringrazia i morti”
Zia Petunia aveva ragione.
“Perché non hai voluto che Silente cancellasse la tua
memoria?”
“E’ perché mai? L’incantesimo di Merlino è stato rimosso;
il velo ormai è stato squarciato. La magia si sta lentamente rimescolando con
il mio mondo; la gente comincia a ricordare!! Rammenti le parole della tua
amica: questa guerra vedrà babbani e mezzosangue schierati contro l’Oscuro
Signore. E poi i seguaci di quel pazzo non fanno che assalire le persone
normali… sono tutti terrorizzati. Io, da conto mio, preferisco conoscere il
potere di colui contro cui dobbiamo combattere. E poi tu sei solo un ragazzo.
Sapevo che ti saresti abbattuto. Spetta a noi adulti dare buoni consigli ai
giovani e il tuo preside, per quanto strano” disse storcendo il naso “era
pienamente d’accordo con me”
Aprì la porta
“Buonanotte e cerca di riposare. Devi guarire al più
presto. Fra due settimane verranno a prenderti”
Fissò per alcuni minuti il soffitto bianco della sua
stanza per poi sprofondare in un sonno senza sogni
**
Il mattino seguente si sentiva decisamente meglio, quindi
decise di scendere a fare colazione con i Dursley.
Durante le estati trascorse a casa Dursley era sempre
rinchiuso nella sua stanza. I suoi zii lo temevano e lo evitavano come un
appestato; lo tenevano nascosto agli occhi del mondo e avevano finanche
raccontato ai vicini che frequentava il “Centro di Massima Sicurezza San Bruto
per Giovani Delinquenti Irrecuperabili”. La cosa lo aveva divertito un bel po’
la prima volta; anche se gli era costato caro.
Quei lunghi giorni trascorsi a letto, lo avevano reso
particolarmente insofferente; non sopportava più quelle pareti bianche.
Piuttosto preferiva affrontare Dudley e zio Vernon.
Entrò in cucina.
Tutti sembravano ignorarlo. Zia Petunia, senza proferir
parola, poggiò sul tavolo un piatto con uova e pancetta e un bicchiere di
latte. Il silenzio incombeva come un masso sulle loro teste. Si udiva solo lo
speaker del telegiornale.
“Nuovi scontri nella zona occidentale di Londra. Uomini
incappucciati, nella mezzanotte di ieri, hanno aggredito 10 ragazzi, i quali
sono riusciti a scappare grazie ad un gruppo di persone stranamente abbigliate”
cominciò lo speaker, un uomo grasso e pelato, che portava dei piccoli
occhialetti quadrati, appoggiati alla punta del naso “Alcuni testimoni
affermano che i misteriosi salvatori fossero maghi. Sembra che la magia abbia nuovamente fatto ritorno nel nostro
mondo. Voci di dubbia fondatezza sostengono che un Oscuro Mago,
Colui-che-non-deve-essere-nominato, ha intrapreso una guerra contro la Londra
non magica. I distretti di polizia londinesi e la stessa Scotland Yard, in
mancanza di elementi a riprova di tali voci, consigliano ai cittadini di evitare
luoghi solitari e di diffidare di uomini incappucciati, vestiti di nero. Il
sindaco di Londra, il Ministro della Giustizia e quello degli Esteri, stanno
cercando di contattare i maghi-amici per tentare di organizzare una difesa
contro gli assalitori. Combatteremo al fianco dei nostri nuovi amici”
Sarà la guerra che vedrà
babbani e maghi schierati contro il Signore Oscuro.
Idrial aveva ragione. Zia Petunia aveva ragione…la nuova
grande guerra contro Voldemort era appena cominciata.
“Come ti senti? Vuoi che metta un materasso accanto a te,
per attutire la caduta?” sussurrò Dadley “Pensa cosa direbbe la tua ragazza se
sapesse che sei svenuto per un pò di febbre” terminò con un sorriso beffardo
Harry si avvicinò e bisbigliò “Se fossi in te non tirerei
troppo la corda, o vuoi che ti trasformi in un maiale?”
“Tu non puoi farlo, non puoi usare la magia” replicò il
cugino portandosi le mani sul deretano, memore del codino di maiale che gli
aveva fatto spuntare Hagrid, l’insegnante di Cura delle Creature Magiche,
sei anni prima.
“Invece, si”
“S-stai me-mentendo” balbettò Dudley
“La restrizione è valida solo per i maghi minorenni”
“Minorenni” ripeté il ragazzo, che cominciava a capire
“Già; la settimana scorsa è stato il tuo compleanno,
vero?. Hai compiuto diciassette anni. Tuo padre ti ha regalato la macchina.”
Dudley deglutì
“Fra un po’ sarà anche il mio compleanno” proseguì Harry
palesemente divertito “e mi regaleranno il permesso di usare la magia, senza
alcun problema. Non credi che sia uno splendido regalo…Daddy”
“Tu non lo faresti mai!!!”
“Mettimi alla prova?” disse sorridendo “magari se lo
facessi davanti a Penelope, pensa la figuraccia”
“Lo dirò a mio padre!! E lui ti caccerà!!”
“Davvero…che paura!!!”
“Cosa dice il tuo strano giornale, quello con le figure
che si muovono?” chiese zio Vernon mettendo fine e quella silenziosa zuffa. Il
suo volto era serio e tirato.
“La Gazzetta del Profeta?” chiese Harry incuriosito
“Quanti giornali avete? Un miliardo? Cosa sai di tutta
questa storia?”
Di sicuro non c'era un solo giornale...ma decise di rispndere senza tirarla per le lunghe!!
“Per il momento le cose sembrano sotto controllo, non ci
sono state perdite né tra i Mezzosangue né tra gli Auror” rispose Harry
laconico
“Quindi, stiamo vincendo?”
“Non ho detto questo”
“Allora?” lo incitò lo zio
“Cosa vuoi sapere?” chiese Harry, il labbro superiore
contorto in una strana smorfia
“Voglio sapere se c’è una possibilità oppure se…”
“Non preoccuparti, tutti i membri del Centro di Massima
Sicurezza San Bruto per Giovani Delinquenti Irrecuperabili, sta lavorando per
la sicurezza delle persone normali”
“Ragazzo, E’ COLPA DI UNO COME TE SE SIAMO IN PERICOLO”
urlò zio Vernon, una vena gli pulsava al lato del collo; Harry cominciò a
temere che gli prendesse un ictus “QUINDI NON AMMETTO QUEL TUO INOPPORTUNO
SARCASMO”
“Io non sono un mago oscuro. Io non sono Voldemort”
“La magia” sussurrò appena il corpulento uomo, mentre un
brivido lo percorse per tutto il corpo “è la causa di tutto ciò. Non si può
odiare e uccidere delle persone solo perché diverse”
Harry sorrise. Era proprio vero che solo quando le cose le
si vive sulla propria pelle, le si può capire. Vernon Dursley lo aveva
trattato, per oltre sedici anni, come un essere contagioso, come un mostro da
temere e nascondere. Lo aveva odiato solo perché diverso ed ora proprio lui, il
più ‘normalissimo’ dei Dursley, non capiva come si potesse odiare qualcuno,
solo perché diverso.
Ironia della vita.
“I babbani hanno odiato e trucidato i maghi per secoli. La
ricordi l’inquisizione. Siete voi che avete cominciato. Non è stata la magia a
creare Voldemort, ma i babbani. Se non lo aveste odiato per ciò che era, forse
oggi lui non tenterebbe di uccidervi, ma non preoccuparti” fissò lo sguardo su
zia Petunia “Io ucciderò Voldemort, perché i miei amici e i miei genitori
possano essere fieri di me. Ucciderò Voldemort per proteggere voi, la mia
famiglia, i miei amici, e tutti coloro che combatteranno al mio fianco. E poi
se sono riuscito a sconfiggere un Dio, cosa sarà mai uccidere un uomo con una
bacchetta”
Zia Petunia lo fissò soddisfatta.!!
NdA:Il primo chap è piuttosto
breve. Spero che vi piaccia e che continuiate a leggere la storia. Prima di
abbandonare attendete il prossimo chap e/o l’evolversi della storia.
Credo che il mio stile di
scrittura sia piuttosto noioso. Infatti, aprendo la pagina modifica storia, ho
notato che delle 1322 persone che hanno aperto il racconto precedente, solo 300
sono arrivate alla fine. Forse le mie storie sono troppo pesanti. Per aiutarmi
a migliorare mi raccomando, lasciate dei commenti. Se non volete lasciarli come
recensione (a me non interessa fare collezioni) potete lasciarle nella mia
casella di posta elettronica. Andate su autori (nel mio caso Lella80) e
cliccate su “contatta” e inviatemi il vostro giudizio, soprattutto se critico
(naturalmente parlo di critica costruttiva). Per coloro che non sono iscritti a
EFP forse dovrei lasciare il mio indirizzo di posta, ma non mi sembra molto
sicuro….magari creo una casella per l'occasione
Anche questa storia, così come
la precedente e come i racconti della stessa JK Rowling, è un giallo. Ho
lascito indizi già da questo primo capitolo…buona caccia.
Mi raccomando fatemi sapere se preferite in questa storia miti celtici o egizi...
Infine vorrei ringraziare Chiara (pesciolina04) per aver letto la bozza del primo chap
e avermi dato consigli utili per rendere la storia più comprensibile e scorrevole...
Grazie e alla prossima settimana Lella80