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Autore: chaplin    12/01/2010    8 recensioni
Quello era Paul McCartney, sicuro!
Carly Spencer e' una fan degli anni Sessanta e Ottanta - e soprattutto dei Beatles - che vive nel ventunesimo secolo, in mezzo alle mode che governano la mente della generazione degli anni Zero (i pantaloni aderenti, i soliti cantanti di MTV, etc). Il suo personale sogno di poter vedere tutti e quattro i Beatles uniti e' un sogno che, ovviamente, non si avverera' mai (almeno nella sua attuale vita). Ma un giorno... La mia prima fic sui Beatles, spero vi piaccia :D
Genere: Generale, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, George Harrison, John Lennon , Paul McCartney , Ringo Starr
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Rubber Soul.'
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7 gennaio 2010

Era mattina, la neve copriva le case e le auto...

...purtroppo la neve aveva bloccato parecchie strade e c'era un traffico terribile nelle autostrade di tutta la Gran Bretagna.

Mentre il signor Spencer era nel box, cercando di mettere le catene alla BMW – senza troppo successo –, Josephine Denpster aveva preparato dei bacon con uova.

In casa Spencer sembrava regnare la tranquillita'. Josephine aveva deciso di mettere un po' di musica dalla radio per conciliare la figlia al risveglio, Sam Spencer cercava di trovare il capo e la coda di quelle maledette catene da neve. La radio, in quel momento, metteva alcune hit invernali.

In quel momento, si senti' un boato provenire dalla stanza della figlia, che segno' la fine della tranquillita'. La madre, per lo spavento, fece cadere un po' di olio e scivolo'. “Ooooh..” Tump. Crash.

Carly annaspo' per spegnere quella maledetta sveglia che le aveva regalato zia Suzie per il compleanno, dicendo: “Oh si', i rumori dell'Oriente sono i migliori con cui iniziare la giornata. Altro che drin, crash e musichette sconnesse!”, infatti emetteva uno strano rumore che Carly ancora non era riuscita a identificare. Sitar?

Carly tiro' fuori la testa dalle coperte, spense la sveglia con furia e si rimise a dormire.

Poi, dalla porta, usci' fuori una mamma Josephine piu' arrabbiata che mai.

“Carly! Guarda cosa mi hai fatto!” grido', indicandosi la maglietta sporca di olio, pur sapendo che la figlia non poteva vedere cosa aveva fatto (teoricamente), “Ora devo cambiarmi! Bene, spero che ti sia divertita a rovinarmi la mia maglietta preferita, Carletta, ora vado in camera per mettermene una nuova!” e se ne ando', sbattendo la porta. Poi la riapri' un attimo e la chiuse di nuovo, piu' lentamente.

Ecco, brava, vai in camera e lasciami dormir...

Non la lascio' neanche finire la frase dentro la sua mente che si ripiombo' in stanza.

“SVEGLIATI! Oggi hai scuola!” e le tolse le coperte di dosso, accendendo la luce. Carly piagnucolo' e si strinse al cuscino.

Carly si accorse che la madre, quel giorno, era molto stressata. Prima che, la dolce, Josie le buttasse addosso la sveglia di zia Suzie (suscettibile, oh!), Carly si alzo' dal letto e si mise in fretta dei vestiti a caso presi dall'armadio.

“Sei pronta, allora?!” chiese Josephine, guardando la figlia con voglia di.. scuotere qualcosa.

“Si' si'!” disse Carly, alzando gli occhi al cielo.

Josie si addolci' improvvisamente. Le diede una carezza sulla testa.

“Ok, cara, io vado a cambiarmi. La colazione e' pronta.” e scompari' dalla vista della figlia.

Carly alzo' un sopracciglio. Si', mamma Jo era cinque volte piu' pazza di lei.

Prese la cartella e, mettendosela sulle spalle, lancio' un'occhiata al poster di Paul McCartney appeso dietro la porta. Quella povera porta e quel povero poster su cui Carly si era appiccicata un paio di volte.

A lei sfuggi' un sospiro, e pensare che abitava proprio di fronte a lei.. Si tenne la testa tra le mani, strillacchiando. Questo era piu' o meno quello che faceva ogni mattina, quando vedeva quel faccino che le sorrideva.

In quel momento gli occhi scivolarono sulla sveglia, che indicava le 7:40... era tardissimo, diamine!

Piombo' in cucina, si ficco' un po' di pancetta dentro la bocca.

“Carletta, fai attenzione con il cibo.. scotta!” disse la vocetta squillante di Josephine, dalla camera.

Eeeh... grazie, dirmelo ora!, e sputo' la carne. Si mise a soffiare sul piatto con insistenza e si porto' il piatto fuori casa, per mangiarlo con calma fuori casa.

Fuori casa, vide il padre vestito come un eschimese che urlacchiava cose irripetibili ai piedi della BMW.

“Papa'.. questo e' un luogo abitato!” disse Carly, mettendosi in bocca un po' di pancetta.

“Senti, figlia” disse lui, voltandosi, “Oggi, a scuola, vacci a piedi.. cosi' aiutiamo anche l'ambiente! Non riesco a capire come caz.. volevo dire, come si mettono queste catene! Quindi credo proprio che non riusciro' ad accompagnarti a scuola..” poi si accorse del piatto che la figlia teneva in mano, “Ehi, figliola, dammene un po'.”

“Non ho appetito, papi, tieni pure!” disse Carly, “Poi ti ho detto che figlia va bene, ma non figliola, papa'!”

“Non trovi sia piu' elegante da dire?” chiese lui, ingozzandosi.

Carly roteo' gli occhi. “Eeehm.. fa niente! Comunque io – avendolo gia' previsto – ho gia' chiamato un mio.. amico, mi viene a prendere lui!”

Sam Spencer alzo' gli occhi sulla figlia, assumendo un'espressione molto molto offesa. Ma non sembrava che si fosse offeso perche' l'aveva sottovalutato.

“Chi e' questo amico?” chiese lui, sospettoso, abbassando il piatto per terra, “Non e' ne Bambi ne il tizio che mi prendeva in giro per i capelli, vero?!”

“No no no!” esclamo' Carly, scuotendo la testa, tutta rossa di vergogna. “E non chiamare Paul Bambi!”

Arrivo' allora un'auto poco rassicurante, con il parabrezza ricoperto di ghiaccio e un faro rotto. Il finestrino si abbasso' con una lentezza lugubre, bloccandosi proprio a meta'. Si senti' un No! Di nuovo! dall'interno dell'auto.

Dal finestrino aperto a meta' sbucarono due occhi azzurri

“Carly.. s-sono io!”

Papa' Spencer continuava a non capire, invece Carly sorrise.

“Ehiii! Ciaooo!” strillacchio' lei, agitando il braccio, e corse verso la macchina.

“Figlia! Sarebbe lui il tuo amico?!” chiese, gridando, il padre, appena vide che la figlia entrava dentro un'auto che sicuramente non era coperta da nessuna assicurazione. Si', insomma, c'e` da preoccuparsi, a questo punto, per un genitore.

Carly gli fece la linguaccia e sali' a bordo, dando un cinque a Ringo.

 

 

Piu' tardi, all'intervallo, Kelly si butto' sull'amica con entusiasmo.

“Ehi!! Tra due giorni, a sabato, c'e` il ballo! Sei ancora certa che non verrai?!”

“No” ribadi' aspra Carly, sistemandosi il colletto della felpa. “Mi imbarazzo a mettermi vestiti che scoprono le spalle e poi sono anche scomodi!”

“Ma dai! La scorsa estate, sei sempre stata in giro con una maglietta che era quasi una cannottiera e ora ti metti a dire che ti imbarazzi a scoprire le spalle?! Quanto sei pudica...” la punzecchio' l'amica. Carly arrossi'.

“Non sono pudica!” urlo', per poi riprendersi, mentre alcuni studenti passavano ridacchiando. “Poi le femmine provano sempre un po' di pudore.. no? Perche', tu te ne vai in giro con solo il reggiseno addosso?!”

Kelly le mollo' una gomitata, ridendo. Proprio in quel momento, arrivo' James in silenzio, con un sorriso cretino, pronto a cogliere di sorpresa la fidanzatina.

“Kelly, fai attenzione: c'e` un mostro cattivo dietro di te che vuole ucciderti...” disse Carly, facendo la linguaccia al ragazzino. Lui fece una smorfia e le mostro' il medio, che nascose appena Kelly si volto'.

“Jamieeee!” strillo', appendendosi letteralmente al suo collo.

“Kellina!” disse lui, con una voce da fighetto, “Ti cercavo! Con una bellezza pallida ma accecante come la tua, avevo paura che qualcuno ti stesse portando via da me per sempre...” e le accarezzo' il viso, sorridendo ebete.

“Eddai, non parlare cosi'!” ridacchio' Kelly. Doveva ammetterlo che suonava ridicolo... “Io volevo farti una proposta.. Che ne dici se andiamo assieme al ballo?”

Il sorriso ebete di James si dissolse lentamente, si tolse gli occhiali da sole – brutto segno, secondo il linguaggio gestuale di quell'idiota – che chiaramente non servivano, perche' l'unica luce presente dentro i corridoi era quella biancastra dei neon e neanche diventava piu' sexy con gli occhiali.

“Che c'e`, scemo?” disse all'improvviso Carly, con un sorrisino di sfida. “Non sai ballare? Non ti alleni ogni sera in quel lurido posto che chiami disco rubando i risparmi di tuo padre?” poi si accorse che anche lei rubava i risparmi di suo padre.. per comprarsi di nascosto i cd rimasterizzati dei Beatles. Ma non ci penso' piu' di tanto.

James tiro' fuori la lingua, fulminando Carly con gli occhi, e si rimise gli occhiali.

“Ecco.. questa volta non c'e` divertimento! Lo sapevi che il ballo di quest'anno e' a tema?” disse lui.

“Beh.. si', come ogni anno! L'anno scorso era a tema disco music anni Novanta.. ricordi? Ci siamo conosciuti li'!” cinguetto' Kelly.

“Gia', bellissimo.. ma comunque!” e fece la sua faccia seria.. si', faccia seria. “Quest'anno il tema e' barboso.. niente musica da ballare e solo musica che ballavano i vecchietti.. E le acconciature erano veramente terribili! Peggio dei capelli cotonati degli anni Novanta!”

Uhm.. acconciature peggio della tua? Na, non esistono, voleva dire Carly. Comunque, idiota, forse intendevi i capelli cotonati degli anni Ottanta. E c'e` gia' il fatto che erano decisamente meglio dei tuoi... come li devo chiamare?

“Eddai, James! Non girarci attorno!” disse Kelly, saltellando. “Voglio sapere il tema! Dai dai dai!”

James assunse la voce gnegne' disgustata: “Anni Sessanta, sui Beatles del 1965!”

“COSA?!”

James fece un passo all'indietro, spaventato.

La sua fidanzata e la sua amichetta si erano messe a strillare prendendosi per mano e saltellando per tutto il corridoio, sotto gli occhi di professori e studenti con seri dubbi sulla loro sanita' mentale.

Carly era felicissima: finalmente la scuola proponeva qualcosa di decente!

Era un segno di vittoria verso tutte le ochette della sua classe che le dicevano ogni santa volta: “Carlettina meccartneina, sei antica! Aggiornati e inizia ad ascoltarti Lady Gaga o Bob Sinclair!” oppure “I Beatles li ascoltano i miei nonni! Vuoi che te li presenti? Farete subito amicizia!”

Altro che Lady Gaga e Bob Sinclair! Questa volta i docenti avevano proposto i Beatles.. a quanto pare, in onore dell'uscita del videogioco e dei cd rimasterizzati.

“Non ci posso credere, non ci posso credere! Kelly, ho sentito bene?!”

“Hai sentito bene! Nel ballo di quest'anno mettono i Beatles

James sbuffo'. “Si' si', avevo dimenticato che tu eri una fan di quel gruppo... I quattro scarafaggi di Liverpool e l'irresistibile super-sexy George!”

Kelly si stacco' dall'amica per avvicinarsi al ragazzo (se cosi' lo possiamo definire...).

“Avanti, Jamie.. non sarai mica geloso?” disse Kelly, con un sorrisone che andava da una tempia all'altra.

James sbuffo'. “Certo.. come potrei essere geloso di un morto, secondo t..”

Non riusci' a finire la frase perche' si ritrovo' per terra, con la mascella dolorante.

Carly rimase impietrita, non aveva mai visto la sua amica fare una cosa del genere. Era una cosa che lei sicuramente avrebbe fatto, ma Kelly era un tipo amichevole e sempre di buon umore, con la testa tra le nuvole e favorevole alla pace nel mondo e tra gli uni e gli altri.

“P-prova a dirlo di nuovo.. e io.. e io...” si morse il labbro, trattenendo le lacrime, e corse in bagno.

“Kel! Aspetta!” disse Carly, cercando di prenderle il braccio.

Quell'idiota di James, intanto, si era ripreso dallo schiaffo. “Ma.. che ho detto di male?”

“Fatti un trapianto di cervello, genio! E anche di delicatezza! L'ennesima dimostrazione che l'house music danneggia te e chi ti sta intorno!” gli disse Carly, soddisfatta di se stessa, e gli fece la linguaccia.

L'amica stava seduta sul coperchio del water – lo stesso su cui stava seduto Ringo pochi giorni fa' e su cui Carly e Kelly si erano truccate a vicenda per la prima volta, un anno fa' – asciugandosi le lacrime con la carta igienica. Carly le sorrise, intenerita, e l'abbraccio'.

“Eddai, piangi? Sono stata anche felicissima quando ti sei messa a schiaffeggiare quel deficiente! In quel momento ho pensato 'Questa donna ha le palle'!” le sussurro' nell'orecchio.

Kelly si tiro' su con il naso e si strofino' gli occhi, ritrovandosi le dita nere.

“Noo, la matita!” si lamento'. “Ora devo truccarmi di nuovo.. Sono un orrore, vero?”

Carly la guardo' attentamente in faccia. Aveva il trucco sbavato, ma non le sembrava un orrore.

“Non esagerare adesso e asciugati le lacrime! Tra due giorni ci sara' il ballo in tema.. anni Sessanta! Ci pensi? Lo sogno da una vita!”

Kelly sospiro'. “Ma.. non ci sara' James.. io saro' sola...”

Carly scosse la testa. “Affatto! Oggi ho intenzione di presentarti...”

“Presentarmi.. chi?”

“George!” esclamo' Carly.

Kelly rimase a bocca aperta e si mise a strillare come un ossesso. Carly, per calmarla, inizio' a gridare “Basta! Mi rompi i timpani!”

“Ehm, Carly...” disse una voce alle loro spalle.

Carly, istintivamente, si volto' senza guardare in faccia la persona e tiro' un colpo basso con il piede destro. “AUH!”

“Oh mio Dio..” esclamo' lei, appena si accorse che aveva colpito niente popo' di meno che le palle del povero Ringo.

“Scusa scusa scusa scusa! Non.. non volevo!” cerco' di scusarsi lei. Poi si acciglio'. “Pero', perche' entri nei bagni delle ragazze cosi', in tutta normalita'?! Non lo conosci quel cartello con l'omino in gonnella?!”

Kelly scoppio' a ridere, con effetto ritardato.

Ringo rimase qualche secondo a mugugnare per il dolore, con la testa china, resistendo alla tentazione di imprecare un po'. Poi alzo' gli occhi verso Carly, rivolgendole un sorrisino innocente. Uhm, innocente?

“Mi scuso.. per l'entrata brusca!” mormoro'. Si aggrappo' alla maniglia della porta d'ingresso per rialzarsi. “Vi ho viste qui.. e mi sono preoccupato.”

“Non c'e` piu' niente per cui preoccuparsi.. Abbiamo risolto tutto!” disse Carly, allargando il sorriso.

Ringo si affaccio' verso il water. Kelly, con il trucco tutto sbavato e un sorrisino sereno, agito' la manina per salutarlo.

“Hai pianto?” fece lui, trascinandola fuori dalla cabina del gabinetto, “Non devi piangere, in qualunque cosa consista la ragione, non ne vale mai la pena.” sorrise.

Kelly arrossi'. “Gia'.. comunque ho smesso!”

Carly la prese per mano, “Ora andiamo fuori, in un posto che puzza di meno, e vediamo dove hanno messo il volantino per l'iscrizione al ballo, okay?”

“Partecipi?!” chiese l'amica, con gli occhi che rischiavano di uscire dalle orbita.

“Ovvio! Dove ci sono i Beatles, ci sono anch'io!” disse lei, piu' entusiasta che mai.

“Ehm..” fece Ringo, da dietro, tirando fuori due fogli azzurri. “I volantini li affiggono domani.. se volete, vi do le prime cop..”

Non fece in tempo a spiegare che i foglietti azzurri scomparirono dalle sue mani.

“Ehi! I volantini!”

 

 

“Qui dice che stanno cercando una cover band che faccia delle cover dei Beatles...”

“Uao! E che dicono?” chiese, incuriosita, Kelly.

“Devono essere tutti maggiorenni.. se somigliano ai Beatles e' anche meglio.. c'e` scritto cosi', sotto!”

“Uff.. non li troviamo da nessuna parte dei maggiorenni con il caschetto e che sappiano suonare!” si lamento' Kelly.

“Gia'.. uff” sospiro' Carly. Poi le venne un'illuminazione.

 

 

 

Ok, non rispondo alle recensioni, mi scuso, ma e' che ho fretta e tra poco vado a farmi la doccia XD
Allora, questo capitolo l'ho scritto rapidamente.. Ma non e' un granche' u.u Spero vi piaccia lo stesso.. XD
Chiedo scusa se ci sono errori ortografici u.u Non ho potuto correggere!
Come sempre ringrazio quelli che recensiscono e leggono :)
(e' dedicato a tutte le persone che hanno ricevuto almeno una volta risposte come “ti piace John Lennon? ma non e' morto?” t.t)

  
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