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Autore: Sugar818    12/01/2010    5 recensioni
Non avevo mai visto Robert
così adirato, mai, in quei sei anni di conoscenza.
E quella vista spezzò qualcosa, dentro di me.
Non capivo perché, ma in quel momento un enorme dolore
sbocciò al centro del mio petto. Un dolore atroce, acuto,
intenso.
La vista di Robert che difendeva quella semplice ragazza, conosciuta
solo qualche giorno addietro, con tanto ardore e determinazione, con il
fuoco che inesorabile bruciava nei suoi occhi azzurri, mi fece sentire
male.
Le mie guance si bagnarono di lacrime ancora prima degli occhi,
spalancati e puntati su quello che sembrava un incubo.
E non capivo perché.
Credevo di averlo dimenticato. Credevo che nulla avrebbe scalfito il
mio presente.  Tanto meno il passato.
E lui faceva parte del mio passato. Era la parte più
dolorosa di una vita che tanto avrei voluto dimenticare. Ardentemente.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1

~ piccolo, insignificante segreto

Mi stavo leggermente innervosendo.
Non che fosse una novità, in queste occasioni, ma stavolta la voglia di prendere quel giornalista a calci nel muso era più forte che mai. Il che era preoccupante.
-Ci sarà qualche tuo collega che non ti va proprio a genio..in fondo, come dire…siamo tutti esseri umani, no?-

Comodamente seduti su poltroncine di pelle beige, nella mia camera d’albergo, io, Leslye e l’essere più squallido che avessi mai conosciuto in tutta la mia esistenza, stavamo parlando tranquillamente, sorseggiando di tanto in tanto il caffè più amaro dell‘intera Los Angeles.
-Come ho detto prima, non ho alcun problema con nessuno. I miei colleghi sono tutti delle persone fantastiche che amano il proprio lav..-
-Eppure, a me risulta che tu abbia avuto una piccola discussione con uno dei nuovi compositori della  tua casa discografica ..-
-È vero , ma la quest..-
-E inoltre in una delle tue ultime interviste hai menzionato qualcosa a proposito dell’incapacità di alcune persone nel tuo staff di Los Angeles…-

Silenzio.
-Se non sbaglio-, continuò l’uomo con una tranquillità allarmante, -Adam Stradey, il giovane compositore in questione, fa parte proprio della sezione musicale di Los Angeles che la casa discografica ha appena rivoluzionato..-
-La questione è diversa. Si è trattata di una piccola incomprensione che è stata immediatamente chiarita…-
-Quindi, è una coincidenza il fatto che siate stati avvistati insieme due giorni fa, davanti all’hotel in cui alloggiavi al momento…-

Stronzo.
-..mentre sembrava stavate litigando furiosamente..?-

Altro che stronzo.
Questo è bastardo forte!

-Io e Adam siamo amici, e qualche volta capita di litig..-
-Eppure fonti certe affermano di avervi sentito litigare in ascensore, per poi smettere misteriosamente appena aperte le porte che davano nella hall…- mi guardò compiaciuto. Con uno di quegli sguardi che ti mandano la bile al cervello. Quell’uomo era nato per fare il giornalista di gossip-spacca-coglioni. Probabilmente aveva preso lezioni dal Diavolo in persona.

Andrew Morton. Giornalista che evidentemente non aveva mai sentito, o perlomeno compreso, la parola “privacy”. Si vedeva chiaramente che amava scrivere, oltre a rompere le scatole e distruggere la vita di molte celebrità con quelle che lui chiamava “verità”, ma che infondo erano solo delle stupide voci infondate.
Biografie su biografie, scritte con ardore piuttosto crudo e spietato in alcuni casi, dalle più acclamate star alle persone più influenti.
Semplicemente, non stava molto simpatico a noi gente dello showbiz.
Chissà perché lo chiamavano Mr Volpe, poi. Il mistero del secolo.
 
Tra i suoi vari articoli pubblicati su di me, albergava un aula di elettricità. Aveva sempre cercato di trovare qualcosa, un piccolo sbaglio, una piccola macchia nella mia vita. Un nascosto dettaglio.
Ma sfortunatamente per lui, non c’era mai riuscito. Fino a quel momento.
-Ehm… era un semplice litigio fra amici. Capita, no?- risposi, ad un livello piuttosto alto di decibel.
Il suo sopracciglio si alzò sarcasticamente, mentre il suo volto sfoggiava ora un aperto sorriso di cortesia. Falso, di certo. Non poteva mica rivelare il mostro assetato di scandali che imprigionava dentro ogni qualvolta si trovava davanti a telecamere o registratori.
-Ovviamente..- disse con una lentezza da brividi.
-Ora, Rachel, perché non ci parli del tuo nuovo singolo, “Over my soul“? Da quanto hai detto, è una delle canzoni che più ti rappresenta. Ma la domanda è: perché?-
-Beh..diciamo che racconta una parte molto importante della mia vita.- risposi evasiva, mentre lui aggrottava le sopracciglia, chiaramente confuso.
-Una parte della tua vita? Non.. Non mi sembra che possa “raccontare”, dato che è completamente zuppa di paragoni, metafore e frasi alquanto..discordanti fra loro. -ribadì stranito.
Puntai i miei occhi verdi aldilà della finestra della mia camera d’albergo. Il cielo luminoso. Il sole splendente.  
Con la coda dell’occhio potevo scorgere Leslye, rientrata in camera dopo una telefonata, di nuovo seduta sul divano, mentre mi osservava pensierosa.

Cosa avrei potuto rispondere? Cosa dire?
Sicuramente non la verità.
Almeno non tutta. Non potevo lasciar cadere i muri, che imponenti sorgevano in mezzo alla mia vita, facendomi da barriera a ciò che mi circondava. Le mie emozioni. Troppe. Talmente intense da farti morire, dentro. Lentamente, annegando nella più totale disperazione.

-Le parole del testo mi sono venute spontanee. La canzone sembra non avere un senso, è vero. Ma ha senso per me…e per chi vuole veramente capirla.-conclusi sorridendo.
Morton mi osservava accigliato, mentre cercava sicuramente una di quelle domande che non lasciano scampo, ma proprio in quel momento Leslye decise di mettere fine a quel quarto d’ora infernale che era stata l’intervista.

Mi alzai sospirando dalla poltroncina beige. Ero stanca. E non solo per il fatto che mi fossi svegliata alle 4:30 del mattino per prendere l’aereo da Las Vegas, e quindi per aver dormito 3 ore e mezza quella notte.
No. La mia era anche stanchezza mentale. A causa del casino che sembrava regnare sovrano nella mia vita.

-Allora, signorina Gray..ci vedremo alla tua prossima performance. Sarò presente ai MTV Music Award a San Diego, questa settimana. Sono molto curioso di sentirti intonare questa tua misteriosa canzone…chissà che scorgerò qualche cosa sotto le righe.- disse sorridendo furbescamente.
Salutai Morton con estrema gentilezza, rispondendo al suo squallido sorriso e alla sua stretta di mano.



-Vaffanculo, vaffanculo e vaffanculo!!- sbraitai piuttosto furiosa, appena chiusa la porta . La mia gentilezza era andata a fare un bagno nel mar Baltico.

Affondai le mani nella mia disordinata parrucca bionda e me la tirai con forza, facendo rompere tutte le forcine di sicurezza.
Ero seriamente stufa di indossarla. Inoltre la frangetta scalata cominciava a darmi fastidio durante i concerti. Avevo un’incontenibile voglia di buttarla nel cesso.

Essere Rachel Gray era veramente fastidioso. A volte desideravo solamente salire sul palco, buttare via quei capelli finti, afferrare il microfono e cantare tutta la notte per come ero veramente. Libera da ogni pregiudizio, criterio e problema. Libera come l’aria che respiravo. Libera di scatenarmi al ritmo della mia musica, cantando a squarciagola quello che sentivo veramente.
Quello che Caroline Crawford sentiva veramente.
Chi osa, vince. Me l’ero sempre detto.
Ma nella realtà, nella mia realtà… se avessi osato, avrei perso.

Leslye mi venne vicino e mi  guardò preoccupata, alternando gli occhi neri fra la parrucca stritolata nelle mie fragili mani ed il mio viso.
-Cary.. Che ti prende?-  domandò tranquilla la mia fidata manager.
-Quel..damerino schizzato!! Non mi ha dato tregua. Non mi lasciava neanche finire di parlare..Morton diventa più stronzo ogni giorno che passa.- risposi inacidita.
-È un giornalista, Cary.. Sono fatti così. - rispose sospirando. -L’importante è che tu non abbia parlato troppo, soprattutto sulla faccenda di Adam.-
Chiusi gli occhi e mi buttai a peso morto sul divano. Non mi sentivo più braccia e gambe da quanto ero stanca.

Nella suite regnava il silenzio, rotto solo dai fastidiosi tic dell’enorme orologio dorato appeso alla parete sulla mia destra.

-Cary..-mi chiamò sottovoce Leslye, dopo un paio di minuti, come per paura di farsi sentire da quelle quattro mura ingioiellate di quadri e costosi mobili in salotto.
Nel nostro mondo anche i muri avevano orecchie.
-Mmmh…?-
-Non mi avevi detto di aver visto di nuovo Adam questi giorni.- mi disse seriamente preoccupata. Il suo solito tono tranquillo aveva ceduto il posto a quello ansioso.
-È venuto, mi ha trovata e mi ha praticamente uccisa con le parole. Contenta?- risposi sarcastica. Ero nervosa, stanca, ancora arrabbiata per la pessima intervista con Mr Volpe e pure affamata, dopo un pranzo saltato e quel disgustoso caffè.
-Dobbiamo prendere provvedimenti. È la terza volta che succede. Non può continuare a sbraitarti contro..-disse pensierosa.
-E ricorda che è la terza volta che lo vedo da quasi tre anni.- aggiunsi ridendo istericamente.
-Ufffff…- sbuffò -Basta. Quel ragazzo sarà la mia rovina. Devi parlargli e farlo calmare, prima che finiate in prima pagina su “OK“. Subito.-ordinò risoluta.
-Sisi..-bofonchiai io.
-Non c’è tempo da perdere.- insistette.
-Mmh, mmh...-

Sinceramente a quel punto non me ne fregava un beneamato cavolo, dato che ero mezza immersa nel mondo dei sogni. Nel mio mondo. Quello senza confini.

-Cerca di chiamarlo stasera..- disse.
-Mmmh, mmh..-annuii io appisolata sul divano.
-E non….Cary, ma mi ascolti?! Sveglia, caprona!- mi sgridò sonoramente.
Nemmeno due secondi che sentii uno dei tanti giornali del tavolino battere sulla mia fronte. Bofonchiai qualcosa di incoerente mentre sorridevo divertita a occhi chiusi.
Sospirando, Leslye prese posto sul divano, ai miei piedi.

-Cary…devi farlo stare zitto. Se parla..la tua vita è rovinata.- mi disse dolcemente.

Aprii gli occhi di scatto, improvvisamente sveglia e reattiva.

Ma soprattutto ansiosa e impaurita.
**********************************************************

ok. vi prego, state calmi. lo so che più si va avanti e meno si capisce, ma vedrete che col tempo verrà tutto alla luce del sole.
in questo capitolo spuntano fuori alcuni personaggi, come la nostra cara manager, Leslye, e poi, naturalmente, il caro e vecchio volpone, Mr Morton.
quello darà un pò di problemi.
ora vi starete chiedendo:  ma che succede qui? come si chiama la protagonista?!?!
ineffetti la storia è un pochino, ino ino, complicata, ma rettifico: lo capirete presto, anche se la cosa è sottointesa già in questo capitolo.
ok. detttttto tuttttto. credo. ^^
aspetto le vostre opinioni. fanno molto comodo, dato che questa storia è abbastanza ..stramba.
oh. dimenticavo. il punto più importante in effetti: Robert.
beh, si. dove cavolo è finito?
state tranquille, madamigelle...arriverà presto...e anche in maniera piuttosto singolare. XDD

Ora che veramente ho detto tutto, vi lascio in pace.
adioss, girlss!! <3

 Sugar

ele ele: fratellozza!! grazie, sempre gentile tu!! ineffetti non mi ero dilungata stamattina. comunque sono contenta che ti piaccia. hai priprio indovinato: viene dal cuore-manomale non dalla testa, altrimenti sai che casini..!?!?- è una storia ..istintiva. certo che sono stramba forte, eh?! con altre due fan fiction, una delle quali all'ottavo capitolo, mi decido di postare questa, appena scritta. ma vabbeè..tanto ci sei abituata alle mie pazzie. baci

 LilithNoKaze: elee!!! garzie di cuore. mi fa piacere che tu l'abbia apprezzata. molto piacere. e sono contenta che tu sia curiosa di leggere il resto. spero di non deluderti, andando avanti. :) bacioniiii^^
  
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