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Autore: Beatrix Bonnie    13/01/2010    4 recensioni
Edmund non è un ragazzino normale: vive in un orfanotrofio e non sa nemmeno chi siano i suoi genitori, ma quello che è più preoccupante è la sua capacità di muovere gli oggetti con il pensiero e di parlare con i serpenti. Ama la solitudine e non ha nessun amico, tanto che il suo unico passatempo è divorare libri per accrescere la propria conoscenza.
Ma quando si lascerà convincere a frequentare il "Trinity college per giovani maghi e streghe", una bizzarra scuola di magia dove imparerà a fare incantesimi e a preparare pozioni, Edmund sarà trascinato dai suoi nuovi amici verso folli avventure, riguardanti alghe carnivore e stanze stregate, che gli insegneranno il vero valore dell'amicizia e del coraggio.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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CAPITOLO 9

L'Incantesimo Sensore






Fu così che cominciarono le loro prime ricerche: quando avevano un po' di tempo libero a disposizione si fiondavano i biblioteca, ma il reale problema era che non sapevano esattamente cosa cercare. Leggiucchiavano un po' qua e là, nella speranza di incappare in qualche informazione utile, ma in realtà vagavano alle cieca in un mare di conoscenza. Inoltre Mairead era tartassata da O'Shalley con gli allenamenti e gli schemi tattici per l'imminente avvicinarsi della prima partita dei Raloi. Tre sere a settimana la squadra si ritrovava in campo a provare nuove strategie e ogni volta finivano sempre più tardi. «Bran, io dovrei rientrare nella sala comune prima delle nove» fece notare una volta Mairead, dato che l'orologio della torre aveva battuto le dieci e la squadra era ancora in campo.

«Non sono affari miei! La partita di Quidditch è più importante di uno stupido coprifuoco! Se vuoi essere in sala comune alle nove, fatti regalare una Giratempo» le aveva risposto il capitano, sempre con quel suo tono burbero.

La mattina dopo, passare la prima ora di lezione a prendersi cura dei fagioli luminescenti nel freddo pungente della serra fu una specie di trauma. Mairead colse l'occasione per lamentarsi con i suoi amici delle sfuriate del capitano O'Shalley.

«Potreste smetterla di allenarvi, tanto la coppa la vinciamo noi quest'anno» commentò Laughlin, alla fine del racconto, con una nota di superiorità nella voce.

«Oh, ma stai zitto, Nagard dei mie stivali!» rispose Mairead, accigliata per il fagiolo che le era schizzato via dalle mani.

Alla fine della lezione, i tre amici si avviarono infreddoliti e pieni di calli alle dita verso l'aula di Trasfigurazione.

«Maleficium, è vero?» domandò la voce sarcastica di Ailionora, richiamandoli nel bel mezzo del corridoio. Il terzetto si fermò di colpo e si voltò per fronteggiare Diablaiocht.

«È vero, femminuccia?» chiese ancora la ragazzetta mora avvicinandosi di un passo a Laughlin.

«Che cosa?» rispose lui fissandola negli occhi.

Ailionora sorrise beffarda. «Nioclas, che è in dormitorio con te, mi ha detto che sei tu che suoni l'arpa celtica. È vero?»

«Sì, e allora?» rispose Laughlin in tono di sfida.

Il sorriso della ragazza si allargò e se possibile diventò ancora più di scherno. Poi alzò una spalla come nulla fosse. «Niente, volevo solo sapere. Non solo sei un traditore del tuo sangue, sei pure una checca» ridacchiò divertita, strappando delle risate a Leida O'Hara e Finan Best, i due Nagard che avevano fatto gruppo con lei. Leida era una ragazzina dal viso appuntito, con i capelli tagliati a caschetto e come la sua migliore amica aveva sempre un'aria di superiorità stampata sulla faccia. Finan invece era piuttosto piccoletto per la sua età, ma ciò non gli impediva di comportarsi come un Lord.

Detto questo il terzetto si allontanò per raggiungere l'aula di Trasfigurazione. Laughlin sembrava parecchio dispiaciuto per le parole taglienti di Ailionora.

«Me l'ha regalata mio papà per Natale... sa che mi piace suonare» sussurrò, come se dovesse scusarsi con loro.

«È fantastico Laughlin. Mi piace un sacco il suono dell'arpa; un giorno devi farmi sentire un pezzo» rispose Mairead con un grosso sorriso di incoraggiamento per l'amico.

Il ragazzino sorrise timidamente, contento di essere apprezzato.

«Dai, su, suonatore folle. La lezione ci aspetta» aggiunse Edmund passando il braccio intorno alle spalle di Laughlin e incamminandosi verso l'aula.

L'ora di Trasfigurazione fu particolarmente tremenda quel giorno: Cumhacht sembrava furioso per qualcosa che gli studenti non riuscivano ad afferrare, così assegnò loro una montagna di compiti e mandò in punizione Dedalus Consolatus solo perché aveva starnutito durante la lezione. Quando suonò la campanella gli alunni di prima tirarono un sospiro di sollievo.

«Consolatus fermati: dobbiamo decidere il tuo castigo. Boenisolius fermati anche tu perché devo parlarti» disse il professore in tono secco. Mairead fece cenno agli amici di proseguire per la lezione di Irlandese e Latino, poi si avvicinò alla cattedra con aria circospetta. Cumhacht ordinò a Dedalus di presentarsi al suo ufficio quella sera alle otto, che gli avrebbe fatto pulire tutte le aule del secondo piano. Poi aspettò che il ragazzino se ne fosse andato e intimò a Mairead di sedersi sulla poltrona dietro alla cattedra.

«Tu credi che sia divertente, vero?» le chiese guardandola dall'alto in basso.

«Che cosa, signore?» domandò Mairead perplessa. Non sapeva dove Cumhacht volesse andare a parare, ma di qualsiasi cosa si trattasse, aveva come l'impressione che non sarebbe stato nulla di buono.

«Cercare di entrare nella stanza proibita al quarto piano!» sbraitò Cumhacht, appoggiando le mani sui braccioli della sedia e sovrastando la povera ragazzina con aria rabbiosa. «So che sei tu, insieme ai tuoi amichetti. Vi sembra un giochetto divertente riuscire a rubare l'arma che vi è nascosta, vero? Sei sempre in giro per il castello di sera a causa degli allenamenti di Quidditch, ma da Natale ho messo degli Incantesimi Sensori Segreti che mi avvertono tutte le volte che qualcuno apre quella porta».

Mairead sgranò gli occhi spaventata. «Noi non siamo più andati in quell'ala del castello, signore» replicò in un sussurro, senza smettere di fissare il professore.

Cumhacht digrignò i denti con rabbia. «È che non ho modo di dimostrarlo, ma se vi becco di nuovo davanti a quella porta, giuro che questa volta nemmeno il Presidente della Magia in persona potrà salvarvi dall'espulsione».


«La scelta del tempo dell'infinitiva non dipende dal tempo della principale, ma solo dal rapporto cronologico...»

«Mi scusi signore, il professor Cumhacht mi ha trattenuto» esclamò Mairead con il fiato corto per la corsa che aveva fatto verso l'aula di Irlandese e Latino. Saiminiu la guardò con aria leggermente scocciata, poi le fece un cenno con il capo per indicarle di sedersi in fretta. Mairead prese posto al fianco di Edmund mentre l'insegnante riprendeva la spiegazione delle subordinate infinitive. I due amici guardarono la ragazza con una espressione interrogativa dipinta sul volto. «Dopo vi devo parlare» sussurrò Mairead sistemando il libro di latino sul banco.

Quando finalmente finì la lezione, Mairead aspettò che tutti gli altri fossero usciti, poi raccontò quello che le aveva detto Cumhacht.

«E lui è convinto che siamo noi a voler entrare?» esclamò Laughlin in un impeto di rabbia. «Ma che brutto...» e apostrofò l'insegnante con una serie di epiteti che scandalizzarono perfino Mairead.

«Non è questo il punto. Il vero problema è che Captatio aveva ragione: qualcuno sta cercando di rubare quello che è nascosto nella stanza buia, ma non ha bisogno di penetrare nel castello. Vi è già dentro» sussurrò Edmund fissando i suoi amici come se da quello dipendesse la loro stessa sopravvivenza.

Ma Mairead sorrise d'improvviso, ricordandosi che Cumhacht si era lasciato sfuggire un'informazione di troppo. «Si tratta di un'arma. Vi è nascosta un'arma nella stanza buia» disse in tono cospiratore.

Anche Edmund sorrise a quelle parole. «Un'arma, eh? La faccenda si fa interessante, davvero interessante».


Mairead, in realtà, non ci trovava tutto questo interesse nello scoprire cosa ci fosse nella stanza buia, anche perché in quei giorni la sua mente era occupata da ben altro: sabato prossimo avrebbe disputato la sua prima partita di Quidditch. I compagni cercavano tutti di rassicurarla, ma una strana sensazione si impadronì di Mairead, come se avesse mangiato un drago che ora si contorceva nel suo stomaco. La sera prima della partita, O'Shalley le consigliò di andare a letto presto, ma la ragazza non riuscì comunque a dormire molto. Prima fece fatica ad addormentarsi, poi sognò che al posto della Pluffa dovevano utilizzare un grosso riccio che a metà partita si trasformò nella testa di Cumhacht che strillava di volerla espellere.

La mattina successiva si alzò più stanca di quando era andata a coricarsi, con due occhiaie scure e lo stomaco chiuso in una morsa. Per fortuna il cielo era limpido, sebbene la giornata fosse molto fredda. A colazione Edmund, che per l'occasione aveva una lunga sciarpa di lana verde e una bandierina con disegnata un'aquila, cercò invano di convincerla a mangiare qualcosa. Finalmente O'Shalley ordinò alla squadra di armarsi di scope e recarsi agli spogliatoi, così Mairead poté svignarsela dalla Sala Mor e corse nel dormitorio a prendere la sua Nimbus 1700, per poi raggiungere gli altri al campo da Quidditch.

Quando tutti furono pronti con la divisa verde scintillante, il capitano spiegò le ultime tattiche e fece un piccolo discorso d'incoraggiamento. Poi i giocatori si prepararono ad entrare in campo. «Sei agitata, Mairead?» chiese Beatrix con un sorriso.

La ragazza annuì, prendendo la sua Nimus e preparandosi a cavalcarla. «È normale sai, lo ero anche io alla mia prima partita. Ma poi il vento che ti ronza nelle orecchie, i capelli che volano dappertutto e l'adrenalina del gioco ti fanno dimenticare tutto il resto, vedrai» le disse Beatrix nel tentativo di rincuorarla.

«Ok, squadra, diamoci una mossa!» esclamò O'Shalley salendo a cavalcioni della sua scopa.

Tutti i giocatori lo imitarono e con una spinta secca si alzarono in volo.

«Ed ecco la squadra dei Raloi!» disse la voce del professor Ballerinus, che era l'addetto alla telecronaca. «Il capitano O'Shalley, seguito da Connery, Connery, Connery, ancora Connery, Hook e Boenisolius, la nuova Punta» esclamò il professore, presentando i giocatori man mano che sfilavano in campo.

C'era tutta la scuola ad assistere alla partita, come si poteva distinguere dal mare scarlatto dei Nagard, quello verde dei Raloi, ognuno dietro i propri anelli, e quello blu dei Llapac.

«E questi sono invece i Nagard: il capitano Finnegan, con Nott, Xandom, McFly, O'Dareen, Patterson e O'Malley!»

La signorina Trust, che avrebbe arbitrato la partita, si avvicinò alla cassetta di legno che conteneva le palle e ordinò ai capitani di stringersi la mano. O'Shalley e Finnegan eseguirono l'ordine, ma più che altro si stritolarono le mani a vicenda. Infine Trust diede inizio alla partita con un fischio prolungato, proprio mentre i tre Bolidi schizzarono via dalla cassa e la Pluffa fu lanciata verso l'alto.

Beatrix aveva ragione, in meno di un secondo Mairead si dimenticò di tutte le sue paure. Non appena sentì il fischio d'inizio, si tuffò a prendere la Pluffa, riuscendo per pochissimo a soffiarla a Finnegan.

«Ottima presa di Boenisolius. Raloi comincia la partita in possesso di palla».

Mairead si voltò indietro per controllare la situazione, poi lanciò la Pluffa a Milo Hook che sfrecciò in direzione degli anelli avversari.

«Bolide!» strillò Nicolaj e la ragazza si scansò appena in tempo per evitare la palla che le era stata indirizzata contro dal battitore avversario. Ma mentre Mairead virò per evitare il colpo, non riuscì ad afferrare il lancio di Milo.

«Hook passa la Pluffa a Boenisolius, ma... no, attenzione, la Pluffa viene intercettata da Patterson. Un magnifico colpo di bolide da parte di O'Shalley. Patterson perde la Pluffa, subito recuperata da Connery».

Nicolaj fece una presa da manuale e si diresse senza esitazione verso gli anelli. Evitò un colpo di bolide, virò all'improvviso per non schiantarsi contro Finnegan e infine tirò.

«Connery segna! Dieci a zero per i Raloi» annunciò soddisfatto il professor Ballerinus, segnando i punti con la bacchetta sul tabellone dorato che si trovava proprio sopra di lui.

Ora la Pluffa era nelle mani di Finnegan, che si stava dirigendo verso Leonard per segnare. Mairead si appiattì sulla sua Nimbus per raggiungere l'avversario e intercettò il tiro di Finnegan. Era troppo vicina ai pali per avere un compagno alle sue spalle a cui passare la palla, così decise di lanciarla Leonard. Lui la prese, lasciò a Mairead il tempo di dirigersi verso il centro campo, poi gliela tirò nuovamente.

«Scambi di Pluffa tra il portiere e Boenisolius. Passaggio a Hook, Connery, di nuovo Hook. E segna! Venti a zero per i Raloi».

Ma i Nagard non si lasciarono sopraffare e subito dopo segnarono tre goal, riportando la partita in loro vantaggio.

Ora Nicolaj sfrecciava verso gli anelli avversari, con alle sue spalle Milo e Mairead. Si voltò per passare la Pluffa a Milo, ma un Bolide lanciatogli contro da McFlay lo centrò dritto in pancia e per il colpo Nicolaj lasciò cadere la palla.

Finnegan si buttò in picchiata per recuperarla, con Mairead alle calcagna. La ragazza si appiattì sul manico di scopa. “Dai, dai! Più veloce!” pensò mentre raggiungeva l'avversario. Erano pari. Ora Mairead era in testa. La ragazza allungò il braccio, afferrò la Pluffa e scartò a destra, per tagliare la strada a Finnegan che, colto alla sprovvista da quel gesto suicida di Mairead, non riuscì a frenare in tempo e andò a sbattere con il naso contro la coda della Nimbus 1700. La scopa di Mairead ebbe un forte contraccolpo, ma lei riuscì a tenersi ben salda al manico.

«Che testa a testa emozionante! Ahi, Finnegan deve aver preso una bella botta! Ora Boenisolius in possesso di palla sta risalendo verso i pali. Ma che cosa fa?»

Mairead non aveva provato a tirare, ma stava volando per prendere gli anelli da dietro. Sapeva di non poter segnare punti lanciando la Pluffa da dietro gli anelli, ma con Nocolaj aveva provato una nuova tecnica. Mairead gli lanciò la palla scarlatta dal fondo del campo mentre lui era davanti agli anelli, pronto in posizione di tiro. Il portiere, disorientata dalla mossa di Mairead, non si accorse di Nocolaj, che riuscì a segnare il terzo goal.

Erano trenta pari.

Dopo quel tiro, Leonard diede spettacolo con un paio di parate particolarmente complesse e Milo segnò di nuovo. Quaranta a trenta.

Poi O'Malley fece un passaggio in avanti e Trust fischiò una mischia.

«Ora verrà messa alla prova la giovane Punta dei Raloi. Sarà una mischia difficile per lei, Finnegan sa il fatto suo» commentò il professore, mentre gli occhi di tutti si puntavano su Mairead.

«Pronta?» le chiese Nicolaj mentre la Pluffa veniva posizionata a metà campo.

Mairead fece un sorriso tirato. Finnegan, ancora con il volto sporco di sangue, era determinato a non desistere: era furioso con Mairead per lo scherzo di prima.

Al fischio di Trust, le due formazioni iniziarono la loro corsa. Mairead aveva la mente sgombra: pensava solo a raggiungere la Pluffa prima di Finnegan. Le squadre volavano più o meno alla stessa velocità.

Erano a pochi metri l'una dall'altra. Si sarebbero schiantati.

«Desisti, Blake!» strillò la Patterson, cacciatrice dei Nagard.

«Ora!» urlò Mairead. Simultaneamente i tre Raloi si lasciarono scivolare lungo la scopa per ritrovarsi a testa in giù. Con la stessa mossa con cui Mairead si era guadagnata il ruolo di Punta, riuscì a soffiare la Pluffa a Finnegan.

Si avvitò su se stessa per ritornare diritta e tirò verso l'anello più basso.

«Yeeee!» esultò la ragazza per il suo primo goal.

Ma proprio in quel momento, un bolide sbucato dal nulla la colpì in pieno sterno, facendole perdere l'equilibrio tanto che per poco non finì disarcionata dalla scopa. Il fiato le si mozzò per il colpo ricevuto e per un attimo non riuscì a muoversi.

«Ci penso io!» esclamò Lucius, spedendo il bolide contro O'Malley e facendogli perdere la Pluffa. Ma in quel momento l'attenzione di tutti fu rapita dai due cercatori che evidentemente avevano avvistato il boccino.

«Vai Beatrix!» strillò Mairead in preda all'euforia. Lucius tirò un altro bolide contro Nott, il cercatore avversario, nel tentativo di avvantaggiare la sorella.

E poi... Beatrix sollevò il pugno in segno di vittoria: nella mano stringeva il Boccino d'Oro.

«Connery prende il Boccino! Centonovanta a trenta. I Raloi vincono la partita!»




Eccomi qui! Spero che vi abbia emozionato la telecronaca della partita!

@Sydelle: grazie ancora dei commenti! Sono contenta che la storia ti intrighi... spero di mantenere vivo il tuo interesse per la stanza buia! XD

@ quigon89: vedrai il terzetto in azione contro l'EIF molto presto... un gruppo di xenofobi armati è sempre pericoloso quando è in gioco il destino del mondo magico! Ehehe! La stanza buia è la chiave...

ps. anche io adoro Star Wars, ma il mio personaggio preferito resta Obi-wan Kenobi!


A presto!



EDIT: continua l'opera di sistemazione dei dialoghi. B.B.

   
 
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