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Autore: CipDebbi    18/01/2010    0 recensioni
Vorrei capovolgermi, per vedere finalmente diritto questo mondo storto.
Jennifer racchiudeva se stessa in quella frase. Non riusciva ad urlare al mondo quanto male le facesse, quanto dolore si celava in quel suo bellissimo corpo. Era stanca di quella falsa felicita' che ogni volta era costretta a mostrare agi altri. Si rassegna alla vita, ma non sapeva che un incontro speciale l'avrebbe cambiata radicalmente.
"A volte nella vita, ci capita di fare scelte sbagliate, ma il segreto piu' grande per riuscire ad essere felici è seguire sempre il proprio cuore.."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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cap.9- Strana malattia

 

Piansi piano per tutto il viaggio. Non volevo che Andrew mi sentisse ma era invitabile. Ogni tanto lo sentivo sospirare e apriva bocca per dire qualcosa che pero' non usciva dalla sua gola. Faceva freddo e mi strinsi le braccia al petto. Odiavo litigare con And, soffrivo per giorni e giorni, era la cosa piu' tremenda che avessi mai dovuto sopportare. Il gelo all'esterno era calato improvvisamente e sentivo i muscoli tesi. Indossavo ancora quello strimizzito giacchettino di pelle che ero costretta ad indossare e i pantaloni talmente leggeri da coprirmi come un lenzuolo. Ci fermammo ad uno dei tanti autogrill, e sebbene fosse ben nascosto dalla vista umana, era stracolmo di gente. Continuai a guardare fuori, non avevo il coraggio di affrontare lo sguardo ghiaccio di Andrew, anche se era a cosa che piu' desideravo in quel momento. Anche David mi sembrava cosi' piccolo in confronto a cio' che sentivo in quel momento.

Rimanemmo zitti per almeno venti secondi, senza imbarazzo, nulla di nulla. Stavo sola con il mio dolore. Ad interompere la nostra "meravigliosa chiacchierata" fu il cellulare che squillo' acuto e noioso.

-Pronto- Dissi con un filo di voce. Andrew ovviamente ascoltava, non poteva fare altrimenti. Il nostro udito era superiore a qualsiasi altro e niente poteva sfuggirci, soprattutto ad una minima distanza come quella.

-Jenni, sono Megan! Che è successo??- Chiese impaurita. Effettivamente la mia voce era un tantino roca e si sentiva di certo che avevo appena smesso di piangere.

-Nulla, sto bene. Tu come stai?-

-Benissimo, la febbre è passata. Come va la missione? Ho sentito alla tv della povera principessina, ero sicura che Joshep l'avrebbe assegnato a voi il caso. Tutto ok?-

-Si, si tutto ok-

-Andrew è con te?- Mi voltai verso il diretto interessato, sperando con tutto il cuore che non mi stesse fissando, ma rimasi delusa. I suoi occhi verdi si puntarono con violenza nei miei, intrappolandoli. Parlai sussurrando.

-Si, è con me- L'espressione di Andrew, del tutto impassibile anche di fronte ad una chiamata di Maggie mi fece sorgere dei dubbi. Insomma, And era pazzo di lei, fin dall'inizio delle superiori, non poteva essergli passata una cosa come quella.

-Senti, Maggie, devo andare. Ti chiamo io domani, ok?- Rispose di si e attaccai.

-Cos'è successo?Hai gia' trovato qualcun'altra che rimpiazzi Maggie per caso?- Chiesi fissando fuori.

-Non credo che sia affar tuo- Lo guardai.

-No, hai ragione- Apri' lo sportello e mi inoltrai nel freddo lasciando fuoriuscire dalla mia bocca, delle piccole nuvolette di aria ghiacchiata, ogni volta che espiravo.

Raggiunsi il bar e presi due caffe' con latte da portar via. Uno per me, e l'altro per me. Andrew se lo sarebbe venuto a prendere, se lo voleva. Intanto che aspettavo i caffe' mi sedetti sullo sgabello davanti al balcone e tolsi la giacca. Saranno stati ventitre gradi in quel barrettino. La televisione a muro mandava in onda il telegiornale e la notizia di altre due persone scomparse era incisa a grandi lettere sullo schermo.

-Ecco i caffe'- Gli presi e mi diressi verso il bagno. Non avevo mangiato nulla, ma sentivo la voglia assurda di vomitare. Come non detto rigettai anche l'anima, poggiando i due caffe' sul lavandino. Mi sciacquai il viso con l'acqua fredda e mi tolsi la giacca, lasciandomi cadere contro il muro. Era possibile che stava andando tutto storto? Andrew non mi parlava, Sam mi aveva ricattato e per di piu' mi ero beccata una bella influenza. Sentivo anche la testa bruciare come un tizzone ardente e le gambe mi cedevano, molliccie. Trovai la forza necessaria per aprire la porta, dopo non so quanto tempo che mi ero rinchiusa in quel bagnettino puzzolente, e con la giacca ed un caffe' (l'altro l'avevo bevuto) mi precipitai nel corridoio buioche porta al ripiano bar.

La testa girava vertiginosamente e distinguevo a malapena le persone che mi stavano accanto. Andai a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno.

-Scu- scusi..- Chiesi massaggiandomi la testa

-Di niente bella signorina- Guardai in faccia la persona con cui ero andata a sbattere ed il suo sguardo non mi piacque per niente.

Sorrideva maligno, e senza ombra di dubbio era una spia.

Sorrisi sconcertata e cercai di passare, ma con un braccio intorno alla mia vita mi rigetto' indietro. Mi sembro' di tornare a qualche giorno prima, quando avevo visto David per la prima volta. Se solo fosse arrivato a salvarmi..

-Dove credi di andare? Resta con me..- Mi prese per i fianchi e mi sbatte' contro il muro, facendomi male. Gemetti per il dolore e strizzai gli occhi. Tentai di liberarmi ma la presa era troppo forte. Mi stava alzando la maglietta strappandomela quasi, ma non riscivo a reagire. Sentivo i rumori distanti e qualcuno che urlava il mio nome, di lontano, quasi in sussurro. Le mani gelide che mi stavano accarezzando i fianchi scomparvero e lasciarono che una presa forte mi sostenesse. La mia vista era offuscata e sentivo freddo, come se mi avessero gettato mille pezzi di ghiaccio nella schiena, sul collo e sulla pancia. Sentivo dei rumori, degli urli e poi basta, stop. Solo la voce di Andrew che mi chiamava riusci' a farmi riprendere un po' di lucidita' senza farmi perdere completamente i sensi.

-Jenni, guardami ti prego. Guardami Jenni. Amore guardami dai..- Sentivo le sue mani che mi accarezzavano i capelli e la sua presa salda che mi sorreggeva.

-Andrew.. ho freddo- Sussurrai fioca.

-Ci sono io, shh.- Mi mise la sua giacca sulle spalle e mi posiziono' in macchina. Non mi ero neanche accorta che stavamo camminando.

Lo sentii abbassare il sellino e mettermici sopra, coprendomi con il cappotto. Mise una mano sulla mia fronte.

-Tu bruci- Costato'. Io sospirai sentendo la pancia bruciare. Bene, anche il caffe' rovesciato sulla maglietta nuova ed eravamo a posto.

Sentii la macchina mettere in moto e la risata di Andrew fece sorridere anche me.

-Sei davvero una cosa incredibile. Riesci sempre a lasciarti coinvolgere in ogni guaio.. Per di piu' hai la febbre, cosa impossibile per qualsiasi spia esistente sulla faccia della terra..- Accennai un sorriso debole.

-Tutta colpa del mio fascino-

-Oh, si. Lo credo anch'io- Improvvisamente un pensiero baleno' nella mia mente. Avevo cominciato a sentirmi male dopo la conferenza sul caso tenutasi sull'areo. Dopo che avevo incontrato David e dopo che l'avevo baciato. Guardai Andrew che sorrise fissandomi.

-Che c'è?- Chiesi sussurrando. E se avesse avuto ragione?

 

 

Ringrazio chi ha messo questa storia tra le seguite e le perferite. Grazie anche a chi recensisce e a chi legge soltanto. GRAZIE ANCORA.

Un BACIO Debbi.

  
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