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Autore: chaplin    18/01/2010    7 recensioni
Quello era Paul McCartney, sicuro!
Carly Spencer e' una fan degli anni Sessanta e Ottanta - e soprattutto dei Beatles - che vive nel ventunesimo secolo, in mezzo alle mode che governano la mente della generazione degli anni Zero (i pantaloni aderenti, i soliti cantanti di MTV, etc). Il suo personale sogno di poter vedere tutti e quattro i Beatles uniti e' un sogno che, ovviamente, non si avverera' mai (almeno nella sua attuale vita). Ma un giorno... La mia prima fic sui Beatles, spero vi piaccia :D
Genere: Generale, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, George Harrison, John Lennon , Paul McCartney , Ringo Starr
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Rubber Soul.'
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Quattro ragazzi, in completo giacca e cravatta, stavano seduti sulle panchine nell'atrio vuoto della scuola.
John cercava di accendere la sigaretta, ma quella cadeva ogni santa volta che la lasciava penzolante tra le labbra.
Ringo si sistemava la cravatta ogni santo secondo, sembrava essere il piu' nervoso.
George si guardava attorno con ansia.. Non aveva ancora detto agli altri che... ma tanto a chi poteva importare?
Paul sembrava il piu' tranquillo: leggeva un libro, masticando un chewing-gum.
“Paul!” esclamo' in quel momento John, “Butta la cicca e smettila di fare come i cammelli!”
Il bassista stacco' gli occhi dal libro, con un'aria offesa. “Ehi.. io non sono un cammello.” poi mise il libro per terra, facendosi aria con le mani. “Non vi sembra faccia un po' caldo qua dentro?”
“Togliti la giacca, se fa cosi' caldo.” disse John, secco, e tento' per l'ennesima volta di accendere quella maledetta sigaretta, che cadde di nuovo tra le sue gambe.
Paul si tolse in fretta la giacca nera, ritrovandosi la camicia fradicia. George e Ringo non poterono fare a meno di sghignazzare tra di loro; a John cadde dalle labbra la sigaretta che si era appena rificcata in bocca, sbalordito dall'alto contenuto di liquidi nel corpo umano. Paul rivolse agli altri tre uno sguardo implorante.
“Fa caldo, ho ansia e.. beh, ho il timore che questa sera sara' un'emerita m..”
“Ehi ehi ehi, calma calma.” lo interruppe Ringo, “Ci sono dei studenti innocenti, qui.”
John fece un risolino tra se e se, beccandosi una botta da Paul. In quel momento, si senti' uno strano rombo. Ringo si alzo' in piedi di colpo, come se fosse stato addestrato dai soldati, guardandosi attorno scuotendo il capelli in modo quasi buffo. John fece lo stesso, spaventato, e stavolta anche l'accendino cadde per terra. Paul invece inarco' un sopracciglio, per poi asciugarsi la fronte bagnata.
“Qualcuno sta sfondando una porta?!” si disse, tra se e se, Ringo. Si', dovevano essere quei teppisti di Ted e Shawn, dell'ultimo anno...
“A me e' sembrato un tuono.. eppure fuori non mi sembra che stia piovendo” mormoro' Paul, tanto per dire la sua, e si guardo' alle spalle, verso la finestra. Erano quasi le nove, il cielo era nero.
“No, Paulie. Secondo me erano un paio di ragazzi che facevano un..”
Non dirlo!” disse Ringo, di nuovo, tappandogli la bocca. Perche', cosa stava per dire John?
George arrossi'. “Ecco.. no, John, non erano un paio di ragazzi. Sono stato io.” poi cerco' di fare gli occhi dolci. “Ho.. fame.”
John, Paul e Ringo fecero un lungo sospiro alzando gli occhi al cielo; molto spesso, avevano avuto a che fare con i colpi di fame di Georgie. Paul sapeva che dovevano trovare qualcosa da mangiare prima che il giovane chitarrista iniziasse a scambiarli per bistecche. Lo sapeva perche' anche lui aveva un'effetto simile, ma quando era in astinenza di donne. E John con un bikini addosso mica era tanto sexy, ai suoi occhi.
“Ho fame,” riprese George, girandosi i pollici, “e voglio mangiare una pizza con patatine, ripiena di patate dolci ai bordi.. come quella di Pizza Hut!” i suoi occhi neri si illuminarono, gli altri tre alzarono il sopracciglio destro in contemporaneo.
John gli diede un'affettuosa carezza sui capelli, “Da quando hai fame, allora?”
“Da.. dieci minuti.”
“Ma se cinque minuti fa' abbiamo mangiato un hot dog!”
“Si'.. e' vero.. Pero'...”
Ringo fece finta di impiccarsi, tirando la cravatta. John ridacchio', per poi ritornare serio.
“Ok, piccolo cervo.. andiamo al buffet!” annuncio' il chitarrista, battendo le mani per due volte.
“Sii!” esulto' George, invece Ringo fece finta di cadere all'indietro.
“John.. io ho mangiato troppi hot dog, mi sa.”
“Pure io!” aggiunse Paul, massaggiandosi la pancia.
La fame di George aveva brutti effetti sugli altri Beatles. Inevitabilmente, l'improvviso mal di pancia arrivo' anche a John. “In effetti...”
George fece spallucce. “Ok, voi rimanete qua, io vado a cercare il buffet – perche' in tutti i balli c'e` un buffet, lo dice persino la Bibbia.” e se ne ando' a passo lento, fischiettando.
“EHI! ASPETTA!” urlo' John, e prese la rincorsa per inseguirlo, ma venne fermato da Paul, che lo prese da dietro, per il colletto.
“John, stai tranquillo.. non se ne va da nessuna parte! Va solo al buffet, e noi sappiamo dov'e` il buffet.. vero?” e si volto' verso Ringo che si succhiava il labbro inferiore, sperando in una risposta positiva.
“Eeeehm.. il ballo si svolge in palestra, credo sia iniziato da qualche minuto.. Io.. devo scappare!” e scappo' via, verso la stessa direzione che aveva preso George.
“Hey, aspetta! Mmh..” urlo' Paul, e lascio' andare John, che cadde in avanti.
“Ahi! Cazzo, Paul, mi fai male!” gli disse, con un ringhio.
Scusa, non volevo!” disse Paul, imitando la voce di una vecchietta, “Comunque, penso proprio che tu ti metti a cercare George.. io seguo Ringo!” quindi corse anche lui verso la stessa direzione in cui erano andati gli altri due.
John allungo' un braccio verso di lui, gridando come un ossesso.
In fondo, non sarebbe rimasto li', per terra, troppo a lungo. Almeno sperava.

 

9 gennaio 2010 – ore 20:40
Suzie si soffio' il naso, commossa di vedere la nipote indossare un vestito da donna.
Carly aveva addosso un vestitino bianco e nero, che le arrivava fino alle ginocchia. Sopra le calze nere si era messa dei scaldamuscoli, visto che zia Suzie non voleva che la piccola Carlettina si prendesse un raffreddore.
“Zia.. mettono il riscaldamento, in palestra!” disse Carly, con un sospiro.
“Si' ma.. non e' meglio se ti copri? Cosi' non rischi di beccarti qualche malanno.. sai, non fa mai male essere cauti!”
Kelly, intanto, rideva come una iena alle sue spalle. Carly avrebbe tanto voluto tirarle il collo..
“E-e-eeeehi!” grido' una vocina timida, dall'altra parte del corridoio, mentre un paio di facce si voltavano verso di lei.
“Andreussaaa!” si mise a strillare Kelly, e i visi si voltarono anche verso di lei.
“Eeehiii! Non fare troppo caos.. ci guardano tutti!” sussurro' Andi, sistemandosi la frangetta. Aveva il viso in fiamme.
Kelly non ci fece caso e abbraccio' l'amica, ignorando il fatto che stesse tremando tra le sue braccia. Anche Carly le diede un abbraccio, appena l'amica la libero'.
“Ehi Andi! Non sapevo venissi.. sai che stai bene con i capelli cosi'? Sembri una Pattie Boyd.. rossa!” disse Carly, allegra.
Kelly chino' la testa di lato per vederci chiaro. “E' vero.. ci somigli un po', pettinata cosi'!”
Andi arrossi' ancora di piu' – piu' di cosi'! “Secondo mia mamma, sto meglio con i capelli normali.. in effetti, lisci mi ingrassano il viso..”
“Macche'! Stai benissimo liscia!” disse Kelly, dandole un altro abbraccio.
In quel momento Andi si guardo' attorno, “Ma.. dov'e` Lo'?”
Kelly stava per rispondere, in veci della sorellina, ma la precedette Carly. “Oh, Lauren e' a casa.. raffreddore!”
“Ecco perche' ti devi vestire pesante, Carletta!” aggiunse, sbuffando, la zia. Carly sbuffo'.
“Ok, bimbe, smettetela di imbarazzare la nostra An e andiamo a vedere che succede in palestra.. il ballo inizia tra venti minuti, ragazze! Su', muovetevi!” disse Suzie, sistemandosi il colletto del vestito.
“Si' signora Denpster!” dissero in coro Kelly e Andi. Carly invece si mise sull'attenti.
Cosi', le tre ragazzine e la signora (volevo dire..
signorina) Denpster si misero in cammino verso la palestra, che era al piano di sotto.
Nel frattempo, John era riuscito (finalmente!) ad accendersi la sigaretta e fumava in silenzio, passeggiando per la scuola. Cercava la palestra.
E che cavolo, gli altri lo avevano lasciato solo, a rotolarsi per terra. Di George non c'era traccia, Ringo era scappato in palestra e, probabilmente, Paul era con lui.. alla conquista di ragazze. No no, non poteva permetterglielo! Non poteva permettergli di rubargli le ragazze!
Spense la sigaretta sulla parete con furia, chiedendosi perche' non ci avesse pensato prima.
Una bidella che passava di li' vide il comportamento di John e rimase scioccata.
“Ehi, tu,
teppistello! VIENI QUI, SE NE HAI IL CORAGGIO!” grido' lei, agitando la scopa in aria. John si volto' un secondo, vedendo una donna di mezz'eta' che lo inseguiva, con una camicia a quadri addosso.
“Oddio!” esclamo' e cerco' di affrettare il passo. Quella donna ce l'aveva proprio con lui.. Accidenti! Doveva ricordarselo che era in una scuola, non per strada. E per di piu', era nella scuola in cui insegnava il piccolo e tenero Ritchie.. ma che c'entrava, in quel momento? Scosse la testa.
Paul non stava andando a donne – strano, molto strano – come pensava John, ma cercava Ringo.
Doveva rintracciarlo, sincronizzare gli orologi per le ventuno e mezza, l'ora in cui avrebbero dovuto suonare, e ritrovare al piu' presto il chitarrista accecato dalla fame.. altrimenti dovevano trovare un sostituto, alla svelta anche. Non voleva che il loro “primo stupido concerto in una scuola, davanti a dei deficienti” andasse in rovina.. l'aveva detto che quella serata sarebbe stata un'emerita.. si'. Quindi non poteva starsene li' ad aggiustare un buco e cercare una camicia asciutta.
“Aaah!” urlo', beccando un'occhiataccia da una professoressa, a cui sorrise gentilmente.
E quindi? Dov'era il professore-batterista-fratello di sorella psicopatica?
Entro' in palestra, cercando con gli occhi il loro batterista. C'erano gia' delle persone, riunite in piccoli gruppi tra di loro, chiacchierando su tutto quello che esiste in questo mondo. Mancavano ancora un po' di minuti al ballo, una quindicina, e Ringo non si vedeva da nessuna parte.
Paul si strinse la testa tra le mani, mugugnando scocciato. Aah.. dov'era Ritchie? Doveva trovarlo in fretta e cambiarsi la camicia, quella puzzava ed era bagnata.
In quel momento,
luce nei miei occhi!, compari' Ringo, in mezzo ad un gruppo di docenti. Un uomo dai baffi grigiognoli e un sorriso da cabarettista gli stava mollando un'enorme pacca affettuosa sul sedere. L'espressione sul viso del povero professore-batterista-fratello di sorella psicopatica lasciava trasparire un po' di scocciatura, sotto il sorrisino sforzato.
“Ehi! Ringo!” grido' Paul, agitando il braccio in aria – altola' il sudore!
Una signora che passava li' vicino fece una faccia inorridita e si tappo' il naso. Paul arrossi'. “Mi.. mi scusi!” poi, scosse la testa. “Riiichaaard!”
Ringo si volto', perplesso, insieme ad un altro paio di professori, che guardarono con disapprovazione quel pazzo sudato che continuava a gridare il nome del loro collega, saltellando. Era sudato come un cane e si vedeva anche da lontano...
“Chi e', Ritchie?” chiese la professoressa Wales, esile donna cinquantenne dalla voce roca.
“Ehm, ecco, Lory.. non si preoccupi! Quello e'..
MC CARTNEY!
Si avvicino' a lui e lo trascino' verso un angolo morto della palestra. Paul lo osservava tra l'indignato e lo stupito, sorpreso dall'atteggiamento del loro batterista. Non si era mai arrabbiato troppo con loro, magari una breve rimproverata, ma in quel momento era proprio incazzato nero.. faceva quasi paura. Sintomo di esagerazione di videogiochi moderni.
Ringo si mise di fronte a lui, con le braccia conserte.
“Paul! Mi hai messo in imbarazzo di fronte a tutta quella gente! Ora cosa penseranno di me e delle mie conoscenze?!” e si indico' con il pollice.
“Se penseranno male di te, li picchio io – tono sicuro di se –. Poi, pero', picchio anche te! Stavi per staccarmi il braccio!” disse Paul, innervosendosi un po'.
“Potresti non sventolare i tuoi liquidi in aria?! Non so proprio che cosa potrebbero..”
“Si', si', afferrato il concetto! Comunque e' veramente un miracolo che ti abbia trovato: tu rimani qui, io vado a prendere John in corridoio!” e cosi' dicendo scompari' dalla vista.
“No, aspetta, io non posso.. aaah! Stupido, stupido Ringo!”
“Ehi.”
Ringo si volto'. Era stata una ragazza a parlare.
“Non sei stupido. Solo un po' cretino.” disse Meghan, scostando una ciocca di capelli dagli occhi.
Meghan.. Si era vestita normalmente, come si vestiva tutti i giorni: maglietta e jeans, una cuffia infilata dentro l'orecchio sinistro.
“Meg.. eehm, il ballo e' a tema..” balbetto'. Non voleva farla arrabbiare di nuovo.
Avevano gia' litigato a casa, perche' lei si era rifiutata che si mettesse a fare il cretino davanti a degli studenti canticchiando roba di altri tempi.
“Lo so. Ma a me sta bene cosi'.” sbuffo' lei, e tiro' fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca.
“EHI! Da quando fumi?!” le chiese, di getto, Ringo. Meghan alzo' gli occhi al cielo.
“Io
non fumo. Lo sai che mi fa ribrezzo l'odore. Questi li ho presi per te: un regalo.” disse lei, con la solita voce sprezzante e l'occhiata menefreghista di sempre.
“Graz.. eh?! Mi regali un pacchetto di sigarette?!”
“E ci credi?” chiese Meghan, incredula. “Eddai, li ho colti per terra.”
Ringo aggrotto' la fronte, cercando di assumere un'atteggiamento severo. Come si permetteva quella
mocciosetta di prenderlo per il culo? Ora doveva mostrarle di che pasta era fatto Richard Starkey: il professor-batterista per eccellenza.
“Meghan.. fai la seria e smettila di.. far arrabbiare le persone!” la rimprovero'.
La ragazza storse la bocca. “E tu smettila di darmi ordini, come se fossi tua figlia. Mamma non c'e` e papa' nemmeno. Tu sei solo un conoscente che crede di potermi comandare a bacchetta solo perche' ha sei anni in piu' di me e porta il mio stesso cognome.” disse, acida.
“Ah, quindi pensi che in tutti questi anni, non mi sia rotto le scatole a prepararti la cena, ordinare la tua stanza e fare gli orari extra per darti da mangiare? Allora vai a fanculo, tu e il tuo.. Guy!” esclamo' Ringo, liberatorio, tutto d'un fiato e si volto' per andarsene.
Meghan rimase ad osservarlo in silenzio.
Mmh..
“Ok,
scusa.
Scusa? Scusa?! Aveva chiesto scusa?
Ringo si volto', con la bocca semi aperta.
Gli aveva chiesto scusa. Non ci poteva credere.
“Divertente.. fai la seria, ogni tanto, e smettila di credere a quelle porcherie che ti dice Brand. E soprattutto, smettila di prendere in giro le persone.” disse, con tono tranquillo. Non si sarebbe messo a piagnucolare come una femminuccia per una sedicenne dai testosteroni al posto degli ormoni femminili.
“Io sono seria, e ti ho anche chiesto
scusa. Ma se proprio non ci credi..” disse lei, stavolta seriamente arrabbiata, e usci' dalla porta della palestra, decisa.
“Meg..” cerco' di chiamarla, ma era scomparsa. O meglio, riusci' a vederla uscire dall'uscita alternativa della palestra, che portava fuori dalla scuola, verso la strada.
Ringo, si guardo' attorno, non trovo' alternative: si mise a inseguirla.

John era proprio di buon umore.
Era riuscito a sfuggire alla bidella indemoniata e inoltre aveva ottenuto il numero di una bellissima ragazza mora con gli occhi verdi, in segreteria.. le era caduto un biglietto da visita dalla borsetta. John non aveva ancora avuto il coraggio di girare il biglietto, per vedere il numero di cellulare di quella bellissima ragazza.
A quanto pare, quella tipa si chiamava.. dottoressa Jessica Campbell, studio di Odon.. che?
Su quel biglietto c'era una stranissima scritta che diceva “studio di odontoiatria”. Ma cos'era questa odontoqualcosa? Il chitarrista non ci fece caso e salto' la riga.
Allora, questa Jessica Campbell permette visite dalle ore 14 alle ore 18, per trattamenti speciali.. ai denti?!
John butto' via il biglietto, disgustato. Quindi odontoiatria voleva dire “studio dei denti” o una cosa del genere.. e lui odiava i dentisti. Fece una smorfia di disgusto e si rimise a correre, mettendosi la giacca del completo in vita.
Il ballo si svolgeva in palestra e mancavano dieci minuti all'inizio ufficiale.
John varco' la soglia della palestra, con un enorme sorriso sulle labbra, salutando tutti quelli che gli passavano accanto. Ogni volta che lo faceva, alzava leggermente un cappello invisibile.
“Salve, signorina, ha visto un certo George?” chiese lui, ad un certo punto, verso una tizia con i capelli lunghi. Lei si volto'.
“AAH! Ehm.. ciao,
ragazzo.. Hai visto un certo George?”
Lui si sistemo' i capelli lunghi e fece spallucce, andandosene. John rimase in trance per due minuti.
Uao.. ho scambiato un ragazzo per una ragazza.. ma che mi prende oggi?!
“Ehi, John!” disse una voce, lontana e fioca.
John chiuse gli occhi. “No! Non mi chiamate! Io resto qui a piangermi addosso tutta la mia sfiga con le ragazze.. capito?”
“Ehi, Lennon, ti e' partito il cervello?” chiese di nuovo la voce fioca e lontana (o meglio, lontana e fioca).
John sbuffo' e, quando apri' gli occhi, fece un salto all'indietro dallo spavento.
Due occhi neri e profondi lo guardavano con dubbio, a pochi centimetri dai suoi. Ma cosa gli era preso a George? Un attimo..
“George?” chiese John, con la stessa enfasi che si provava nella famosa scena di Star Wars.
“No, Luke, sono tuo padre. Ovvio che sono George!” disse, con un sorriso.
“Vieni e abbracciami, piccolino, che ne abbiamo bisogno entrambi,” disse, melodrammatico, John, stringendolo tra le sue braccia. George invece rimase perplesso per come lo aveva chiamato: piccolino?
John lo guardo' in faccia. Non aveva notato che aveva delle briciole sulle labbra.
“Harrison.. hai mangiato qualcosa di strano, prima?” chiese, sospettoso.
“Macche'.. ho solo rubato dei biscotti.. ad una certa Annie Lee.”
“Annie Lee? E chi e'? E come fai a sapere il nome della persona che hai.. derubato? Un attimo, hai derubato una persona, George!” grido' John.
George, in tutta tranquillita', si mise un altro paio di biscotti al cioccolato in bocca, masticando con calma.
“Io non ho derubato nessuno. Ho solo rubato dei biscotti a una certa Annie Lee.”
“E' la stessa cosa!” grido' nuovamente John, come un padre che sgrida suo figlio. Uhm, John nei panni di un padre in giacca e cravatta e George con cappellino e palla di calcio in mano, con la bocca sporca di cioccolato e i lacrimoni agli occhi? Nah.
“Annie Lee! Guarda, il ladro e' laggiu'!” grido' ad un certo punto una vocina stridula. Una nonnetta, accompagnata da una piccola e tenera bambina dai riccioli d'oro, in mezzo alla gente in palestra.
“Oh no! Ecco Annie Lee!”
John spalanco' gli occhi dalla sorpresa. George invece sembrava terrorizzato, teneva tra le braccia la scatola di biscotti, con il labbro all'infuori. No, non avrebbe lasciato i suoi amati biscotti ripieni di cioccolato a quella Annie Lee! E poi chi era sta Annie Lee, da dove sbucava fuori?! Che c'entrava?! Non le avrebbe mai ceduto i biscotti, neanche morto.
La tenera bimbetta dai riccioli d'oro fece una faccia indiavolata e, strillando, si mise a correre incontro al povero chitarrista, che non riusciva a muoversi dalla paura. Lei non sapeva che il chitarrista era disposto a tutto, pur di proteggere i suoi biscottini – che teoricamente erano della bambina.
“Brutto cattivone, ridammeliii!” si mise a urlacchiare e si butto' addosso al (povero) George.
“UAAA! Lasciamiii!” grido' George, e corse via con la bimba ancora addosso, che gli tirava i capelli e gli faceva il solletico alle ascelle. In pochi secondi, scompari' nel nulla.
John si mise le mani tra i capelli.
“Cazzo! Mi sono fatto sfuggire George.. ancora!”
Si guardo' attorno, in cerca degli altri due, Paul e Ringo, che erano dispersi pure loro. E intanto l'orologio segnava le nove: iniziavano le danze.

 


Ecco il mio nuovo capitolo! Lo so, e' troppo scemo XD
Allora, a questo punto sembra che si siano tutti dispersi.. ma li recupereremo.. spero XD
La parte del ballo durera' solo due o tre capitoli credo, ma dovrete sorbirvi altri tre capitoli cosi': stupidi e lunghi XD Spero che vi sia piaciuto lo stesso u.u ci ho messo una faticaaa >_<
Io stessa.. spero che Annie Lee non uccida George (poverino XD), John riesca a riprendersi dallo chock di aver scambiato un uomo per una donna (XD), Ringo faccia pace con la sorella e Paul trovi una camicia nuova u.u XD
Ok, ora rispondo alle recensioni e la smetto di fare la scema, LOL

Cocorit: Anche secondo me, Carly doveva sbirciare.. ma poi mi sarebbe morta tra le braccia XD qua si sono visti gli effetti che fa il giocare troppo al DS, per Ringo.. XD

Marty_youchy: Io stessa ho rischiato di svenire al pensiero di Paul seminudo in spogliatoio.. *_* XD

Zazar90: Eeeh.. qui e' successo una sottospecie di pandemonio! XDDD la scena dei ruoli di Gossip Girl ce l'avevo in mente da un bel pezzo.. XDDD

Laban: Sospettavo XDDDDD in fondo, i momenti di smarrimento ci sono sempre, se c'e` Paul seminudo di mezzo -sisi- XD

Martina97: uauauauah, si' diglielo u_u XDDD e gia', i languorini di Georgie <3 XD in un certo senso pure io avrei fatto come Carly, ma prima.. sarei saltata addosso a uno di loro. XD

Clafi: aaah ok u_u se c'e` la musica house di mezzo io inorridisco, gia' ieri al supermercato mettevano roba house e io vedevo tutto sfocato dal mal di testa o_o XD pero' un ballo a tema Beatles sarebbe bello lo stesso *_* E poi dentro la storia di nascosto non ci entri XDDDD

The Night Before 1965: in effetti, quei pantaloncini non danno un'aria tanto riscaldante XD Paul e John che corrono ogni sera e si guardano Gossip Girl e Supernatural? Uuuhm.. XDDD (tranquilla, fantasie mie XD) si', Andi e' lei! XD

A proposito di Andi.. spero non vi arrabbierete con me, alla sua prossima comparsa XDD (poi capirete.. XDD)
E con questo, ringrazio chi legge e chi recensisce *_* Saluti cordiali XD

  
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