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Autore: RuinNoYuki    18/01/2010    3 recensioni
Solo offrendo alle ombre tutte le rose rimaste sulla terra gli dei si quieteranno e le ombre scompariranno per sempre.
La Rosa Blu è la stirpe di queste rose, i peccati di Dielytra.

-Questa rosa mi ha morso!-
-Semmai ti ha punto, sce-
[ Personaggi: Ruin Yuki, Plain Yuki, Sirma Yuki ]
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Violenza
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L'amore che accende il cuore

The legend behind the Blue Rose


Capitolo 2

Pensieri nascosti e segreti celati



Il rumore di stoviglie riecheggiava nell’ambiente.

Una decina di camerieri saettavano da un tavolo all’altro, in balia delle richieste dei numerosi clienti che occupavano il locale.

Sirma stava osservando la scena, comodamente appoggiato al bancone vicino la cassa. Il profumo intenso del caffè gli solleticava le narici, rendendo quel momento di contemplazione ancora più rilassante e perfetto.

I camerieri che si muovevano veloci tra i tavoli gli sembravano tanti piccoli pesciolini che venivano sospinti, per il sempre maggior impeto delle onde, verso la deriva; la cucina sul retro.

Pensare che anche lui, non più tardi di un’ora fa, era sembrato uno di quei miserabili camerieri, lo riempì di sdegno.

Non era un insulso pesce lui; uno di quelli che seguivano la flotta, restando compattamente nel gruppo, per non essere sottomessi dal predatore. Era un pesce solitario e temibile.

Come un salmone che, impavido nei pericoli, si gettava a capofitto contro la forte corrente delle cascate.

Non si sarebbe più fatto comandare dalle leggi del gruppo, non si sarebbe fatto domare dalla corrente; non si sarebbe più fatto comandare da quei clienti ingrati, che infestavano i locali.

Pretendeva rispetto lui; quante volte aveva gentilmente salutato quei clienti chiedendo le ordinazioni, per ricevere cosa? Una fredda richiesta, quasi più simile ad un ordine, senza neanche vagamente sentire un sussurrato grazie?

Avrebbe preso in mano la situazione! Sarebbe andato controcorrente!

Avrebbe risalito con forza la sorgente, facendo risaltare alla luce del sole le sue lucenti pinne; avrebbe vinto le forti onde che lo spingevano sempre di più verso il basso, sconfiggendole a testa alta, fiero, fino a raggiungere l’ agognata vetta della cascata; con un' ultimo sforzo, una potente spinta, avrebbe risalito il torrente montano e sarebbe saltato felice fuori dall'acqua, mostrando al mondo la sua vittoria e la sua bellezza.

Già si immaginava il suo splendente corpo risaltare ancora di più grazie all' acqua che lo copriva; già vedeva le goccioline ricadere perfette nella distesa d'acqua come avrebbe fatto più tardi lui stesso. Sempre non fosse finito nelle fauci dell'orso lì vicino ...

No, qualcosa gli sfuggiva …

Proprio mentre la faccia di Sirma assumeva una sfumatura sconcertata, una pesante manata sulla spalla lo riportò alla realtà del locale.

-Sirma, sono felice ogni giorno di vedere con quanto impegno e dedizione porti a termine il tuo lavoro!-

Il fiato si blocco nella gola del giovane, facendolo tossire violentemente, poi, non senza un tremito, si girò, e il terrore lo avvolse.

Un uomo sui trent’anni lo stava osservando truce. Il viso era rosso e sudato, per via del calore della cucina che aveva appena abbandonato. Aveva le braccia conserte e lo sguardo fiero, mentre la curva pericolosa delle sue labbra, che in quel momento risultavano sigillate, era lievemente nascosta dai corti baffetti neri. E i capelli, forse più neri dei baffi, erano incollati alla testa.

Niente da dire a proposito, se si sarebbe messo a ringhiare, quell' uomo sarebbe sembrato un perfetto orso ...

Sirma guardò male l'orso, cercando di trattenersi dal commentare il suo orribile aspetto.

Lui era sempre stato molto attento alla sua immagine.

Ogni giorno, prima di andare al lavoro, passava nel bagno anche un’ora buona, sistemandosi i capelli in modo che non sembrassero ne troppo ordinati, ne troppo disordinati. Si lavava bene il viso, per poi mettere un velo di trucco sulle guance, in modo non sembrasse eccessivo e un sottile strato di matita sugli occhi nocciola, per far risaltare lo sguardo intenso. E ovviamente non poteva mancare un buon prodotto per le labbra ... davvero non riusciva a capire perché Plain lo criticasse ...

'La devi smettere di curarti a quel modo! Non sei mica una donna, non vedi che brutta influenza hai su Ruin?'


Era semplicemente una persona che ci teneva ad apparire elegante, sempre fasciato in uno smoking diverso, con il suo cappello piumato sopra la testa.

E sarebbe persino sembrato elegante, se non fosse stato, per la cittadina che era Sky, quasi del tutto fuori luogo; ridicolo.

E anche in quel momento lo era, perso nei suoi pensieri, concentrato nell'osservare l'aspetto dell'uomo di fronte a lui, senza invece badare allo sguardo di rimprovero che aveva assunto quell' ultimo.

Continuava a scrutarlo, mentre anche l’altro lo fissava, con un sopracciglio alzato, come ad attendere una qualche reazione da lui.

Sirma aprì la bocca.

La richiuse.

-Ti prego – disse l’uomo con falsa accondiscendenza, asciugandosi spazientito le goccioline di sudore che gli colavano sul viso e sul collo – sarei felice di ascoltare quello che stavi per dire, non ti fare scrupoli-

Sirma osservò interessato le goccioline di sudore sparire oltre la canottiera bianca che l'altro indossava, percorrendo da sotto la stoffa i forti pettorali. Niente male, per essere un orso ...

E non si sarebbe fatto neanche scrupoli, a dirgli ciò che pensava; l'avrebbe spinto sul bancone, sotto di lui, e gli avrebbe gettato in faccia tutto quello che gli dava fastidio in quel momento, tutto quello che lo scuoteva nel profondo, sì che lo avrebbe fatto, se, quello che si trovava davanti in quel momento, stanco e accaldato, non fosse stato il suo capo, che , come se non bastasse di per se la situazione, l’aveva trovato a poltrire sul bancone nel bel mezzo del suo turno lavorativo, nell’orario di punta.

Ma d’altronde Sirma, quante volte glielo aveva ripetuto Plain, non era tipo da mettere da parte delle questioni tanto importanti.

O stupide.

Dipende dai punti di vista.

Quindi, lasciando da parte gli scrupoli che, in quel momento, apparivano tanto fuori luogo -
' Completamente adatti alla situazione' avrebbe replicato Plain- mettendo persino in pratica il famoso detto "carpe diem", afferrò per il bavero il suo capo. Lo spinse forte contro il bancone, di fronte agli occhi scioccati di tutti i clienti e camerieri, e incominciò ad sputargli addosso la sua rabbia.

Gli disse di come in quel momento avrebbe fatto inorridire un cane con il suo aspetto, quanto fossero sporchi i suoi capelli, che avrebbe dovuto tagliarsi i baffi, che lo rendevano così ridicolo e poco attraente, di cambiarsi di abito e darsi una lavata, che era fradicio di sudore, mica pulito e impeccabile come lui; di quanto si sentisse arrabbiato e offeso per il comportamento dei clienti, che lui sgobbava tutti i giorni per loro, ma questi non sussurravano neanche un grazie, che la più grande soddisfazione l’aveva avuta poco prima, quando aveva fatto fuggire un cliente, che disperato aveva annunciato che mai più, mai più sarebbe tornato in quel locale; che, anzi, avrebbe sparso la voce di quanto poco cortesi e rispettosi fossero i camerieri che vi lavoravano.

E ora, mentre l’acqua calda gli ustionava le mani, Sirma aveva anche il coraggio di chiedersi in che modo fosse finito in quella situazione; era un cameriere lui, non uno sguattero da cucina.

Con studiata lentezza inzuppò lo straccio nel lavandino, e sempre più lentamente, producendo un versetto sdegnato, la passo sul piatto sporcato dagli avanzi di un qualche cliente bastardo e infame.

Spostò il suo sguardo verso la persona di fianco a lui, che, con maestria, cucinava le pietanze, per poi passarle a qualche cameriere che, ridendo nell’osservare la camicia sporca di Sirma, le portava sui tavoli.

Poi il capo spostò la sua attenzione su Sirma, abbandonando per un attimo i cibi che cuocevano sul fuoco.

-Spero che questo ti serva da lezione- disse tranquillo, come si parla a un bambino molto piccolo che ha appena compiuto una marachella – non pago i miei inservienti per insultare i clienti e poltrire sul bancone-

Poi osservò la faccia sdegnata di Sirma.

-Ti conviene toglierti quell’espressione dal viso, se non vuoi che ti sbatta fuori. Ora muoviti, ti mancano ancora tutti quei piatti- e ne indicò una fila sporca e infinita che fece star male Sirma.

-Stai scherzando, vero?- bisbigliò, distrutto dai due piatti appena lavati, il povero ragazzo.

L’uomo rise, ma la sua faccia tornò presto seria.

-Mai scherzato in vita mia. Da ora in poi lavorerai nelle cucine, proprio qui al mio fianco, così ti terrò d’occhio – e finendo di parlare si concentrò nuovamente sulle pietanze, lasciando Sirma ai suoi mille piatti da lavare.

‘ La giornata non poteva andare peggio’ pensò e, sospirando, osservò la sua camicia, una volta candida, ormai lercia e madida di sudore.

***

Ruin era accovacciato dietro la porta della sua camera da letto, vestito di tutto punto nonostante l’ora tarda, con l’orecchio appoggiato alla serratura della porta.

Un rumore d’acqua attirò la sua attenzione, facendolo sobbalzare.

Sirma aveva tirato lo sciacquone.

Poi sentì un rumore di passi sul legno scricchiolante che ricopriva il secondo piano dell’abitazione.

I passi si fecero più vicini.

Ruin silenziosamente corse verso il suo letto, scomparendoci dentro, lasciando scoperta solo una parte della testa.

La porta della camera si aprì dolcemente, illuminando l’ambiente con un fascio di luce.

Sentì il fratello avvicinarsi al suo letto, strizzò forte gli occhi.

I capelli scuri di Sirma gli solleticarono per un attimo il collo, mentre le sue labbra gli baciavano una guancia.

-Buona notte fratellino- sussurrò dolcemente.

Ruin mugugnò infastidito.

Poi Sirma si spostò di lato e, com’era entrato uscì, finché i suoi passi si allontanarono.

Ruin aprì di scatto gli occhi, il piano aveva inizio.

Uscì dal letto, e piano aprì la porta della camera, richiudendosela alle spalle.

Sì appoggiò alla porta, prorompendo in un lungo sospiro, mentre aspettava in silenzio.

La luce, proveniente dalla serratura della camera di Sirma, scomparve, facendolo sprofondare nel buio più completo.

Agì velocemente.

Scese dalle scale correndo, ma senza produrre il minimo rumore.

Si spostò nel soggiorno, adocchiando la porta chiusa che nascondeva l’ingresso.

Con passi lunghi percorse la piccola sala, afferrando con decisione la maniglia.

Una voce leggera e suadente, proveniente dalla sua sinistra, direttamente nell’orecchio, lo fece tremare.

-Che bravo bambino-

Poi la luce del soggiorno si accese, accecandogli gli occhi e facendoglieli chiudere.

Solo dopo qualche secondo riuscì ad aprirli, trovandosi davanti Plain.

-Ma non eri andato a dormire un’ora fa??- chiese stupito Ruin, non credendo ancora di essere stato colto in fragrante.

Plain alzò un sopracciglio, guardando intensamente la faccia stupita di Ruin.

In un’altra situazione si sarebbe messo a ridere, per quell’espressione confusa e un po’ imbronciata; ma quello non era il caso.

Rispose calmo, ma con la voce fredda, ghiacciata.

-Preferisco saperti fuori anche senza il mio assenso, magari in ansia per il tuo ritorno, che svegliarmi domani mattina, non trovandoti nel letto, e scoprendoti morto sullo zerbino di casa .Senza, tra l'altro, riuscire a spiegare a Sirma la presenza del tuo corpo putrefatto in giardino-

Ruin tremò, spalancando gli occhi, piombando poi nello sconforto.

Sentì Plain sospirare, avvicinandosi a lui, cingerlo con le braccia.

Ruin si appoggiò al petto di Plain, inspirando il dolce profumo di cioccolato che sempre permeava la sua pelle e i suoi vestiti.

-Non dovresti uscire di nascosto, lo sai che è pericoloso … - disse piano Plain allontanandosi dall’abbraccio.

Ruin si scostò controvoglia.

- Wiche mi aspetta al villaggio … - rispose tranquillo, guardando il fratello dritto negli occhi.

Plain imprecò mentalmente.

-Lo sai che le ombre potrebbero attaccarti lungo il tragitto. Ti ho spiegato che siamo troppo distanti dalla cittadina per arrischiarci ad uscire di notte. Lo sai cosa succederebbe se lo venisse a sapere Sirma?; Per non parlare di quel Wiche! Non cred-

-Posso uscire?- la voce di Ruin lo interruppe, cristallina.

Plain imprecò ad alta voce, facendo spuntare un sorriso di vittoria sul volto del più piccolo.

Ruin lo sapeva ormai da tempo il punto debole di Plain.

Nel vocabolario del più grande dei fratelli Yuki non esisteva il “no”, ne come parola, ne come concetto; era qualcosa che andava oltre i limiti del suo intelletto umano, e spesso Sirma e Ruin l’avevano preso in giro per questo.

Ma, come altri prima di loro, se ne erano anche approfittati; Plain lo sapeva che era stupido e insensato, certo che lo sapeva, ma, ogni volta che qualcuno lo guardava negli occhi e gli faceva una richiesta, lui prorompeva con un forte e deciso “sì”. Anche con la sua attuale compagna era successa circa la stessa cosa.

Si ricordava perfettamente quando,a diciotto anni , Aurora Mayfower, la minore dei fratelli Mayflower, era entrata nella bottega dove lavorava e, porgendogli una scatola contenente cioccolato, come non ne avesse abbastanza a disposizione lavorando in una bottega dove lo si produceva, aveva dichiarato il suo amore per lui, chiedendogli poi di frequentarsi.

Non aveva esitato, sebbene non l’avesse mai nemmeno notata, e, quando due mesi dopo, Plain l’aveva vista entrare nuovamente in bottega, aveva sorriso furbo.

Non si sarebbe fatto fregare un’altra volta.

Prima ancora che la ragazza avesse aperto bocca, aveva incominciato a parlare a vanvera, convinto di riuscire a distrarla; ma come è vero che quella volta la sua tecnica non aveva funzionato, portandolo a un fidanzamento non voluto, tanto era vero che la stessa tecnica non era funzionata con Ruin un momento prima, e ora lo guardava in attesa di una risposta.

E se anche avesse sperato di farla franca, non si stupì veramente quando sentì la sua voce risuonare decisa nella stanza.

-Sì, vai pure.-

Ne era sicuro, prima o poi si sarebbe strappato le corde vocali.

Cercò quindi di porre rimedio alla situazione, o perlomeno, cercò di imporsi un poco su Ruin, aggiungendo – Stai attento però!-

E quasi gli venne da piangere quando Ruin lo abbracciò soddisfatto, uscendo poi di casa dandogli la buona notte.

E le cose certo non migliorarono, quando Sirma, assonnato, fece la sua comparsa dalle scale.

-Che succede?-

Plain si girò verso il tavolino, e avvicinandosi ad esso afferrò il piccolo contenitore blu che vi era appoggiato, passandolo poi a Sirma.

-Avevi dimenticato la tua medicina- disse dolcemente, baciandolo poi sulla guancia.

Sirma arrossì.

-Non mi serve mica quando dormo!-

E insieme raggiunsero le scale, finché Sirma gli appoggiò il dito sulle labbra.

-Fai piano, Ruin dorme –

In quel momento Plain si sentì una merda.

- Ruin è uscito- disse celere, guardando da ogni parte, evitando solo il fratello.

Sirma si girò piano verso Plain, fissandolo.

-Stai scherzando, vero?-

Forse non era poi senza speranze, visto che proruppe in un – no- subito dopo la domanda.

In quel momento, aveva finalmente imparato il significato della parola “no”.

Gran bel brutto momento …


Salve a tutti … mi dispiace per l’enorme ritardo, ma questo non sarà di certo l’ultimo … pazientate quindi e non abbandonatemi. Questo capitolo non ha rilevanza di per se, mi servirà per introdurre la prossima scena. Visto che non l’ho fatto correggere e non l’ho riguardato, ci saranno molti errori e probabilmente il discorso sarà poco fluente … vedrò comunque di correggerlo al più presto.

Ringrazio infinitamente _lOve_MeH_ per la sua recensione! Grazie tesoro, non sai quanto mi rendi felice! Mi sa che dovrai aspettare mooolto per un bacio tra 
fratelli, tantissimo tempo ( sempre che io lo faccia …). Plain è *sbavv*, me ne rendo conto, quando non mi servirà più, finita la storia, te lo regalo!!! ^.^ Sono contenta che Sirma ti incuriosisca, perché non ha fatto troppe belle figure fino ad ora, poverino ç.ç; per quanto riguarda Ruin l'ho fatto bamboloso apposta, ma non sarà sempre così, in  verità, sotto quel bel faccino, si nasconde un diavolo! Scusa per il ritardo mega! Cercherò di non farlo più ççOçç ( non ci sperare veramente, non ci credo  neanche io che lo dico ò-ò) . Anche io sono un pervert cmq, e lo yaoi, per il sottoscritto, è ormai uno stile di vita da imitare! (in pratica lo adoro anche io ^^) Bacioni XXX

 Un grazie anche a tutti quelli che hanno  messo la mia fic nei seguiti e nei preferiti, e mi raccomando, recensite che mi fate contento!

 
 Un grosso bacio dal vostro RuinNoYuki ^*^
 

Ecco, ho messo i volti sulla pagina! Sono rispettivamente da sinistra a destra : Plain, Ruin e Sirma!!!  ^*^

   
 
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