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Autore: Gobra1095    18/01/2010    4 recensioni
Asteria lo odiava. Ma come si può odiare qualcuno che si conosce appena? Lei non lo conosceva, non poteva di certo capire. Nessuno può capire se non sa.
Asteria odia Draco, e l'odio non fa che intensificarsi quando lui le chiede la mano. Una convivenza difficile, tra litigi e scoperte, e sentimenti e canzoni. Una piccola pazzia che dovete concedermi.
[Draco/Asteria]
Genere: Romantico, Comico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella costellazione dello scorpione Cap.5°

Nella costellazione dello Scorpione

Rieccomi dopo una vita, lo so, sono lenta ad aggiornare, ma spero di riuscire a riscattarmi con questo capitolo. Ah, ho fatto un conto approssimativo e la storia avrà 14 capitoli circa escludendo l'epilogo e il prologo. Per ora non ho finito il 6° capitolo, mi mancano alcune idee per arricchirlo. Ringrazio a tutti quelli che recensiscono, perchè mi date la forza di continuare a scrivere non solo per me, grazie =)

Soprattutto a: 

 Mimi18-Ah ah, già forse un pochino troppo xD Comunque sì: le cose si sono smosse finalmente, e le cose sono molto più complicate di quanto sembrano, molto. Ti lascio alla lettura. 

Tie- Ti ringrazio, sono proprio felice che ti piaccia, ero un pò timorosa di non descrivere bene i personaggi. Questo capitolo è la prima scena che avevo in mente quando ho iniziato questa storia, fammi sapere se ti è piaciuta =) 

terryborry-Sì, dopo aver letto il tuo commento mi sono messa a sistemare la storia per bene, quindi questo capitolo, come minimo, è dedicato a te. Sono felicissima di sapere di averti fatto amare la coppia di Draco e Asteria, che io adoro, ma non so se dopo questa ne scriverò altre su di loro, stavo iniziando a pensare invece di scrivere su Hannah/Neville.

Buona lettura, Mia 

Capitolo 5° Nella trappola del ragno

capitolo 5°

Il caso vuole che io non sia capace
di assorbire la tua voce in pace
non sto bene
oddio mi sento le caviglie in catene
il caso vuole che io non sia per niente
quello che tu avevi avuto in mente
non importa
ho comprato una chitarra distorta
e la porta sbatte per il vento
ho una guancia sopra il pavimento
no, son svenuto
pensandoci mi è piaciuto 

Senza titoli di Samuele Bersani

Da quando ho scoperto la proposta di matrimonio di Draco mamma non fa altro che parlarmi della felicità matrimoniale di Daphne che traspare dalle lettere e dalle foto.

«a quest’ora Daph sarà in America, che posto magnifico che è, e quanti bellissimi vestiti ci sono. Ha anche un aspetto romantico, poi è con la persona che più ama. Che altro chiedere?»

Peccato che a me poco importa dei vestiti.

«è felice, una felicità che solo il matrimonio può dare»

Di solito faccio finta di nulla leggendo o mi metto a canticchiare sottovoce. Ancora non ho idea di come papà risolverà il “mio matrimonio” con quell’essere.

Ho di nuovo fiducia in lui, mi dispiace di aver creduto che lui mi avesse tradito.

Devo solo aspettare.

L’unico mio problema è la solitudine, dato che papà è sempre fuori, ed evito il più possibile mamma.

La mia decisione però è irremovibile: andrò da Luna.

Lo farei anche adesso, ma aspetto che papà risolva la questione di Draco, non sta mai a casa. L’unico modo che ho per ringraziarlo è rimanere a casa quando ritorna tardi.

 

«O caro! Finalmente sei a casa. Non puoi immaginare chi mi ha scritto» lo accoglie mia madre allegra.

Chissà di chi parla. Nolente o volente la voce acuta di mia madre arriva fin qui, non si può nemmeno far finta di non sentirla.

«ti ricordi di mia cugina Margaret? Suo figlio Francis si sposa!»

Francis? Non ricordo nessun mio parente con questo nome, dev’essere uno dei tanti cugini che ho con la fissa del sangue puro. Chissà chi è la povera martire.

«ehm, è ...fantastico» riesco a sentire dire debolmente da mio padre.

Dal tono di voce di mio padre ci sono due probabilità:

1°)Non gliene importa niente;

2°)Non ricorda nemmeno lui chi è Francis;

«già, peccato che io non possa venire, sai, sarà la prossima domenica, quando verrà Daph a trovarci... poco importa, tu e Asteria mi racconterete tutto»

Cosa? Io voglio rivedere mia sorella, non il matrimonio di un uomo che nemmeno conosco.

«ma cara, la prossima domenica io non posso, sarò impegnato tutto il giorno»

«oh... fa nulla, Asteria sarà...»

«IO NON VADO DA NESSUNA PARTE!» la blocco io, andando verso di loro.

Mamma sbuffa contrariata.

«mi chiedo quando smetterai di ascoltare le nostre conversazioni, non è buona educazione» mi rimprovera lei.

«quando questi discorsi non riguarderanno me» sbotto furiosa io.

«ma Asteria, qualcuno deve pur andarci, sai come è fatta Meg: finirà per offendersi» dice lei cercando di sorridere.

Non ricordo nessuna Margaret, anche se mia madre ha molte cugine che per la maggior parte ho visto una o due volte.

Non capisco però perché vuole che ci vada... forse pensa che andando lì possa cambiare idea su Draco?

Se è così si sbaglia, e molto.

«allora, cara, andrai, vero?» mi chiede speranzosa.

Potrei andare da Luna dopo il matrimonio, sono certa che papà capirebbe.

Un sorriso si fa spazio nelle mie labbra rosa.

Vedremo chi sarà l’ultimo a ridere.

 

Non ho dovuto scegliere il vestito: mia madre aveva già scelto tutto. Tutto questo è alquanto strano, dato che aveva appena saputo del matrimonio, come aveva potuto già scegliere il vestito?

Scommetto che lo sapeva da molto, e aveva già preparato tutto.

«mi raccomando, Stella, appena arrivi mandami un gufo» mi ricorda per la trentesima volta mio padre.

«certo» gli rispondo accarezzando Pandora.

«il vestito che è nella valigia è per stasera, non lo rovinare!»

Anche mia madre è abbastanza ripetitiva.

«mamma, papà, ho 18 anni non 5» ribadisco.

Mamma sorride

«lo so, tesoro, lo so»

 

«Signorina Greengrass, siamo arrivati!» la voce di Jack –il ragazzo che guida la carrozza- mi sveglia di colpo spaventandomi.

La luce del sole è sempre più fioca, ma per i miei occhi è accecante, e mi serve un po’ di tempo per abituarmi.

È quasi sera, e attorno a me regna un verde addormentato, che mi è familiare. Molto familiare.

Non ricordo la casa di Margaret, ma dubito seriamente che sia questa.

No questa è...

«per le mutande di Merlino, questa è la Malfoy Manor!» esclamo spaventata stringendo la gonna del vestito che porto.

Faccio un lungo sospiro per calmarmi, e chiamo Jack.

«Jack, mi hai portata nel luogo sbagliato» gli faccio notare cercando di restare calma e non prendermela con lui. Non è colpa sua... almeno, lo spero per lui.

«no, signorina Greengrass, mi spiace contraddirla, ma siamo nel luogo esatto» lui butta al vento tutte le possibilità di non subire la mia furia.

La “villa Malfoy”, e “posto esatto” non vanno bene se nella stessa frase c’è anche il mio nome.

«pretendo di tornare immediatamente a casa e tu mi porterai là. Subito!» sbotto fuori di me.

Ammetto di esagerare, e un giorno, lo prometto, mi scuserò con lui, ma oggi tornerò a casa.

Jack è interdetto e confuso dal mio nuovo carattere. Credo che poche volte mi ha visto così arrabbiata.

«sai che sei più carina quando ti arrabbi che quando fai l’acida con me?»

Questa è una persecuzione bella e buona.

Le mie mani tornano sulla mia gonna per sgualcirla stringendola.

«e questo cosa sarebbe, Malfoy? Un complimento?» alzo la testa come se Draco avesse iniziato a puzzare, e incrocio le braccia nel grembo –lasciando il povero vestito ormai stropicciato del tutto.

«però quando fai l’acida sei sempre molto attraente» dice fissandomi con il suo solito ghigno, con due dita sotto il mento, come se stesse prendendo un’importante decisione.

Se si crede divertente si sbaglia di grosso.

«è stato davvero un dispiacere rivederti, adesso però devo proprio andare, perciò... tanti saluti, hasta la vista, Adieu, Addio» lo saluto facendo un cenno a Jack che è confuso; si chiederà se stiamo scherzando o questa è una vera e propria ostilità.

Il finestrino è aperto e Draco prende una mia mano che era ancora incrociata sulla pancia.

Sento una strana scarica elettrica percorrermi la schiena, lo sguardo di Draco è tanto profondo da farmi venire i brividi –non so se di piacere o cosa.

«non ti lascerò scappare, te l’ho già detto una volta: non puoi sfuggirmi»

I nostri nasi sono lontani di pochi centimetri e posso sentire il suo respiro sul collo. Tutta questa vicinanza e questi contatti mi danno le vertigini e ritiro la mano come la presa di Draco fosse di fuoco e mi avesse scottata.

«non so se il mio rifiuto alla tua proposta di matr...» ma non ho il tempo di finire la frase che lui fa un cenno per zittirmi.

«lo so» di certo non vuole fare sapere ad altri, nemmeno a Jack, che qualcuno è capace di dirgli di no.

Sembra quasi imbarazzato, ma devo averlo frainteso, perché ritorna a portare la sua maschera con quel sorriso spezzato.

«eppure sei qui, e non mi sembra di averti trascinata in qualsiasi modo»

Arrossisco disarmata.

In effetti la mia presenza qui è equivoca.

«Jack ha sbagliato strada» mi difendo gettando lo sguardo dalla parte opposta a Draco.

Lui alza lievemente gli occhi al cielo e ride.

«certo, Asteria»

Ho sentito nominare il mio nome da tante persone, ho incontrato anche chi preferiva chiamarmi con dei buffi soprannomi o freddamente usando il mio cognome mettendo una distanza tra me e loro.

Ma sentire il mio nome detto da Draco… sembra avere un suono nuovo, come se non mi appartenesse, come se lo sentissi per la prima volta.

Il rumore della portiera della carrozza mi riporta alla realtà.

«comunque sarai stanca per il viaggio, vieni»

«io non andrò a casa tua» sbotto girandomi verso di lui, mentre mi allontano il più possibile da lui.

«oh, non c’è bisogno di fare complimenti, lo sai, no? La mia casa è la tua»

Mordo il labbro inferiore resistendo all’istinto di urlargli addosso che io non gli appartengo. Non voglio fare la parte dell’isterica, però non sopporto che dia tutto per scontato.

«io non faccio complimenti! E rimarrò attaccata al sedile finché non… ma che fai?»

Senza avere nemmeno il tempo di pensare a qualcosa di cattivo da dire che Draco mi prende per la vita e mi poggia sulla spalla, come si fa con un sacco pesante.

Gli do pugni sulla schiena e muovo energicamente le gambe, ma non cado, e lui non perde l’equilibrio.

Lo odio: perché deve essere perfetto?

«lasciami… andare… villano!» dico articolando ogni parola con un pugno.

«pensavo che ti avrei preso in braccio solo dopo il matrimonio, ma se insisti così…»

«e questo lo chiami prendere in braccio?»

Lui non mi risponde e mi conduce alla Malfoy Manor.

«Questo è l’ingresso» afferma lui facendo la sua entrata trionfale con me sulle spalle.

Spero tanto che i signori Malfoy non ci siano. Ma forse sono soliti vedere il figlio trasportare a casa in maniera animalesca una donna. Il pensiero mi dovrebbe lasciare fredda, ma non posso dirlo.

Ma certo, come potrei essere felice che un uomo sia così narcisista e violento?

«a sinistra c’è la sala da ballo, a destra il salone, quell’altra è la porta della biblioteca. La tua stanza è al secondo piano, hai un bagno solo per te e un balcone. Le tue cose sono già lì»

«come possono le mie cose essere qui?»

«le ha portate tua madre»

Ma certo! Che sciocca sono stata, aveva già pensato a tutto, il matrimonio di Francis non esisteva, non esiste nemmeno Francis. Era tutta una trappola per attirarmi qua, e io che pensavo di averla fregata.

Quella donna è un mostro.

E sono certa che papà non sa nulla dei folli piani di sua moglie. Lui non mi farebbe mai questo. O no?

«sei silenziosa, che strano. È stato un viaggio a sorpresa?» mi chiede salendo la scale.

Mugugno a mo’ di risposta.

Lo sente ridere.

Per lui deve essere tutto molto divertente, peccato –grazie al cielo- che non tutti abbiano il suo senso dell’umorismo.

«arrivati» con la solita delicatezza che lo contraddistingue, Draco mi getta in un letto azzurro, e va verso il balcone per aprirlo.

Questa stanza sembra quasi non appartenere alla Malfoy Manor: i muri non sono né verdi né grigi, ma di un giallo talmente chiaro da essere difficile distinguerlo dal bianco; la mobilia è elegante ma non austera o imponente. Alcuni miei oggetti sono sistemati in comò e sul comodino c’è la mia copia di Erbe magiche e curative.

«bene, sarai stanca, se vuoi farti una doccia il bagno è di là» dice indicando una porta.

Prendo tra le mani il mio libro e lo apro nella prima pagina.

Vedo scritto: Asteria Penelope Greengrass.

È il mio.

Merlino! È tutta colpa di mia madre.

«stasera verranno i miei genitori, per conoscerti, ma solo per oggi, perché saranno da un loro amico... ma sta’ tranquilla» si affretta ad aggiungere veloce lui notando la mia espressione spaventata.

Il solo pensiero di rimanere in una casa enorme in un posto sperduto da solo con Draco Lucius Malfoy mi fa venire i brividi.

«ci sarà sempre un mio cugino, comunque sappi che io non starò molto a casa, per lavoro»

Per una manciata di secondi nessuno parla, dopo io scoppio a ridere.

«che c’è di tanto buffo?» mi domanda serrando la mascella. Non sopporta essere preso in giro.

«parli come se io come dire... rimanessi qui, sappi di essere in errore se lo pensi» gli rispondo seria.

Adesso ride lui.

«tu rimarrai qui e lo sai benissimo:

1° non sai smaterializzarti benissimo, e anche se tu fossi un esperta non si ci può smaterializzare qui.

2° questo maniero è protetto, non ti può vedere nessuno anche se esci da qui.

3° anche se superassi le barriere magiche non sai la strada-» elenca lui con le dita

«potrei chiedere ai passanti» borbotto io.

Ma lui fa finta di nulla.

«perciò tutto questo esclude la 4° ipotesi, cioè volare con un manico di scopa, perché è un viaggio troppo lungo in scopa.» continua lui.

«sono più forte di quanto pensi» ribatto io.

«e 5° ... tu non vuoi andartene»

Sento una voglia di andare via di qua o di dargli uno schiaffo, ma tutto quello che faccio è alzarmi dal letto fissando Draco minacciosamente e iniziare a parlare.

«Ah sì? E cosa te lo dice? Il tuo enorme Ego? Sappi che l’ultima cosa che voglio è rimanere in un qualsiasi luogo con te per più di 10 minuti. E sai un’altra cosa? Non tutti cadono ai tuoi piedi, e nemmeno io»

La tensione è una presenza tangibile. La mascella di lui è contratta dalla rabbia e non mi piace l’espressione che ha da poco nel suo volto, so che mi farà rimangiare ogni singola parola, ma non so come.

Attendo uno schiaffo con gli occhi chiusi, come succede quando mia madre è particolarmente arrabbiata con me. Ma non succede niente di ciò che mi stavo aspettando.

Mi prende per i polsi e mi avvicina a lui.

Posa le sue labbra rabbioso, come se baciandomi vorrebbe cancellare tutto quello che ho detto prima.

Mi dimeno inutilmente nella sua presa che è forte come quella di un ragno con la sua preda.

Lentamente inizia ad essere meno rude quasi piacevole, e solo ora me ne rendo conto: sono nella trappola del ragno.

Sorpresa!
Siccome ci ho messo un pò ad aggiornare un piccolo assaggio del prossimo capitolo.

Capitolo 6° Incontri
- Sono curiosa, sì, solo curiosa di sapere che tipo sono i genitori di Draco, anche se credo di saperlo: quel genere di genitori che danno qualunque cosa al proprio figlio, dei viziati che non sanno cosa sia l'accezione del verbo soffrire. [...]
 Che altro tipo di persone avrebbero potuto generare uno come Draco?

Alla prossima!
   
 
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