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Autore: VìTH    20/01/2010    3 recensioni
Pensate se esistesse un concorso dove bisogna inviare una lettera ai TH dove scrivere le propie emozioni... E se a vincerlo fosse una malinconica dark, che ormai non crede più a nulla? È la mia prima FF, spero vi piaccia..
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusatemi per il ritardo, ma il mio tempo si sta annullando. Questo è il penultimo capitolo, spero vi piaccia. Ciao, buona lettura. Sento di essere sveglia. Non ricordo molto bene quello che è successo ieri. Ahi. Mal di testa. Tanto, troppo mal di testa. C’è qualcosa di fresco, però, sulla mia fronte. Sbatto gli occhi, li apro, mi tasto la testa. Era una borsa per il ghiaccio. Mi guardo attorno e sposto lo sguardo verso la scrivania. Le valigie erano già fatte. –Ti sei svegliata- Un sussurro dolce come il miele e il ricordo mi piomba addosso come un macigno. “-Ti amo Claire- -Ti amo Bill-“ –Bill?- -Si, sono io- Tentai di alzarmi, ma Bill mi fermò.-Ferma, ieri hai preso una sbronza coi fiocchi, e la mia esperienza mi dice che la testa ti sta esplodendo…- -Esperienza da ubriaco?- -Esperienza da fratello…- Risi, ed effettivamente la testa mi stava esplodendo. Lui si alzò dalla sedia e prì la finestra, facendo entrare il sole che illuminò la stanza.–Le valige sono fatte..- Si voltò a guardarle tristemente. –Si.. Te le ho fatte io.. Non sapevo quando ti saresti svegliata.. E non penso avresti avuto voglia di fare le valigie con questo mal di testa..- -In effetti…- -Ti ho portato del ghiaccio- -Grazie- Mi guarda negli occhi. C’è una punta di tristezza nel suo sguardo. –Tu.. Ricordi qualcosa?- Sapevo che era meglio non ricordare. Ma come posso mentirgli? –Tutto- Si avvicina e mi prende un mano. Io mi tiro su a sedere. Aprì la bocca per parlare, ma la richiuse subito. Non c’era niente da dire. D'altronde neanche io avevo qualcosa da dire. Si avvicinò di più, finché le nostre fronti non si toccarono. Chiusi gli occhi. Sentivo il suo profumo e assaporavo ogni momento. Sentii il suo fiato sulle labbra. –Così ci facciamo solo del male Claire…- Sussurrò. “Ma io ti voglio” avrei voluto dirgli. “Voglio te, solo te. Qui, ora! Baciami, ti prego..”. Mi sentivo come in “The Dome”, un libro di Stephen King, in cui, su una città del Maine, all’improvviso cala una cupola e isola città e abitanti dal resto del mondo. Io ero dentro la Cupola, lui era fuori. Potevamo vederci, parlarci, ma non toccarci. Non stare insieme. Si allontanò lentamente e si alzò. Aprii gli occhi. Aveva la testa china. –Tra due ore andiamo in aeroporto.- Una lacrima solcò il suo viso e finì sul pavimento. Poi si voltò e uscì dalla stanza. Io rimasi a fissare il punto del pavimento dov’era caduta la sua lacrima. Una piccola macchia sull’immacolato pavimento, una macchiolina che all’improvviso mi parve enorme. Sentii bussare alla porta. Mi venne il cuore in gola. Era Bill, era tornato e non mi avrebbe lasciata mai più. –Avanti- Ovviamente era una sciocca fantasia. Infatti entrò Gustav. Mi sorrise. –Sbornia da paura, eh?- -Eh già..- -Senti, so che per te è un brutto argomento ma…- Sembrava indeciso. –Ieri Bill è uscito disperato dalla tua camera. Sai com’è fatto lui, no? Ci ha raccontato dei tuoi problemi a scuola..- -Solo questo?- -Si.. E di come è morto tuo padre..- Deglutì. –Volevo solo dirti che devi cambiare. Cambia scuola, cambia amici. Ti farà bene, vedrai. Le persone che incontri saranno diverse e non dovrai più sopportare.. gli altri.- -Grazie Gusti- Non resistetti e lo abbracciai. –Ci mancherai tantissimo, lo sai?- -Si.. Anche voi- --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Avevo bisogno di sfogarmi. Di qualcuno che mi ascoltasse. Andai in camera di Tom. Lo trovai disteso a pancia in giù che dormiva, le braccia appoggiate al cuscino. –Tomi svegliati… È tardi..- sussurrai. Nessun segno di vita. Sospirai. Chissà, magari come lavoro rende bene: Il sveglia persone, molto meglio della solita sveglia. Lo scossi leggermente. Mugugnò, ma non si svegliò. –Ei, ma lo sai che c’è Angelina Jolie alla porta che chiede di te?- Si alzò sulle braccia di scatto, si guardò intorno farfugliando:- Eh? Angelina? Dove?Quando?Io?Si, un attimo adesso mi vesto, aspetta..- Inarcai un sopracciglio. –Non ci posso credere, ci casci ancora? - -Va al diavolo Bill- e crollò di nuovo. –Tomi alzati, è tardi- Mugugnò. Gli sfilai il cuscino da sotto la testa e glielo tirai. –E va bene, va bene, mi alzo..- -Tomi.. Ti devo parlare..- L’espressione gli si addolcì. Mi sedetti accanto a lui, sul letto.-Non so che fare- Mi cinse le spalle con un braccio e io appoggiai la testa alla sua spalla. –Lei mi ama, io la amo.. Perché non possiamo stare assieme?- Lo sentii sospirare. –Almeno sai che ti ama. Sai che ricambia. Non è confortante?- Ci pensai. –Si e no. Si perché insomma, mi ama! Il sentimento è ricambiato! No perché.. Forse sarebbe stato meglio che non mi amasse. Almeno mi sarei messo l’anima in pace, non avevo speranze e finita li. E invece no. E non possiamo stare insieme.- Sospirai. Mi strinse a se e affondai la faccia nel suo petto, come quando da piccoli mi difendeva dai nostri compagni di classe. Sentii un’altra lacrime solcarmi il viso e bagnare la sua maglia. -Anch’’io ho qualcosa da raccontare- Mi colse di sorpresa. –Stanotte.. non riuscivo a dormire e sono sceso giù in salotto. Volevo guardare un po’ di TV quando ho sentito qualcuno per le scale. Li per li ho pensato fossi tu, e invece era Laura. Le ho chiesto che ci faceva alzata e mi ha detto che era venuta a bere qualcosa. L’ho invitata a sedersi sul divano con me e..- -Tomi! Non ti sarai fatto Laura!!- -No! Lasciamo finire! Allora abbiamo chiacchierato a lungo e dopo un po’.. ecco.. io..l’ho..baciata.- -Tu.Sei.Pazzo. Tu baci una ragazza (che magari tiene sul serio a te) il giorno stesso in cui se ne va!! Tu sei.. sei.. non so neanche io cosa!!- -Eeeeeh Bill calma.. è stato solo un.. innocente bacino...- --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- -…con la lingua!- Laura era fuori di se. Dopo che Gustav fu uscito dalla mia stanza mi ero cambiata ed ero andata a trovare Laura. L’ho trovata che camminava su e giù per la camera, tutta eccitata. Le avevo chiesto che era successo e lei mi ha raccontato tutto dun fiato quello che era successo stanotte. Non l’avevo mai vista così. –È stato.. È stato.. INCREDIBILE! Dio del cielo nessuno mi ha mai baciata così!! Con tanta passione, con tanta delicatezza, con tanto desiderio.. Con tanto amore.- -Amore?- Inarcai un sopracciglio, scettica. –Lu, stai parlando di Tom…- -Lo so!!! Ma ti giuro che c’era amore nel suo bacio!! Oddiooddiooddio che faccio?? Non ho neanche il coraggio di guardarlo in faccia!- -Perché????- -Perché… Non lo so… Ieri me ne sono andata senza una parola…- -Sei un genio. Va’ subito a parlargli!- -Si. Hai ragione.- --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Bill assunse un’aria più comprensiva. –Un bacio innocente? Tom Kaulitz che da un bacio innocente?- -Colgo un certo scetticismo nella tua voce fratellino…- Non posso fare a meno di sorridere e lo stringo più forte. –Forza Bill... Andrà tutto bene...- -La fai facile te, Tomi- Sorrido. –Non mi avevi detto che era tardi? Dai alziamoci.- Bill si alzò mestamente. Si fermò sulla soglia della porta e mi guardò. –Grazie Tomi. Di tutto.- E poi uscì. Sospirai. Quella piccola moretta ne aveva combinati di casini. Dio quanto gli volevo bene. Mi sarebbe mancata da impazzire. Ma di sicuro quella che mi aveva incasinato più di tutti era Laura. Lei con quel suo corpo disegnato. Lei con quei capelli biondi e morbidi. Lei con quegli occhioni azzurri come il cielo. Lei con quelle sue labbra morbide e dolci. Con lei era stato diverso. Innamorato? Forse… Qualcuno bussò. –Avanti- Entrò Laura. –Parli del diavolo e spuntano le corna…- Borbottai. –Come?- -Nulla nulla- Sembrava imbarazzata. Mi alzai dal letto e aprii la finestra. Il sole inondò la stanza e notai che il suo viso aveva assunto un delizioso colore rosato. –Tom.. Ti devo parlare- -Dimmi tutto- Ci sedemmo sul letto. –Quello che è successo ieri… ecco.. io... vedi, ieri me ne sono andata così perché...- La interruppi posandole un dito sulle labbra. –Non servono parole. Ti capisco benissimo, posso immaginare perché sei andata via ieri. E ti volevo chiedere scusa. Molto probabilmente ti ho illusa, perché in fondo oggi te ne vai e…- Stavolta fu lei a posarmi un dito sulle labbra. –Sono solo parole- Irresistibile. E come ieri notte la baciai. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Addento un biscotto. Di certo non ho la faccia raggiante. Claire se ne va. Bill si è depresso. Tom ci farà arrivare tardi se non si sbriga. Gustav è intrattabile. Buon giorno mondo! Mi verso altro caffè. Mannaggia a me e a quando mi è venuta l’idea della fan dentro casa. Piccolo inconveniente: ci si affeziona troppo. Chissà quando la rivedremo, SE la rivedremo. Se riusciremo a tenerci in contatto. Nutro molti dubbi al riguardo. Uff.. –Se bevi altro caffè esplodi- -Magari così mi sveglio Gustav…- E in più ci si mette anche questo maledettissimo caffè che non ha nessun effetto. Se il buon giorno si vede dal mattino allora questa sarà proprio una giornata perfetta… Vedo Claire scendere le scale e venire in cucina. E il suo viso mi incupisce ancora di più, se possibile. Triste, disperato, rassegnato. Non avevo mai visto un’espressione del genere sulla faccia di una persona. Li c’era solo un’immensa tristezza, un’enorme disperazione. Non una luce, niente. Solo un guscio vuoto, un guscio che un tempo era pieno, ma ora non rimane nulla. Gli feci cenno di sedersi accanto a me. Bevve la sua tazza di caffelatte lentamente. –Ei, mica vai a morire- Sorride, o almeno credo visto che più che un sorriso è una smorfia.. –Come tentativo di sdrammatizzare è pessimo, Georg.- Sospiro. –Almeno ci ho provato…- In quel momento passa Bill. Sembra un fantasma, il viso pallido, gli occhi cerchiati. Lui e Claire non si guardano neppure, anzi, sembrano evitarsi. A quel punto credo di aver capito. Aspetto che bill si allontani. –Claire.. Sembrerò un idiota, lo so, ma tra te e Bill è successo qualcosa?- Si irrigidisce. –Si vede così tanto?- -Decismaente.- -Si.. Qualcosa che va oltre l’amicizia..- -Claire- -Si?- -Mi mancherai da impazzire-. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Siamo nella limousine. Dopo colazione abbiamo caricato le valigie in macchina, in cui ora calava un penoso silenzio. Tom aveva un’ombra di un sorriso ebete stampata in faccia e Laura gli stringeva la mano. Bill si era mantenuto a debita distanza da Claire. Georg mi ha raccontato quello che si sono detti. Ma perché? Perché questa settimana avrebbe dovuto essere perfetta e ora c’era solo amarezza? Una seria di interrogativi come questi affollarono la mia mente. E la risposta fu sempre e solo una: il destino. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- In aereo. Sempre lo stesso silenzio assordante. Non ce la feci più. Mi alzai e mi sedetti accanto a Bill. –Bill… Bill, ti prego non fare così… Mi sento già a pezzi così… Per favore, parlami…- Le lacrime premevano dietro gli occhi. –Claire.. Sto cercando di limitare il dolore… Ti prego, allontanati…- Rimasi spiazzata. Perché? Eravamo così amici noi due, così uniti.. Qualcuno mi ha detto che l’amore unisce, ma ora non ci credo più… Mi alzo, mentre le lacrime finalmente escono e scorrono lngo il mio viso. Sento dei singhiozzi, mi volto leggermente: Bill si è preso la faccia fra le mani e piangeva, singhiozzando come una bambino. Mi siedo, lontana da loro. Passano così due ore. La guardia del corpo scarica i miei bagagli e me li passa. Scendiamo dall’aereo. Si mettono in fila, come la prima volta che li avevo visti. Abbracciai Georg. –Ci sentiamo, piccola- Per tutta risposta lo stringo più forte. Gustav. –Ti voglio bene.. Mi mancherai tantissimo..- -Anche tu Gugu..- Tom. Gli lanciai le braccia al collo. –Ei, piccola, non fare così… Mi fai piangere!- risi sommessamente –È mia intenzione!- No. Non potevo con Bill. Non ce la facevo. Rimasi li a guardarlo, a guardare i suoi occhi gonfi di pianti. Poi fece qualcosa che non mi aspettavo. Mi gettò le braccia al collo. Lo strinsi a me più forte che potevo. –Una volta mi dissero che se mi mancava una persona dovevo alzare gli occhi e pensare che siamo sotto lo stesso cielo.. Ma non ci credo, perché se riabbasso lo sguardo questa persona non c’è!- -Piccola,- mi rispose, anche lui fra le lacrime, -io sono sempre al tuo fianco… Sempre.. Perdonami per prima, non so cosa fare…- Mi dovetti staccare da lui. Gli avevo bagnato la giacca. –Devi andare ora…- Ma io non mi muovevo. Dovette venire Laura, che dolcemente mi prese per le spalle e mi fece allontanare. –Claire, tesoro mio!- Mia madre mi venì incontro prendendomi le valigie. –Dopo mi racconterai tutto!- -Mamma voglio cambiare scuola- Mia madre sobbalzò e mi guardò a bocca aperta. –Ne riparliamo a casa d’accordo?- Feci un cenno con la testa. Salimmo in macchina. Mi voltai e vidi che rientravano dentro l’aereo. Per un minuscolo istante Bill si voltò e i nostri occhi si incontrarono per un’ultima volta, prima che mia madre uscisse dal parcheggio. Laura mi guardò, anche lei aveva pianto, forse per Tom, non ne ho idea. Non volevo parlare. Questa era l’ennesima prova che innamorarsi era un errore fatale.
   
 
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