Capitolo 4
La Primavera cominciò
un po' di tempo prima
e l'erba si vedeva appena e noi stavamo bene
nell'aria mite del mattino le felci ancora chiuse
tu che abbassavi spesso gli occhi e sempre prima di me.
(Era
l’inizio della primavera – Franco Battiato)
Sentì la terra cedere, l’aria mancarle, e un’incapacità intrinseca di riuscire a pensare. Era tutto così bianco nella sua testa che sembrava accecarla, anche se i suoi occhi erano chiusi. Stretti.
Percepì solo le mani di Roy sui suoi fianchi e l’odore dei suoi capelli nelle narici.
“Ce l’ho fatta!” esclamò, entusiasta. “Ma certo, come
ho fatto a non capirlo prima? L’idrogeno va compresso in questo modo
facendo attenzione ai suoi isotopi, mentre la concentrazione di ossigeno deve
variare lungo la direzione che scelgo e…”
Riza sussultò appena sentendolo urlare, ma non capì una sola parola del
suo contorto discorso successivo. Si voltò su un fianco, stringendosi il
lenzuolo al petto. “E quindi?” chiese timida.
Lui sorrise soddisfatto, sedendosi sul letto su cui lei era sdraiata.
“E quindi sarò il migliore alchimista in circolazione!”
“Davvero?!”
“No! Riza, aspetta, non ti voltar-”
Quando quel secondo finì, Roy la guardò negli occhi grandi e attoniti, sorridendole. Prese la sua valigia e Riza si accasciò sullo stipite del portone di casa.
“Se hai bisogno di me sai dove trovarmi” le ripeté, mentre quel foglietto diventava così pesante nella tasca della gonna della ragazza.
Era stato come perdere la propria coscienza, lasciarsi andare dolcemente a un ritmo ignoto ma amabile, sprofondare nella calma più appagante, dimenticare se stessa, gli obblighi, le difficoltà, la solitudine.
“Cerchi di non morire” scherzò, rispondendo al suo sorriso.
L’incapacità di rimanere a fissare quello sguardo sicuro sembrava essersi dissolta come una di quelle nuvole leggere che solcavano il cielo ogni tanto, in quei mesi tiepidi, e Riza si rese conto di stare finalmente bene: il fianco di quell’uomo era il suo posto. Sapeva, però, che quegli ideali che aveva condiviso scalpitavano per essere raggiunti, Roy doveva giocare le carte che lei stessa gli aveva regalato, e il loro sogno non si poteva certo realizzare in una casa in campagna, loro due da soli e il mondo che scorreva all’esterno.
Riza lo lasciava andare via sapendo che avrebbe portato con sé una parte di lei, sperando che questo le bastasse per non arrendersi. Aveva detto al signor Mustang che avrebbe vissuto da sola senza alcun problema, che sapeva badare a se stessa, eppure vedeva una vita di fronte a sé così sola.
Ma quel bacio era stato come un appiglio che le impediva di affondare. Con lui avrebbe voluto rinascere, un giorno.
“Oh…”
“Sei coperta?” chiese, nascondendosi gli occhi
con una mano, stringendo ugualmente le palpebre.
Riza guardò il lenzuolo che le era caduto sulle gambe quando lei si era
alzata e girata verso di Roy, poi fissò lui e il suo viso leggermente
arrossato. “S-sì”.
“Bene” sospirò, guardandola cauto e notando che il lenzuolo ora la
copriva fino alle spalle.
“Bene” sorrise lei. “Mi scusi, ma…” ormai mi sono abituata di nuovo alla tua presenza qui. Purtroppo.
Lo vide andare via lentamente, la sua figura si faceva sempre più piccola all’orizzonte lungo la strada sterrata. E Riza, mentre le ginocchia le cedevano e tutto intorno si faceva nero, pensò che quello fosse il fondo. Sua madre, suo padre, il signor Mustang, la sua stessa identità… Ora le rimanevano solo una casa piena di fantasmi e un testamento inutile ormai decifrato.
Ma stavolta non fu il terrore ad accoglierla, né la solitudine, la nausea o l’impotenza. Stavolta era una consapevolezza nuova che era germogliata timida e insicura facendosi spazio tra le sue paure.
Richiuse il portone di casa Hawkeye alle sue spalle e si diresse in cucina per lavare le stoviglie utilizzate poco prima per la colazione. Fece scorrere l’acqua e si ritrovò a pensare, ancora. Sentiva che aveva bisogno di riposare, ma se si fosse fermata avrebbe visto solo vuoto intorno a sé, e questo le piaceva ancora meno che sentirsi esausta.
Pensò a quello che le aveva lasciato suo padre, il testamento e Roy; pensò a suo nonno, che tanto voleva vederla e aiutarla; arrossì quando pensò al signor Mustang, e si toccò con le mani insaponate le labbra riflettendo su quel grande sogno a cui avrebbe voluto partecipare; pensò a se stessa, e al fatto che era sola, ma che sarebbe sopravvissuta, perché una soluzione già l’aveva. Sorrise.
L’unica cosa che poteva fare, in fondo, era riconquistare con le sue uniche forze tutto ciò che aveva perduto.
FINE
Note: nel flashback è la perdita dell’insicurezza: Riza sta molto a contatto con Roy, che deve studiare i segni sulla sua schiena, si abitua a lui e non si preoccupa della sua presenza, la intendo come una maturazione personale, non è più la bambina dell’inizio. Nel presente c’è la perdita di coscienza, con le sensazioni del bacio, e di nuovo la perdita di Roy come persona, ma in questo caso Riza riesce a ritrovare la fiducia in sé, chiudendo il circolo con una certa speranza.
I capitoli sono ispirati alle stagioni, ma il tempo non è inteso scorrere in un senso lineare, probabilmente sono passati anni tra un capitolo e l’altro, ma ho associato lo stesso ogni momento a una stagione e alle sensazioni che porta con sé.
Questa era la conclusione di una fanfic sull’adolescenza di Roy e Riza che ho sempre promesso, ma che non scriverò mai XD Almeno è uscita questa raccolta, di cui sono abbastanza soddisfatta :)
Come detto all’inizio, questa storia si è classificata seconda nella classifica singola del “Contest a Multisquadre” e prima in quella a squadre, con hotaru e RobyLupin. Lascio qui sotto il giudizio di Rota23 e Happy_Pumpkin, le giudici:
Grammatica, lessico e stile 9,5/10
-Caratterizzazione personaggi 9/10
-Attinenza alla trama scelta 14,5/15
-Originalità 9/10
-Giudizio personale 4,5/5
TOT 46,5/50
Lo posso dire con franchezza. Questa ff l’ho
seriamente adorata.
La grammatica è impeccabile, così come il lessico risulta adeguato e ben
inserito nel contesto della storia. Lo stile, che gioca su flash back e
narrazione vera e propria, non è mai pesante, riesce ad alternare le varie
scene con precisione senza per questo rallentare la lettura. Questi sono i
fattori che hanno determinato un punteggio così alto.
La caratterizzazione del personaggio di Riza mi ha colpito davvero molto. La
donna acquista uno spessore psicologico notevole, ben curato nei particolari,
davvero un piacere alla lettura.
L’attinenza alla traccia è pressoché perfetta, in ogni capitolo della ff che presenti. Le note da te messe aiutano la lettura,
questo è vero, ma il senso di angoscia che prova la protagonista è palpabile
anche senza spiegazioni.
L’originalità ha punteggio alto per questa capacità dell’autrice nel descrivere
sensazioni, emozioni e situazioni, che non rendono mai banale neppure gli
istanti della narrazione.
Il giudizio personale è molto alto poiché risultato di tutti questi fattori
messi assieme.
Commento di Happy_Pumpkin
-Grammatica, lessico e stile: 9,5
-Caratterizzazione personaggi: 10
-Attinenza alla trama scelta: 15
-Originalità: 9
-Giudizio personale: 5
Totale: 48,5/50
Questa fiction narra di un percorso psicologico intrapreso da Riza, grazie a
determinati avvenimenti o anche solo ad istanti importanti che hanno in qualche
modo contribuito a formarla. Si delinea così il suo rapporto con il padre e con
la famiglia più in generale, ma anche con Roy; quest'ultimo le studia la
schiena e grazie a questo contatto involontariamente più diretto i due iniziano
a concepire in maniera diversa il loro legame, Riza stessa matura molto da
questo punto di vista.
La Riza descritta nella storia è un personaggio profondo, eppure così
splendidamente evanescente nei momenti che vengono descritti. E' stata trattata
con cura e si avverte una certa delicatezza: nonostante la rigorosità che la
caratterizza, è presente sempre quel sottofondo di dolcezza e un certo
imbarazzo nel rapportarsi a molte situazioni. In questo e in molti altri
particolari, rispecchia il tenente Hawkeye che è presente nel manga.
Lo stesso dicasi per Roy, per quanto si sia
logicamente più concentrati su Riza: ha una psicologia calzante con il
carattere originario e nel suo modo di relazionarsi con il tenente è sempre
molto IC.
La trama in sé scorre piacevolmente, il lettore è coinvolto dalla narrazione: i
passaggi dalla narrazione principale ai flashback non disorienta, anzi,
accompagna chi legge nel percorso intrapreso dalla protagonista. Anche la suddivisione secondo stagioni e la scelta dei momenti
descritti appare ben strutturata, senza che questo crei confusione nonostante a
volti passi anche molto tempo, cronologicamente parlando.
Particolare originalità è dovuta alla maniera in cui è stata trattata la
Perdita: non ti limiti ad affrontare la questione sotto un unico punto di
vista, ripetuto e analizzato nel corso della fiction, bensì scandagli i vari
possibili significati della perdita e ciò che essa comporta. Che sia la perdita
di una determinata condizione mentale e caratteriale, oppure una perdita
fisica, di oggetti o persone care. L'introspezione psicologica è curata,
attenta, e anche solo attraverso semplici frasi è possibile cogliere facilmente
quanto magari risulta sottinteso.
In conclusione un'eccellente raccolta, leggera nella sua scorrevolezza e
contemporaneamente in grado di trasmettere al lettore tante sensazioni diverse;
il finale, toccante eppure dotato di una semplicità dal sapore quasi
quotidiano, chiude perfettamente questo insieme di momenti e attimi di vita.
Proprio in virtù di questa molteplicità e dell'ottima trattazione dei personaggi,
questa storia merita davvero tanto.
Risposte ai commenti: scusate il ritardo, anche se è una fic già scritta ci ho messo un secolo, ma sono stata fin troppo impegnata, la sessione deve ancora cominciare e io sono già esaurita >_< Non so quando tornerò su EFP e non so quando e se scriverò altro, ma questa fic andava conclusa. E ne approfittato oggi, visto che è il compleanno di Vale.
GLoRi: ciao! Scusa il ritardo di questo capitolo =_= Ti ringrazio per i complimenti sullo stile, ma ricorda che l’ottimismo è il profumo della vita! XD Tu scrivi bene, hai poca autostima però!! Non hai niente da invidiarmi. Comunque, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo e spero ti piacerà anche l’ultimo, sempre se ti ricorderai di questa fanfic, visto il ritardo =_= Grazie mille.
elyxyz: ho fatto i compiti e mi sono impegnata, da brava secchiona quale sono XD Posso essere la cocca della M.? *-* Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto (: e spero di avere un attimo di tempo per respirare, non ce la faccio più ç_ç
Valy: ma tu già lo sai come finisce la storia =_= piantala di lasciare commenti come se non sapessi niente XD Comunque, ovvio che la mamma di Riza non la reputa indegna, ma il senso di colpa è una gran brutta cosa. Ma per fortuna che c’è Roy <3 Ed ecco la conclusione, per il tuo compleanno, anche se già la conosci XD A presto e auguri (:
hotaru: ciao! Grazie mille del commento (: Ti ho anche mandato una mail tempo fa visto che mi avevi lasciato un paio di commenti, non so se ti è mai arrivata ma non importa. De André piace molto anche a me, questa canzone, Inverno, la conoscevo poco, ma ho trovato che le parole fossero ben inserite nel contesto di questa fic. E poi l’inverno è la mia stagione preferita.
Rinalamisteriosa: ciao!! Non fa niente se scrivi poco nel commento, su questi capitoletti non c’è niente da dire XD Figurati. Mi bastano anche due righe. Comunque sì, Riza si rende finalmente utile mostrando il tatuaggio a Roy… E sono sicura che sua madre sia fiera di lei sempre, ovunque sia, solo che Riza è insicura e ha un forte senso di colpa. Per fortuna c’è Roy che inconsciamente l’aiuta. E sì, questo era davvero l’ultimo capitolo (: Grazie mille dei tuoi commenti sempre presenti, a presto (spero, sono incasinatissima tra studio e lezioni), ciao!