~Diari~
2005 ~ Attraverso i pensieri
Il giorno dopo, fu uguale al
precedente. L’unica cosa che riuscii a notare come differenza, era l’incupirsi
di Bella. Pensai che probabilmente non volesse più uscire con le ragazze.
Continuavo ad osservarla attraverso
i pensieri dei suoi amici cercando di memorizzare ogni singolo centimetro del
suo viso e del suo corpo. Quel giorno, indossava una camicia che le stava
d’incanto.
Il blu risaltava il colore della sua
pelle, donandole una tonalità crema davvero deliziosa.
Le ore di lezione volarono via in
fretta e Jessica andò a prendere Angela e Bella subito dopo la scuola.
Decisi che fosse più opportuno
seguirle un paio d’ore più tardi.
Nell’attesa che le ore passassero,
andai a casa.
In quei giorni non ero stato molto
presente e probabilmente i nostri ospiti
avevano interpretato male il mio stare sempre fuori casa a qualsiasi ora del
giorno e della notte.
Cercai di ingannare l’attesa
suonando qualcosa al pianoforte.
Mentre le note si diffondevano nel grande
salone, ogni componente della mia famiglia, rivolgeva un pensiero sul mio
assurdo comportamento.
Emmett si chiedeva come avevo potuto
scegliere tra guardare Bella dormire e giocare una partita di baseball; Alice
invece non faceva altro che chiedermi il permesso per conoscere Bella.
Peter e Charlotte , invece,
pensavano che il mio vistoso e bizzarro cambiamento dipendeva dalla nostra
particolare dieta.
Smisi presto di ascoltarli, ritornando
a prestare attenzione verso di loro solo quando arrivò il momento dei saluti. Lasciai
che le ultime note della melodia echeggiassero nella stanza e mi incamminai
verso di loro. Li salutai e cercai di scusarmi per il mio strano comportamento.
Non aspettai che uscissero via, corsi verso la macchina e guidai verso Port
Angeles.
L’ansia stava per uccidermi, e riuscii a calmarmi solo con la
consapevolezza che i chilometri venivano macinati dalle ruote della mia auto.
Quando arrivai a Port Angeles, il
sole era ancora alto nel cielo e m’impediva di poter camminare indisturbato per
le strade della città.
Parcheggiai la mia auto appena fuori
città, per il momento mi sarei limitato ad ascoltare i pensieri di Jessica e
Angela, aspettando che le ombre coprissero il sole.
Ci misi poco per trovare Jessica.
Stava provando dei vestiti e si
faceva consigliare da Bella. Anche secondo Jessica Bella era molto triste, ma
non se ne curò molto. Saltai nella mente di Angela, ma non mi ci fermai un
secondo di più, si stava cambiando e non volevo violare la sua privacy ancora
di più di quanto già lo stessi facendo.
La situazione era tranquilla e
decisi che non era necessario controllare Bella ogni minuto che passava.
Il crepuscolo si stava avvicinando,
ed io mi sentii più leggero. La temperatura stava calando e le nuvole stavano
tornando per ricoprire di nuovo il cielo. Finalmente sarei potuto tornare a
scuola e passare del tempo insieme a Bella. Ero stufo di osservarla solamente. Volevo
parlarle, chiederle tutto ciò che mi passava per la testa, avevo bisogno del
suo calore, del suo sguardo, avevo bisogno di ascoltare il suono melodioso
della sua voce. Avevo bisogno di lei.
Scrutando la mente di Angela e
Jessica, scoprii che avevano deciso di mangiare qualcosa in un ristorante di
Port Angeles, e mi rallegrai quando appresi che per quell’ora sarebbe stato
buio e quindi più facile avvicinare Bella.
Per qualche secondo pensai ad Alice,
le avrebbe fatto piacere conoscere Bella e in più sarebbe stato più facile con mia
sorella insieme a me, mentire sul motivo della mia presenza a Port Angeles.
Mentre sgattaiolavo per l’ennesima
volta nella mente delle ragazze, mi resi conto che Bella non era più con loro.
Angela si stava preoccupando per
l’amica, mentre Jessica cercava di non dar peso più di tanto all’assenza di
Bella. Pensava che nella libreria avrebbe perso molto tempo e che non c’era
motivo per preoccuparsi.
Il panico prese il sopravvento.
Bella non era con le sue amiche.
Bella girava per le strade di Port
Angeles da sola.
Bella poteva essere in pericolo.
Pochi secondi ed ero già per le
strade di Port Angeles a cercare la mia Bella.
Non avevo la minima idea di dove
potesse trovarsi.
Per prima cosa andai nella libreria
che Jessica mi aveva indicato attraverso i suoi pensieri.
Scesi dall’auto ed entrai nella
libreria. Il suo odore non era presente all’interno, così uscii senza dare il
tempo alla donna dietro il bancone di parlare.
Seguii l’odore di Bella fin dove
potevo, ma ad un tratto il suo odore sembrava provenire ovunque. Probabilmente
si era persa e non aveva idea di dove stesse andando.
Mi rimaneva solo una cosa da fare: cercala
attraverso le menti dei passanti.
Passai a setaccio tutti i pensieri
che riuscivo a percepire.
Qualcuno doveva pur averla vista! Se
solo il Sole si sbrigava a scomparire, avrei avuto molte più possibilità di
trovarla.
“Eccoti
qui bambolina!” al
pensiero seguì l’immagine del volto di Bella. Sospirai, ma il sollievo durò un
attimo. Ciò che stava pensando quell’uomo non era affatto piacevole!
Setacciai la mente dell’uomo per
riuscire a rintracciarlo.
Riuscivo a vedere Bella spaventata,
ma nessun particolare che mi indicasse dove si trovavano.
Quel mostro, pregustava già il
momento in cui l’avrebbe avuta. La immaginava pregarlo di non toccarla, di non
farle del male. Poi fu distratto da qualcosa e mi accorsi che non era da solo.
C’erano altri ragazzi con lui. Fu
proprio grazie ad uno di essi che riuscii a capire dove si trovassero.
Schiacciai l’acceleratore e guidai
fino all’incrocio che quell’essere mi aveva indicato.
Il mio telefono iniziò a suonare, ma
non avevo tempo da perdere in chiacchiere inutili, così decisi di ignorarlo.
L’uomo, che a quanto pareva si
chiamava Lonnie, continuava a guardare Bella come una preda.
Lonnie riusciva a sentire il rumore
della mia auto ma non vi prestò molta attenzione.
Avrei tanto voluto sapere cosa
avrebbe pensato quando la preda sarebbe diventato lui.
La mia preda.
Quando la mia auto sbucò dall’angolo,
i ragazzi si irrigidirono.
Fermai l’auto e feci in modo che
Bella potesse entrarci velocemente.
“Sali!” urlai a Bella.
Il gruppo di mostri non riusciva a
capire cosa stava succedendo.
I loro pensieri erano confusi. I
miei invece erano ben concentrati sulle torture che di lì a poco gli avrei
inflitto. Bella entrò in macchina senza esitare.
I suoi occhi incrociarono i miei e
il desiderio di vendetta che avevo provato prima di quell’attimo scemò in un
secondo. In quel preciso istante, capii che non avrei potuto fare del male a
nessuno, o meglio, non davanti a lei.
Non potevo lasciarla sola, non
potevo perderla di vista ancora una volta.
Non dovevo ricadere nello stesso
errore.
Eppure, desideravo che Lonnie
morisse e nel più atroce dei modi.
Guardai Bella ancora una volta, si
stringeva al sedile con forza e i suoi occhi continuavano a trapassare i miei.
Mi sarei vendicato più tardi, quando
lei, l’unica persona al mondo che amavo, non poteva vedere cosa ero capace di
fare.
Edward
Ringrazio tutti coloro che seguono questa storia. Un bacio a tutti!!!