Verde
“il verde … il prato dove ti sdrai sempre al ritorno dalle missioni, dove io e Choji dobbiamo venire a scovarti per riportarti alla civiltà!” disse la bionda, con un tono di divertito rimprovero.
“tutto perché sei una seccatura!” ribatté il Nara indugiando sui suoi occhi, mentre Ino rispondeva con una linguaccia.
falshback
Konoha era
famosa per la presenza di spazi verdi e incontaminati. Di certo tutti
ne erano
coscienti, ma in particolare un bambino che doveva avere tra i 5 e i 6
anni, ne
aveva acquisito una particolare consapevolezza. Il piccolo, infatti,
passava
giornate intere al prato vicino a casa sua, una grande distesa erbosa
dove in
primavera sbocciavano un’infinità di fiori. Se ne
era innamorato subito, di
quel luogo. Vi passava talmente tanto tempo che prese
l’abitudine di guardare
il cielo e in particolare le nuvole, che lo affascinavano senza un
perché. Spesso
declinava gli inviti degli altri bambini per starsene seduto
lì, a godersi il
suo paradiso, in pace e da solo.
Spesso fino
a quel giorno.
Stava disteso
come sempre, a godersi i raggi del sole scardargli il viso e il cielo
aprirgli
la mente, soprattutto in quel giorno, che gli sembrò
scarseggiante di nuvole ma
ugualmente meraviglioso, tinto quel colore che assume in certe giornate
d’agosto,
in cui ti perdi a osservarlo, finché una pagliuzza di cotone
non ne interrompe
il dominio incontrastato.
Poi
arrivò
lei. Non la vide subito, ma la odiò nell’istante
in cui il suo corpicino gli
oscurò il volto dal sole e con esso la visuale aerea.
“ma
cosa
guardi?” chiese curiosa lei
“niente
che
ti possa interessare”rispose seccato lui
“come
sei
permaloso!” si arrabbiò lei “voglio
sapere cosa guardi!” scalpitò “non me ne
andrò di qui finché non me lo dirai,
così impari” proclamò la piccola
assicurandosi di coprirgli per bene la visuale.
“sei
una
seccatura” commentò
“e tu
un
pigrone!” ribatté
Un attimo
di silenzio. Il piccolo la guardò mentre stava a braccia
larghe di fronte a
lui. Sarebbe stata una bambina perfetta, se non fosse stato per quel
caratteraccio. Un lupo travestito da pecora insomma. Poi il suo sguardo
si posò
sui suoi occhi. Incredibilmente azzurri
e spalancati in un’ espressione di fermezza e
sfida, che davano l’impressione
che non sarebbe crollata mai.
Lui
osservò
il cielo dietro di lei, poi i suoi occhioni.
Non poteva
essere vero, quelle iridi non solo riuscivano a concorrere con la volta
celeste
ma la superavano in intensità e brillantezza.
“cos’hai
da guardare!” si indispettì lei,
notando che il giovane non smetteva di fissarla.
Infastidita
si girò e affermò “non importa,
non mi interessa più cosa stavi guardando, tanto sono sicura
che qualsiasi cosa
sia non sarà mai bella quanto me!” al me finale la
biondina si rigirò e sorrise
divertita facendogli l’occhiolino.
Il piccolo
Nara la guardò sconcertato e indignato, ma anche ammirato da
tanta sicurezza. Scosse
la testa e le rispose “convinta tu” tornando a
incrociare le braccia dietro la
testa, osservando il cielo.
Di sicuro
non le avrebbe mai detto che aveva ragione.
“Ah,
dimenticavo, io mi chiamo Ino” concluse
la biondina sorridendo e sedendosi accanto a lui.
Quel giorno
il piccolo Shikamaru Nara prese coscienza di aver trovato qualcosa di
ancora
più bello del cielo, delle nuvole e di quella stessa distesa
verde.
Ino.
Non se lo sarebbe mai dimenticato.
13 anni
dopo, stessa distesa verde
“Choji,
smettila di mangiare!” urlò indignata la Yamanaka
di fronte all’ennesimo
pacchetto di patatine aperto dall’amico.
“guarda
eccolo la, come al solito, siete sempre i soliti voi due!”
commentò scuotendo
la testa e indicando una figurina sdraiata sul prato prima di rivoltare
lo
sguardo verso Choji “vado io”disse poi, senza
notare che quello si era già seduto
a godersi lo spuntino.
“ma si
può
sapere cosa guardi!?” tuonò la biondina
“sempre
niente che ti possa interessare” recitò lui
“sei
il
solito pigrone! Resterò qui finché non ti
alzi” disse perentoria lei, con le
braccia incrociate oscurandogli il viso
“e tu
la
solita seccatura” disse lui mettendosi a sedere.
“svogliato!”
“strega”
“misogino”
“indisponente”
“scansafatiche”
“scocciatura”
Il solito
teatrino
che si proponeva quasi tutti i gironi da anni a quella parte aveva
preso il via.
Lei
cominciò
un monologo moralista su come fosse l’unica che lo facesse
partecipare alla
vita del paese mentre lui la ascoltava con finta espressione scocciata,
annuendo
di tanto intanto e senza interromperla, godendosi sfacciatamente
l’azzurro dei
suoi occhi per quei lunghissimi e bellissimi minuti, prima che lei se
ne
accorgesse.
“e
smettila
di fissarmi, andiamo!” concludeva sempre lei imbarazzata e
irritata più di
prima, riuscendo a farsi seguire da uno Shikamaru che sorrideva a sua
insaputa.
Da bambino
Shikamaru
Nara si era innamorato del verde.
Poi il
cielo lo aveva incantato con il suo azzurro.
Dopo gli era
bastato un suo sguardo per dimenticare tutti gli altri colori.
Ma in tutti
quegli anni, niente gli era parso più affascinante degli
occhi cerulei di Ino
Yamanaka.
Fine flashback
“e smettila di fissarmi!!” ordinò lei voltando il viso imbarazzata mentre Shika si fece scappare un sorriso compiaciuto.
note:ringrazio coloro che seguono silenziosamente e coloro che commentano!
in particolare ryanforever e kikkyxx14 ^^
spero vi sia piaciuta
kisses a tutti
♥ marti ♥