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Autore: white_kahlan    22/01/2010    3 recensioni
Si vestì e infilò il disco nello zainetto di Choji. Poi un’altra illuminazione. Lui sapeva che avrebbe scelto quella canzone. Perché Choji sapeva che lui era innamorato di lei. Il suo amico si che era decisamente un grande lettore dell’animo umano. Ed era anche un gran bastardo.
Genere: Commedia, Song-fic, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come sei bella

“Come sei bella

Ogni giorno che passa mi piaci di più

Soprattutto mi piace pensare che tu

come me non ti senti mai schiava del tempo e sai essere unica in ogni momento

e perché nei tuoi occhi rivedo me stesso e mi sento già libero di ogni complesso

Come sei bella

Vedi come sei.. come sei bella”

 

“com’è melensa!” commentò Shikamaru leggermente schifato.

“ invece è perfetta!” proclamò Naruto sorridente

“secondo me la deve scegliere lui ragazzi, fatelo pensare” disse saggiamente un Choji travestito da Buddha

“perché ti stai già vestendo Cho?” chiese Shikamaru cercando di cambiare argomento mentre il disco riprendeva la sinfonia

“ma Cho qualcosa di più audace, tipo “e adesso spogliati, come sai fare tu …” yeah quella sì che sarebbe una canzone da dedicare” si complimentò con se stesso un Kiba -Vampiro

“Inuzuka non si tratta di una delle donnacce che frequenti tu …” commentò freddamente un Neji con in mano bende e cartacce

“io sono d’accordo con Naruto, è dolce e soprattutto è lei dai, è la sua descrizione! Se ha intenzione di provarci sarà sua” esordì Lee con il pollice alzato.

“non ci voglio provare” disse un seccato Shikamaru guardando Lee “e non ci voglio andare solo a letto” disse marcando stranamente quel solo rivolto a Kiba “ è uno stupido regalo per uno stupido compleanno per una stupida festa” concluse drastico prima di alzarsi violentemente facendo cadere la sedia e cambiare stanza

“è proprio innamorato” commentò Sai, sfogliando le pagine di un libro dal titolo “come riconoscere chi mente per amore”, neanche l’avesse fatto apposta.

“ci dovrò pensare io, come al solito” borbottò un irritato Choji, quel suo diavolo di amico non gli rendeva mai le cose semplici. Poi esortò gli altri a finire di prepararsi, se fossero arrivati in ritardo alla festa che Ino aveva preparato li avrebbe decapitati, e forse dopo li avrebbe anche cucinati.

 

Era sempre così, ogni anno lei faceva della notte tra il 22 e il 23 settembre un evento da non perdere.

E certo Shikamaru  odiava le feste. Tanto più che non poteva dileguarsi da questa perché era la data del suo compleanno, che inoltre per sua sfortuna era vicina di casa con quella della compagna di team.

Eh il destino, come direbbe Neji, gli aveva giocato proprio una bella burla non c’è che dire e sicuramente ogni anno ne approfittava per farsi qualche risata vedendolo annaspare tra fiumi di alcool e musica troppo alta. Ma il dettaglio più grave e non trascurabile stava nel fatto che ogni anno doveva farle un regalo. Già perché se teneva alla sua vita quello era il minimo indispensabile.

E ogni anno, in quel giorno, il suo quoziente intellettivo scendeva drasticamente a -183, decidendo di non collaborare e impedendogli di mettere insieme qualsiasi idea.

Shikamaru ormai si convinse che sicuramente andava a ridere di lui insieme al destino.

Che due bastardi.

Per fortuna c’era Choji.

Quest’anno però ci aveva voluto pensare lui, per rifarsi del destino ovviamente e dimostrare al suo QI che poteva cavarsela dal solo, ed era arrivato anche ad una bella conclusione: voleva dedicarle una canzone e concederle un ballo, visto che tanto ce lo avrebbe trascinato comunque.

Peccato non ne avesse ancora scelta una.

E la situazione cominciava a farsi tragica visto che la festa, quest’anno in maschera, sarebbe iniziata tra due ore, e sulla puntualità lei era stata categorica.

“esigo, Shikamaru Nara che tu ti presenti puntuale, vestito e in tiro per accogliere i nostri amici, chiaro?”

Un ricordo adorabile che si impossessò della sua colonna vertebrale, scuotendola in un breve brivido di puro terrore.

Tornato in camera di Choji fu felice di non trovarvi nessuno.

Guardò il suo vestito da principe.

Stava per venirgli da piangere.

Poi schiacciò play sul lettore dell’amico in cerca di un ispirazione.   

 

Perché a te non importa di avere difetti

ma ti piaci lo stesso e anche per questo sei bella

Come sei bella

 

Vero, pensò Shikamaru, riuscirebbe ad essere bella anche con il naso rotto.

Commentò mentalmente d’istinto.

La situazione si faceva interessante.

 Mandò un po’ indietro il brano e si concentrò sui suoni guardando su un punto fisso sul pavimento.

 

E la luce sottile del sole al mattino rovistando con ordine nel tuo casino

Quando fissi il tuo viso riflesso allo specchio

E ti passi col dito sulle labbra il rossetto

 

“Eh la solita vanitosa … anche questo ci piglia …” ammise, poi pensò a camera sua, che era un gran casino in effetti. Ricordò che le poche volte che ci era entrato gli sembrò che ci fosse passato un tornado e istintivamente rise immaginandosi la faccia dell’amica se mai avesse trovato il coraggio di farglielo notare.

 

   E mi piace guardarti che non te ne accorgi

E spostare lo sguardo se poi tu mi guardi

Per non farti cadere nella timidezza

Quello strano timore di non essere bella

Il sorriso rubato alla notte vedi come sei

Mentre muovi le mani distratte vedi come sei bella

 

Di certo non era timida, però si ricordò che le volte in cui si soffermava a osservarla, cercando di non farsi scoprire, era molto più bella di quando sapeva di essere guardata. E di questo ne era sicuro perché ultimamente la guardava spesso. Le volte che lo aveva beccato invece era arrossita.

 

Il suo sorriso poteva fare concorrenza alla luna, anche su questo avrebbe scommesso.

 

E la naturalezza di quando si arrabbiava, con lui ovviamente, stava proprio nel muovere le mani in gesti strani e rapidi, mentre le guance le si imporporavano di rosso e il ciuffo biondo le si parava davanti a un occhio, cadendo dalla sua posa e rendendola semplicemente adorabile.

Ad un tratto sorrise di nuovo.

Si rese conto che in effetti era per questo che la faceva arrabbiare di continuo.

 

Perché segui l’istinto più della ragione

 

“Ah beh ovvio, lei è istinto puro, a me tocca fare anche da ragione per lei, ma ovviamente non mi ascolta mai” pensò scuotendo la testa

 

perché sai perdonare ogni mia distrazione

 

“su questo … dipende dalle circostanze …  anzi … facciamo quasi mai” rifletté

 

perché sei naturale anche se stai tra la gente

e non ti lasci confondere dalle apparenze

 

“più naturale di lei.. sarebbe capace di farmi una scenata in mezzo alla strada senza fregarsene minimamente di chi le sta intorno.. anche se a volte si fida un po’ troppo dell’esteriorità” pensò, assumendo inconsciamente l’espressione che lanciava ai ragazzi che si avvicinavano a lei quando passeggiavano insieme per Konoha.

 

anche quando la vita ti rende insicura

Anche quando nel cuore c’è un po’ di paura

Anche quando ti perdi nella tua incertezza

Nella dolce amarezza

Vedi come sei bella

                                    

Nella mente del Nara passarono una serie di immagini.

Quando era convinta di essere un peso per la squadra,

di non avere abilità mediche particolari come quelle di Sakura,

quando aveva deciso di non amare più Sasuke,

quando era morto il loro maestro..

Si era sempre rivolta a lui, e nonostante le lacrime e il volto intristito gli era comunque sembrata bellissima.

 

D’improvviso una consapevolezza lo fulminò.

Il moro si rese conto che quella canzone così perfetta, che ormai aveva deciso di dedicarle alla festa, non era altro che una canzone d’amore.

Il che implicava che doveva ammettere di essersi innamorato di Ino Yamanaka.

 Anzi, di amarla da sempre.

“Mendokuse!” sospirò.

Poi si lasciò cadere all’indietro sul letto, buttandosi una mano in faccia, prima di sorridere da solo come un cretino: adesso  si che il destino si sarebbe divertito.

 

Si vestì e infilò il disco nello zainetto di Choji.

Poi un’altra illuminazione.

Lui sapeva che avrebbe scelto quella canzone.

Perché Choji sapeva che lui era innamorato di lei.

Il suo amico si che era decisamente un grande lettore dell’animo umano.

Ed era anche un gran bastardo.

 

Shikamaru precedette i ragazzi alla festa, come la sua seccatura aveva comandato.

Era semplicemente ridicolo.

Lei aveva insistito affinché lui fosse puntuale.

Lei lo aveva minacciato di morte certa.

Lui, nel timore di qualche ritorsione, l’aveva accontentata.

E ora LEI era in ritardo.

Doveva aspettarselo, in fondo perché sorprendersi, era o non era la seccatura più grande della sua esistenza?

Shikamaru decise di entrare dalla porta sul retro, l’avrebbe aspettata seduto e comodo perlomeno. 

Non appena accese le luci della sala si alzò un urlo dal suono inconfondibile.

“sorpresa!!!” gridarono all’unisono i suoi amici travestiti.

Bastardi.

Questo non se lo aspettava.

Anche se avrebbe messo la mano sul fuoco che l’idea era stata sicuramente di Ino.

 

“ehm.. grazie..” farfugliò imbarazzato grattandosi la nuca. Poi la cercò con lo sguardo mentre qualcuno gli faceva i complimenti per l’abito da principe. Niente, possibile non fosse ancora arrivata? Si spostò verso il buffet certo di trovarci Choji e si sedette con lui ad un tavolino.

 

Intanto al piano di sopra dell’edificio …

“ma sei sicura fronte spaziosa?!”  domandò Ino riguardandosi per la centesima volta allo specchio

“si maial-Ino sei bellissima” rispose lei esasperata. Era dal pomeriggio che la teneva li per farsi dire in continuazione come stesse bene con ogni singolo abito che provava.

“la principessa allora?” domandò “sicura che l’angelo non fosse meglio?”

Sakura prese l’amica per le spalle. Per un attimo la bionda pensò che gliele avrebbe staccate.

“Ino Yamanaka. Mettiti in testa che cadrà ai tuoi piedi comunque, chiunque esso sia, in qualsiasi momento tu voglia. Ora porta giù il tuo regale fondoschiena e non osare formulare obiezioni” disse la rosa, facendola girare e spingendola fuori dalla porta. Era stata tollerante perché era il suo compleanno in effetti, ma un altro secondo nella stessa camera con lei o un altro parere su due paia di scarpe perfettamente identiche e l’avrebbe uccisa, parola di Sakura Haruno.

 

Di sotto imperversavano i festeggiamenti. Kiba ci provava con ogni essere vivente, femminile, già completamente ubriaco, assaggiando colli e spiando nei decolté delle fanciulle con la scusa di essere un vampiro. Rock Lee ballava su un tavolo con le cannucce nel naso, travestito da foglia gigante, mentre Naruto lo inneggiava da terra, piegato in due dalle risate, travestito da scodella di ramen. Choji - Buddha mangiava allegramente le deliziose vivande offerte dai festeggiati, mentre il bel principe cercava di intrattenere una conversazione con la mummia Hyuga e uno Shino nelle vesti di dio greco, con la tunica e i sandali, gli unici due sobri della serata.

“divertente”  proclamò lo Hyuga, inutile dire che Shikamaru non ebbe mai la certezza se quella fosse stata una affermazione ironica o seria. Solo Tenten probabilmente l’avrebbe capito.

“come al solito” incise l’Aburame, facendo rabbrividire Shikamaru.

“ragazzi arrivo subito” disse il moro allontanandosi velocemente prima di morire ibernato.

Neanche a lui piacevano le feste ma qualche lato positivo lo riusciva a trovare.

Tipo guardare Naruto e Rock Lee che finivano sempre a ballare insieme.

No. Ripensandoci neanche lui vi trovava dei lati positivi.

Ad un certo punto un Choji improvvisatasi dj e tecnico delle luci puntò un occhio di bue sulla scalinata, facendo risuonare una musica più dolce.

La bella bionda era in cima e si preparava a fare il suo ingresso.

Tutti ne rimasero estasiati.

Il vestito era lungo e bianco, largo in fondo e con il corpetto che le fasciava il busto, lasciandole le spalle libere, mentre i capelli erano un po’ alzati e un po’ lasciati cadere, a boccoli vaporosi.

Shikamaru pensò che sarebbe potuto morire di infarto lì dove si trovava. 

Poi cercò di ridarsi un contegno, visto che sentì diversi occhi posarsi su di lui.

 All’iniziò non capì, poi un animalesco urlo di un Kiba esageratamente ubriaco gli rese tutto più chiaro

“ehi prinscipesca dov’è il tuo prinscipe azurro!? ..  o sceleste … non mi ricordo … e aveva un cavallo biancooo! Lo era bianco? Si il cavallo era bianco.. hihihi.. un cavallo bianco o un gatto nero.. e lo voleva bianco.. no i gatti non mi piasciono” e cominciò a ridere senza motivo per poi bloccarsi di colpo per l’indignazione verso i gatti.

“andiamo va, Inuzuka” lo prese sotto braccio uno Shino che aspettava da ore il momento giusto per defilarsi.

“ ma io lo volevo nero, il gatttto, tu me lo hai dato biaaancoo.. e non guardarmi coshi io, non shono ubriaco” affermò crucciato per lo sguardo scettico in risposta dell’amico “si e io con te non ci gioco più, cammina dai” lo rimproverò Shino.

 

Durante il piccolo teatrino la principessa aveva raggiunto la base della gradinata e Shikamaru se la ritrovò davanti in tutto il suo splendore. Poi partì una musica, non una qualsiasi, quella che aveva scelto, e lui benedì mentalmente Choji per aver trovato il momento giusto.

“volete farmi l’onore di questo ballo?” si sforzò lui, promettendo a sé stesso che più tardi avrebbe vomitato.

La giovane rimase sorpresa e imbarazzata.

“certo, mio principe” disse facendogli l’occhiolino divertita.

 

Altro dettaglio che Shika aveva trascurato.

Era un lento.

 Lei avrebbe dovuto abbracciarlo e lui avrebbe dovuto ricambiare la stretta.

 

Fece un respiro profondo e in pochi secondi le sue braccia le cingevano la schiena mentre le mani di lei si intrecciavano al suo collo, prima di cominciare a dondolare sul posto.

Solo le loro teste rovinavano il quadretto.

Una guardava in alto imbarazzata l’altra a terra, visibilmente paonazza e in forte contrasto con l’abito chiaro.

Poi lui abbassò il viso, rimase inebriato dal profumo di quella testolina bionda e sospirò.

“come sei bella stasera …”

Lei sussultò e alzò il volto incredula.

Quello non era Shikamaru Nara. Poi si riprese.

“… seccatura, questo e il mio regalo, ascoltala …” disse, mentre il viso aumentava la gradazione di rosso.

Ripensandoci forse lo era, si corresse la bionda.

Lei appoggiò la testa al suo petto e ascoltò le parole della canzone.

Sembrava  una dichiarazione.

Anzi no sicuramente era una dichiarazione.

No, no una incantevole dichiarazione.

Nonché un favoloso regalo.

“grazie” fece lei alzando il volto, incontrando gli occhi di lui, le labbra a pochi centimetri, i respiri che si intrecciavano.

Poi il moro senza interrompere lo sguardo e senza smettere di dondolare, accompagnato dalle ultime note della canzone, le chiese, inclinando la testa da un lato e incurvando un angolo della bocca in maniera assolutamente sexy

“e il mio regalo?”

lei non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle labbra, e istintivamente increspò le sue.

“perché non lo vieni a prendere?” gli rispose maliziosamente, mentre alzava gli occhi azzurri a sfidare i suoi castani.

Lui si affrettò ad estinguere la distanza fra loro in un bacio che di principesco e innocente aveva molto poco, mentre con una mano dietro alla schiena della bionda faceva un gesto parecchio poco carino, al Choji che sorrideva alla console, per niente offeso: lo aveva detto che come al solito avrebbe dovuto fare tutto lui.

note:

ultimamente ho dato di meglio ma questa ormai l'avevo scritta, così la pubblico.
Il termine "bastardi" ci tengo a precisare non vuole essere un insulto e se darà fastidio lo toglierò solo che ho visto "bastardi senza gloria di recente" e mi sono lasciata andare ^^
il "grande lettore dell'animo umano" invece proviene da un episodio de "la vita secndo Jim"

fatemi sapere che ne pensate,
un ringraziamento a chi mette tra i preferiti e mi segue ^^

♥ marti ♥
  
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