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Autore: Mary90_p    22/01/2010    1 recensioni
Allora, i personaggi sono un po' OOC, Camilla non è pasticciona e ha una sorella minore, Sabrina, e l'amore per la cara Camilla non arriverà subito! Non c’era un’arte marziale che lei non conoscesse alla perfezione, era la migliore in tutte. Le ci erano voluti anni e anni di duro lavoro per arrivare al livello di adesso, ed era considerata la miglior combattente di arti marziali al mondo.
Genere: Romantico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mirmo e Camilla 1

DRIIIIIN DRIIIIIIIIN

La sveglia. Per lei da sempre l’aggeggio infernale uscito dalla mente di chissà quale sadico! Era abituata ad alzarsi anche alle 5.00 del mattino, quindi dormire fino alle 7.30 era una pacchia, ma non aveva nessunissima voglia di alzarsi!
Aveva detto che non vedeva l’ora di iniziare la scuola? Fandonie! Lei ODIAVA la scuola! O più semplicemente odiava studiare! E se c’era qualche materia che odiava più di tutte era una sola… Quella materia che la faceva uscire pazza anche solo se si impegnava un minimo! La matematica! Tutti quei numeri, quelle sottrazioni, le operazioni, le equazioni, le frazioni… Le detestava! E indovinate un po’? Quel giorno le prime due ore prevedevano proprio quell’inferno!
Con un sonoro sbuffo scostò le coperte e si alzò. Si tolse il pigiama, si cambiò la biancheria intima e prese la divisa appesa all’armadio: costituiva camicetta bianca a maniche corte con intorno al colletto una bandana rossa legata in un nodo. La gonnellina era azzurra e abbastanza corta, non arrivava neanche a metà coscia, i calzettoni bianchi e i mocassini neri. Si vestì in fretta e furia legando i lunghi capelli color del grano in una coda alta.
Fino alle medie era solita legarli in due code, ma ormai non era più una ragazzina! Anche se in casa usava ancora legarli in quel modo, ma preferiva non lo sapesse nessuno. E poi alle medie i capelli erano lunghi fino alla schiena, ora arrivavano alla vita. Ne era orgogliosa! Erano lisci come la seta e avevano il colore del sole. I suoi occhi color cioccolato scrutarono la stanza alla ricerca della cartella. Eccola! L’aveva preparata ieri prima di andare a dormire, quindi era sicura di non aver dimenticato niente.
La prese e scese al piano di sotto, in cucina, ove vi trovò la sorella minore che stava già facendo colazione e la madre intenta a preparare le uova.
<< Buongiorno, tesoro! >> la accolse la donna con un sorrise.
<< ‘Giorno, sorellona! >> biascicò la più piccola di casa Minami.
Lei era sua sorella minore, Sabrina, quell’anno avrebbe cominciato la prima superiore nella stessa scuola di Camilla.
Anche Sabrina era bionda con gli occhi marroni, ma, se i capelli della prima erano splendidamente lisci, quelli della seconda cadevano sulle spalle in morbide onde. Sabrina era molto più bassa di Camilla, le arrivava a malapena al mento nonostante un solo anno di differenza. A differenza della prima che emanava forza e combattività a causa dello sport che amava e della sua altezza, la seconda pareva una creatura fragile e indifesa, dando l’impressione di potersi spezzare da un momento all’altro e, mentre Camilla aveva un carattere forte e deciso,faceva amicizia in fretta,  sempre abituata a cavarsela da sola, Sabrina era invece molto dolce e gentile, soprattutto molto timida nei confronti della gente, il che incuteva nel prossimo una sensazione di tenerezza e un istinto di protezione.
Be’, in effetti sua sorella era veramente così… Riflettè Camilla mentre addentava un pezzo di pane tostato con sopra la marmellata di pesche, ma sapeva benissimo che, quando la situazione lo richiedeva, sapeva essere molto forte. Anche se fino a quel momento non ce n’era stato un bisogno effettivo.
Finito di fare colazione, le due ragazze si alzarono in contemporanea, presero i pranzi per scuola in cartella, diedero un bacio alla madre e uscirono di casa.

<< Ehi, Cami. >> la chiamò Sabrina mentre camminavano. La scuola non era lontano da casa loro, così preferivano andare a piedi.
<< Dimmi. >> rispose distrattamente la sorella maggiore.
Anche nel loro modo di camminare si notava la loro differenza di carattere: Camilla camminava tenendo la mano sinistra nella tasca della camicetta della divisa e teneva la cartella dietro la spalla, mentre Sabrina teneva la cartella davanti, con tutte e due le mani.
<< Parteciperai al torneo di quest’anno? >> le chiese esitante. Sabrina nutriva molto rispetto verso Camilla: la invidiava per quel suo carattere forte e solare e soprattutto per la sua forza fisica. A scuola nemmeno i bulli osavano mettersi contro di lei od osavano toccare persone a lei care.
<< Be’, penso proprio di sì. Perché? >> le chiese guardandola curiosamente.
Il bel viso di Sabrina si fece incerto. << Be’… Non sei una cima negli studi e salterai gran parte delle lezioni… Non sarebbe meglio saltare quest’anno? >> cercò di farla ragionare e Camilla rise. << Non ci penso proprio! Ma perché mi fai questa domanda? Non sei d’accordo sulla mia partecipazione? >> << Non è questo, è che… Quando ci sono questi eventi stai lontana da casa per mesi interi e non torni mai neanche durante le pause in cui non devi combattere! La verità è che si sente la tua mancanza in quel periodo… Anche mamma è spesso giù di corda, anche se si consola con le tue vittorie. >> spiegò mestamente e Camilla la fissò sorpresa.
Riprese a guardare avanti, senza rispondere. Le dispiaceva lasciarle sole in quel periodo, ma i tornei erano anche una buona occasione per guadagnare parecchi soldi e, dato che sua madre col suo lavoro non guadagnava moltissimo, aveva deciso di partecipare ai tornei per dare un aiuto.
<< E poi abbiamo sempre paura che ti succeda qualcosa! >> aggiunse Sabrina, afferrandola per il braccio sinistro. << I partecipanti non si fanno scrupolo del fatto che sei una ragazza e noi siamo molto preoccupate. >> Camilla sorrise gentilmente  e poggiò la mano sinistra sulla testa della sorella, scompigliandole affettuosamente i capelli. << Sa’ *, il fatto che non si fanno scrupolo è positivo, perché se ne avessero allora non meriterei il titolo di miglior combattente di arti marziali al mondo, non trovi? Affrontare avversari sempre più forti è per me uno stimolo, un incentivo per fare sempre del mio meglio, senza mai adagiarmi sugli allori. >> cercò di spiegare.
Sabrina sospirò. Quando si parlava di combattimento gli occhi della sorella brillavano di luce propria, come se non ci fosse altro al mondo che la entusiasmasse. Non potevano certo costringerla a rimanere rinchiusa in casa, avrebbero sicuramente rischiato di spegnere quello spirito guerriero che l’animava. Non sarebbe più stata la loro Camilla altrimenti.
Sospirò. Lei e sua madre erano destinate a morire di preoccupazione, pensò con affetto.
<< CIAAAO, CAMILLA! >> La bionda si senti abbracciare al collo da dietro e si girò di scatto. << Carolina! Ma sei impazzita, così mi soffochi! >> protestò cercando di liberarsi dall’abbraccio “affettuoso” della sua migliore amica.
<< Quanto la fai lunga, uffa! >> sbuffò questa sorridendo. Carolina era una bella ragazza, lisci capelli rossi che era solita portare raccolti in due morbidi chignon ai lati della testa e un paio di occhi smeraldo niente male. Era il capitano della squadra di pallavolo e aveva un fisico niente male.
<< Ciao, Sabrina! Sei tesa per il tuo primo giorno di scuola? >> domandò solidale alla ragazza, che sorrise tremante. << Eh… Abbastanza, sì. >> ammise.
<< Ah, sta tranquilla! >> si mise in mezzo alle due sorelle e circondò il collo della più piccola con un braccio. << Sei la sorella della ragazza più popolare della scuola, impossibile che ti trattino male! >> sussurrò con fare cospiratorio e Sabrina rise leggermente, mentre Camilla scuoteva la testa sorridendo. Carolina aveva il potere di dare il buon umore a chiunque!
Presero a parlare delle vacanze estive, ma dovettero fermarsi ogni due secondi perché tutti gli studenti che passavano a fianco a loro si fermavano a salutare con devozione Camilla, neanche fosse una divinità.
La bionda sbuffò. << Odio quando non si può finire un discorso in santa pace! >> si lamentò e Carolina la colpì al fianco col gomito. << Ma sentila! Sei la più famosa nel nostro istituto, la più corteggiata e pure ti permetti di parlare? Molte ragazze ucciderebbero per essere al posto tuo! >> la rimproverò. << Si facciano avanti, allora. >> borbottò lei in risposta.
Sorpassarono il cancello d’ingresso e percorsero il lungo viale costeggiato da alberi di ciliegio, i preferiti di Camilla.
I ciliegi fiorivano in primavera, quindi era ancora troppo presto per vedere lo spettacolo che regalavano quegli alberi meravigliosi.
Sabrina vide una sua compagna delle medie e decise di unirsi a lei e lasciò la sorella in compagnia di Carolina.
<< E’ diventata molto carina. >> osservò la rossa fissando la matricola che si allontanava di corsa. Poi sorrise maliziosamente a Camilla. << Stai attenta, potrebbe soffiarti il posto! >> la provocò e l’amica rise. << Sarei solo contenta per lei, questa carica di bella e temuta della scuola non mi si addice più di tanto. >> osservò sorridendo.
Gli studenti si recarono nella palestra, ove erano stato sistemato un piccolo palco con un microfono e di fronte adesso delle file interminabili di sedie per gli alunni.
Camilla e Carolina si sedettero nella fila riservata alle classi del secondo anno, mentre Sabrina e le sue amiche nelle file del primo.
<< Il discorso del preside sarà una noia come al solito. >> indovinò Camilla scocciata. << Oh, be’, non sarebbe una novità. >> si disse d’accordo un ragazzo arrivato in quel momento. Era alto, con i capelli castano scuro e degli incredibili occhi color zaffiro. La divisa maschile consisteva in una camicia bianca decorata con una cravatta blu e lo stemma della scuola sulla manica, così come per la divisa femminile e dei pantaloni, anch’essi blu e mocassini neri.
<< Ciao, Fabrizio. >> lo salutò Camilla sorridendo a trentadue denti. Eccolo! Il ragazzo più bello e corteggiato della scuola! Camilla aveva una cotta per lui sin dalle medie, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo. Una volta finite le medie aveva creduto che le loro strade si sarebbero separate, invece il destino aveva voluto diversamente, ed aveva fatto sì che Fabrizio e Camilla andassero nella stessa scuola superiore, un liceo Classico, nella stessa classe.
Chissà se quell’anno sarebbero capitati ancora in classe insieme… si chiese la ragazza, ansiosa.
<< Posso sedermi qui? >> chiese Fabrizio indicando il posto alla destra di Camilla, dato che Carolina si era seduta alla sua sinistra. << Eh? >> la biondina scese in quel momento dalle nuvole e annuì vigorosamente. << Sì! Sì, certamente! >> arrossì e abbassò lo sguardo.
Il ragazzo si sedette comodamente, un atteggiamento rilassato.
<< Come ti sono andate le vacanze estive? >> le chiese. << Bene. Le ho passate in montagna ad allenarmi, quindi non possono che essere andate bene! >> osservò orgogliosa. << Ma ti alleni sempre? >> si meravigliò lui. << Ovvio! >> rispose sicura di sé. << Per quanto forte puoi essere, hai sempre da imparare! Se credi di essere migliore di tutti gli altri solo perché sei più bravo, arriverà il momento in cui perderai! Allenarsi sempre, e non mettersi mai su un piedistallo, questo è il segreto di ogni combattente che si rispetti! >> aggiunse seria.
Fabrizio sorrise. Gli piaceva il temperamento focoso di quella ragazza, gli era sempre piaciuto. Sin dalle medie l’aveva sempre ammirata per i risultati ottenuti nelle arti marziali e doveva dire che aveva avuto una piccola cotta per lei. Prima che…
Spostò lo sguardo alla sua destra, verso un gruppo di ragazze del primo anno. Prima di lei… Ora a lui piaceva lei, Sabrina…

 
TO BE CONTINUED…

   
 
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