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Autore: vale_cullen1992    22/01/2010    8 recensioni
- BELLA! DOVE SEI? CHE È SUCCESSO? – Edward urla. Non capisce. Non immagina nemmeno lontanamente che sto per dirgli addio. Che sto morendo. - Io non… non lo so… c’è la neve… e fa’ freddo… c’è sangue… Edward… - mi blocco, rilasciando un sospiro tremolante e ricolmo di dolore. – Mi… mi dispiace… -
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Vi chiedo immensamente scusa per il ritardo, avrei dovuto aggiornare ieri ma non ero a casa. Perdono.

Mi fa' piacere che la mini ff vi abbia incuriosito. Grazie di cuore a chi ha recensito e chi l'ha messa tra i preferiti/seguiti.

Vi lascio con la seconda parte. 

Un bacio.



Red.

Part II

Pov Bella.


Osservo freddamente l’edificio dinanzi a me. Una chiesa.

È gremita di persone all’interno, ne sento chiaramente l’odore. L’aroma del sangue fresco è forte, mi tenta.

Getto uno sguardo ad una macchina lì vicino, beandomi del mio riflesso. Indosso un lungo vestito rosso, appariscente. I miei capelli castani sono acconciati in morbidi boccoli, mentre le labbra sono di fuoco. Rosse come il sangue, sono ammalianti.

Cammino lentamente verso l’ingresso, spalancando l’enorme porta della chiesa. Sbatte contro la parete con un’enorme fracasso che fa girare tutti, spaventati.

Al centro, dinanzi l’altare, vi è una bara e una foto. La mia foto.

Avanzo, osservando il parroco con freddezza, contenendo con difficoltà la rabbia che provo. Attorno a me tutti mi guardano spaventati e increduli. Infondo, questo è il mio funerale, non dovrei essere qui.

Malgrado lo sgomento posso sentire l’eccitazione dei ragazzi presenti, che mi osservano famelici e incantati dalla mia figura. Mai giudicare un libro dalla copertina, lo impareranno a breve.

Mi fermo davanti alla bara, osservandola ironicamente.

- Mi chiedo, signori. – la mia voce risuona melodiosa e fredda per tutta la Chiesa. – Per quale motivo siete qui, a piangere su una tomba vuota. Non è forse una cosa assurda, padre? – osservo freddamente il parroco, che mi guarda sconvolto.

- Voi… voi siete morta! – strilla.

Rido, una risata senza gioia. – Forse si, e forse no. Sono qui, il che vuol dire che non sono morta. Ma non sono nemmeno la vecchia Bella Swan, il che vuol dire che forse, sono morta davvero. Un bel dilemma. – dico ironicamente.

- Questo non è… reale… - mormora spaventato lui, afferrando tra le mani il crocifisso d’oro che porta appeso al collo.

- Beh, tecnicamente. – avanzo verso di lui, salendo i gradini dell’altare. L’unico suono è il fruscio del mio vestito. – Può ritenersi decisamente reale. Moderi i termini, Padre, potrei offendermi. Non tollero essere trattata alla pari di un fantasma. – sibilo, fermandomi dinanzi a lui.

- Questo è un abominio, voi siete morta una settimana fa’! Non potete essere qui, voi siete un mostro! – urla, puntando il dito indice contro di me.

La mia mano scatta attorno al suo collo, stringendosi in una morsa ferrea. – Prego Padre, lo ripeta di nuovo. Esprima la sua opinione. – stringo più forte la mano, facendolo rantolare.

Rido. – Mi scusi, ma non capisco che sta dicendo. Se forse aumentasse il tono della voce, capirei meglio. – aumento la presa.

- L’avevo avvisata Padre. Mi offendo facilmente. – muovo la mano verso destra, in una rapida torsione del polso. Il crack dell’osso che si spezza, risuona nel silenzio della Chiesa.

Lascio cadere il corpo a terra con una risatina divertita.

Mi volto a osservare tutti gli altri, immobili ai loro posti. Scendo i gradini, parandomi dinanzi la tomba.

- Questa, signori, chiaramente non serve. – l’afferro come se fosse un foglio di carta, lanciandola con violenza verso l’ingresso.

Nella prima fila scorgo mia madre e mio padre, che piangono disperati e sconvolti. Gli raggiungo, osservandogli in silenzio. – Forse è meglio che andiate via. – mormoro, chinandomi e dandogli un bacio leggero. Sussultano lievemente, a causa del freddo innaturale che mi accompagna. In fin dei conti, sono morta.

Mi guardano, non capendo. – Andate via. – ripeto, ringhiando leggermente.

Si alzano velocemente, osservandomi sconvolti. Escono in fretta e furia dalla Chiesa, senza guardarsi indietro. E fanno bene. Meglio che non vedano cosa è diventata loro figlia.

- Bene bene. – mormoro, osservando i presenti.

- Bells… - mi chiama dolcemente una voce.

Non la conosco. O per lo meno, non risveglia niente in me. Però, è come se appartenesse a qualcuno di importante, non so spiegarlo.

D’istinto il mio sguardo cade sul braccio destro, dove vi è appeso un bracciale con un diamante a forma di cuore. Non ricordo chi me l’ha regalato, ma sento che questo bracciale è molto importante per me.

- Bells? – mi richiama la voce.

Mi giro, osservandone il proprietario. È un ragazzo dai capelli bronzei e gli occhi verdi. Molto alto. Indossa degli abiti neri e una camicia bianca. Ha il viso segnato dal pianto, l’aria distrutta. Sembra un uomo divorato dalle fiamme.

Mi avvicino lentamente a lui, osservandolo. Ha un ottimo odore, decisamente una fragranza che colpisce. La gola mi brucia, ma ignoro questa fastidiosa sensazione.

Chi è costui? Mi conosce, forse? Perché la sua voce è così dolce e carezzevole, come quella di un’amante?

Mi blocco, osservandolo da vicino. È molto bello, come umano. Decisamente un bel ragazzo.

Aggrappata al suo braccio destro vi è una ragazza dall’aspetto minuto, dai corti e sbarazzini capelli neri. Mi guarda sconvolta, mentre calde e silenziose lacrime le rigano il viso. Ha il viso contratto in un espressione di puro dolore.

Non la conosco. Non mi ricordo di lei.

- Bella… - il ragazzo rilascia un sospiro di pura estasi, mentre allunga un braccio e mi accarezza il viso. La sua pelle è calda, il contatto piacevole. Ma non mi fido.

Lo osservo sospettosa. Allungo le mani, aprendo il colletto della camicia e i primi bottoni. Lo guardo fisso, mettendolo a proprio agio.

La ragazza rafforza la presa. Non si lascia ingannare, di sicuro sente che in me c’è qualcosa di diverso, di malvagio.

Sorrido al ragazzo, avvicinandomi al suo collo. Vi deposito un bacio. Due. – Posso? – mormoro al suo orecchio, usando un tono dolce e carezzevole.

Il ragazzo mi stringe la mano tra i capelli. – Si… - mormora.

Non me lo faccio ripetere due volte.

Lo mordo. Lo mordo, e vedo tutto. Tutto.

*****

** Note **

Il vestito rosso di Bella è questo, ed è da qui il nome della ff.

Vado piuttosto di fretta, scusatemi. A lunedì.

Baci

   
 
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