L era sdraiato sotto le coperte, guardava il soffitto.
Light uscì dal bagno e lo raggiunse, scivolando sul materasso e circolando le braccia attorno alla sua vita sottile. Lo baciò sulla guancia, sembrava davvero felice. E in effetti lo era.
Per Light, la relazione con Ryuzaki era come una favola: il fatto che non gli importasse affatto ciò che pensavano le persone lo aiutava a godersi ancora di più i momenti insieme a lui. In principio compagni di università, avevano poi scoperto un'affinità particolare.
Era davvero singolare che due personaggi così diversi avessero trovato nell'altro un'amicizia, ma quella loro rara intelligenza li rendeva molto più simili di quanto credessero.
Ryuzaki gli aveva poi confidato di essere L, e Light non aveva saputo se credergli o ridergli in faccia; ma L era serissimo. Si era fidato di Light tanto da portarlo nel posto in cui lavorava.
Light si era convinto, L gli aveva permesso di assisterlo mentre proseguiva le indagini di un caso complesso, in pochi minuti aveva già formulato valide ipotesi. Il giorno successivo, L aveva concluso il caso, era uno di quelli che la polizia aveva già archiviato da anni.
Light gli aveva confessato che il suo desiderio era di entrare nella polizia; fu allora che L gli propose di unirsi a lui.
“Co-.osa?! Io e te...?! Non sarei in grado!” L aveva scrollato le spalle, scartando un cioccolatino.
“Non voglio certo obbligarti, ma ti conosco da un po' di tempo e oltre a considerarti un amico, ritengo che tu abbia un grande intuito e ottime potenzialità come investigatore”
Light era arrossito. “Beh...tu sei L...se sei proprio tu a dirmi certe cose...ci credo” disse, dentro di sé si riempiva di soddisfazione. “Anche se è strano ricevere una proposta del genere dal più grande detective del mondo” L non si scompose. “Light. Mi piacerebbe davvero molto se accettassi la mia iniziativa”

Light lo strinse di più. Era dolce, il suo Ryuzaki...agli occhi di tutti, parevaun ragazzo privo di emozioni e che si credeva superiore a tutti, ma era un giudizio totalmente errato.
Ryuzaki era al contrario delicato, talvolta timoroso e fragile, a volte non lo si sarebbe nemmeno riconosciuto in quel detective freddo e calcolatorio di fama mondiale.
Light si era preso l'incarico di aiutarlo, fargli comprendere cosa fosse la vita, cosa fossero le emozioni. L aveva scoperto un nuovo mondo, si era innamorato di Light, dei suoi modi educati e del suo aspetto piacente, ed era sorpreso che Light ricambiasse i suoi sentimenti.
“Io...come faccio a piacerti? Non sono avvenente. Sono un tipo strano e inquietante” gli aveva detto una volta. Light lo aveva costretto a guardarlo negli occhi.
“Sei bellissimo. E io ti amo. Mi sembrano motivi più che sufficienti per voler stare insieme a te”
L gli era sembrato commosso. Si era alzato, lo aveva abbracciato.
“Anche io voglio stare con te, Light-kun...”
Poi si erano baciati, entrambi ne avevano voglia da tempo. L aveva più paura, non aveva mai provato sensazioni del genere. Light l'aveva guidato e Ryuzaki mano a mano si era lasciato andare. L tremava, steso sul letto sotto il corpo forte e prestante di Light, il quale lo rassicurava accarezzandogli i capelli, baciandolo sul viso. L sudava, il cuore batteva prepotente nell'orecchie, le guance in fiamme, ricambiò i gesti di Light timidamente. Light fremeva al suo tocco delicato, L era come spaventato dall'idea di dargli fastidio, ma Light era lì per lui, le sue dita lo estasiavano, il suo respiro curioso lo eccitava, era sincero nell'affermare che secondo lui era bellissimo e gli piaceva da morire. Quella notte fu susseguita da molte altre, l'imbarazzo di L spariva ogni giorno di più, finché arrivò il momento in cui non vi era nemmeno una briciola di barriera che li fermasse, e dopo essere tornati a casa e avere cenato, si buttavano tra le braccia dell'altro, anche sotto la doccia o nella vasca da bagno, e si amavano fino ad addormentarsi sfiniti ed appagati.

Immagini delle notti spesso travolgenti ed erotiche con Ryuzaki attraversarono la mente del giovane e un sorriso spontaneo illuminò il suo viso. L si voltò, senza allontanarsi dall'abbraccio, anzi avvicinandosi ancora di più. “Cosa ridi?” disse tranquillo. Light sospirò, il sorriso perenne e limpido. “Così...” Lo baciò sulla guancia. L alzò una mano e cominciò ad accarezzargli i capelli.
Li adorava, così chiari, lisci, sfuggenti e profumati...Light ovviamente non si scostò, miagolò sfiorandogli il collo col naso. Rimasero così per un po', L lo sentì abbandonarsi contro di lui.
Si era addormentato. Continuò ad accarezzarlo sulla nuca, soffice, il viso di Light era come quelle di un bambino, indifeso e angelico. Gli baciò la fronte, crebbe in lui il desiderio di proteggerlo ad ogni costo.
“Ti amo...” sussurrò prima di addormentarsi, tenendolo stretto.