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Autore: DeaEris    22/01/2010    4 recensioni
Una raccolta sui Guerrieri d'oro! Sul mio modo personale di vedere i dodici eroi e la loro evoluzione nella storia, ovviamente è un mio modo personale di vedere i Dodici Eroi! A cominciare dallo splendido Aphrodite di Pisces, dal suo modo di vedere sè stesso ed il mondo. Al momento il raiting è verde, ma forse potrebbe aumentare..ancora non lo so!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti!
Mamma mia stanotte a causa dell'ansia prae-esame, ho dormito due ore e sono distrutta dalla stanchezza...avrò sbadigliato diciotto volte!
Il lato positivo è che ho scritto e modificato, non riuscendo a dormire, il capitolo di Shura...e mi sono appena fatta male, scivolando con la gamba e scontrandomi con lo spigolo di legno della scrivania..dolore ç_ç!
Che gioia essere fortunate!!!
Bando alle ciance, ecco qua il capitolo sul nostro baldo giovane di nascita spagnola!


Shura di Capricorn era nome deciso e forte.
Non presentava una musicalità e non era un nome particolarmente elegante.
Era come solida roccia.
Era il nome di un'antica divinità della guerra, nome importante per una persona importante.
Shura era evidente per tratti somatici spagnolo d'origine.
I capelli eran corti, scarmigliati e del colore della notte più profonda.
Gli occhi brillavano animati da dolce Giustizia ed anch'essi di color ebano.
La pelle era squisitamente ambrata, confermando la sua appartenenza al popolo mediterraneo.
I lineamenti del viso eran squadrati, seri, come se fossero plasmati da il più squisito dei marmi.
Lo sguardo esprimeva con fierezza tutto il suo carattere granitico, fermo, deciso, inflessibile ed intransigente con gli altri e con sè stesso.
Lui pretendeva che in ogni cuore la Giustizia fosse il più alto ideale, come lo era nel suo.
Non aveva grazia nei movimenti, eran troppo marziali, eccetto quando combatteva.
Egli si muoveva solo per la Giustizia e la Giustizia non necessitava di inutili fronzoli per essere perfetta.
Il carattere di Shura era sempre stato, anche quando era tenero bambino, schivo, silenzioso, introverso e serio, oltre che diligente.
Era particolarmente marziale nei modi e rispettava le sue abitudini, senza mai scomporsi.
Era orgoglioso nella sua condizione di privilegiato, ma il suo carattere gli impediva in ogni modo di essere spocchioso e vantarsi dell'onore di essere il prediletto della Dea.
Nel suo forte braccio riposava la Divina Excalibur, dono della Dea Athena al guerriero a lui più fedele e motivo di grande vanto per lui, benchè non fosse nel suo essere il vantarsi.
Era un onore di guerriero e quindi era espresso con il silenzio più profondo, ma si vedeva dallo sguardo carico d'affetto alla statua che aveva nella Casa.
Era un grande onore, un onore che Shura elevava ancor di più, considerandolo un privilegio.
Era grato ad Athena per quel dono.
Le convinzioni, come la sua persona scolpita nel marmo, eran granitiche, quasi come se scolpita in dura roccia e non in tenero pensiero umano.
Onore, valore in battaglia, coraggio e Giustizia eran tra i primi fondamenti del suo animo coraggioso.
Eran tra i suoi più fermi ideali.
La sua spada colpiva con la certezza di esser nel giusto ed il suo filo era per questo invincibile.
Vi era, poi, amicizia, lealtà ed onestà: non vi era nessuno onesto e sincero come lui.
La pietra non teme nemici.
Nulla può distruggere la dura roccia, al massimo può levigarla per diversi secoli.
Fu il suo amore per la giustizia e la sua convinzione che dovesse difesa a qualunque costo e contro chiunque osasse minacciarla a far levare la mano a Shura contro colui che più stimava, l'uomo che più nobile, forte, coraggioso che mai avesse conosciuto, suo migliore amico, modello d'ispirazione e mentore.
Lui aveva sperato quella sera di convincerlo a desistere dal rapimento di quella bambina, ma il male aveva preso il sopravvento nel cuore dell'altro giovane e lui non aveva potuto far altro che annientarlo.
Giustizia doveva risplendere al Santuario, nonostante Aiolos, nonostante il suo cuore fosse straziato da ogni colpo inferto al corpo che provava a convincerlo di una presunta e falsa innocenza.
La Giustizia aveva, infine, trionfato senza badare alle perdite, com'era giusto che fosse.
Il suo cuore aveva provato delusione.
Grande fu la delusione nel vederlo fuggire con Athena bambina, benchè la piccina non avesse palesato il suo Cosmo divino.
Grande fu il dolore per la missione da compiere e per la morte del suo idolo e dei suoi sogni fanciulleschi.
Grande fu l'amarezza nel togliergli la vita.
Grandissima fu l'ingenuità nel parlare con colui che poi lo accecò per anni, precludendo la verità alla sua memoria.
Il rimorso ed il dolore furono celati per tredici anni dietro ad un'apparente maschera d'argilla friabile.
Shura non parlò mai con nessuno di quanto era accaduto quella notte, neppure con i suoi due coetanei, i suoi migliori amici.
Era troppo doloroso il solo ricordo.
Era forte la convinzione di aver agito per il meglio.
Per anni convisse con una vile menzogna, lui che era sempre stato onesto: Athena e la Gold Cloth del Sagittario ancora al Grande Tempio.
L'ipnosi del Ministro di Athena era perfetta, ma mai la mente fiera ed orgogliosa cedette il passo all'oscurità completa e Shura fu uno dei pochi ad opporsi al controllo mentale.
Neppure una lacrima lambì i suoi occhi.
La Giustizia aveva seguito il suo giusto corso, ma quanto dolore egli celava nascosto in lui, incapace persino di piangerlo.
Per anni, Shura sentì il crudele rimorso tormentarlo non appena guardava gli occhi verdi grandi e sinceri di Aiolia, diversi ed al contempo simili a quelli del fratello.
Come rivelare al Leone che lui era la causa della morte del fratello?
Nemmeno una goccia cadde dagli occhi scuri, ma per anni non fu capace di sorridere realmente e con gioia, nemmeno quel leggero piegarsi delle labbra.
La menzogna più grande la raccontò a sè stesso.
Le illsuioni sono tutte destinate a cadere e così accadde una sera calda.
Non si aspettava il guerriero granitico che dei bambini inesperti riuscissero a giungere a lui, alla Decima Casa, che sorvegliava con il filo tagliente di una splendida spada.
Non abbastanza tagliente, tuttavia, dappoichè ancora non era riuscita a tagliare la fragile argilla attorno al cuore silente di Shura.
Solo la voce d'accento spagnolo era ben più importante, tagliente e penetrante della spada nel braccio virile.
Non poteva commettere strage di fanciulli dentro al Tempio Sacro, grazie alla presenza della statua della Dea, che donava Excalibur al suo fedele paladino.
Shura aveva un grande rispetto per quella tradizione antica: davanti agli occhi delle divinità non si poteva far scorrere il sangue vermiglio e neppure mostrare una scena negli spettacoli teatrali con il sangue.
Era considerata un'offesa alla Divinità.*
L'attacco lo portò all'uscita dei ragazzini dalla sua Casa, ma non riuscì a trattenerli tutti, uno di loro si accorse del filo di Excalibur e riuscì a salvare gli altri.
Sentì nel corso di quella battaglia l'insistenza nella voce del giovane che stava affrontando per le parole di Giustizia, pace, amore e solidarietà.
Il giovane aveva lo sguardo sincero e le sue parole eran dette con tono innocente, il tono di colui che era poco più di un fanciullo.
Tuttavia, come aveva affrontato Aiolos, suo migliore amico perchè portatore di falsità, così affrontò con tutto il suo coraggio, la sua determinazione, la decisione e la forza quel giovane.
Doveva lottare.
Doveva difendere la sua Casa.
Il Grande Tempio doveva esser protetto da un'intrusione, da una terribile occupazione di oscurità da colui che era alla vista giovane innocente, ma che in verità portava menzogne vili e voleva dominare il luogo Sacro.
Come roccia, Shura era immobile ed occupava il Grande Tempio e non cedeva il passo.
Come roccia, la convinzione di esser nel giusto.
L'acqua di una cascata può logorare la dura roccia con il trascorrere del tempo.
Hades:
La morte fu l'unico modo per sconfiggere e desistere dall'offensiva il guerriero granitico.
Parole di pentimento scaturirono dalle labbra sottili, mentre il suo corpo si innalzava nel cielo di Athene, ormai al tramonto.
Stava raggiungendo gli Astri brillanti.
Prima di svanire nel nulla astrale, Shura riuscì a compiere un miracolo: salvar la vita di un innocente fanciullo, che dopo tredici anni aveva portato la verità nella sua vita.
Nuova vita dopo due anni scorse nelle sue calde vene.
Una nuova missione gli venne comunicata ed affidata.
Non emise un cenno di diniego e di assenso  da parte dei suoi occhi fermi.
Lui aveva nuovamente una vitale missione.
L'importante era portarla a termine ad ogni costo.
Salì le scale come traditore senza curarsi di quel nome vergognoso che tanto lo irritava.
Cosa sapevano tutti coloro che lo giudicavano così duramente del dolore di una roccia?
La roccia, però al tempo stesso, non può mostrare sentimenti.
Lui doveva compiere la sua missione a costo della vita apparente, appena ricevuta.
Non era solo in quella missione.
Il medesimo uomo che lo aveva a lungo accecato e per cui comunque non riusciva a provare risentimento e colui che gli era più affine caratterialmente.
Combattè contro Shaka, come primo nemico.
Fu causa e parte della morte del biondo guerriero e ne soffrì.
Come non odiarsi per ciò che aveva dovuto compiere?
La guerra miete sempre vittima e la Giustizia doveva trionfare, ma lui aveva usato un colpo proibito contro un guerriero nobile.
Come non piangere per un amico puro come giglio?
Vergogna e disgusto per sè stesso scorrevan in lui al posto del sangue per la morte di quell'indiano, per l'Illuminato.
Doveva lottare.
Doveva continuare a lottare.
La Giustizia doveva trionfare sopra ogni cosa, calpestando i sentimenti, compresi i propri.
Non poteva teoricamente fermarsi neppure per piangere dai suoi occhi ciechi, eppure grande fu l'odio per aver causato la morte di un altro Giusto, grande fu il rimorso per avergli tolto ingiustamente la vita.
Calde lacrime di pentimento lasciarono i suoi occhi d'ebano e privi della luce della vista.
Solo la favella gli era rimasta, ma non poteva neppure fermarsi a spiegare.
Nessuno doveva comprendere.
Eran seguiti e spiati, benchè lui non vedesse più poteva sentire quella fastidiosa sensazione e Saga, colui che vedeva lo pensò chiaramente.
Il viso era di pietra, grazie all'inespressività, ma le lacrime caddero lo stesso.
Venne portato in spalla dal fratello del suo idolo, da quel ragazzo di tre anni più giovane che lui non aveva mai avuto il coraggio di guardare e che ora neanche poteva guardare.
Provò a parlare, ma il ruggito del leone lo fece desistere dall'impresa.
Vide con terrore la morte di Athena.
La sua preziosa Dea si era uccisa davanti al suo sguardo, lui lo aveva sentito, come aveva percepito il pugno di Aiolia, pur senza poter realmente sentirlo.
Non aveva compiuto nulla in vita per proteggerla e neppure nella morte era riuscito a difenderla.
Portò in inganno il corpo alla donna nemica.
Provò ad attaccare Pandora, ma lui aveva un forte senso dell'onore.
Come colpire una donna indifesa?
Lui non amava colpire fanciulle, eppure doveva.
Il solo minacciare con il taglio della mano il candido collo della fanciulla di nero vestita, in contrapposizione alla sua Dea sempre vestita di bianco, era pensiero tremendo, ma la sua missione era arrivare ad Hades.
Lui doveva nuovamente mostrarsi forte e granitico.
Doveva esser granitico, ma la vita apparente finì senza che la missione fosse conclusa.
Cadde e svanì tra le braccia di colui che lo aveva in passato sconfitto, di colui che lui stesso aveva salvato..
L'ultima parola che uscì dalle labbra sottili fu:
*Athena...Dea...*
Il suo cuore era non di dura roccia, ma di fragile argilla.
Athena fu il primo ed ultimo pensiero di quel giovane dai corvini capelli.
Fu l'onore della sua breve vita combattere per la Dea e morire per lei, pronunciando il suo nome dolce come nettare, delicato come ambrosia.
Fu l'orgoglio della sua breve vita la consapevolezza che lui aveva protetto con ogni mezzo la Giustizia.
Un'ultima eroica azione doveva compiere.
Tornò come ombra priva di corpo, come ombra d'oro per distruggere un muro.
Il Muro del Pianto si ergeva tremendo davanti a lui ed ai suoi compagni ed amici.
Senza esitare nemmeno un istante, espanse il suo Cosmo volentieri, insieme a coloro con cui era cresciuto, coi suoi fratelli, insieme ad Aiolos, insieme a coloro che come lui avevan sofferto ed eran stati chiamati traditori, insieme ad Aphrodite e Death Mask.
Salutò con parole schiette, sincere, ma brevi il fanciullo che era davanti a lui.
*Excalibur ha trovato degno custode in te, Shiryu.*
Shiryu era il fanciullo che poteva prendere il suo posto d'eroe.
Era forte, coraggioso e mai una volta si era arreso nella sua breve vita, donata alla Dea.
La fine giunse in un attimo di luce, in un lampo d'oro, come raggio di Sole.
Era caldo come l'assolata Spagna, in cui Shura era cresciuto.
Tutto venne distrutto.
La roccia che componeva il suo spirito nobile e di guerriero non si ruppe, tuttavia.
Shura accolse nuovamente la morte con la sicurezza, l'orgoglio e l'onore di un eroe giusto.
Non si mosse neppure impercettibilmente ed accolse quella distruzione con la sua migliore tranquillità.
La montagna, le roccie non temono l'alba di un nuovo giorno.
Nulla teme la roccia.
Lo Spirito nobile è plasmato da Giustizia.
Il Muro si ruppe, così non fu per la tempra di Shura.


*Nell'antica Grecia, quando vi eran gli spettacoli teatrali le scene di violenza non avvenivano mai sul palco a causa della presenza della statua di Dioniso.
Era una mancanza incredibile mostrare alla Divinità il sangue umano.
Note dell'Autrice:
Devo dire che Shura è stato complesso da scrivere.
Egli è forse colui che più ha bisogno di parole, perchè nonostante sia sempre silenzioso, calmo e tranquillo, ha una gamma di sensazioni, sentimenti incredibile.
Insomma la sua facciata dura nasconde in verità un vero e proprio infinito, ma credo che sia abbastanza verosimile la mia interpretazione.
Lui è comunque colui che più crede nella Giustizia.
Spero vi sia piaciuto.
Alla prossima con Aiolos.
Risposte alle Recensioni:

Camus: Grazie mille per il complimento sul mio stile, che son sempre felice che ti piaccia così tanto! Dai spero di riuscire a renderti più simpatico Aiolos, non che io lo sopporti molto di più, avendo in odio sia Saori sia Seiya, che lui contribuisce più di una volta a salvare. Aphrodite è un guerriero, neppure particolarmente in fondo. E' un uomo, dannazione, benchè sia spesso raffigurato con il viso da ragazza, è un uomo e sfrutta la sua innata ambiguità per combattere e prendersi la vittoria ad ogni mezzo! E' un essere scaltro e subdolo, benchè non sembri. Io lo vedo veramente come un angelo dalle ali nere, come la Luna mostra sempre una sola faccia, ma nasconde qualcosa in sè.
Camus è uno di quelli che amo di meno, perchè fondamentalmente non lo capisco...io sono stata ferita in maniere diverse e sempre con crudeltà, ma non mi sono chiusa al mondo, anzi.
Sisi Camus è tremendamente fragile, come una lamina di ghiaccio e forse è questa fragilità che mi piace in lui, lo toglie dal piedistallo in cui si è messo.
Aoede: Grazie mille carissima! Effettivamente Camus è quello che mi piace meno di tutti, a causa di quella freddezza apparente, della superficialità con cui giudica il comportamento altrui, se non è tenuto ad occuparsi dei suoi allievi, perchè giudicare così duramente il povero Cignetto amoroso? Però al contempo credo sia solo una maschera di ghiaccio...ti dirò io ho cominciato a vederlo in modo più positivo primo con lo yaoi, poi con la saga di Hades, che l'ha umanizzato e sensibilizzato un momento, facendo comprendere la sua maschera e la sensibilità che lui nasconde. Ecco perchè ora non mi dispiace, però non è senz'altro uno dei miei favoriti.
Sakura2480: Tesoro! Ogni cosa che scrivi mi rende felice di averti come lettrice. Spero che questo capitolo non ti abbia deluso. Personalmente, Shura mi piace parecchio...è splendido!
Un bacio!
Ringrazio i Preferiti e le Seguite:
Camus, Aoede e Himechan!
Grazie a chiunque legga, anche senza commentare.
Mi auguro vi piaccia!
  
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