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Autore: BigMistake    24/01/2010    1 recensioni
La piccola Nessie è cresciuta, è diventata una donna! Vuole realizzare i suoi sogni ma ce la farà a combattere contro il destino e contro i suoi geni attira sfortuna? Questa storia è il continuo di GREY DAY IN DARKNESS- Prima Parte ed è necessario aver letto la prima per capire la seconda. Baci e buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'GREY DAY IN DARKNESS'
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CAPITOLO II: Singolar tenzone!

Ormai cominciava a mancare sempre meno al matrimonio.  Zia Alice era diventata un vero e proprio grillo, mentre il povero Jasper sembrava l’assistente dello scienziato pazzo, tanto che per contenersi doveva andare a caccia più spesso. Io invece avevo trovato l’assoluta pace dei sensi. Jacob mi riempiva di attenzioni e di amore ogni istante. Era tenerissimo e mi faceva sentire come su di un piedistallo. C’era solo ed esclusivamente una cosa che ci portava sempre a litigare. Gabriel. Si perché per Jacob la nostra amicizia era diventata sempre più pesante. In effetti non aveva altri amici oltre a me e spesso si appoggiava sulle mie spalle. Troppo spesso. Non me la sentivo di negarmi ed immancabilmente il mio caro futuro maritino accusava lui di un chissà quale complotto per portarmi via e me di essere un’ingenua. Da quando poi Carlisle aveva deciso che dovesse frequentare la mia stessa facoltà al college, la situazione precipitò drasticamente. Effettivamente Gab ancora doveva imparare a controllarsi e il discorso scuola con un parente, poteva essere di grande aiuto. Quando mio nonno ha cercato di spiegarlo a Jake, dicendo che sarebbe stato come per Alice e Jasper la situazione peggiorò ancora di più. In effetti essere paragonati a due persone sposate non era stata una grande idea. Il problema più grave, altro presagio di un Aro pronto a tornare,  era  mio padre d’accordo con Jacob. Non che a domanda diretta mi avesse risposto ‘non mi piace perché ecc.’ però da qualche pensiero che gli era sfuggito avevo capito che anche lui non vedeva di buon occhio il nostro rapporto. La cosa mi incuriosì alquanto e così, ogni volta che era distratto, cercavo di ascoltare la sua testa. E poi era una bella rivincita visto che lui non ha fatto altro in tutta la sua vita che intrufolarsi nelle mie meningi per capire cosa pensassi. Stava al suo pianoforte. Aveva spartiti ovunque, ed una penna con cui annotava, che rotolava da una parte e dall’altra. Era da un po’ che non componeva e mi fece un immenso piacere vedere che era tornato a farlo. Rimasi ferma ad ascoltare silenziosamente la sua mente, annullando persino i miei pensieri. Osservare la sua melodia prendere forma mentre si immaginava le note era una cosa superlativa. Sembrava di vedere la musica. Ma poi ad un tratto si portò le dita alla base del naso cominciando a premersi, ripetendo più e più volte le stesse combinazioni come se non  riuscisse ad andare avanti.

< Questa storia di Gabriel, mi sta veramente dando sui nervi! Mi sta anche bloccando! > lasciò la presa e iniziò a sbuffare.

< Ah, ah beccato!> adesso non poteva più sottrarsi al mio interrogatorio. Appena il mio pensiero arrivò nella sua testa si voltò verso di me con gli occhi sgranati. Fregato da una mezza vampira! Tutte quelle cospirazioni contro Alice mi stavano facendo diventare un vero agente segreto. “Papà, posso parlarti?” lo avevo preso in contropiede e messo con le spalle al muro. Ero veramente soddisfatta!

“Certo, Nessie!” deglutì nervosamente, sapevo che voleva evitare la conversazione ma ormai aveva palesato il suo disappunto e doveva essere un pochino più esauriente del solito. Presi posto accanto a lui sullo sgabello ponendomi in modo di guardarlo in volto.

“Papà, mi spieghi perché sei d’accordo con Jake per la storia di Gabriel? E non dirmi che non è così, hai fatto un pensiero di troppo!” sospirò vistosamente, consapevole di doversi arrendere.

“Ho visto alcuni suoi pensieri che non mi sono piaciuti!” disse per poi annotare nuovamente qualcosa sullo spartito mentre con la testa ripeteva la melodia che stava componendo. Oltre ad aver imparato i miei trucchi adesso li usava con nonchalance come se non me ne accorgessi. Che nervoso! Comunque quella risposta non bastava, non volevo che se la cavasse così facilmente.

“Cosa avresti visto?”

“Non spetta a me dirlo, dovrebbe parlartene lui! E poi ad essere sinceri …”

“Non aspettavo altro!” le parole mi uscirono spontanee e lui mi lanciò uno di quegli sguardi che avrebbero fatto ghiacciare i laghi ad agosto.

“ … mi inquieta molto il suo potere! ” aveva lasciato perdere gli spartiti ora si era concentrato sulla nostra conversazione. Il suo volto era realmente serio e preoccupato, quando mio padre assumeva quest’atteggiamento voleva dire che era turbato.

“Ma lo sai che lo userebbe solo in caso di estrema necessità, e mai contro uno della nostra famiglia!” cercai di tranquillizzarlo non volevo che anche lui finisse per detestare il mio amico.

< Voglio solo che tu stia attenta! Ti sei già scottata una volta, non voglio che tu soffra nuovamente la delusione!> scottata? Cosa intendeva con scottata? Me ne erano capitate talmente tante che non riuscivo a collegare un episodio con Gabriel e sinceramente non mi andava di fare un processo indiziario per qualche congettura fatta dalle due persone che soffrono di iperprotettivismo acuto nei miei confronti. Quindi volevo qualcosa di esplicito ma stavamo cadendo un’altra volta negli enigmi alla Edward, quelli che mi faranno soffrire di gastrite nonostante io non possa ammalarmi.

< Papà, perché non parli chiaro? >

“Tu sta solo attenta, per il resto non devi preoccuparti!” attenta? Dovevo stare attenta a Gabriel. Ora la cosa cominciava a preoccuparmi davvero. Decisi quella volta di non entrare in un campo che sembrava porre mio padre in uno stato notevole di ansia anche perché ormai mi aveva contagiata. Dopo la chiacchierata con lui però mi ero decisa a chiarire questa situazione una volta per tutte. Solo il diretto interessato poteva fornirmi le risposte, che non avrei ottenuto da quel vampiro appassionato di indovinelli. Se non fosse per la notevole somiglianza fisica, dubiterei che sia mio padre. Andai a caccia con Gabriel, con l’occasione volevo spiegargli i miei problemi, di come la sua assidua presenza stava minando decisamente il rapporto con il mio futuro marito e  ne volevo approfittare anche per fargli una lezione sulla famiglia.  La nostra è una famiglia numerosa e chiassosa, sempre pronta a darsi da fare per ogni componente nessuno escluso, non ero l'unica a cui si poteva affidare. Doveva allacciare un buon rapporto anche con gli altri altrimenti la sua convivenza sarebbe diventata deleteria.

 “Allora di che volevi parlarmi?” eravamo di ritorno. Quando gli avevo chiesto di camminare aveva capito che dovevo parlargli di qualcosa. Io solitamente coinvolgevo chiunque mi accompagnasse in gare e competizioni degne delle olimpiadi, era facile avvertire quando avevo in mente qualcosa.

“Gabriel, volevo chiederti un piacere!” lui si fermò lasciando che io avanzassi. Mi voltai per osservarlo, il suo comportamento mi aveva colta di sorpresa. Nei suoi profondi occhi blu leggevo lo scompenso, la paura, la rabbia. La rabbia? Gabriel non si irritava facilmente, lui era sempre composto e riflessivo.

“Non ci posso credere, stai cedendo al suo ricatto? Non mi vuoi più essere amica?” era davvero infuriato. Lo vedevo dalla vibrazione delle sue labbra e dai pugni chiusi lungo i fianchi. Ed io non avevo ancora detto niente.

“Non è che non ti voglio essere amica, è solo che non vorrei che Jacob se la prendesse troppo. E poi vorrei che allacciassi un po’ di più i rapporti con i restanti membri della famiglia. Capisco che con me hai molto in comune e che abbiamo passato insieme un orribile esperienza però sarebbe giusto che in caso di necessità parlassi anche con loro non solo con me. Qui non siamo a Volterra e nessuno ti volgerà le spalle. Ma scusa di quale ricatto parli?” in effetti quell’affermazione non l’avevo proprio capita. Nessuno mi aveva detto di allentare il mio rapporto con Gabriel, come poteva dire che ero stata ricattata?

“Ti sta costringendo a scegliere! Non può farlo è scorretto! Nei tuoi confronti, nei miei!” mi voltò le spalle cercando di distogliere il suo sguardo dal mio.

“Gabriel calmati, nessuno mi costringe a scegliere! Se non te ne sei accorto ho una testa che pensa, anche troppo, e assolutamente da sola! E poi mi sembra un po’ difficile non essere amici visto che abitiamo insieme!”

“Non abiterai più con noi, così sarà contento che potrà averti solo ed esclusivamente per lui!” non mi bastava un padre, degli zii ed un fidanzato geloso, pure l’amico ci si metteva. Bene era giunto il momento di porre fine a quella pazzia.

“Gabriel smettila ti stai comportando come un ragazzino! Io volevo solo chiederti di non starmi troppo addosso e di rivolgerti anche agl’altri, tutto qui, se ci vedi una congiura per farmi allontanare da te, ti comporti esattamente come Jacob e mi sembra sciocco rimproverare qualcuno facendo la stessa identica cosa! Quindi cerca di darti una calmata … ” incredibilmente avevo fatto un discorso serio, intelligente senza dare in escandescenza in una situazione scomoda.

“ La sua stupida gelosia ti sta costringendo a rinunciare a me! Ed io questo non posso tollerarlo!” si voltò mentre stava urlando come un forsennato, si sbracciava e sbraitava. Non l’avevo visto così inferocito, nemmeno qundo combatteva durante la rivoluzione. Ero decisamente sbigottita.

“Gabriel ma che ti prende? Non ti sei mai comportato così!”

“Io non voglio rinunciare a te, Nessie!” distolse lo sguardo dal mio che invece era puntato a capire cosa stesse succedendo “Io credo di essermi innamorato … ” indietreggiai di qualche passo dato lo shock che mi aveva preso a quella dichiarazione. Allora Jacob aveva ragione, mi devo ricordare sempre che le sue capacità profetiche sono notevoli. Si ma tanto la realtà era una ed una sola, Gabriel non aveva decisamente speranze. Era un ragazzo bellissimo, simpatico e di buone maniere anche molto affascinante. Ma il mio cuore era solo ed esclusivamente di Jacob e lo sarebbe stato per sempre.

“Gabriel, non dire sciocchezze sono una donna quasi sposata!” cercai di fargli ricordare di quanto assurdo fosse provare un sentimento del genere verso di me.

“Lo so e questo è già abbastanza doloroso! Sono consapevole che non potrai mai amarmi, che non potrò mai essere oltre che un amico, ma non voglio rinunciare completamente a te!”si avvicinò sempre di più, costringendomi ad arretrare. Ad un tratto, sfruttando la sorpresa e le sue capacità di mezzo vampiro, si accostò prendendo il mio viso tra le sue mani.

“Ti amo Nessie!” non riuscivo a crederci, mi stava dichiarando il suo amore ed ora usava il suo potere su di me. Stava piegando il mio volere con il tocco delle sue mani. Lui riusciva a far volgere la volontà altrui a suo favore, per questo era restio ad usarlo. Era molto potente, aveva ragione papà ecco perché mi aveva detto di stare attenta. Chissà da quanto covava questo desiderio. Sentivo un bisogno crescente di baciarlo. Ma non lo volevo. O si. Era il suo potere a parlare non io.

“Gabriel, non puoi farmi questo! Se mi ami davvero devi lasciarmi andare …” cercai di dire a pochi millimetri da lui. Le mie palpebre si abbassavano mentre le nostre labbra si stavano per sfiorare.

“Gabriel levale le tue luride mani di dosso!” la voce di Jacob si levò potente in tutta la foresta,  mentre Gabriel si scostò velocemente facendomi riprendere.

“Jacob!” mi rivolsi a lui che mi guardava inferocito, tremava come non l’avevo mai visto, era come se non riuscisse a controllarsi.  

“Cosa diavolo le stavi facendo?” si fissarono parecchio prima che Jake cominciò a camminare verso di noi. Il suo passo era appesantito dalla sua rabbia, il suo sguardo furente faceva rabbrividire. Si fermò vicinissimo a Gabriel continuando a fissarlo negl’occhi.

“Jacob ti prego calmati, non è successo niente!” mi opposi fra loro cercando di calmare le acque. Posai le mani sul suo petto, vibrava talmente forte che il suo tremore coinvolse anche me.

“Calmarmi! Renesmee io ti avevo avvertita che non mi piaceva, tu non mi hai voluto ascoltare stava usando il suo potere per indurti a baciarlo! Come potrei calmarmi?” era furibondo non riusciva a controllarsi, presto si sarebbe trasformato. Io cercavo invece di impedirlo, non volevo uno scontro si sarebbero fatti male entrambi.

“Cos’è Jake hai paura di essere battuto sul campo?” cominciai a pensare che Gab fosse in preda ad un raptus suicida, per sfidare un capobranco potente come Jacob aizzandolo in una lotta per il suo imprinting. E se non avesse smesso di provocarlo, l’avrei accontentato molto volentieri.

“Gabriel, taci se non vuoi guai!” cercai di farlo ragionare ma sembravano entrambi intenzionati a battersi. Jake stava cominciando seriamente ad uscire fuori da ogni controllo. Il tremore era sempre peggio e nei suoi occhi c’era la reale intenzione di ucciderlo.

“Jake ascoltami, qualsiasi cosa stesse facendo non l’ha fatto. Io amo solo te! Ti prego controllati!” avevo costretto il suo sguardo ad incrociare il mio, speravo che guardandomi capisse la veridicità delle mie parole. Tenevo il suo mento cercando di non farlo voltare verso Gabriel, che intanto aveva deciso di sfidare anche la mia di pazienza.

“Nessie, lascialo fare! Almeno la regoleremo da uomini!” cosa c’era da regolare? Io stavo con Jacob, non mi interessava vedere chi dei due era il più forte in battaglia.

“Adesso mi hai stancato!” Jake strattonò il suo mento strappandolo dalla mia mano. A quel punto ero io che mi stavo arrabbiando!

“No adesso mi ascoltate entrambi: mi avete stufato! Non sono un oggetto e soprattutto non sono un trofeo, secondo voi, battendovi, cosa otterrete?”

“Io sicuramente mi sentirei meglio, dopo avergli spaccato qualche osso!” disse Jake con ancora quell'istinto omicida nello sguardo e con la voce tremula.

“E secondo voi dopo che vi siete fatti del male io andrei con il vincitore  a bere il frullato al bar? Sembrate due bambini che litigano per lo stesso giocattolo! Sapete che vi dico: il giocattolo si è decisamente scocciato! Uccidetevi, malmenatevi, basta che mi stiate lontani tutti e due!” a quel punto la vera furia ero io, presi a correre senza curarmi se si stessero davvero uccidendo. Ne avevo decisamente piene le tasche di essere trattata come una testa incapace di pensare, soprattutto perché ho un cervello talmente pieno da poter riempire le loro zucche vuote e farcene avanzare un po’ ancora per me. Sentii qualche latrato in lontananza, si stavano battendo.

< Volete comportarvi da bambini, fate pure! >

Note dell'autrice: Buonjour a tout le monde! ecco a voi il secondo capitolo. Piccola spiegazione tecnica: come Nessie ha capovolto i poteri dei genitori, il potere di Gabriel deriva dalla capacità di Aro di essere subdolo ed astuto. Per questo ho scelto un potere che fosse in grado di piegare e convincere le persone a fare quello che vuole con il tocco delle mani.

Mi sono scordata nel capitolo precedente di dirvi che la seconda parte sarà un lungo epilogo (ben 15 capitoli!)della prima anche se avrà una storia a se stante e ovviamente non mancherà l'azione. Mi interessava vedere come la Nessie adulta affrontasse la vita e le difficoltà che essa comporta, e ricordate che non si finisce mai di crescere e di imparare.  I Cullen avanno una presenza meno assidua perchè l'uccelino prima o poi doveva lasciare il nido e ora si trova a camminare un po' con le su gambe. Comunque aspetto con ansia le recensione anche se capisco che questi sono capitoli introduttivi. 

Volevo ringraziare le quattro persone che mi hanno messo fra gli autori preferiti dopo il capitolo conclusivo della prima parte: bumby, FraZanna, never leave me, _iLaRiA_

   
 
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