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Autore: manamalfoy    24/01/2010    1 recensioni
Harry Potter e il Preside di Hogwarts Albus Silente sono riusciti a sconfiggere Voldino nel combattimento al Ministero della Magia. Purtroppo Bellatrix Lestrange ha ucciso comunque Sirius Black, ma la carneficina che comincia nel sesto e finisce nel settimo libro non ha, per grazia dell'autrice [*O*], mai avuto luogo. Vorrei sottolineare che questa ff non tiene ASSOLUTAMENTE CONTO dei fatti accaduti in quei libri, siamo in un universo alternativo. Il settimo anno ad Hogwarts del nostro maghetto sta per cominciare...[Pairing: Draco/Harry; Ron/Hermione...per cominciare...ce ne sono altri, leggete e scopriteli!]
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"The ice age is coming, the sun is zooming in
Engines stop running and the wheat is growing thin
A nuclear error, but I have no fear
London is drowning-and I live by the river!"

La musica risuonava per tutta la casa. Ginny doveva essere impazzita di certo, per tenerla così alta.
Harry tese l'orecchio. Non sapeva che Ginny Weasley, la stessa Ginny Weasley con cui era stato neanche troppo tempo prima, fosse fan del punk. Certo, non aveva un animo posatissimo, ma di certo Harry non la faceva una tipa da Clash. La cosa più buffa, pensò Harry, è che questa canzone ha la mia stessa età.
Guardò fuori dalla finestra. Era appena l'alba, ma aveva evidentemente dormito. Dopo quasi tre mesi dalla sua ultima vera nottata passata a letto, ne aveva avuta finalmente un'altra. Non si era nemmeno accorto che i giorni a casa Weasley erano volati e che quello era un giorno speciale, per lui. Il 31 luglio. Il suo diciassettesimo compleanno.
Harry si mise a sedere sul letto, guardandosi intorno. Ron non c'era. Chissà dove diavolo poteva essere a quell'ora, se non...in un qualche angolo remoto con Hermione, ovviamente.
Scese cautamente le scale, non pensando al fatto che la musica assordante aveva sicuramente svegliato tutta la casa.
Le ultime parole echeggiarono prima di lasciare spazio ad una canzone decisamente più nuova, anche se incomprensibile alle sue orecchie.
"Der Wahnsinn
ist nur eine schmale Brücke
die Ufer sind Vernunft und Trieb
ich steig dir nach
das Sonnenlicht den Geist verwirrt
ein blindes Kind das vorwärts kriecht
weil es seine Mutter riecht."

Harry raccolse tutto il suo coraggio e aprì lentamente la porta di Ginny, quel tanto da poterci far passare la testa.
-Buon giorno, Ginny...-
La ragazza stava mandando la testa su e giù a tempo di musica, i lunghi capelli color del fuoco le coprivano il viso. Non sembrò dar peso al saluto di Harry, anche se rispose al suo saluto.
-Sai, mi piace questo gruppo. Sono tedeschi. Ho sentito che tra poco uscirà il loro nuovo album.-
-Ah, ecco perchè non capisco una parola.-
-Ascolta, Harry...Perchè sei qui? Cioè, non avevamo una specie di tregua della serie "tu fai finta che io non esisto e io faccio lo stesso con te"? Per caso vuoi chiarire?-
Harry si fece scuro in volto. Gli sembrava di essere stato abbastanza chiaro, quando, tre mesi prima, le aveva detto che da lei non voleva più niente, se non un'amicizia. O eventualmente, se a lei interessava, potevano essere "amici di letto". A lui non poteva fregar di meno.
-Ho già chiarito con te, Ginny. Cosa vuoi che ti dica di più? Vuoi che mi metta a piangere? Ma dai. Scusa, volevo solo sapere chi stava cantando, ma evidentemente la mia persona ti disturba. Non ti preoccupare, levo immediatamente la testa dallo spiraglio della porta del tuo santuario.-
Harry stava per andarsene, quando Ginny lanciò qualcosa contro la porta.
Che pazza furiosa, pensò il ragazzo. Ho fatto bene a liberarmene, prima che mi riducesse ad un accendino.
Continuò a scendere le scale, mentre il profumo delle salsicce di Molly Weasley inondava lentamente i piani superiori.
Harry non aveva la minima idea di quello che avrebbe trovato una volta entrato nella sala da pranzo della "Tana".

Due ore e cinquantasette minuti prima.
-Mamma, sei sicura che sia proprio necessario?-
-Ronald Weasley, per l'ennesima volta, anche tu hai ricevuto lo stesso trattamento, come tutti i componenti della famiglia.-
-Non è affatto vero, mamma. Durante il mio compleanno ero a scuola, e la festa me l'hanno fatta i miei compagni di stanza, spruzzandomi addosso tonnellate di roba appiccicosa e difficile da togliere...E comunque da quando in qua POTTER fa rima con WEASLEY?-
Ronald Weasley era a dir poco fuori di sé. La sua stessa madre aveva tirato giù dal letto l'intera famiglia, lui compreso, alle 3 di notte per preparare la festa di Harry. Ron voleva molto bene a Harry, e questo è scontato. Però gli sembrava sempre di essere messo in secondo piano rispetto a lui...e questo proprio non gli andava giù. E pensare che se solo avesse voluto avrebbe potuto raccontare certi aneddoti su Harry che avrebbero sfatato la sua fama in 5 secondi netti. Tempo di valore europeo, da Guinness dei primati!
Desiderava una birra. Pensare al Guinness dei primati e alla sua derivazione comune con la famosa birra irlandese gli aveva fatto venire voglia di bersene una bella ghiacciata. Chissà quante se ne stavano bevendo ora Seamus e Dean (che sicuramente era a casa di Seamus, non c'era da metterlo in dubbio). Un detto irlandese poi descriveva la Guinness come un toccasana da farsi a tutte le ore, come la proverbiale mela quotidiana. Infatti gli irlandesi la bevono a colazione accompagnata da un bel paio di salsicce abbrustolite.
Lo stomaco di Ron ebbe un sussulto. Naturalmente sua madre e Hermione non poterono fare a meno di notarlo e rimbeccarlo all'istante dell'avvenimento. Hermione non si capacitava di come il suo ragazzo potesse mangiare continuamente e non ingrassare mai. Di malavoglia, Ron, stava nel frattempo incantando dei festoni perchè si piazzassero da soli dove più piaceva loro in casa. Un paio diedero problemi perché erano convinti entrambi di stare perfettamente sopra al camino. Alla fine Ron decise di spostarli entrambi e mettercene uno che faceva comparire gli auguri in base all'ora del giorno.
Mamma Weasley stava sfaccendando in cucina, che aveva abilmente insonorizzato e deodorizzato, in modo da non svegliare Harry in alcun modo. Harry o lo stomaco di Ron.
I due gemelli stavano dando il meglio di sé con gli scherzi pirotecnici da fare quella sera.
Hermione stava impacchettando i regali insieme ad una Ginny piuttosto restia e scontrosa, che lavorava senza fiatare.
Il signor Weasly stava cercando di rimettere a posto la vecchia teiera che esplodeva, perché, almeno così gli pareva di ricordare, a Harry era piaciuta quella storia, anni prima.
Tutta la famiglia Weasley (e futura nuora) era quindi al lavoro per rendere il più speciale possibile il compleanno del bambino sopravvissuto.

Draco Malfoy stava seduto sul suo letto, completamente vestito, guardando Jardi affacendarsi al meglio per pulire la sua stanza. Effettivamente non è che ci fosse molto da pulire: la stanza di Draco era un'enorme quadrato di pietra, completamente spoglio, con al centro un enorme letto a baldacchino ornato di seta nera, in un angolo una scrivania piena di pergamene e grossi libri e la sua adorata Nimbus 2001 appoggiata al muro.
Aveva la testa piena di domande...e la bocca vuota di risposte. Avrebbe voluto condividere la sua pena con qualcuno, ma non aveva idea di chi. Jardi non avrebbe capito, avrebbe semplicemente dato ragione al suo adorato padrone senza nemmeno alzare il capo da terra, mentre puliva.
Guardò la scopa. Era uno dei pochi regali che aveva ricevuto da suo padre, e non l'aveva certo ricevuta per grazia o per un compleanno. No, con quella scopa doveva umiliare l'acerrimo nemico di tutti i maghi oscuri. Il perfetto, santo patrono della magia. Harry Potter.
E invece Draco aveva accettato il consiglio del padre di diventare Cercatore di Serpeverde con tanto entusiasmo non per umiliarlo, ma per stargli più vicino possibile. Era perfettamente a conoscenza del fatto che non avrebbe mai potuto tener testa a Harry, sul campo. Harry aveva un grande talento per il suo ruolo, sembrava essere stato fatto apposta per quello. Draco sfruttava solo quei momenti per poter sentire il suo profumo. Quel profumo che lo Sfregiato emanava a decine di metri di distanza, inconfondibile. E si consolava del fatto che non poteva avere alcun tipo di rapporto con lui se non quello di finto odio.
Anche Blaise se n'era accorto, un giorno. Gli aveva chiesto il motivo di quella veemenza che usava sempre nell'accanirsi contro Potter, visto che effettivamente lui non gli aveva mai fatto nulla...Draco sviò i suoi sospetti dicendo che era semplice odio a pelle, non sopportava il fatto che Potter dovesse sempre mettersi in mostra a tutti. Ma nel farlo si era voltato facendo un cenno che dava poco peso alle sue parole, mentre negli occhi le lacrime spingevano per uscire.
-Che giorno è oggi, Jardi?-
-Mmmh...Jardi non è sicuro, signore...crede giovedì, signore...-
-E la data?-
-Non sa, Jardi, signore...ora Jardi va a controllare, signore...- disse l'elfo sparendo.
Draco attese l'esserino con calma, alzandosi diretto verso la scrivania. Poteva fare un po' di compiti, per avere le ultime due settimane di vacanza libere.
Aprì il libro di Difesa Contro Le Arti Oscure. Aveva sentito dire che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato aveva lanciato una specie di maledizione sulla cattedra, per la quale nessun insegnante avrebbe potuto durare più di un anno. Ora che era stato sconfitto, probabilmente il professor Piton avrebbe ancora avuto il posto, quindi si sentiva tranquillo anche senza fare i compiti. Ma la materia gli interessava e quindi prese a studiare.
-Jardi ha guardato, signore...-
Draco sobbalzò. L'elfo gli aveva fatto prendere un colpo.
-Jardi non materializzarti mai più in questo modo, mi hai fatto prendere un accidente.-
Jardi, profondamente pentito di questo atto, prese la piccola scopa che aveva in mano e cominciò a darsi forti colpi in testa con quella.
-Cattivo Jardi, brutto Jardi, ha spaventato signore, Jardi...-
-Jardi, smettila. Dimmi solo che giorno è e poi rimettiti pure a pulire.-
Gli occhi di Jardi si riempirono di lacrime. Il suo signore gli aveva permesso di smettere di punirsi dopo neanche due colpi...Il signor Malfoy non l'aveva mai fatto prima di una cinquantina, guardandolo divertito.
-Jardi ha guardato in calendario, signore. Oggi giovedì trentuno luglio millenovecentonovantasette, signore...-
-Trentuno...luglio...? Ah. Va bene, Jardi, continua pure a pulire. Quando hai finito controlla che non ci sia nulla da fare entro cena e poi puoi anche andare a farti un giretto nel parco, se vuoi.-
Jardi si inchinò così profondamente che quasi sbatté la testa contro il freddo pavimento di pietra.
-Jardi è lusingato, signore...-
Draco lo zittì con un cenno. Aspettò che l'elfo ebbe finito il suo giro nella stanza e quando sparì guardò fuori dalla finestra sospirando.
-Buon compleanno, Harry Potter...-

Harry si sentì in un tremendo imbarazzo da faccia color melanzana appena varcò la soglia del salotto. Due farfalle di carta gli volavano appresso ovunque andasse augurandogli "Buon diciassettesimo compleanno, Harry" ogni due minuti, come da programma dei gemelli. Ogni cosa e persona presente in quella casa, in quel momento, gli sembrava emanassero bellezza da ogni angolatura. Non sapeva che dire, si guardava intorno proprio come la prima volta che enrò a Diagon Alley. Cercava di memorizzare tutto quello che vedeva. Solo qualche ora dopo aver finito la trionfale colazione a base di dolci di tutti i tipi ordinati in scala cromatica scoprì che uno dei regali era una bella macchina fotografica magica, di quelle che se sviluppi le foto in un certo modo quelle si sarebbero mosse.
Finì il rullino che non era neanche pronta la cena, interessato come un bambino a tutto quello che gli ruotava intorno.
Non si rendeva nemmeno conto di sentire la mancanza di qualcosa, in fondo all'anima. Anzi, di qualcuno. Qualcuno che, in quel preciso momento, lontano da lì, gli stava augurando buon compleanno. Ma non ogni due minuti esatti.

Il mese seguente passò veloce come un razzo. Edvige tornò alla Tana recando il messaggio del padrone della casetta che aveva adocchiato, che diceva che aveva già trovato un affittuario per i mesi successivi e che quindi, con molte rispettose scuse, non poteva assicurare il Signor (salvatore di tutto il mondo magico, ma questo era scritto in piccolo e tra parentesi) Harry Potter di avere il posto libero per l'estate successiva. Harry si strinse nelle spalle. Avrebbe comunque potuto vivere in un luogo Babbano, magari a Londra, visto che ora poteva fare magie anche al di fuori della scuola.
E in men che non si dica si ritrovò sull'Espresso per Hogwarts, chiuso in una cabina con Ron, Hermione e Ginny a parlare dei nuovi Tiri Vispi che i due gemelli avevano progettato quell'estate.
Harry si rendeva perfettamente conto che quello era il suo ultimo anno ad Hogwarts, e che doveva, quindi, mettere in ordine un sacco di cose. Doveva assegnare il nuovo ruolo di Capitano della squadra di Quidditch, prendere i suoi M.A.G.O. ed iscriversi al corso per Auror. E magari Silente gli avrebbe dato un posto come insegnante di Difesa, dopo il suo diploma.
CHIEDO UMILMENTE PERDONO DEL RITARDO! Sono stata oberata di lavoro e non avevo proprio tempo per aggiornare xD In più ho avuto un blocco dello scrittore sui pensieri di Draco, che mi sono saltati fuori magicamente (ed è proprio il caso di dirlo xDDD) ieri notte prima di dormire xDD
Ringrazio Vampira per aver aggiunto la storia tra le preferite e serenitychibi per averla messa tra le seguite^^ E ringrazio infinitamente quelli che stavano aspettando questo capitolo xDD
  
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