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Autore: Betrayed    24/01/2010    2 recensioni
Un pugno lo colpì alla pancia, pur avendo la corazza si piegò in due. Non ebbe il tempo di reagire che un calcio lo colpì in faccia. Di nuovo un pugno, ma questa volta la bloccò. -Un po' prevedibibile, non credi?-ghignò. Ho cambiato il titolo perchè quello di prima non m'ispirava granchè...
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Envy, Greed, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alchimista d'Argento'
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CAPITOLO 23

Il sedile del treno era scomodo, Megumi sentiva le gambe indolenzite, la schiena le doleva ed era costretta a stiracchiarsi ogni due minuti. Guardava incostantemente fuori dal finestrino, tenendo gli occhi fissi sulla campagna che scoloriva e mescolava i propri colori rendendo tutti i contorni indefiniti, senza dare il tempo all'occhio di abituarsi. Si sentiva spaesata e lievemente stanca, poggiò la testa allo schienale. l'imbottitura era poca e il posto risultava alquanto scomodo, ma nonostante tutto la sonno prese il sopravvento. Edward dormiva già, mentre Alphonse e Jacqueline parlavano a bassa voce, sussurrando vicini. Lei era dovuta venire, in quanto era stata nominata "sorvegliante" dei fratelli Elric, dal comandante supremo in persona.

Correva incessantemente, sentiva i muscoli tesi e doloranti, ma correva lo stesso. Aveva le braccia scoperte, la maglia strappata in più punti, avvertiva una fascia avvolgerle il petto, era piena di lividi e ferite aperte che sanguinavano. I rami bassi del sottobosco la ferivano dappertutto, lasciando lunghi segni rossi sui suoi polpacci. Ansimava e gli occhi si facevano sempre più pesanti rendendole la vista appannata e a tratti sfocata. Inciampò, i polsi graffiarono contro le pietre e le ferite cominciarono a bruciare. I capelli biondi sporchi e appiccicosi le si schiacciarono sul viso, ormai non avevano più nemmeno l'aspetto dei suoi normali dolci boccoli. Aveva gli occhi marroni pieni di lacrime che le scendevano lungo le guancie. D'un tratto un rumore di fronte a se le fece alzare la testa. Un viso conosciuto le si presentò davanti facendola sorridere dolcemente. Il ragazzo dai capelli verdi di fronte a lei ricambiò il sorriso, sinceramente, quella nota di dolcezza e umanità stonava con il suo aspetto, ma non se ne curava.

-Envy...- Mormorò lei mentre tentava di sollevarsi. Il viso di lui si incupì all'improvviso. La ragazza perse l'equilibrio, ma Envy fu subito al suo fianco, l'abbracciò, sostenendola e facendole poggiare la testa sul proprio petto.

-Brutte notizie piccola. - sospirò. -Ti rivogliono indietro- La creaturina tra le sue braccia cominciò a tremare, spaventata. Envy le poggiò una mano sulla fronte.

-Tu scotti.-

-Non... Non portarmi indietro... ti prego...- sollevò la testa verso l'homunculus, gli occhi tristi e disperati pieni di paura, due pozzi di terrore puro.

-Non lo farò... - scosse la testa -Perchè mi fai quest'effetto?- le chiese mentre lei sveniva tra le sue braccia.

Megumi si svegliò dal sonno sobbalzando per la brusca frenata del treno.

-Resembool!- urlò l'altoparlante. La ragazza prese la propria valigia avvolgendosi nel cappotto e scese seguendo i due Elric, subito accompagnata da Jacqueline, la quale le si accostò. Era una brava ragazza, dolce simpatica e allegra. Era sempre con i due fratelli, o meglio, con il minore dei due. Per il quale i suoi sentimenti erano palesi a tutti.

Edward si avvicinò a loro due e subito Jacqueline si allontanò, seguendo Alphonse.

-Come va?- indicò con un cenno la fasciatura al polso. Megumi fece spallucce.

-Da un po' fastidio, ma nel complesso sto bene -

-Mi dispiace, è tutta colpa mia. Se fossi stato più attento- Megumi posò l'indice sulle labbra del biondo facendolo arrossire appena.

-No. Non voglio sentire certe storie. Conosco già altre persone che fanno così, torturano se stessi con colpe che non hanno. Lascia stare ok?-

Edward in risposta annuì, e Megumi ritirò la mano.

-Vuoi una mano con la valigia?- La ragazza scosse la testa facendo rimbalzare i boccoli. Il giorno prima era stata costretta a un taglio drastico poichè i suoi capelli erano troppo lunghi, ora le ricadevano appena sulle spalle, facendo risaltare il viso pallido e magro, dalle dolci linee. Fissò l'automail distrutto di Edward, talmente intensamente che il ragazzo se ne accorse e portò la mano buona alla spalla, sfiorando l'attaccatura dell'arto meccanico, aveva lo sguardo velato di una leggera tristezza.

-Winry mi ucciderà- Rise amaramente.

-Suvvia, non essere drastico-

-Oh tu non la conosci, lei mi ucciderà davvero. Con quella sua chiave inglese assassina.-

Megumi rise.

-Dai su non fare così, vedrai che sopravvivrai anche a questo.-

-Speriamo- Di fronte a loro si presentò un sentiero ghiaioso, che arrivava fino ai piedi di tre scalini di una casa gialla grande e dall'aspetto accogliente, davanti alla quale spiccava un cartello con la scritta: "Automail Rockbell". Davanti all'uscio si intravedeva qualcuno, una figura snella e slanciata, i capelli biondi raccolti in un coda alta alla quale sfuggivano due ciocche che le ricadevano ai lati del viso adagiandosi dolci sulle spalle. D'un tratto un oggetto volante non indentificato si diresse verso di loro, più precisamnte verso Edward, il quale spalancò gli occhi preparandosi all'impatto ormai impossibile da evitare. In un attimo Jacqueline spiccò un salto incredibile e afferrò l'oggetto, che poi si rivelò essere una chiave inglese, al volo, atterrando in piedi. Una voce femminile alquanto irritata tuonò tra loro, riferendosi a colei che aveva, probabilmente, appena salvato la vita a Edward.

-Chi sei tu, per fermare la mia chiave inglese?- La ragazza bionda si era avvicinata correndo, recuperando l'arnese a accarezzandolo come una madre farebbe con il proprio figlio. Megumi spalancò gli occhi osservando quello strano comportamento. Qualcosa gli suggerì che forse era meglio nascondersi, perciò lentamente si mise alle spalle di Edward, stringendo la fasciatura del polso con la mano libera.

-Piacere, sono Jacqueline Kimbly, ovvero la guardia del corpo dei fratelli Elric, sostituisco il maggiore Armstrong.- Allungò la mano verso Winry, la quale la strinse diffidente.

-Non sei un po' troppo giovane per fare la guardia del corpo? Insomma, avrai si e no l'età di Alphonse. In che rapporti sei con loro??- sollevò un sopracciglio e la chiave inglese con aria minacciosa, pronta a colpire. Jacqueline, un po' spaventata tese le braccia in avanti scuotendole con forza.

-No non fraintenda ! Siamo solo colleghi!!- Edward fece un passo avanti, affiancando Jacqueline, ma così facendo lasciò Megumi scoperta di fronte alla bionda.

-E questa chi è??????? - indicò Megumi con la chiave inglese. -Cos'è vi siete portati dietro tutta la popolazione femminile del Quartier Generale???- Sulla tempia destra le pulsava minacciosa una vena.

-No no! Anche io sono solo una collega! Mi chiamo Megumi Yiruma. Piacere. E poi.... Io... Ehm... Come dire... Sono loro sorella....- Winry sbarrò gli occhi.

-Cosa?????? E come mai io non ti conosco??- Edward sospirò.

-Winry, ti dispiace se ne parliamo dentro?-

-Taci tu! Con te faremo i conti dopo!! Intanto entriamo. Voi due mi dovete delle spiegazioni!-

 

*pochi minuti dopo*

-Hai capito?- Edward finalmente tacque, mentre Alphonse stringeva la sorella che aveva ancora le lacrime agli occhi.

Winry era rimasta ammutolita, osservava prima Edward, poi Al e Megumi e infine Jacqueline. Rimase così per qualche secondo, dopodichè sbuffò alzandosi. Tese una mano a Megumi, la quale la afferrò, si sorrisero dolci.

-Vieni con me - disse la bionda. - Andiamo in cucina che ti preparo qualcosa di caldo ok?- la mora annuì.

Si abbracciarono. Prima di varcare la soglia della stanza Winry si voltò verso Alphonse indicando i bagagli e le scale. Il biondino capì all'istante, e aiutato da Edward e seguito da Jacqueline andò a sistemare i bagagli in camera.

Winry si avvicinò ai fornelli, riempiendo prima un pentolino d'acqua per poi posarlo sul gas. Si voltò verso Megumi, che si era seduta, e la imitò. Per un po' rimasero in silenzio, i due paia di occhi azzurri, di due tonalità completamente diverse si osservavano.

La prima a rompere il silenzio fu Winry. -Mi dispiace per come mi sono comportata prima, è che... - rivolse lo sguardo verso la finestra. - Non li vedo mai, e quando arrivano qui è sempre perchè uno dei due è ridotto male. Non ricevo mai una visita di cortesia, mai una lettera o una chiamata quando sono via. Vivo in un paese nascosto, piccolo, in cui le notizie arrivano appena. Quando loro tornano è sempre una gioia per me, però ogni volta ho la paura che siano cambiati, che non avranno più bisogno di me, che un giorno smetteranno anche di venire per la riparazione, ho paura che si dimenticheranno di me. E beh, vederli così, con due belle ragazze come voi - sorrise amara - beh, mi ha fatto pensare che forse si erano sistemati.- sospirò abbassando il capo rassegnata.

-Non penso che questo sia possibile sai? Io li conosco di sicuro meno di te, però, ho potuto notare qualcosa, negli occhi i entrambi, accendersi, mentre eravamo in treno. Penso che per loro questa sia come un isola felice, un momento di tranquillità nella loro vita frenetica. Edward alle volte si comporta così, è uno stupido a non mostrare i suoi sentimenti. - Winry sollevò il capo di scatto.

-I suoi sentimenti?- Megumi sorrise.

-Sono palesi ai miei occhi. Lui ci tiene a te molto più che come un fratello tiene ad una sorella.- Il bollitore fischiò, interrompendo la loro conversazione bruscamente. Winry si alzò, immergendovi una piccola bustina. Poggiò cinque tazzine sul tavolo e vi versò il the fumante. In quel momento arrivarono in cucina Alphonse e Jacqueline. Alphonse sorrise a Megumi la quale ricambiò e le si sedette accanto.

-Tutto apposto?- La mora annuì.

-Edward dov'è? - chiese Winry.

-E' rimasto in camera, diceva di essere stanco.- la bionda scosse la testa e prese una tazzina.

-Gli porto il the- Detto questo uscì dalla cucina.

Salì le scale lentamente, stando attenta a non scottarsi con il liquido bollente. Si fermò di fronte alla porta della camera di Edward e bussò piano. Un mugolio sommesso provenne dall'interno e Winry lo interpretò come un si. Abbassò piano la maniglia ed entrò nella stanza. Le tende erano tirate e il buio era totale. Il ragazzo era disteso sul letto, un braccio dietro la testa e uno sopra gli occhi. Winry si avvicinò a lui, poggiò la tazzina ancora calda sul comodino e lo scosse piano.

-Edward- sussurrò.

-uhm...- scostò il braccio e sollevò una palpebra, lo stupore che si dipinse nel suo sguardo fu grande.

 

 

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ecco fatto ^^ spero vi sia piaciuto anche questo capitolo... mi scuso per il ritardo, l'html è sempre quello del capitolo precedente e la cosa mi scoccia >.< . Il capitolo mi pare lunghetto, fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando, recensite.

Punkbe: piaciuto? Secondo me Megumi e Winry andranno d'accordo come sorelle, Winry mi sta abbastanza simpatica... ma che succederà adesso? mah! Lo so solo io!!!! hehe!!

Kiri Dellenger: Eh si, Megumi in vacanza, con Jacqueline pure! Vediamo se indovini perchè ce l'ho messa dentro? *ammicca* xD La parte in corsivo è un racconto a parte, frutto di una mia ideuzza *.* Envy mi è sembrato abbastanza.... Dolce... però questo rientra nei miei piani!! Muhahahaha!!!La storia si allunga!!!

Rinnovo l'invito a recensire e ringrazio chi ha messo la fanfic tra i preferiti e tra le seguite!!!

A presto ^^

   
 
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