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Autore: semplicementeme     25/01/2010    4 recensioni
- Sara, è meglio se stasera resti a dormire da me.
La ragazza neanche lo sentì. Si accucciò meglio tra le braccia dell’amico e continuò a dormire.

***On line Prologo + XXIV capitolo***
PROSSIMO AGGIORNAMENTO: A DATA DA DESTINARSI
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il sapore di un bacio'
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Capitolo XXIII

 

       - Sì mamma, te l’ho detto: avevo mal di testa e mi sono addormentata sul divano. Appena mi sono svegliata ti ho chiamato, per questo avevo la voce intontita… no! Dopo cena sono andata a letto e mi sono addormentata senza neanche chiamarti. Non occorreva chiamare Clara ed Andrea, li hai fatti preoccupare inutilmente!

   Era al telefono con la madre da almeno venti minuti e per l’ennesima volta le stava propinando quella scusa assurda, si chiedeva se effettivamente sua madre le avesse creduto; probabilmente sì dato che, come la figlia, anche la signora Graci soffriva spesso di attacchi cefalgici. 

       - Ok! Non preoccuparti. No, oggi ho la giornata libera. Penso che starò a casa per riposare. Ultimamente ho lavorato parecchio… va bene, sì, un bacio a te e papà! Ciao… a dopo!

   Aveva chiuso, finalmente era riuscita a convincere la madre a mettere fine a quella telefonata.

   Aprì lo sportello e prese un biscotto dal barattolo dove erano conservati: sperava che il mettere qualcosa nello stomaco le facesse passare la nausea che aveva dalla sera prima. Era terribile avere il mal di testa e la nausea e tutto per una sbornia… che poi non le era servita a niente, se non a farla litigare con i suoi amici.

   Di Clara ed Andrea non c’era traccia e così ne approfittò per tornare in camera e cercare di capire cosa, effettivamente, le fosse passato per la testa.

   Ubriacarsi! Era assurdo, aveva avuto una pessima idea e non esistevano giustificazioni per un atto simile! Era da immaturi, i suoi amici avevano ragione a seccarsi tanto. Aveva commesso un’idiozia!

   Passando davanti la camera di Clara fu tentata dall’entrare e chiedere scusa ma sapeva che il suo orgoglio non le avrebbe mai permesso di fare una cosa simile, se avesse messo piede in quella stanza sarebbero finiti a litigare ancora ed era meglio evitare, almeno per il momento.

 

       - La tua presunzione è tale da non farti ammettere di sbagliare, anche quando hai torto marcio!

       - Grazie! Tu sì che sai come farmi sentire importante!

       - Non negarlo! Lo sai anche tu, hai lo stesso carattere di tuo padre!

       - Ora non tirare in ballo mio padre…

       - Vedi? Sei saltata su come una molla, non vuoi sentirti dire che hai difetti!

       - Scusa, se sono così pessima e presuntuosa, perché stai con me? Mollami!

       - Hai tante altre qualità…

       - Certo… e tu sai girare le frittate a tuo piacere!    

       - Sai che ti amo?

       - Anch’io… ma questo non toglie il fatto che sei insopportabile!

 

   Odiava quella situazione. Era orgogliosa e presuntuosa. Forse doveva fare lei il primo passo. Forse, ma non in quel momento; non quella mattina: stava troppo male!

 

  Erano quasi le undici quando sentì bussare. Erano trascorse quasi tre ore da quando Andrea e Clara erano piombati nella sua stanza svegliandola in quella maniera poco ortodossa, fortunatamente non le avevano scaraventato addosso un secchio con acqua fredda altrimenti oltre il mal di testa e la nausea si ritrovava anche con la febbre!

       - Avanti.

   Sapeva di chi si trattava, sapeva anche che adesso tirarsi indietro era praticamente impossibile e dare una spiegazione era il minimo da fare.

       - Come va?

   Clara era stata la prima ad entrare, Andrea era subito dietro di lei, la ragazza le aveva rivolto un sorriso tirato ed aveva tentato di mantenere un tono di voce normale, ma le era riuscito difficile dato che alle orecchie di Sara quella domanda le era sembrata forzata!

       - Meglio grazie.

   Anche Sara non era stata naturale come voleva ma non poteva certo fare finta che non fosse accaduto nulla. La lite-non-lite che quella mattina aveva avuto con Andrea era stata furibonda, la prima da quando si trovavano a Torino.

       - Siete ridicole, piantatela con questi convenevoli del tutto inutili!

   Andrea aveva perso il controllo, non era riuscito a trattenersi davanti a quelle stupide frasi senza senso. Era da ipocriti chiedere a Sara come stesse, e lei era stata altrettanto falsa nel dire che stava meglio.

   Si era ubriacata da sola, in casa, e se lo aveva fatto voleva dire che aveva un problema. Se si fosse ubriacata in comitiva non avrebbe fatto tutte quelle storie, poteva capire che in compagnia si esagerasse e qualche bicchiere di troppo era accettabile, ma da soli… da soli voleva dire essere deboli e Sara non era una debole, non poteva cedere adesso che tutto si stava sistemando… era colpa sua. Si era convinto che tutto si stesse sistemando, ma non era vero, si era sbagliato. Per Sara non si stava sistemando un bel niente!

       - Mi spieghi perché ogni volta devi avere sempre da ridere su ciò che dico o faccio?

   Clara era partita! Si era girata verso Andrea e lo guardava con sguardo di sfida. Le mani ai fianchi ed il piede a picchiare a terra.

       - Perché quello che fai e dici è tremendamente sbagliato! Ecco perché!

   Ed Andrea non era riuscito a trattenersi dal risponderle, non aveva voluto trattenersi. Battibbeccando con Clara avrebbe scaricato parte – l’ennesima – della sua frustrazione. La voce di Sara lo strappò dal suo confronto con la rossa.

       - Veramente se qualcuno ha sbagliato quella sono io.

   La sua voce era uscita piatta e priva di inflessioni, come se era ovvio che quei due stessero discorrendo in quella maniera solo per non affrontare il problema reale: lei si era ubriacata.

       - Lo sappiamo! Aspettiamo solo di capire perché tu sia stata così…

       - Stupidamente irrazionale…  

Andrea non voleva rendere le cose semplici e Clara gli dava man forte! Era incredibile come quei due riuscissero a mettere da parte le proprie divergenze quando si trattava di mettere lei con le spalle al muro. Ma Sara non si sarebbe data per vinta, dopotutto il suo motto era: “corvo rosso non avrai il mio scalpo” come recitava Robert Redford!

       - Avevo voglia di spegnere il cervello per un po’…

   Dopotutto era la verità…

       - Se tu me lo avessi chiesto te lo avrei spento io il cervello…

       - Andrea calmati…

   La voce di Clara aveva impedito al ragazzo di finire la frase. Forse si era sbagliata, poteva ancora sperare nel supporto della sua coinquilina… forse Clara non si era coalizzata contro di lei, forse…

       - Calmarmi? Scherzi?! Hai dimenticato la voce disperata di sua madre? Hai dimenticato cosa abbiamo trovato quando siamo entrati in casa? Come era ridotta lei?

       - No, non ho dimenticato, ma arrabbiarsi adesso non serve a nulla. Aspettiamo di sapere per quale assurdo motivo si sia comportata così, poi potremo anche pestarla a sangue.

   Come volevasi dimostrare! Le era sembrato strano che Clara fosse dalla sua parte!

       - Grazie Clara, è sempre un piacere sapere di poter contare sul tuo aiuto!

   La rossa neanche le rispose, la fissò negli occhi attendendo l’inizio del suo racconto.

 

       - … e questo è tutto. Ho perso il controllo e neanche mi sono resa conto di essermi ubriacata… forse volevo farlo, forse no. So solo che stamattina ho un terribile mal di testa… e mi spiace se vi ho fatto preoccupare.

   Alla fine aveva raccontato cosa era successo il pomeriggio prima con Damien, partendo dalla storia del signor Amorosi, passando per l’avventura alla fermata del tram, il sit-in sotto la finestra di casa fino al pranzo e richiesta di bacio annessa.

   Aveva raccontato tutto senza fermarsi neanche un momento e poi era stata irremovibile su questo punto: avrebbe raccontato tutto a patto  che non fosse interrotta con domande di nessun genere. Adesso attendeva il verdetto.

       - Ok… pestiamola a sangue!

   Clara era sbottata con la sua risposta. Andrea invece era rimasto in silenzio osservandola. Poi la rossa aveva ripreso a parlare senza darle il tempo di assimilare quelle parole!

       - Fammi capire… hai passato una giornata da schifo migliorata solo grazie all’intervento di quel… Dio Santo non trovo le parole per descriverlo… grazie a lui ti sei sentita meglio… il suddetto lui ti ha chiesto un bacio e tu che fai? Ti ubriachi? Ma dico sei rincoglionita?

   Clara era davvero fuori di sé. Gesticolava febbrilmente e la sua voce aumentava di intensità ogni secondo di più. Aveva iniziato a girare in tondo per la stanza e farneticava sul come il mondo fosse crudele e su come Dio desse il pane a chi non aveva i denti. Su come fosse stato un errore chiudere i manicomi, sulla necessità di fare internare quanto prima Sara e su come ubriacarsi fosse stata la soluzione più idiota a tutti i suoi problemi… almeno avesse fatto sesso! Perché certe sventure non capitavano mai a lei!

       - Clara ascoltami…

       - No Sara! Ascoltami tu! Basta! Giuro che questa è l’ultima volta che affrontiamo questo discorso, poi potrai cercarti un altro appartamento e non perché non ti voglio ma solo perché sono stanca, stanca di tutto! Di vederti così, buttare via la tua vita, i tuoi sogni i tuoi progetti. Stanca di non vederti felice, serena, allegra. È da sei anni che dividiamo l’appartamento, da quando sei qui a Torino, ed in tutto questo tempo io non ti ho mai vista viva, vera. Non ho conosciuto Lorenzo né il vostro grande amore… non ho mai parlato prima se non l’altra sera al pub, sono sempre stata in silenzio ma adesso no! Lui è partito. Se ne è andato da sette anni… sette anni… è sparito senza una lettera, un messaggio niente! E tu cosa hai fatto? Sei morta dietro lui! Mi fai pena! È questo il grande amore della tua vita? Meglio dimenticarlo allora!

   Dopo quelle parole, maledettamente e dolorosamente vere, Clara era uscita dalla stanza sbattendo la porta. Sara era rimasta con il capo chino a guardarsi le mani pallide.

       - Clara ha esagerato ma non ha torto, non su tutto almeno.

   Adesso anche Andrea l’aveva lasciata sola.

 

   Era rimasta tutto il resto della mattina in casa, chiusa nella sua stanza a riflettere sulle parole di Clara. L’amica non aveva torto. Per nulla. Effettivamente si era rinchiusa in un  mondo tutto suo dove difficilmente permetteva a qualcuno di entrare e la dimostrazione era data dalla scarsità di rapporti veri, sinceri, avuti negli ultimi sette anni… Andrea e Clara a parte.

   Chiuse gli occhi e decise di uscire da quella stanza che la stava soffocando.

   Quando fu fuori l’ultima persona che si sarebbe aspettata di ritrovare era proprio quella che mangiava tranquillamente seduto sul divano.

       - Non sei andato via…

   Andrea, sulle gambe piegate, teneva un piatto e tra le mani un panino che era stato consumato per metà.

       - Volevo sapere come stavi.  

   Le aveva risposto girandosi ed osservandola. Aspettando una risposta e per capire se, effettivamente, Sara stava meglio.

       - Mi sento una stupida.

       - Quello lo sei sempre stata… per fortuna stai tornando in te…

       - Sempre gentile…

   Così dicendo aveva preso il panino dalle mani di Andrea ed aveva iniziato a mangiarlo, sedendosi accanto al ragazzo.

       - Quello era mio. È da ieri a pranzo che non tocco nulla.

       - Se è per questo anche io!

   Così dicendo continuò a mordere ciò che restava del panino.

   Andrea si era alzato dirigendosi in cucina iniziando ad armeggiare per preparare altri due panini: uno per sé… e l’altro pure. Che Sara si arrangiasse, così imparava a farlo preoccupare!

       - Clara?!

   Sara aveva raggiunto l’amico in cucina e stava per prendere uno dei panini già pronti quando Andrea le schiaffeggiò la mano incriminata, come una madre avrebbe fatto con il figlio pronto a mettere le dita dentro il barattolo con la marmellata!

       - Questi sono miei… non ti azzardare a toccarli!

   Sara massaggiandosi la mano si portò accanto Andrea ed iniziò a preparare un panino anche per sé.

       - Clara è allo studio. Puoi raggiungerla lì…

   Sara aveva continuato a preparare il panino, a fare e disfare il panino, ascoltando il silenzio che si era creato tra lei ed Andrea… un Andrea concentrato sul fagocitare il suo pranzo. Stanca di quel silenzio, alla fine era esplosa.

       - Per quanto ancora andrai avanti così?

   Andrea aveva messo il panino sul piano cottura della cucina e poi si era rivolto a Sara.

       - Non ti seguo.

   O meglio, preferiva che Sara buttasse fuori ciò che la tormentava.

       - Aspetto la mia condanna.

       - Assolta perché il fatto non sussiste.

   Ed aveva ripreso a mangiare. Sara aveva alzato gli occhi al cielo. Odiava quei giochetti.

       - Andrè stamattina eri pronto a mettermi alla forca ed adesso mi assolvi? Come giudice sei poco credibile!

       - Sara… hai sbagliato questo è certo, ma non sei la sola.

   Sara aveva chiuso gli occhi e stretto le mani attorno il bordo del piano cottura.

       - No! Non ci provare nemmeno. Stai zitto!

   Andrea aveva sorriso mestamente all’amica ed aveva scosso il capo come a dire che invece aveva ragione lui.

       - Ancora con questa storia? Andrea ti prego, finiscila. Non puoi incolparti per tutto ciò che mi capita. Sono stata io, da sola, ad ubriacarmi come una deficiente. Tu non hai nessuna colpa!

       - Se ti fossi stato accanto…

   Sara lo aveva interrotto ed alzando il tono di voce aveva ripreso a parlare.

       - Se ieri sera fossi stato qui ci saremmo ubriacati insieme. Ho sbagliato. Ha ragione Clara, sono una stupida. Un bacio, ti rendi conto? Mi ha chiesto un bacio ed io sono entrata nel panico più totale. E se mi avesse baciata senza dirmi nulla? Mi sarei suicidata, non trovo nessun’altra soluzione!

   Adesso Sara girava per la cucina e gesticolava animatamente. Era scoppiata, non era riuscita a trattenersi ed era esplosa e da sola stava analizzando la sua situazione.

       - Per sette anni della mia vita sono rimasta rinchiusa in una sorta di bozzolo… lontana da tutto, da tutti. Ho rinunciato a tutti i miei sogni ed anche a vivere. Io… ho sperato, spero ancora, che Lorenzo possa tornare da me.

       - Sara ascolta…

       - Lo so, è sbagliato! Sono passati sette anni e di lui non ho più notizie. Sicuramente si sarà rifatto una vita ed adesso ha una famiglia tutta sua ed io… devo farmi forza ed andare avanti ma non ci riesco. Lo penso, lo sogno, mi manca. E mi sento in colpa verso voi, verso me stessa. Io… sono solo una stupida che non riesce a lasciarsi il passato alle spalle.

   Lo aveva detto. Aveva detto chiaramente che ancora amava Lorenzo… forse non era stata tanto chiara sotto quel punto di vista, ma aveva detto di pensarlo e volerlo… ed aveva detto che non riusciva ad andare avanti senza di lui. Se questo non era essere innamorata…

   La sua era stata una confessione importante, dopotutto quando si ha un problema il primo passo per superarlo è ammetterne l’esistenza!

 

Ancora un giorno di te
Per dirti che mi salderò la tua pelle sull’ anima
E questo vuoto che c’è lo riempirò
Le nostre cose più belle non le perderò
Quando ti penso mi manca il tuo sorriso
Ed il buon senso va in cenere
Poi ti disegno faccio a memoria il viso
Ma non somiglia a te   

 

  

   Buon pomeriggio! Ancora un’emorragia di recensioni ma non mi arrendo! La mia fic va avanti nonostante tutto e tutti… soprattutto tutti! Questo capitolo è un po’ vuoto ma mi serviva per quelli a venire e per spiegare un po’ meglio il perché Sara non si sia buttata tra le braccia di Damien come era giusto che fosse… dato che ho poco tempo e dato che non voglio togliere altro tempo all’aggiornamento passo direttamente ai ringraziamenti!

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- WINNIE POOHINA: Benvenuta tra le lettrici. Sono lieta di sapere che la fic ti sia piaciuta e ti ringrazio per la recensione anche se piccola. Ogni parola, anche se negativa, per me è un input al mio personale miglioramento! Spero di non averti fatto aspettare tanto e spero, ancora di più, di poter leggere un tuo nuovo commento! Alla prossima!

 

- TARTIS: Sara tu che sei una Sara vera e comprendi meglio le tue omonime che mi dici del colpo di testa della nostra Dottoressina? Mi sa tanto che tu ti metterei con Clara per pestarla a sangue, vero? Guarda però che l’ironia di Sara è la mia ironia e mi sa che, visto che io sono una Sara mancata (magari un giorno vi annoierò con questa storia!) avrò, senza volerlo, ereditato questa qualità! Guarda io credo che anche Clara abbia bisogno di essere in altre faccende affaccendata, e Sara più di tutti! Ma vedremo se si scongela un pochino la nostra protagonista! Anche a te, con quasi un mese di ritardo, buon anno! Alla prossima!

 

- HATORI: Tanya ciao come stai zuccherino? Altro che turbata Sara è stata completamente sconvolta da Damien e mi auguro anch’io che accada qualcosa quanto prima anche perché adesso sono curiosa di sapere cosa mi dirai dopo questo capitolo e questa scottante ammissione da parte della nostra Sara! Andrea è davvero carino, mi chiedo se però non ti deluderà Damien! Adesso ti saluto e torno ai miei libri, spero che la tua scuola di grafica proceda per il meglio! Un bacio!

 

   I versi riportati alla fine del capitolo sono tratti dalla canzone “Ancora un giorno di te” di Nek parte dell’album “Nella stanza 26” dell’anno 2006! Credo di aver detto tutto al prossimo aggiornamento! Un bacio!

   Questa che segue è Clara Nobili. Il volto è dell’attrice Camilla Filippi.

 

    

Clara Nobili

 

  

   
 
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