Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lyrapotter    26/01/2010    5 recensioni
SECONDA PARTE DELLA TRILOGIA
Mentre l'Ordine della Fenice, privato dei suoi nascondigli, tenta di sfuggire alle imboscate tese da Lord Sylar, sempre più implacabile, e di trovare un nuovo rifugio, il giovane Drew Potter è in cerca di un modo per spezzare l'inspiegabile legame che lo unisce proprio alla mente di Sylar, legame che nei mesi di fuga è andando sempre più fortificandosi, tanto che Drew teme ormai di essere un pericolo per i suoi stessi compagni. Un incontro inaspettato lo spingerà a prendere la difficile decisione di partire e trovare qualcuno che possa aiutarlo. Ma Voldemort continua a complottare nell'ombra, sempre intenzionato a estendere il suo dominio, e alcuni suoi piani coinvolgono proprio Drew...
Altri personaggi: Fred e George Weasley, Hermione Granger, Ted Tonks, Voldemort, Mangiamorte
Genere: Azione, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Nuovo personaggio, Sirius Black, Sorpresa | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Magic Wars saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

MW II: la lotta continua

CAPITOLO I: NELLA FORESTA

Aprile 2016

Yorkshire

Regnava una pace quasi irreale tra gli alti alberi della foresta: quasi non si sentivano nemmeno gli uccelli cantare. Un gran brutto segno: le foreste ben di rado sono silenziose. Com’era un brutto segno la nebbia innaturale che pesava sul sottobosco.

Un viandante che fosse passato per caso da quelle parti, guardandosi intorno con attenzione, avrebbe potuto scorgere una nota stonata nel quadro: un ragazzo se ne stava rannicchiato, nascosto da un agglomerato di cespugli, avvolto in un logoro mantello di un cupo verde atto a mimetizzarsi nella vegetazione. Sotto il cappuccio calato fino a coprirgli i brillanti occhi verde bottiglia appesantiti da occhiaie, si riusciva a distinguere una disordinata e incolta zazzera di capelli rosso fiamma che incorniciavano un volto pallido e smagrito, contratto in una smorfia di tensione, la mano destra stretta intorno a una lunga bacchetta di legno. Scrutava con attenzione l’area circostante, alla ricerca delle creature responsabili di quella nebbia.

Tuttavia, l’unico altro essere vivente oltre lui nelle immediate vicinanze sembrava essere uno spaurito coniglio selvatico, per quanto, tutto sommato, non fosse affatto sicuro che i Dissennatori potessero essere catalogati come esseri viventi.

L’animale scrutò con aria nervosa nella sua direzione, facendolo istintivamente ritrarre al riparo tra le foglie. Subito dopo, si diede dell’idiota paranoico: era solo un dannato coniglio, si disse, perfettamente innocuo. A sua discolpa, poteva solo dire che dopo sette mesi di fuga serrata, chiunque sarebbe diventato un po’ paranoico.

Infatti, malgrado la voce del buon senso gli dicesse che non c’era nulla da temere, Drew riuscì a rilassarsi solo quando il coniglio zampettò via, il ritratto perfetto dell’innocente e pauroso roditore che sembrava.

Bene, Andrew Potter, si rimbeccò mentalmente, ora ti fai spaventare pure dai conigli: hai proprio toccato il fondo! Ti manca giusto di trasalire alla vista della tua ombra.

E se fossero andati avanti di quel passo, non ci sarebbe voluto ancora molto. Si consolava solo pensando che anche gli altri dell’Ordine non erano messi molto meglio di lui, il che non era un gran conforto, tutto sommato: erano all’orlo dello stremo ormai, se ne rendevano tutti conti, anche se nessuno aveva il coraggio di dirlo ad alta voce. Dovevano solo alla loro spasmodica prudenza e una buona dose di fortuna se nessuno di loro era stato più catturato o peggio ucciso dopo la retata al Quartier Generale dello scorso ottobre, quella in cui aveva perso la vita Remus Lupin.

E in ogni caso, né l’una né l’altra avevano permesso di evitare diversi brutti scontri con i Mangiamorte capitanati da Sylar, il peggiore dei quali era stato senza dubbio quello in cui avevano perso casa Riddle, a metà gennaio: in quell’occasione avevano abbassato la guardia più del dovuto e per poco non si erano fatti uccidere tutti. Erano riusciti a cavarsela per un pelo, non senza riportare danni di più o meno grave entità.

Era stato dopo quell’episodio che Drew si era imposto e aveva praticamente costretto i suoi due cugini, Ethan e Kitty, a prendere una Passaporta e trasferirsi in Francia presso sua zia acquisita, Fleur Delacour Weasley e la sua famiglia: era stata una lotta dura e una separazione sofferta e Drew l’aveva spuntata solo dopo aver promesso che appena la situazione si fosse stabilizzata avrebbe permesso loro di tornare. In cuor suo, Drew era però più che convinto che i due ragazzini stessero molto meglio al sicuro lontano da lui, per quanto sentisse molto la loro mancanza, perciò non era tanto sicuro che avrebbe mantenuto la promessa, semmai l’Ordine fosse riuscito a trovare un nuovo rifugio.

Drew sospirò pesantemente, appoggiandosi con la schiena a un tronco d’albero, massaggiandosi la spalla destra in un gesto quasi meccanico. Erano rimaste profonde cicatrici nel punto in cui Sylar l’aveva colpito con l’ignota maledizione che l’aveva quasi ucciso, sette mesi prima: a volte gli facevano ancora male, se sottoponeva la spalla a sforzi eccessivi, per quanto le cure intensive e la riabilitazione a cui Ted l’aveva sottoposto durante tutto l’inverno gli avevano permesso di recuperare quasi totalmente la mobilità del braccio.

Alzò lo sguardo verso l’alto: gli stralci nuvole grigie visibili attraverso le fronde erano foriere di pioggia, avrebbe fatto meglio a riavviarsi verso la base se non voleva prendere l’acqua.

Si tirò in piedi, frugando con gli occhi tutt’intorno, pur sapendo che se ci fossero stati Dissennatori nelle immediate vicinanze l’avrebbe percepito già prima di vederli: dopo tutto quel tempo, l’orrenda sensazione di cupa depressione che si portavano dietro quelle creature era diventata fin troppo famigliare per lui e per gli altri. Nonostante la nebbia, dovevano essere lontani parecchie miglia e con loro qualunque Mangiamorte li stesse controllando: poteva solo sperare che le false piste che aveva seminato quel pomeriggio servissero allo scopo, almeno per qualche altro giorno.

Rassicurato del fatto che non c’era anima viva, si strinse nel mantello e si avviò a passo sicuro, evitando per quanto gli era possibile di lasciare segni troppo tangibili del suo passaggio. Mentre camminava, scacciò con un gesto stizzito una ciocca ci capelli che gli era caduta sul viso: quei capelli erano sempre stati un problema, indomabili e perennemente spettinati, in pieno stile Potter come amava sottolineare Sirius, per questo fin da piccolo si era abituato a non tenerli eccessivamente lunghi.

Dopo l’inizio della sua latitanza, alla luce di problemi ben più pressanti, li aveva più o meno abbandonati al loro destino, ma ora cominciava seriamente a pentirsi di quella scelta: dimenticati a loro stessi, in quei sette mesi, si erano messi sempre più sulla strada giusta per diventare un inestricabile groviglio di rovi che ormai gli arrivava a metà collo. Sarà il caso che uno di questi giorni chieda a Luna di darmi una bella tagliata, prima che Gufetto decida di farci il nido in mezzo…

La sua vecchia tutrice, Elizabeth, sarebbe di certo inorridita se avesse potuto vedere com’era conciato: tra i capelli, gli abiti ogni giorno più logori, le scarpe che sembravano tenersi insieme per magia (e in effetti era proprio così) e l’aria smagrita sembrava un vagabondo. Inevitabilmente, gli si strinse il cuore al pensiero che Elizabeth e Dudley, suo marito nonché cugino di suo padre, erano rimasti uccisi nel tentativo di proteggere proprio lui dal Ministero: a quasi un anno di distanza, sentiva ancora pungente la mancanza di quelli che considerava genitori a tutti gli effetti, avendolo cresciuto fin da quando era in fasce.

Scosse il capo, scacciando questi foschi pensieri per concentrarsi sul sentiero, riportando la sua attenzione a eventuali presenze sgradite nelle vicinanze. Calma piatta, constatò. Eppure non si sentiva affatto tranquillo: aveva la netta impressione che qualcuno lo stesse osservando, qualcuno o qualcosa di ben più pericoloso di un coniglio. Siccome in giro non si vedeva assolutamente nessuno, dovette concludere che quella situazione stava sul serio facendolo uscire di testa… Oppure era l’emicrania intermittente o la mancanza di sonno: era più o meno una settimana che non riusciva a farsi una dormita decente per colpa degli incubi, il che di solito avveniva quando Sylar era particolarmente su di giri e teneva le barriere mentali più allentate del normale, cosicché pensieri e vecchi ricordi di suo padre, in massima parte sgradevoli, si riversavano nella sua mente nei momento più inopportuni.

Drew era più che certo che non fosse Sylar a tenere in vita quel contatto, visto che le volte che si erano ritrovati faccia a faccia si era immancabilmente ritorto anche contro di lui, ma ciò non significava che non potesse sfruttarlo a suo vantaggio: Sylar era un Legilimante potente, in fondo, quasi quanto Voldemort, di certo poteva farlo. Più volte a Drew era venuto il dubbio che la reale ragione per cui non riuscivano a far perdere le loro tracce al Ministero era che Sylar usava il loro legame come una sorta di trasmittente per poterlo rintracciare, ma almeno per il momento cercava di auto convincersi che non era così: non era pronto ad affrontare tutte le possibili implicazioni che quel fatto avrebbe comportato.

Immerso nelle sue riflessioni, era nel frattempo giunto in prossimità della base temporanea dell’Ordine. Sbucò in una piccola radura e la sua pelle formicolò quando entrò in contatto con i molteplici incantesimi protettivi che la circondavano. Quando ebbe passato le barriere, una vecchia capanna sembrò apparire dal nulla di fronte a lui: doveva essere il rifugio estivo di qualche pastore o boscaiolo, ma almeno per il momento era vuota. Ares e Christie l’avevano scovata circa dieci giorni prima durante la loro ricognizione: era decisamente troppo piccola per il loro gruppo, ma per evitare le nottatacce all’aria aperta erano tutti più che disposti a stringersi un po’.

Con un sospiro di sollievo, Drew si diresse alla porta d’ingresso quasi di corsa, mettendosi al riparo proprio nello stesso momento in cui cominciava a piovere.

"Uff, appena in tempo… Buona sera a tutti" salutò, facendo un gesto generale i presenti nel piccolo salotto e sfilandosi il mantello.

Hermione alzò lo sguardo dal numero della Gazzetta che stava sfogliando, ricambiando con un sorriso sollevato. "Iniziavo a preoccuparmi…".

"Non ce n’era bisogno" la tranquillizzò Drew. "Mai visto bosco più tranquillo di questo: il massimo che ho visto è stato un coniglio e qualche ghiandaia… Ma niente Dissennatori o Mangiamorte".

"Tanto meglio" commentò la donna, rilassandosi di nuovo sulla poltrona da lei personalmente evocata. "Comincio quasi ad abituarmi ad avere un tetto solido sulla testa…".

"Sempre che si possa definire solida questa baracca…" sbuffò Fred con aria ironica, appollaiato su un bracciolo dietro di lei, intento a irritare il vecchio Grattastinchi facendogli levitare un sasso intorno alla testa.

"Hai capito perfettamente cosa intendevo dire!" lo zittì Hermione. "Personalmente, preferisco di gran lunga un tetto che perde acqua che non averne affatto uno… E lascia stare il mio gatto!".

Gli mollò il giornale sulla testa, si alzò, prese in braccio Grattastinchi e sparì su per le scale con aria stizzita. Fred ridacchiò lievemente, scivolando nel posto appena lasciato libero. "Certo che non ti si può proprio dir nulla in questi giorni, cognata!" le gridò dietro. "Cos’è, periodo del mese sbagliato?".

"Weasley, un giorno di questi ti sveglierai con la testa a far compagnia alle caviglie, sappilo!" fu la risposta, che servì solo a far divertire Fred ancora di più.

"E su, lasciala in pace" lo rimproverò Ted. L’uomo era seduto sul divano, con in mano una copia più vecchia del giornale, un occhio costantemente puntato a controllare Dora, che, raggomitolata ai suoi piedi, fissava con vacua sofferenza il pavimento. "È un periodo difficile per tutti e lo sai che quanto è nervosa, Hermione tende a diventare irritabile…".

Fred incassò la predica con una scrollata di spalle. "Cercavo solo di allentare un po’ la tensione: se non ci pensassimo io e George, a quest’ora saremmo tutti affogati nelle nostre stesse lacrime o ci saremmo ammazzati a vicenda!".

Ted scosse il capo, rinunciando alla battaglia: in ogni caso fare una ramanzina del genere ai gemelli era pressoché inutile, visto che malgrado la situazione critica, erano sempre pronti a farsi una sana risata. Era una dote innata del loro carattere che a volta Drew avrebbe voluto condividere.

"Vado a rimediare qualcosa di caldo da bere" annunciò. "Ho l’impressione di essere rimasto accucciato tra i cespugli troppo a lungo…".

"Luna ha fatto il the" disse Ted. "Vi stava aspettando in cucina…".

Drew annuì, ringraziando con un cenno, prima di andare nella piccola cucina già piuttosto affollata: Luna preparava una zuppa ai fornelli, Ares consumava un caffé immerso nel suo abituale silenzio e Sirius e George sedevano a un capo del tavolo, chini su delle sgualcite pergamene.

Quando entrò, la donna gli sorrise, evidentemente sollevata. "Drew! Mi pareva di aver sentito la tua voce…".

Abbandonò la zuppa al suo destino e riempì una tazza di the caldo, prima di pilotarlo verso una sedia. "Ecco, accomodati e bevi: sarai stanco morto dopo aver passato tutto il pomeriggio in giro…".

"Non è stato nulla di che, Luna, tranquilla…" la rassicurò Drew, lasciandola fare, sapendo che non c’era nulla di personale: Luna si comportava così con tutti, quando tornavano dalle ronde di perlustrazione. Sembrava che durante i mesi di fuga avesse sviluppato al massimo grado l’istinto di una mamma chioccia vagamente esasperata.

"Sì, sì, certo" disse in tono distratto. "Bevi e riposati".

"Lascialo respirare, Luna" la rabbonì George, alzando lo sguardo dalle pergamene. "Drew sa badare a sé stesso…".

La donna lo fissò con aria accigliata. "Ho forse detto o insinuato il contrario? Ma di certo sarà stanco dopo aver passato tutto il giorno a caccia di Mangiamorte…".

"La zuppa brucia" annunciò laconico Ares, stroncando sul nascere il secondo potenziale litigio a cui Drew assisteva nel giro di pochi minuti: non si poteva certo dire che non fossero tutti un po’ tesi in quei giorni.

Luna si voltò di scatto, dimenticando la discussione e tornando a concentrarsi sulla loro cena. George scosse il capo con aria rassegnata. "Sto cominciando a pensare che lo spirito di mia madre si sia impossessato di Luna per tornare a rimproverarci! E forse Percy si è impossessato di Hermione: spiegherebbe molte cose…".

"Come è andata oggi?" domandò Sirius, decidendosi finalmente ad alzare gli occhi dalle carte per cambiare argomento.

"Né visto né sentito nulla di strano" rispose Drew, bevendo un sorso di the e reprimendo a stento una smorfia di disgusto: Luna era l’unica persona che avesse mai conosciuto che non fosse in grado nemmeno di preparare un the. "Ho seminato qualche traccia a nord di qui: magari ci farà guadagnare qualche giorno…".

"Ammesso e non concesso che i Dissennatori non passino troppo vicino alle nostre parti" asserì Sirius, in tono tetro. "Quelli non li riusciremmo a depistare nemmeno con tutta la buona volontà di questo mondo…".

George gli diede una pacca sulla spalla. "E su, un po’ di positività, Sirius: non ti farebbe male cercare di non vedere solo il lato negativo delle cose!".

"E a te e tuo fratello non farebbe male vederlo di tanto in tanto" ribeccò l’Animagus. "Stavo solo facendo un commento realista…".

"Non mi pare il caso di mettersi a discutere su quale sia il migliore approccio per affrontare questa situazione" intervenne Ares, zittendo entrambi. "Ognuno si gestisca le cose a modo suo".

Drew prese mentalmente nota di erigere una statua all’uomo o quanto meno di ringraziarlo: la sua presenza era un vero toccasana quando si voleva allentare un po’ l’atmosfera.

George sbuffò, spingendo indietro la sedia e alzandosi. "Questo posto inizia a diventare troppo affollato: vado a controllare che Fred e hermione non si scannino…".

"Vedi di non dargli una mano a farle saltare i nervi, piuttosto" gli raccomandò Luna, agitando il mestolo contro la sua schiena.

"Certo, mamma" fu la risposta.

Drew scosse il capo. "Difficile dire se sono un fastidio o un bene per tutti…".

"Già" concordò la donna. "A volte vorrei tappar loro la bocca a suon di calci, altre penso che se non ci fossero loro ci saremmo già impiccati tutti…".

Scosse il capo, turbata dalle sue stesse parole e tornò a dedicarsi alla zuppa.

"Che cosa state facendo voi due?" chiese Drew, spostando la sedia per sbirciare le carte che Sirius aveva davanti.

"Un’opera d’arte" rispose Sirius, massaggiandosi il collo con aria soddisfatta. "Un’autentica opera d’arte…".

Luna si voltò parzialmente verso di loro, facendo per dire qualcosa, per poi cambiare idea all’ultimo minuto e tacere. Accortosi del gesto, Sirius irrigidì il viso in una smorfia quasi dispiaciuta, abbassando gli occhi sul tavolo.

Drew seguì il tutto in silenzio, chiedendosi per l’ennesima volta che cosa fosse successo tra quei due: era dal funerale di Remus che il loro rapporto si era fatto teso come una corda di violino. Per un certo periodo non si erano nemmeno parlati, a meno che le circostanze non lo richiedessero, anzi Luna tendeva a stare il più alla larga possibile da Sirius e solo di recente aveva di nuovo ripreso a tollerare la sua presenza e sostenere con lui conversazioni degne di questo nome.

Drew era pronto a scommettere che Sirius, sconvolto dalla morte di Remus, l’avesse in qualche modo offesa o ferita, altrimenti non si sarebbe spiegato questo repentino cambiamento, se si pensava che prima dell’attacco a Chalmers Road sembrava che le cose tra loro stessero cominciando a muoversi.

In ogni caso, non era quello il momento per fare domande al riguardo. "Esplica ‘opera d’arte’" pregò Sirius, sporgendosi ulteriormente. L’uomo si fece indietro per permettergli di vedere sa sé.

In un primo momento, a Drew sembrò la Mappa del Malandrino: era indubbiamente la planimetria di un edificio e i corridoi erano indubbiamente percorsi da innumerevoli punti d’inchiostro, ognuno con il suo nome scritto in un cartiglio. Tuttavia un’occhiata più attenta bastò a fargli capire che non poteva essere la Mappa: in primo luogo, quella pergamena era troppo piccola e in condizioni leggermente migliori; poi, l’edificio rappresentato aveva i contorni troppo regolari per essere Hogwarts; infine, l’Incantesimo che l’animava non doveva funzionare alla perfezione, perché a tratti l’inchiostro sbiadiva o i cartigli sparivano per riapparire pochi secondi dopo.

Drew corrugò la fronte: quei corridoi gli parevano vagamente famigliari, era certo di aver già visto quella cartina, ma non riusciva a inquadrarla appieno. "Questo è…".

"… Il Ministero della Magia made in Black" concluse per lui Sirius, esibendo di nuovo il suo sorriso soddisfatto. "Beh, per essere corretti questi sono solo i primi due livelli e l’Atrium: per fare tutto il Ministero ci vorrebbe molta più pergamena di questa!".

"Pur non essendoci mai stato, non credo che Hogwarts sia tanto più piccola del Ministero" obiettò Drew, perplesso.

"Oh, no" concordò Sirius, annuendo vigorosamente. "Anzi, probabilmente, contando il parco, i sotterranei, tutte le torri, i passaggi segreti, le stanze che vanno e vengono a piacimento eccetera, Hogwarts è perfino più grande!".

"Ma…".

"Ma tu non hai idea di quanta pergamena consumammo all’epoca noi Malandrini: nella Mappa come la vedi adesso ci saranno condensate per lo meno una ventina di fogli, se non di più… E un quintale di brandelli di quaderni d’appunti: tuo nonno aveva la pessima abitudine di disegnare scorci di castello invece di ascoltare i professori!".

Drew si limitò ad annuire, stupito: aveva sempre immaginato che dietro la Mappa del Malandrino c’erano incantesimi molto complessi e molta fatica, ma non si era mai soffermato appieno sul lavoro immane che Sirius e i suoi amici dovevano aver fatto. E avevano ottenuto un risultato favoloso: a distanza di tanti anni, era ancora perfettamente funzionante. Tornò a prestare la sua attenzione al disegno che aveva davanti. "Perché tremola così?" domandò, alludendo all’inchiostro che sbiadiva.

"Immagino perché non è precisa: non conosco il Ministero così bene per poter fare una pianta accurata al cento per cento e perché l’incantesimo funzioni correttamente bisogna essere il più accurati possibile, non dico al millimetro ma quasi: devi sempre tenere presente che un paio di centimetri sulla carta, potrebbero essere anche diversi metri nell’edificio reale. I cartigli spariscono nei punti in cui l’errore è più vistoso che altrove, se aggiungo uffici dove non dovrebbero essercene o due corridoio si incrociano nel punto sbagliato, ad esempio…".

"Capisco… E come si può eliminare?".

"Correggendo l’errore, ovviamente! Il vero problema è che non potrò mai essere davvero preciso senza avere un punto di riferimento da cui partire: con la Mappa del Malandrino avemmo meno problemi perché avevamo girato Hogwarts talmente tanto e talmente a lungo che la conoscevamo praticamente a memoria…".

"Artemis potrebbe aiutarti" suggerì Drew. "Ora ricordo, lei aveva tutte le piante del Ministero nel suo computer: me le aveva fatte vedere quando abbiamo liberato Hermione…".

"Infatti le ho già chiesto aiuto per arrivare fin qui" disse Sirius. "Anzi, l’idea è stata sua: a me non sarebbe mai venuta in mente, conoscendo solo vagamente com’è fatto il Ministero… Però è una bella trovata: se riusciremo a metterla a punto potrà tornarci utile per spiare i nostri avversari…".

"Artemis non è ancora tornata?" domandò a quel punto Drew, realizzando solo in quel momento che non aveva visto da nessuna parte l’amica, uscita in ricognizione insieme a lui.

"Non ancora" rispose Sirius, guardando con una punta d’apprensione fuori dalla finestra, dove si era scatenato un vero alluvione. "Non tarderà molto con questo tempo…".

"Spero non le sia successo nulla…".

Sirius ghignò all’indirizzo del ragazzo con aria maliziosa. "Oh, sta tranquillo: la tua ragazza sa badare benissimo a sé stessa!".

Drew avvampò, punto sul vivo. "Artemis non è la mia ragazza! Siamo solo amici!" protestò, imbarazzato.

"Già, già, certo… Anche tuo padre diceva così e indovina un po’: sei nato tu!".

Drew arrossì ancora di più, cogliendo l’implicito sottinteso nella frase. "Ma io e Artemis… Noi non abbiamo fatto… Con questa situazione… Figurati se mi vengono in mente certe cose… Non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello…".

Sirius lo guardò con un sopracciglio inarcato, trattenendo a stento una risata. "Ehi, ehi, respira: stai andando in iperventilazione! Guardati, sei diventato più rosso dei tuoi capelli!".

Drew lo fulminò con lo sguardo, fin troppo consapevole di avere le guance in fiamme. "Ma pensa ai fatti tuoi! Cosa mi dici della tua ragazza?" e fece un cenno verso Luna.

Subito si pentì della sua uscita infelice perché l’ilarità sparì dal volto di Sirius, che si rabbuiò all’istante tornando a fissare il tavolo.

La fatica di trovare qualcosa da dire gli fu risparmiata perché in quel momento sentirono la porta d’ingresso aprirsi di nuovo e poco dopo la voce piuttosto alterata di Artemis. "Stupida maledetta pioggia, stupido maledetto fango e stupido maledetto bosco!".

Drew e gli altri si scambiarono un’occhiata perplessa, prima di dirigersi a frotte nel salotto, dove trovarono la ragazza stesa sul divano, tutta bagnata e inzaccherata, con un’espressione a metà tra il furente e il sofferente, mentre Ted le esaminava con la sua miglior aria professionale una caviglia.

"Sei ferita?" si preoccupò subito Sirius, precipitandosi al fianco della nipote acquisita.

Artemis fece un cenno di non curanza nella sua direzione. "Non ti ci mettere pure tu, zio Sirius. Nonno ha quasi avuto un infarto quando mi ha visto entrare così conciata…".

"Cosa è successo?" domandò Drew.

"Cosa è successo, mi chiedi? AHI!" trasalì la ragazza, riservando a Ted uno sguardo truce.

"È inutile che mi guardi con quella faccia, ragazza mia: ti sei presa una bella slogatura…".

"Già, la storia della mia vita…" commentò acida lei. "La puoi sistemare?".

Ted non si prese nemmeno la briga di rispondere: mise mano alla bacchetta e la puntò contro la parte lesa, riducendo all’istante il gonfiore.

"Ah, molto meglio…". Artemis si rilassò sul divano, sfilandosi il mantello e passandosi la mano tra i capelli biondi tutti bagnati. "Grazie, nonno".

"Figurati… Però, per qualche giorno è meglio se non la sforzi troppo: non si sa mai".

"Ora ci dici cosa è successo?" chiese di nuovo Drew.

"Ma nulla. Ero a metà strada quando si è scatenata questa sottospecie di diluvio universale, io non riuscivo a vedere bene il sentiero e una radice infingarda mi ha fatto lo sgambetto spedendomi a nuotare nel fango! Ecco qua la mia emozionate storia: imbarazzante, ma vero!".

"L’importante è che tu stia bene" la consolò Sirius, sorridendole sollevato.

"Oh, tranquillo, zio Sirius: nemmeno la mamma è ridotta così male da farsi uccidere da una radice! Vero, mamma?".

Si voltò verso Tonks, che dal pavimento osservava la figlia con sguardo vacuo e un incerto sorriso stampato in volto. Artemis sospirò con aria affranta, ma si riscosse subito. "C’è qualcosa di caldo da bere? Sono mezza congelata!".

"Vado a prenderti del the" si offrì subito Luna, facendo per andare in cucina.

"Oh, grazie, Luna, posso fare da sola!" la bloccò subito la ragazza, balzando in piedi con un movimento fluido e precedendola.

"Meno male che ti ho detto ‘niente sforzi’, vero, Allison?" le gridò dietro Ted, scuotendo il capo con aria rassegnata.

"Oh, lo sai com’è fatta, Teddy" ridacchiò Sirius, dandogli una pacca sulla spalla prima di tornare in cucina, presto imitato da Luna e Drew.

"Hai fatto progressi, vedo…" commentò Artemis quando li vide entrare, indicando la mappa del Ministero sul tavolo.

"Già, ma mai veloce quanto vorrei" ribatté Sirius. "Ce n’è di strada da fare prima che possa essere sufficientemente attendibile…".

Artemis si morse un labbro, prima di bere un lungo sorso di the. "Potrei tornare al mio attico a Londra" disse. "Sono certa di avere da qualche parte delle copie cartacee delle planimetrie originali…".

"Non se ne parla nemmeno" la bloccò subito Luna. "Sirius, non vorrai sul serio lasciarglielo fare?".

"È troppo pericoloso" aggiunse Drew, occhieggiando preoccupato l’amica.

"Ehi, calmatevi, mamme chiocce" le rimproverò Artemis con un sorrisetto. "Era solo un’idea: dubito che la mia memoria visiva possa bastare per questo progetto".

"Niente da fare, Artemis" dichiarò Sirius, guadagnandosi un’occhiata d’approvazione da Luna e una sollevata da Drew. "Al momento è troppo rischioso esporci in questo modo… E in ogni caso, non è una questione di vita o di morte: la mappa potrà aspettare tempi migliori".

Artemis scrollò le spalle. "Ok, volevo solo essere utile…".

"Sarai più utile se non ti farai ammazzare" disse Drew in tono duro.

Artemis si voltò verso di lui corrugando la fronte. "Che aria dura, Drew… Come mai sei così rosso in faccia?".

Per tutta reazione, Drew avvampò di nuovo, ricordandosi la conversazione precedentemente avuta con Sirius, che se la rideva sotto i baffi.

"Lascialo in pace, Sirius" lo ammonì Luna, agitandogli contro il mestolo.

"Cosa ho fatto? Non ho detto nulla!" protestò Sirius, mentre Artemis faceva saettare da uno all’altro la testa senza capire. "Mi sono persa qualcosa?".

"Niente!" quasi gridò Drew, desideroso di prevenire qualunque ulteriore punzecchiatura di Sirius. "Ma hai guardato più da vicino la mappa di Sirius?" aggiunse subito dopo, aggrappandosi al primo argomento che gli venne in mente. "Secondo me, ha già fatto un lavoro incredibile…".

Quasi la trascinò a forza al tavolo, spingendola a guardare la piantina, sotto lo sguardo genuinamente perplesso della ragazza. Dannazione a Sirius e alle sue stupidaggini! Adesso come minimo, Temis penserà che ho qualche rotella che gira nel verso sbagliato…

Ci mise qualche secondo prima di chiedersi perché la cosa lo preoccupasse tanto: in fondo, lui e Artemis erano solo amici, giusto? E a ben pensarci, perché il discorso di Sirius l’aveva imbarazzato tanto? Ok, non era il massimo della vita e di certo avrebbe preferito parlar d’altro, ma la sua reazione era stata un po’esagerata… o no?

"Drew? Drew!".

"Eh, cosa?". Trasalì, notando che Artemis continuava a fissarlo con aria interrogativa.

"Mi stai stritolando il braccio" gli disse la ragazza.

"Oh, scusa!". Drew ritrasse la mano di scatto, come se si fosse scottato.

"Comunque" riprese Artemis, riallacciando le fila del discorso che aveva cominciato prima, "mi pare di ricordare che questi corridoi siano più spostati verso destra…".

Sirius osservò il puntò indicato, poi sospirò e scosse il capo. "Ah, per oggi basta: mi sono consumato gli occhi tutto il giorno su questa pergamena e sembra che dovrò correggerne la metà… Meglio rimandare a domani!".

"Ma pensa se riuscissimo a completarla" lo incoraggiò Artemis con un sorriso. "Potremmo seguire gli spostamenti dei Mangiamorte, forse perfino scoprire qualcosa sull’attuale nascondiglio di Voldemort…".

Mentre Sirius annuiva, Drew trasalì, improvvisamente turbato: le parole di Artemis gli avevano fatto venire in mente un potenziale problema se quel progetto fosse andato in porto, si diede anche dello stupido per non averci pensato prima. Sapeva che la Mappa del Malandrino non mentiva mai: nemmeno la pozione Polisucco o il Mantello dell’Invisibilità riuscivano ad ingannarla. Se, com’era ovvio, la Mappa del Ministero si sarebbe basata sugli stessi principi, con quale nome avrebbe indicato Sylar? Drew era pronto a mettere la mano sul fuoco che non sarebbe stato quello con cui tutti lo conoscevano: cosa sarebbe accaduto il giorno in cui Sirius o un altro dell’Ordine avessero visto Harry Potter girare tranquillo per i corridoi del Secondo Livello, intento a impartire ordini ai suoi servi? Nella migliore delle ipotesi, avrebbero pensato che la Mappa fosse difettosa, ma avrebbe potuto comunque essere sufficiente a far sorgere il dubbio…

Fissò con sospetto quell’oggetto che avrebbe dovuto essere per loro una risorsa preziosa, quasi si fosse messo a strillare a squarciagola "Lord Sylar è Harry Potter, Lord Sylar è Harry Potter": non poteva permettere che fosse completata. Già, ma come impedirlo?

Senza il minimo preavviso, la testa cominciò a fargli male, prima come una fitta sorda alla base del cranio, poi sempre più forte. Sapeva già cosa sarebbe, ma per poco le gambe non gli cedettero quando ricordi non suoi cominciarono a riversarsi nella sua mente, talmente indefiniti che non riuscì nemmeno a dargli in senso: erano solo frammenti di colore senza né capo né coda.

Dovette appoggiarsi al tavolo per non cadere e usare tutta la sua forza di volontà per restare cosciente del momenti presente e ricacciarli indietro: non se ne andarono completamente, rimasero in un angolo della sua mente ad accavallarsi uno sull’altro e lampeggiargli davanti agli occhi, pronti a tornare all’attacco. Drew era certo che non si sarebbero fatti attendere troppo: non ne sapeva abbastanza di Occlumanzia per escluderli troppo a lungo.

"Drew, stai bene?".

La voce preoccupata di Artemis gli giunse come ovattata; alzò lo sguardo per trovare lei, Sirius e Luna che lo fissavano tesi verso di lui che se si aspettassero di vederlo cadere da un momento all’altro… Ipotesi non molto lontana dalla verità, in effetti…

Deglutì, costringendosi a parlare e dire qualcosa che suonasse almeno un po’ rassicurante. "Sì, sì. Sono un po’ stanco: credo che andrò a sdraiarmi. Chiamatemi per cena…".

Nessuno di loro sembrò minimamente convinto da quella scusa, ma Drew non diede loro il tempo di replicare e lasciò velocemente la stanza, dirigendosi il più velocemente possibile al piano superiore.

Appena varcata la soglia della sua stanza, si appoggiò di schiena alla porta e chiuse gli occhi, respirando a fondo: quasi avessero aspettato un segnale, i ricordi di suo padre ruppero il labile recinto mentale che aveva costruito e si riversarono nella sua testa. La luna piena e un lupo mannaro che ringhiava nella sua direzione… Un cimitero pullulante di Mangiamorte… Una donna vestita in rosa che ghignava con cattiveria… Albus Silente colpito a morte da un Avada Kedavra…

Basta! Per piacere, basta! Sylar, smettila!

Il flusso si interruppe bruscamente, lasciandosi dietro solo una sorda, ma sopportabile emicrania. Senza fiato e completamente sottosopra, Drew ci mise diversi istanti per rendersi conto che era franato in terra con la fronte contro il pavimento e che qualcuno stava cercando di entrare, chiamandolo con voce preoccupata.

"Drew, Drew, mi senti? Hai bloccato la porta? Drew!".

Pur senza la minima voglia di muoversi, Drew si costrinse a rotolare di lato quel tanto che bastava perché Artemis potesse fare prepotentemente irruzione in camera.

"Drew, che diavolo…" cominciò a dire, per bloccarsi quando lo vide steso in terra in posizione semifetale. "Drew, stai bene?" esclamò allora, subito allarmata, chinandosi accanto a lui.

"Tra cinque minuti starò meglio…" rispose Drew con voce stanca. "Non muovermi o rischio di vomitarti addosso…".

"È di nuovo Sylar, vero?" chiese Artemis, sedendosi a gambe incrociate al suo fianco. "L’ho capito appena ho visto la tua faccia…".

Drew annuì lentamente, chiudendo gli occhi in attesa che il mondo smettesse di ballargli davanti. "Questa è stata proprio brutta…".

"Vedo" commentò asciutta la ragazza, scostandogli con gentilezza una ciocca di capelli dalla faccia. "Era un bel po’ che non stavi così male dopo uno dei tuoi tour de force nella testa di Sylar…".

"Già… Credo da prima dell’imboscata a Casa Riddle…". Drew sospirò, girandosi poi sulla schiena e continuando a tenere gli occhi chiusi: aveva imparato che in quel modo aveva meno probabilità di dare di stomaco. "Ho urlato? Non voglio che gli altri si preoccupino…".

"Gli altri si preoccupano con o senza urla, Drew" ribatté la ragazza. "Fred mi ha detto la notte non riesci a dormire…".

"Incubi".

"Di?".

Drew scrollò le spalle. "Non lo so: mio padre che scappa da Voldemort, mio padre che scappa da un serpente gigante, mio padre che scappa dai Dissennatori, Mangiamorte che scappano da mio padre… Mai che arrivi uno dei tanto celebrati cenoni di natale di nonna Molly!".

Riaprì gli occhi, trovando gli occhi pieni di preoccupazione di Artemis che lo fissavano. "Non so quanto ancora riuscirò a resistere senza impazzire!".

"Troveremo una soluzione" garantì Artemis con un tono sicuro che non si sposava con la sua espressione incerta.

"Non c’è soluzione, Temis, a meno che non trovi un luminare di Occlumanzia disposto a unirsi alla nostra crociata!".

Era quello il vero problema: tutti nell’Ordine avevano qualche rudimento di Occlumanzia, altrimenti sarebbero stati prede fin troppo facili, ma nessuno ne sapeva abbastanza per poterla insegnare concretamente. Hermione, che era quella che se la cavava meglio, ci aveva provato, quando era diventato chiaro che le intrusioni di Sylar non erano solo episodi sporadici, ma aveva ottenuto ben pochi risultati: come si può insegnare qualcosa che non si conosce a fondo?

"Invece una soluzione deve esserci!" sbottò Artemis, stringendo i pugni. "E la troverò, anche a costo di andare al Ministero a sparare un colpo in fronte a Sylar e fargli esplodere le cervella… Non che la cosa non mi farebbe intimamente molto piacere…".

"Temis…".

"Ha ucciso mio padre!" lo bloccò la ragazza, mentre al tono rabbioso si aggiungeva una nota di tristezza. "Non mi importa nulla se in realtà è…". Si bloccò appena in tempo, consapevole che qualcuno avrebbe potuto sentirla, "la Persona-Che-Noi-Sappiamo: potrebbe anche essere il principe delle fate, per quel che mi riguarda, fatto sta che se non fosse stato per la sua maledizione diabolica o quel cavolo che era, mio padre sarebbe ancora vivo!".

"Pensi che non lo sappia?" ribatté Drew. "Io c’ero, l’ho visto quando Sylar lo colpiva e quando agonizzava in punto di morte…". E forse gli ho pure dato una mano a farla finita, aggiunse mentalmente. "Io odio Sylar non meno di te, credimi, ma non per questo vorrei ucciderlo con le mie mani… E non c’entra nulla il fatto che sia… la ‘Persona-Che-Noi-Sappiamo’".

Artemis annuì con un mezzo sorriso. "Già, sei troppo buono per poter progettare la morte di qualcuno, anche un essere vile, abbietto e traditore come Sylar…".

Lentamente, Drew si mise seduto, appoggiandosi contro la parete. "Anche tu sei una persona buona, Temis: non ti biasimo per voler uccidere Sylar… Se mi trovassi di fronte il Mangiamorte che ha causato la morte di mia madre, probabilmente vorrei lo stesso e io non l’ho mai nemmeno conosciuta!".

"Come ti senti ora?" domandò la ragazza, desiderosa di cambiare argomento: parlare di suo padre continuava a turbarla e farle venire una smodata voglia di piangere, anche se il più delle volte si imponeva di controllarsi.

"A parte il mal di testa martellante, benissimo… Temis, stavo pensando una cosa…".

"Che cosa? Dalla tua faccia, non sembra nulla di buono…".

"Ecco, a volte… Mi viene il dubbio che Sylar possa sfruttare questo nostro collegamento per rintracciarmi: forse è per questo che non riusciamo…".

"Fermo lì, Potter!" lo interruppe Artemis puntandogli contro il dito con fare ammonitore. "Credo di sapere dove vuoi andare a parare ed è fuori discussione!".

"Perché lo dici tu o perché è la verità?" interloquì Drew con aria ironica. "Andiamo, Temis, è una paura legittima!".

"No, non lo è affatto!".

"Perché no?".

La ragazza aprì la bocca per ribattere, ma non trovò nulla da dire e fu costretta a richiuderla.

"Vedi, questa cosa è venuta in mente pure a te, vero?".

"No! Sì… Può darsi" si incartò lei. "È una sciocchezza, Drew: nemmeno tuo padre e Voldemort…".

"Il legame tra me e Sylar è diverso e lo sai anche tu: io non sono mai sopravvissuto a un Anatema Che Uccide lanciato da lui!".

"Ma non per questo possono venire meno i principi della Legilimanzia…".

"Quelli sono venuti meno da un pezzo, Temis" le ricordò Drew. "Non mi pare di aver incontrato gli occhi di Sylar da nessuna parte nell’ultimo quarto d’ora!".

Artemis scosse il capo con aria intestardita. "Ma questa cosa che dici tu non è comunque possibile!".

"Perché?".

"Perché… Perché… Perché sì!" sbottò lei. "Perché non voglio pensare che possa essere vero…".

"Perché se lo fosse, io non potrei più stare qui: sarei un pericolo per tutti voi".

La ragazza sgranò gli occhi, spaventata da quella prospettiva. "Non ci pensare neppure, Andrew Potter, mi hai capito: tu non andrai da nessuna parte senza il mio permesso e/o la mia supervisione… Il più delle volte, quando prendi iniziative personali, ti cacci in un sacco di casini!".

"Questo non è vero!".

"Ah no? Vogliamo fare il conto di tutte le pessime idee che hai avuto da quando ci conosciamo?".

Drew emise un gemito esasperato, ma lasciò perdere, ben consapevole che quella era una battaglia che difficilmente poteva vincere. "Però, se questa cosa fosse vera…".

"Allora, ci penseremo se e quando si rivelerà vera: in ogni caso, tu non ti muoverai da qui!".

"Ma…".

"Niente ma, Potter: è così e basta!".

"Grazie, Temis" disse Drew, dopo qualche attimo di silenzio.

"Per cosa?".

"Per tutto questo: perché mi stai a sentire e continui a sopportarmi…".

La ragazza alzò le spalle. "Beh, la cosa è reciproca, no? Io ascolto le tue lamentele e tu ascolti le mie: gli amici servono a questo… Senza contare che io sono l’unica a sapere lo sporco, piccolo segretuccio della Persona-Che-Noi-Sappiamo, perciò non vedo con chi altri potresti parlare… Adesso ce la fai ad alzarti?".

Drew annuì e con cautela Artemis lo aiutò a rimettersi in piedi: le gambe gli tremarono un po’, ma lo ressero, con suo sommo sollievo. Restava l’emicrania, ma rispetto a come si sentiva prima era quasi una festa. "Penso che il peggio sia passato".

"Sì… Anche se hai ancora una faccia da schifo!" commentò Artemis scortandolo fino al letto.

"Già… E penso che se non riuscirò a farmi un sonno decente presto, dovrai continuare a sopportarla!".

"Riposa, allora" gli consigliò la ragazza. "Io vado di sotto a dire agli altri che stai bene…".

Drew le fece un cenno di ringraziamento, prima di abbandonarsi all’indietro sul materasso. Quando lei uscì, si lasciò sfuggire un lungo sospiro: c’era un’altra cosa che non aveva detto ad Artemis. Una crisi così violenta come quella che aveva appena subito indicava che Sylar era ancora più eccitato di quanto non credesse quel pomeriggio nel bosco. Ma per quale motivo era così felice?

Un vago e pessimo presentimento gli suggeriva che non avrebbe tardato molto a scoprirlo e che qualunque cosa fosse non gli sarebbe piaciuta affatto.

LYRAPOTTER’S CORNER

Bon Jour, miei prodi e fidi lettori ancora all’ascolto! Come al solito chiedo venia per il ritardo astronomico, ma in questi giorni sono un po’ incasinata per via degli esami (difatti, finito di aggiornare, mi aspettano zoologia e statistica per un altro esaltante pomeriggio!).

Bon, che ne pensate del ritorno in tutta la loro gloria di Drew e company? Lo so, sembrano tutti un po’ isterici, ma credo che la situazione lo richieda… Non preoccupatevi, la fortuna girerà anche per loro (qualunque riferimento a eventi futuri è puramente casuale, giuro!).

E, dato che devo studiare, studiare e ancora studiare, non sto a tirarla per le lunghe e passo subito ai ringraziamenti:

nefertari83, ciao anche a te e benvenuta (o bentornata) a bordo! Pure io amo molto la saga di Lucas (non si era capito XD)! Vi ho fatto aspettare un po’, ma alla fine l’aggiornamento è arrivato, contenta?

Lily_Snape, grazie del sostegno morale, tesora, in realtà (e per fortuna), nessuna crisi da pagina bianca, solo un po’ di svogliatezza (mia nemesi per eccellenza) e quell’arcano mostro che è la mancanza di tempo (a volte vorrei proprio una Giratempo per risolvere un po’ di problemi!). Curiosa coincidenza quella di Barcellona… Pensa che io, mentre scrivevi il tuo commento, stavo congelando per le strade di BerlinoXD Sylar tornerà prestissimo in tutto il suo viscido splendore!

Lady85, felice che ti incuriosisca, spero continui a farlo anche in futuro! Lieto fine, dici? Mmmm, temo sia una cosa ancora di là da venire

LadyMorgan, allora, carissima Silvia Beta, innanzitutto scusa se la mia mail si fa attendere, ma purtroppo sono sempre lì: no tempo, no party, credo tu possa capire… Giuro solennemente (la parentesi è scontata, lo sai come si conclude la formula XD) che rimedierò a breve! Per il resto, immagino sarai stata in ansia anche stavolta, vero? Grazie per i tuoi complimenti, mi fai diventare tutta rossa: se vuoi il mio modesto parere, un italiano corretto è il minimo sindacale, sia pure per un’opera amatoriale (ma come insegna fastidious, non tutti la pensa così!). Riguardo alla tua presunta illuminazione, mi riservo il diritto di non rispondere finché non trovo un avvocato… Però mi fa piacere che ti si piaciuto il flashback con Remus e Piton! A prestissimo, Silvia Alfa // vive la France, vive le sequel!

Half Blood, Emma avrà la sua importanza nella narrazione, anche se il suo perché si scoprirà solo tra un bel po’ di capitoli… Beh, sai, ero un po’ stanca dei Grifondoro sempre osannati e sempre perfetti, ho voluto dare un po’ di gloria anche ai Tassorosso: Ally nella mia testa è sempre stata Tassorosso e per estensione dovevano esserlo anche i suoi amici, ovviamente! Zio Sevvy è stato senza dubbio una delle mie idee migliori: mi piaceva l’idea che a qualcuno piacesse davvero Severus e chi meglio di una bimba innocente? Come detto sopra, su Severus, libro eccetera, io taccio, tanto avrete presto tutte le risposte che volete!

Deidara, visto, alla fine di Ethan e Kitty sono riuscita a sbarazzarmi, contento? In fondo, non aggiungevano e non toglievano nulla alla storia, non si sentirà la loro mancanza… E il modo per farli tornare quando servirà ce l’ho, perciò fine dei problemi! Indovinato, Emma è un po’ come Lando, ma entrerà nell’Ordine in modo un po’ diverso (il tradimento, però, in futuri remoti, ci sarà!). su Sirius e Luna hai già detto tutto tu, quanto ad Ares, ti conviene metterti comodo ad aspettare: la sua identità verrà rivelata solo nel terzo capitolo della trilogia, anche se conto di seminare qualche altro indizi lungo la strada. A voi coglierli!

Yuukimy, pure io mi sono odiata quando ho ucciso Remus (che io sia dannata per aver avuto quella malsana idea!), ma era necessario! Lo vedrete a breve… Felice di sapere che Piton ha riscosso consensi, la caratterizzazione dei personaggi per me è un punto focale! Emma tornerà, quanto a Jack, forse, in un futuro lontano!

NemoTheNameless, potrei fare il toto-calcio con voi che cercate di indovinare chi è chi, sai? Dopo Ares, vi siete scatenati tutti su yoda, ma io me ne sto zitta e faccio orecchie da mercante: vedrete da voi, ancora un po’ di pazienza… Grazie per la tua offerta di aiuto, per il momento la crisi sembra passata, ma sei hai delle idee, sarò comunque felice di sentirle e usarle (con i dovuti credits, ovviamente). Se vuoi, contattami pure…

Enid, grazie, grazie, grazie… E non ti preoccupare, pure io spesso sono di fretta, sono contenta che tu ti sia fatta sentire!

Bon, con ciò ho finito, vi lascio senza né promesse né smentite, perché non ho proprio idea di quando riuscirò ad aggiornare! Posso solo dirvi che presto o tardi avverrà!

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lyrapotter