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Autore: KikiWhiteFly    26/01/2010    5 recensioni
[Spuffy **] "William l'osserva, un misero istante, e non vede la cacciatrice: è una donna, un'umana forse meno umana degli altri ma con lo stesso livello di fragilità di un qualunque essere. Percepisce le sue paure, il suo timore, la sua ansia – la responsabilità del mondo sopra le spalle – e, anche se non l'avrebbe mai ammesso, comprende quelle angosce, in quanto le vive anche lui. La fragilità è una semplice patina, un'invisibile guscio che si tende ad ignorare; presto o tardi, però, verrà fuori, nei modi più svariati. Allora cercheremo di combatterla in ogni modo, ma tanto prenderà il sopravvento e quanto più la feriamo, tanto più quella ci ferisce"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Buffy Anne Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra le braccia del destino.








Bastano due parole pronunciate nel modo più sensuale possibile, ad annientare il suo controllo. Buffy Summers è ancora convinta di odiare Spike, forse lo sta usando per scopi non propriamente nobili, si sta servendo di lui come se stesse soddisfacendo la voglia del momento. Aspetterà che la suola invecchi e diventi inutilizzabile, poi lo butterà. Dovrebbe vergognarsi, davvero. Eppure sente che c'è qualcos'altro che altera il suo sistema nervoso – e anche quello cardiaco, deve ammettere – ma non riesce a dar una definizione a questa tripudiante emozione. Allora si limita ad agire d'istinto, come un qualunque essere umano; le labbra di Spike non sono dolci, non hanno il sapore di qualche frutto zuccheroso. Sanno di morte, sangue, sanno dell'odore di quella cripta arredata in modo spartano. Ma ormai è abituata a vivere con quell'odore, è usuale sentirlo addosso ogni notte, quando il suo petto s'adagia con cautela sopra il suo seno, il respiro diventa un tutt'uno col suo e in un attimo volano in una dimensione diversa, dimenticandosi di essere un vampiro e una cacciatrice.

Non è colpa sua se il nemico è sexy, se ogni sua fibra lotta per non notarlo – dal semplice taglio di capelli, all'espressione da vero duro, fino al lungo giubbetto di pelle corredato alla perfezione con gli anfibi. In fondo, non le importa.

Vada pure con un'altra – come quella poco di buono che aveva portato con sé al matrimonio di Xander – se ne farà una ragione, ne trova mille come lui. Suo malgrado, è costretta a contraddirsi immediatamente: per quanto strafottente, stronzo, bastardo ai limiti del paranormale, privo della più misera dignità, non lo cambierebbe. Non saprebbe da dove iniziare, è così lunga la lista di difetti che, con il tempo, si sono rivelati pregi, che non ha più pallida idea di cosa modificare in lui; perché è così che l'ha conosciuto: un'anima oscura, tormentata, priva di pace.

Probabilmente le cose sarebbero andate diversamente se l'avesse conosciuto da un'altra prospettiva, un'angolazione diversa da quella che è abituata a vedere. William l'osserva, un misero istante, e non vede la cacciatrice: è una donna, un'umana forse meno umana degli altri ma con lo stesso livello di fragilità di un qualunque essere. Percepisce le sue paure, il suo timore, la sua ansia – la responsabilità del mondo sopra le spalle – e, anche se non l'avrebbe mai ammesso, comprende quelle angosce, in quanto le vive anche lui. La fragilità è una semplice patina, un'invisibile guscio che si tende ad ignorare; presto o tardi, però, verrà fuori, nei modi più svariati. Allora cercheremo di combatterla in ogni modo, ma tanto prenderà il sopravvento e quanto più la feriamo, tanto più quella ci ferisce.

È uno scontro corpo a corpo, l'esteriorità e l'interiorità dell'anima, l'Io che combatte con un altro io sconosciuto. Sono tanti – troppi – i pensieri che sconvolgono la sua mente ogni giorno, non riesce nemmeno a concepire d'esserci arrivata con le sue sole forze a creare un ragionamento tanto intricato. Le nostre paure di notte si fanno più grandi, come spettri che escono improvvisamente da sotto il letto o scheletri che sbucano fuori dall'armadio; ogni cosa sembra acquistare una certa importanza sotto il protettivo riflesso della luce lunare, ogni raggio che ci viene donato dalla maestà luna è una nuova riflessione. I problemi si moltiplicano, c'è quell'attimo di smarrimento, in cui si lotta con le proprie forze affinché tutto quel che ci succede non sembri reale, ma solo frutto di fantasia. Mera illusione, ma a noi piace illuderci: ci piace vivere di fantasia.



Probabilmente anche a Buffy piace giocare con l'illusione e credere che il suo odio per quell'essere ripugnante – a ben guardare, non così tanto – sia reale, mentre invece c'è un motivo di fondo se ogni sua frustrazione ricade su di lui, se il suo istinto comanda la via del peccato, se lui diventa il solo oggetto del desiderio. E quanti motivi potrebbe darsi per non andare da lui? Tanti, una moltitudine. Ma tra le sue braccia, stretta nell'abbraccio freddo del vampiro, avverte per un attimo la felicità invaderla tutta. Non deve concedergli spiegazioni, non gli è lecito sapere il motivo di così tanto interesse; e per quanto l'odio sia un baratro senza fondo, l'amore – l'altra faccia della medaglia. Opposta ma di eguale intensità – ripaga ogni debito, ogni rancore.

Spike le struscia le coperte contro, mentre muove a ritmo incalzante le due gambe, al fine di penetrarla in modo da farsi sentire; è costretta ad aggrapparsi ad un lembo del lenzuolo, a morsicare le labbra per non gemere subito dopo, ed è un misto di emozioni che non sa decifrare. È solo sesso, si era giustificata chissà quante volte. Ma il sesso è un momentaneo periodo di serenità, un'apparente felicità; il suo periodo durava addirittura da troppo tempo, il limite consentito era stato di gran lunga superato. Forse avrebbe dovuto rivedere i suoi parametri e dar una denominazione più corretta a quella parola; era il momento di chiamarla relazione, per quanto fosse all'oscuro di tutti.

In quel momento il sorriso sghembo sulle labbra di Spike si trasforma in un vero ghigno, poi, un attimo di assoluta goduria, quando dolcemente il suo corpo entra direttamente in contatto con quello della cacciatrice, sentendo nella propria carne quanto più di intimo ella possieda.

Buffy non lo vuole ammettere, ma Spike è l'unico che l'ha conosciuta davvero: ha scavato nel suo intimo – e non si intende solo fisicamente – e ha trovato vizi e virtù, ha amato i suoi pregi e i suoi difetti, incondizionatamente. Mai era stato così, perché in precedenza aveva sempre cercato di mostrare il meglio di sé, tentando di oscurare il peggio, come se fosse un essere umano perfetto... Ma la perfezione è solo una maschera, un'orrenda e, a tratti, macabra maschera che ci impedisce di essere umani, limitandoci, in un certo senso. Con lui non doveva essere perfetta, non aveva bisogno di usare quei tranelli per adescarlo; semplice gioco di sguardi, occhiate d'intesa, attrazione fatale. Quelli erano stati ingredienti oltremodo scoppiettanti. Buffy esala un ultimo respiro, prima di gettare il capo sul guanciale e il corpo in balia del nulla, tra le braccia di Morfeo. Sente i respiri ansimanti del vampiro, il suo corpo freddo – una lastra di ghiaccio – che va a cozzare accidentalmente accanto al proprio: un tentativo di abbraccio che fallisce, in quanto Spike ritira le mani, come se improvvisamente si fossero scottate.

E forse si sono davvero scottate. Davvero, forse non c'è più nulla da fare, sono sue anche quelle. Ma noi non apparteniamo a nessuno, se non al destino, che, per quanto li ha voluti nemici, li ha costretti amanti.

«Spike, puoi abbracciarmi.»

E il destino, in fondo, non è poi così crudele.... Nonostante tenti di esser sadico, talvolta.






~ Fine.





Probabilmente è inutile lottare per le Spuffy, in quanto non è finita come volevo io – nonostante quell'addio che mi rimarrà sempre nel cuore – ma io continuo a dire che sarebbero stati davvero perfetti, una coppia unica. È una di quelle coppie che mi fa più sognare, non so perché: forse non lo vedo il classico amore, forse la presenza di un anti-romanticismo tra i due me li fa apprezzare ancora di più. Odio e amore, completamente.

Li adoro, punto.

Spike e Buffy per me sono una delle coppie più perfette, checché se ne dica ù_ù. Per quanto riguarda la trama, forse è leggermente spinta, ma ho puntato più alle riflessioni e alla fragilità dell'animo umano. Il perché del titolo è presto detto: il destino gira intorno ai due in modo imperscrutabile e li spinge ad amarsi ed odiarsi con la stessa intensità (e se questo non è AMMORE *__*).

Detto ciò, mi eclisso,

alla prossima Spuffy!


Kiki.


   
 
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