Campo
di Battaglia
Nessuno dei due contendenti aveva ancora mosso un
muscolo, si erano fissati con caparbietà per parecchi istanti, decisi
nel mantenere ben salda la propria posizione; entrambi avrebbero preferito
farsi tagliare una mano piuttosto che arrendersi ed ammettere la sconfitta.
Il terreno di combattimento era completamente
disastrato, riconobbe Hwoarang, un vero e proprio campo di battaglia: pareva
che mille bombe fossero cadute attorno a loro, trasportandoli in una dimensione
in cui regnava il caos primordiale.
Sbuffò, cercando di reprimere un sorriso.
« Beh, cosa c’è di tanto
divertente? » chiese allora Xiaoyu, spezzando la tensione che si era
venuta a creare.
Hwoarang alzò le sopracciglia, ma non
rispose.
« Solo perché sono una ragazzina non
hai il diritto di ridere di me! » continuò lei, agitando un pugno
con aria vagamente minacciosa.
« Mi stavo solo chiedendo cosa avessi
intenzione di fare… con quelle braccine simili a stuzzicadenti potresti
al massimo strapparmi i capelli
» osservò Hwoarang, scoppiando quindi in una fragorosa
risata.
Ling storse il naso, portandosi entrambe le mani ai
fianchi.
« Almeno è certo che da pelato
guadagneresti punti in bellezza » osservò divertita. «
Sarebbe difficile farti diventare più brutto di così ».
Stava andando tutto come previsto, doveva solo
aspettare che Hwoarang si distraesse abbastanza, convincerlo ad abbassare la
guardia e poi…
« Intendi dire che sarei ancora
più bello di adesso, vero? » domandò, squadrandola con
sufficienza. « In tal caso temo che il mio fascino diventerebbe decisamente
ingestibile… ».
« Già, allora perché non vedo
orde di ragazze ammaliate dalla tua persona inseguirti per strada, quanto
più teppistelli del tuo calibro che vogliono farti un occhio nero?
».
« Perché manchi di spirito
d’osservazione » rispose. « Cose ne puoi sapere tu? Sei solo
una bambina, ti ostini a portare ancora quei ridicoli codini! ».
« Pff! » Xiaoyu roteò gli occhi.
« E tu sei solo un pallone gonfiato. Ti sei mai visto allo specchio? Quei
capelli color carota sono tremendi, la cosa più brutta che io abbia mia
visto, lo giuro ».
« Cosa?! ».
« Ma ora non perdiamoci in chiacchiere: fatti
sotto » lo provocò, mettendosi –per quanto le fosse
possibile- in posizione di attacco.
« No, prima dimmi cosa hanno i miei capelli
che non va, mocciosetta».
Xiaoyu sorrise.
« Cosa vuoi che ne sappia io, sono solo una
mocciosa » replicò serafica; era la classica calma prima della
tempesta.
« Ferma, che diavolo… umph!
» Hwoarang non riuscì a terminare la frase, travolto da quaranta
chili di pura malvagità. I due ricaddero pesantemente sul letto sfatto,
rotolando poi a terra, aggrovigliandosi tra coperte e lenzuola.
Attorno a loro giacevano senza vita i cadaveri di
abiti stropicciati, qualche solitario calzino faceva capolino da un cassetto
mezzo aperto mentre sul pavimento erano abbandonati cocci di bicchieri rotti e
diverse lattine di birra.
Già, pensò nuovamente Hwoarang, un
campo di battaglia era esattamente ciò che lui e Xiaoyu si lasciavano
dietro dopo ogni incontro.
Infine una risata.
« Vinto! » annunciò lei, bloccandogli
entrambe le mani contro la moquette verde sbiadito. « Allora, ho o non ho
il diritto di stare sopra? » domandò infine, giubilante.
Un lampo d’orgoglio rischiarò gli
occhi del ragazzo.
« Questo è tutto da vedere, mocciosa
».