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Autore: Shes_a_star    27/01/2010    19 recensioni
Auriga Sinistra, insegnante di Astronomia nella prestigiosa Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, perennemente single, alta un metro e una vigorsol, con un cespuglio al posto dei capelli e una madre diabolica è pronta a presentarvi le sue avventure, tra elfi innamorati, iguane perverse, intrighi internazionali, punch corretti, spasimanti minorenni e tazze di caffè volanti. Il tutto alla presenza di un intrigante (e affascinante...ehm...no, bastardo. Intendevo bastardo. Sì. Comunque.) professore di Pozioni di nostra conoscenza. Professore di cui non è assolutamente, per alcuna ragione, nemmeno ipoteticamente, innamorata. Uhm. No.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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cap22

-Part 20-

Tuesday, December 3, 1991

Bedroom Quarters

9:14 A.M.

ARGH. Seriamente, non so proprio perchè certe persone

Friday, December 6, 1991

Teacher’s Lounge

6:20 P.M.

Se la professoressa Cooman si offre di “dar voce a tutti gli osceni eventi che prenderanno luogo nel mio prossimo futuro” ancora una volta che Dio m’aiuti la…

Sunday, December 8, 1991

Astronomy Tower

1:40 A.M.

SO CHE I GEMELLI WEASLEY SONO DIETRO TUTTO QUESTO, E CREDIMI, QUADERNO, LI

Wednesday, December 18, 1991

Bedroom Quarters

Sembra che mi sia liberata dalla mia dipendenza da te. Ora sono perfettamente in grado di sopportare e accettare le piccole agonie cui mi sottopone la vita senza doverne scribacchiare le angoscianti cronache. Sono…una donna libera.

AHA!

11:15 A.M.

. . . Non che non possiamo essere ancora amici.

Thursday, December 19, 1991

Great Hall

8:08 A.M.

OH BUON DIO NO.

8:10 A.M.

Sto per spiegarti qualcosa ma, prima di tutto, devi promettermi di non giudicare. E’ leggermente spaventoso ma, davvero, dopo tutto quello che ho scritto su Snape qui, si spererebbe che tu abbia sviluppato il livello di tolleranza necessario per incassare il colpo. Non ha niente a che fare con gente spinta giù dalle torri o appesa per le unghie, o persino saltuari incontri con la doccia. Seriamente, se comparato con tutto questo, è altamente accettabile. Solo…

Odio il Natale.

Beh. Suona piuttosto orribile, no? Come se dovesse essere seguito da un animoso ‘bah, baggianate!*’ ed un massacro di gattini, eccetera. Non è come credi! E’ solo…tutto questo lieto e gaio periodo dell’anno tende ad essere così spaventosamente stressante. Gli studenti diventano belve innaturalmente indisciplinate ed il corpo docente sembra sviluppare questa prepotente inclinazione ad essere festivo, siccome rimarremo tutti qui. Beh, non dobbiamo necessariamente rimanere, ma un buon numero di ragazzi finisce per restare ogni anno, e gli insegnanti che partono tendono ad essere relegati nella lista nera dei colleghi per tutta la prima metà di gennaio. (guarda caso, Victoria parte per Parigi questo week-end. Hmph.)

Comunque, da questo apparentemente disperato bisogno di festiva e gioiosa fratellanza è nato…Il Babbo Natale Segreto dei Docenti di Hogwarts.

Sebbene vada avanti da ben prima che iniziassi a lavorare qui, sono ancora altamente sicura che Silente sia responsabile di questo concetto. E se l’idea dei doni sembra incantevole in teoria, è tutta un’altra storia nella pratica. Hai mai provato a comprare un regalo per Minerva McGranit? E che mi dici di Sibilla Cooman? O magari – un uomo che crede tu sia leggermente, irrimediabilmente suonata solo perché, occasionalmente, passavi per le sue stanze quando guarda caso si ritrovava a torso nudo? (da allora ho imparato che, in questa determinata situazione, comprare loro un maglione particolarmente pruriginoso e poi commentare su come vorranno probabilmente sfilarselo alla prima occasione non è esattamente un modo universalmente apprezzato per risolvere le cose.)

Quindi, sì. E oltre a tutte le agonie derivanti da questa allegra tradizione, c’è il fatto che il Natale tende a rendermi semplicemente miserabile. Suppongo che questo mi renda una persona orribile, mentre invece dovrei sentirmi sopraffatta da un ritrovato senso di gratitudine per non essere una di quelle persone che passano tutto il tempo a sconvolgersi al Paiolo Magico, professando il loro eterno amore per Tom, lo sdentato barista. (non che Tom lo sdentato barista non meriti l’amore, ovviamente, e non che io mi trovi nella posizione di giudicare. Certo, non sono sdentata, ma non sono esattamente una preda invidiabile.) Ho un lavoro, una casa –in un certo senso- e degli amici – er, beh, ex-amici ed un elfo domestico, per lo meno. Ma c’è semplicemente qualcosa di innegabilmente solitario e triste nel vedere la professoressa McGranitt brilla e stranamente civettuola con Hagrid anno dopo anno, mentre Silente trae decisamente troppo divertimento dai Crackers** magici e ancora più piacere nel torturare Snape con essi. (D’accordo. Forse questa parte è vagamente entusiasmante. Ma l’inquietante amoreggiare di Hagrid e della McGranit ne annulla l’effetto in modo irrevocabile.) E’ solo…me ne sto semplicemente seduta lì, ingurgitando immonde e deplorevoli quantità di cibo, senza mai fare niente di particolarmente interessante, tranne per quella volta che Snape è stato persuaso ad indossare un cappellino rosa ed io ho riso così tanto da sputare accidentalmente del succo di zucca sul Professor Vitious. Quando non sto riversando svariate parti del mio pasto sui miei colleghi, sono necessariamente destinata ad essere snobbata ed ignorata. E, sì, tecnicamente questo mi succede per tutto l’anno, ma c’è qualcosa di particolarmente deprimente quando accade a Natale.

E come se tutto ciò non fosse abbastanza, beh…

C’è un pezzo di pergamena depositato alla tua destra mentre scrivo. Non è particolarmente minaccioso per essere un foglio di pergamena – bianco, con un elegante bordo rosa. Non è stregato per colpirmi in testa al minimo movimento, o niente del genere. (Non che questo sia mai accaduto. O se così fosse stato, che sia noto a tutti che non ho, teoricamente, perso né la calma né svariate ciocche di capelli. Né mi sono abbassata a giurare eterna vendetta a quelle detestabili, piccole, ipotetiche baldracche Serpeverdi. CHE TU SIA DANNATA, NARCISSA BLACK. Ipoteticamente.) Oh, no. Vedi, è più quello che si nasconde nella perfetta, morbida calligrafia che porterà alla mia incontestabile distruzione.

Ahem.

Cito:

“Cara Auriga,

Tuo padre ha deciso di accompagnare tua sorella in Egitto questo Natale, per incontrare il nuovo giovanotto che sta frequentando – che vita che ha la nostra Lyra! – ma devo ammettere che la sola idea di tutta quella sabbia e quel calore non mi attira neanche lontanamente. Natale è periodo di neve soffice che cade dal cielo, tazze di cioccolata calda davanti ad un caminetto scoppiettante. Cammelli e Piramidi certo non rientrano nell’equazione!

Ma più di ogni altra cosa, Natale è un momento dedicato alla famiglia. E benché tuo padre e tua sorella mi mancheranno terribilmente, ho pensato che sarebbe stato decisamente più saggio trarre il meglio da questa sfortunata situazione. Ho contemplato l’idea per un paio di giorni, e sono giunta a conclusione che sarebbe decisamente splendido passare il natale con la mia bambina. Dopo tutto, Auriga, non ti vedo da questa estate, e sono piuttosto curiosa di scoprire cosa c’è di nuovo nella tua vita. Sono sicura che ti precipiterai ad assicurarmi che non c’è niente in particolare, ma so come apprezzare anche le piccole cose, ed inoltre vorrei finalmente conoscere questo Algernon di cui mi hai tanto amorevolmente parlato nell’ultima lettera. Senza considerare che rivedere Hogwarts sarà una gioia immensa – andavo così d’accordo con Minerva ed il resto della banda!

Tuo padre e tua sorella partiranno il 23, e così farò anche io. Dopo tutto, la case diventa così solitaria quando tuo marito è via – non sono sicura che una sciocca casalinga come me possa sopportarlo! Ah, eccomi ancora a blaterare di qualcosa che per te è incomprensibile. Mi spiace, cara. Forse se tu maneggiassi con cura questa cosa col Signor Brightmann…

Ma naturalmente, avremo tutto il tempo del mondo per parlare di questo!

Baci!

Tua madre”

8:18 A.M.

Magari, se sono molto, molto gentile, Snape considererà di buttare anche me dalla Torre di Atronomia.

Bedroom Quarters

9:44 P.M.

Sono perplessa.

Voglio dire, seriamente. Come posso sapere cosa fare a questo punto? Lo odio. Davvero. Ha rovinato l’unica, più promettente relazione che potrò mai avere – e neanche in modo banale e mediocre! Oh, no. Gli ha spezzato la spina dorsale. Quando si parla di malignità e di rivoltante crudeltà in genere, Severus Snape ne è l’impareggiabile Sovrano. Inoltre, è stato molto, molto cattivo con me. Dopo aver rotto la colonna vertebrale del mio ragazzo. Come può chiunque avere il diritto, ti chiedo, di passare una vita intera essendo completamente sgradevole come fa lui e poi fare cose del genere come se ne fosse perfettamente autorizzato? Solo perché è un ex-Mangiamorte con espressioni facciali artisticamente definite non significa che abbia  il diritto di andarsene in giro a dire cose spietatamente sarcastiche e a ridurre l’autostima delle persone e a prendere a calci i cuccioli. (Oh, seriamente, non fingerti sorpreso. Se Severus Snape non ha mai calciato un cucciolo in vita sua, allora io sono Celestina Warbeck.) Lo odio.

Eppure.

Sai, credo che potrei benissimamente attribuire tutta la colpa al fatto che sembra sempre comparire ogni qualvolta io sia emotivamente provata. Sono praticamente fuori di me per la carenza di sonno, mormorando cose (perfettamente innocenti e non-sessuali, sono sicura) su di lui nel bel mezzo della biblioteca? Lui è lì. Sono leggermente inquietata dal fatto che uno dei miei studenti non mi calcerebbe fuori dal letto tanto quanto Snape vorrebbe calciare un cucciolo? Lui è lì. (probabilmente perché, in questa particolare faccenda, sono stata io ad andare da lui, ma questo non è proprio il punto al momento.)

Questo incidente era esattamente come i precedenti. In cui non era colpa mia, e infatti sembra supportare la mia tesi per cui Snape potrebbe benissimo pedinarmi.

Gironzolavo per il castello, come spesso faccio, riflettendo sulla vastità delle mie disgrazie. Perché, come se la notizia che mia madre ha deciso di rendere il prossimo Natale il peggiore della storia non fosse abbastanza, questo pomeriggio tutti abbiamo pescato i nomi per lo scambio dei regali, ed a me è capitato Slatero Quirrell. Sì, quello Slatero Quirrell. Che è malvagio. In combutta con Tu-Sai-Chi. In grado di uccidere tutti noi sul colpo in qualsiasi momento. Cosa diavolo dovrei mai prendere per Slatero Quirrell? Per qualche motivo, un modellino di Hogwarts sotto la neve non sembra particolarmente adatto. Non riesco neanche a passargli accanto nei corridoi senza rischiare di collassare dritta sul pavimento, svenuta. E, beh, con tutto il fatto che è cattivo e che potrebbe uccidermi eccetera, sono sotto pressione.

Questo, insieme con l’orripilante immagine di quello che potrò mai dire a mia madre sul perché non potrà conoscere Algernon, aveva richiesto la triste passeggiata per i corridoi.

Che, da quel che sembra, immediatamente si trasformò da triste a psicologicamente sconvolgente quando, girando un angolo, scorsi Christopher camminare verso di me dal lato opposto dell’atrio. Sembrava immerso in conversazione con una ragazza del suo anno e non mi ha notata, ma sapevo sin troppo bene che i giovinastri tipicamente non riescono a mantenere alta la concentrazione a lungo. E, seriamente, nello stato in cui mi trovavo – con un’interminabile lista di problemi generalmente deprimenti, nessun fidanzato, nessuna migliore amica, ed un unico, progressivamente irritante elfo domestico le cui cover di Barry White lasciano alquanto a desiderare – ero praticamente certa che non ci fosse modo di superare una conversazione con lui senza tirargli almeno un generoso scappellotto alla nuca (Mi sento quasi in dovere di far presente a Silente, al prossimo incontro, che a volte, semplicemente, la violenza è la risposta, persino quando si tratta di un alunno. In ogni caso, non importa quanto suoni persuasivo nella mia testa, non c’è modo per cui questo potrebbe andare a buon fine.)

Quindi ho fatto l’unica cosa che potevo fare –

Fiondarmi nella stanza più vicina e appiattirmi alla parete fino a quando non l’avessi sentito passare.

E a quanto pare la stanza convenientemente più vicina sembrava conservare lo Specchio delle Brame.

Silente ci aveva informati che quest’anno aveva in programma di farne uso, ma seriamente – lasciarlo in una classe abbandonata, nel mezzo di vecchi banchi inutilizzati, può davvero considerarsi farne un uso responsabile? Le ragioni di quell’uomo mi sono oscure.

E, davvero, appena ho realizzato cosa fosse, intendevo assolutamente andarmene senza neanche dargli una sbirciatina. Non ci vuole un genio per realizzare che la mia vita non è esattamente ideale al momento, e in qualche modo sospettavo che intravedere ciò che desideravo così disperatamente essere, sarebbe stato leggermente idiotico.

Mi ci vollero esattamente quattro passi e mezzo prima di determinare che una sola, piccola occhiata non poteva certo farmi male.

(Nota personale: Sono idiotica. Leggermente.)

Mi ha fatto male. Voglio dire, non che niente di quanto visto mi abbia scioccata; non ho scoperto nessuno sconcio desiderio del mio subconscio, o quel che ti pare. (Se adesso stessi parlando con Victoria, questo da solo avrebbe certamente meritato un trionfante ‘AHA!’) Ma allo stesso tempo, beh…non è così piacevole, sai? Trovarti faccia a faccia con tutto ciò che non hai e certamente non potrai mai ottenere, anche se non è niente di particolarmente difficile, semplicemente perché hai un talento per distruggere irrimediabilmente la tua vita.

C’ero io, splendente e radiante, anche se non c’erano visibili tracce di trucco; i miei genitori di lato, ridenti e fieri; Algernon mi sorrideva, nascondendo malamente una singola rosa rossa dietro alla schiena; Snape appostato quasi fuori di vista, sulla mia sinistra, senza sembrare particolarmente piacevole o simili, semplicemente…lì. Per battibeccarci, o per lanciargli cose. E per qualche ragione, questo da solo fu abbastanza per farmi completamente crollare. Sono sicura che fossi praticamente destinata ad avere un crollo emotivo sin dall’inizio, ma qualcosa di Snape, che si stagliava come un detestabile pipistrello troppo cresciuto, mi ha fatto veramente superare il limite.

Ed eccomi lì, fronteggiare lo specchio imbarazzandomi orribilmente davanti ad una superiore versione di me stessa; dopo circa quattro secondi in cui ho, inutilmente, tentato di evitarlo, mi sono semplicemente lasciata andare, immaginando che magari mi ero guadagnata un bel pianto dopo tutto quello che era successo ultimamente. Inoltre, sembrava il miglior posto per farlo: girovagare per i corridoi, piangendo, tendeva a terrorizzare i ragazzi, c’era sempre la possibilità che uno studente (Hermione Granger o Christopher, di regola) potesse presentarsi su nella Torre d’Astronomia, e in qualche modo iniziavo a sentirmi in colpa ad avere attacchi di pianto  nelle mie stanze quando Wimmy passava di lì. Il povero caro prova così tanto a consolarmi, ma dopo un po’ ascoltare la sua rassicurante versione di You Sexy Thing non ha più alcuno effetto su di me, se non quello di farmi piangere ancora di più.

E quindi un’aula abbandonata sembrava il migliore dei posti, davvero, ed infatti, ho singhiozzato piacevolmente per un bel po’, prima di essere bruscamente interrotta da—

“Ah, sì. Avrei dovuto immaginarlo.”

Automaticamente, il mio sguardo si fissò sul riflesso di Snape, ma quello restava lì, silenzioso e stranamente attraente. Il che, naturalmente, significava…

“Che ci fai qui?” ho chiesto in un modo che mi piace pensare potesse essere considerato piuttosto minaccioso, se non fosse stato interrotto da un pronunciato sussulto.

“Stavo passeggiando per i corridoi quando sono stato interrotto da alcuni gemiti misteriosamente simili a quelli che fa un gattino che viene lentamente torturato” ha replicato tranquillamente. “Ne avessi riconosciuto l’effettiva origine, avrei proseguito per la mia strada, te l’assicuro.”

Da qualche parte, nelle recondite profondità del mio cervello, scattò la cosa del gatto torturato (si lega perfettamente col calciare i cuccioli, se vuoi proprio saperlo), ma ero un po’ troppo scossa per fare due più due a quel tempo. Invece, ho brontolato, “Beh, te ne puoi andare adesso.”

“E lasciarti qui sola a piangere le somme agonie della tua esistenza?” ha sorriso compiaciuto. “Non sarebbe galante da parte mia.”

“Chiudi il becco” gli ho ordinato, tentando di asciugar via le lacrime con la manica, con quanta più rinvigorente rabbia possibile.

 “Mia cara Madonna Disistima!***,” mormorò tra se e se, calmo e crudelmente divertito e generalmente irritante. Introdurre Shakespeare nella conversazione quando uno dei partecipanti non è neanche abbastanza coerente da recitare l’alfabeto non è esattamente corretto.

E quindi, suppongo, completamente nello stile di Snape.

“Sei mai non bastardo?” ho domandato, sentendomi piuttosto tradita nello scoprire che tutto il mio amore per Molto Rumore Per Nulla non era riuscito farmi elaborare una qualche replica immediata e intelligentemente tagliente.

“Cara, cara Auriga” ha detto dolcemente, con un brillio negli occhi “non siamo forse affascinanti, questa sera?”

“Fottiti, Snape.”

“Assolutamente incantevole” ha affermato, le labbra che si contorcevano in un sorriso. E’ rimasto lì per un momento, sorridendo delle mie disgrazie o qualcosa di altrettanto adorabile  e Snapesco, mentre mi affannavo per cercare di nascondere la precedente crisi di pianto. Tentativo pregiudicato dal fatto che stessi ancora piangendo.

“Ti prego, dimmi, Auriga” ha infine ripreso, come se, apparentemente, andarsene dopo un unico momento passato a crogiolarsi nella mia miseria semplicemente non fosse abbastanza per lui, “cosa ti ha spinto a scegliere questo particolare punto per disperarti delle tue innumerevoli agonie?”

“Vattene.”

“Perché—“ qualunque orribile cosa stesse per dirmi, comunque, andò persa dopo che ebbe finalmente scorto lo specchio.

“Ah” disse, quasi a se stesso, dopo un momento. Dopo di che si zittì, il che, considerando quanto crudeli siano le cose che dice persino quando non ha un minuto per prepararsele, non prometteva davvero bene. Decisi quindi di alzarmi, per evitare di passare la notte intera sembrando un rottame singhiozzante ed inconsolabile.

“Risparmiami” gli ho intimato.

“Cosa?”

“Risparmiami” ho ripetuto, più temerariamente. “Qualunque cosa sia, non voglio sentirla.”

Corrucciato, “Auriga—“

“Sì, la mia vita è un miserabile casino” ho sbottato. “Sì, continua ad andare sempre peggio. Scusami tanto se ritengo leggermente sconcertante guardare in uno specchio e vedere che va tutto bene, e perfettamente, quando nella vita vera sembra che niente si degnerà di andare mai bene o perfettamente. Certamente significa che merito ore e ore di battutine pungenti, sarcastiche e perfettamente articolate – senza contare che il novantacinque percento di tutto questo è colpa tua, in un modo o nell’altro! Semplicemente…risparmiami.”

Non appena detto, ho immediatamente realizzato che era stato piuttosto stupido anche solo provare ad avanzare una tale richiesta. Severus Snape, risparmiare a qualcuno una spietata tortura verbale quando c’è così tanto materiale che praticamente richiede spietato scherno? A questo punto potevo anche farmi scappare una richiesta per capelli lisci effetto seta e l’eterno amore di Gilderoy Lockhart.

Diciamo solo che quell’uomo deve trarre tutta la gioia della sua vita nel confondermi orribilmente, al punto in cui la mia testa potrebbe esplodere, o qualcosa di egualmente macabro. (Er, Snape, non Gilderoy. Sento che se le nostre strade dovessero mai incrociarsi, lui mi capirebbe perfettamente. E magari mi darebbe anche qualche consiglio per la cura dei capelli.)

 “Quello specchio non merita neanche le tue lacrime, Auriga” disse Snape, con tono basso ed intenso, i suoi occhi penetranti fissi su di me in quel modo che mi fa stranamente salire dei brividi su per la schiena. (In senso negativo, ovviamente. Benchè non tanto negativo quanto l’incidente vertebrale di Algernon, immagino.) “Qualunque cosa abbia deciso di riflettere, non deve avere valore per te. Non importa quanto disperatamente tu possa desiderare che le tue fiabesche illusioni del perfetto amore o di immortale bellezza o qualsiasi altra cosa tu veda – (davvero, solo lui riesce ad essere bastardoso persino quando vuol essere di conforto – se è quello che stava facendo. Sono ancora piuttosto confusa.) “—non si materializzerà mai solo perchè lo fissi. I desideri del cuore sono poco più che un intralcio. Farai meglio a ricordartelo.”

E, beh, cosa mai si può ribattere? Sì, certo, difficilmente era un “aww, andrà tutto bene, tesorino” combinato con una bella tazza di tè bollente, ma non sono sicura che Snape possegga una qualche profonda comprensione del concetto di conforto in primo luogo. Sembrava quasi gentile, specialmente se consideriamo il fatto che, sino a quel momento, mi aveva completamente ignorata – tranne per qualche breve, perfido ghigno di tanto in tanto – per un mese intero.

Eppure, una risposta coerente sembrava al di là delle mie capacità.

“Facile per te da dire,” in qualche modo riuscii a formulare, piegandomi profondamente sul banco nel frattempo. Le lacrime, insieme col formicolio alla schiena, rendevano difficile mantenere una buona postura. “Tu non devi comprare un regalo di Natale per Slatero Quirrell.”

Mi ha fissata per qualche istante, un espressione di profondo sconcerto che gli affiorava sul volto, prima di ridacchiare nuovamente ed incrociare le braccia al petto in quel suo modo esasperantemente compiaciuto.

“Davvero il pericolo dei pericoli ”  ha osservato beffardo.

“Fottiti.”

Continuò semplicemente a ridacchiare, con quel suo modo perfettamente bastardoso. Immaginai fosse la fine della conversazione, e incrociai le braccia al petto guardandolo in cagnesco, sperando che cogliesse il messaggio e smammasse così che potessi salvare una piccola, residua dose di dignità.

Ma oh no. Ovviamente non poteva rendere tutto così semplice. Invece—

“Sibilla Cooman” disse grevemente, poggiandosi sul banco di fianco a me.

Mi ci volle un momento per capire di cosa diavolo stesse parlando, ma una volta realizzato, non potei fare a meno di lasciarmi sfuggire una breve risata. Che ricordava vagamente un singhiozzo – probabilmente perché mi aspettavo una terribile punizione nel caso avessi riso – ma comunque. E’ stato quasi…piacevole, starsene seduti lì ed immaginare lui che cerca di scegliere una sciarpa d’organza viola o dei braccialetti scintillanti.

Snape non stava esattamente sorridendo, perché ho determinato che questa è una cosa completamente impossibile a meno che non stia assistendo a qualche grande manifestazione di sofferenza, ma non stava ridacchiando né contorcendosi né eseguendo alcun tipo di erratico movimento facciale. E quindi ho incrociato il suo sguardo e non gli ho esattamente sorriso, ed eccoci lì, a, tipo, non sorriderci esattamente. Era quasi rasserenante, silenzioso tranne per l’attutito rumorio di Gazza che spaventava a morte quelli del primo anno per contrabbando di globi di neve.

“Davvero, Auriga” mi ha rimproverata, ma delicatamente e quasi…non dirò ‘amorevolmente’, perché il solo concetto mi fa salire un dolore al cervello. Facciamo ‘stranamente’. “Sembri proprio l’Ofelia**** dei poveri.”

“Oh, come se tu potessi criticare l’aspetto altrui” ho replicato, ma mi sono comunque sfilata gli occhiali, per rimediare al mio look da gatto affogato. Sembrava un gesto piuttosto innocente –che aveva senso, e che in nessun modo avrebbe potuto portare a…

Tranne per il fatto che, improvvisamente, ha steso la mano verso di me, ed il suo pollice ha accarezzato il punto poco al di sotto del mio occhio destro, e la mia povera colonna vertebrale sembrava a pochi secondi dalla disintegrazione totale ed era tutto molto surreale al punto in cui mi chiedo quasi se l’abbia solo immaginato o magari lui era sotto l’influenza di qualche maledizione o forse l’alcol perché occasionalmente quando c’è di mezzo dell’alcol tende accidentalmente a toccarmi ma non tanto di proposito e quindi l’intera faccenda era sicuramente innaturale e questa è un’unica frase vero oh cielo suppongo sia grammaticalmente ribelle ma è solo che è stato tutto molto strano e sbagliato e contro ogni legge dell’universo di cui abbia mai sentito parlare proprio come un’infinita frase. Come questa.

Beh, fortunatamente, dopo circa un decimo di secondo, entrambi abbiamo realizzato che stava succedendo qualcosa di molto, molto sbagliato. Quindi gli ho tipo scacciato via la mano –meccanismo di difesa- il che l’ha spinto a ficcarmi un dito nell’occhio, il che a sua volta mi ha fatta urlare e schiaffeggiare quindi il suo braccio. Nel frattempo, in qualche modo era riuscito a produrre uno sguardo torvo, un ghigno e la formidabile convulsione oculare, il tutto contemporaneamente; le tre lavoravano in orripilante unisono, come una squadra di nuoto sincronizzato dall’inferno.

“Cosa stai facen—“

“Fuori!”

Io fuori? Ma se c’ero da prima! Perchè—“

“Sparisci dalla mia vista immediatamente, Sinistra, o non rispondo delle mie azioni—“

“Perché mai dovrebbe essere colpa mia? Sei tu quello che—“

“Ha avuto pietà di te? Eri ovviamente alla disperata ricerca di una manifestazione di compassione; se non avessi finto interesse, quel Goldstein sarebbe senza dubbio caduto preda della tua insaziabile voglia di attenzione maschile—“

“Come osi anche solo insinuare una cosa del genere, brutto figlio di—“

“AH! Sapevo che stavate combinando qualcosa, piccoli – ah. Professori!”

E improvvisamente c’era Gazza, immobile mentre stringeva Mrs. Purr  in quella maniera leggermente-troppo-possessiva-per-essere-appropriata che molti membri del corpo docente sembrano avere quando si parla dei loro animaletti, e ci fissava nel modo in cui ad un uomo che chiama il suo gatto ‘mio amore’ non dovrebbe essere concesso di fissare nessuno, grazie tante.

“Argus” Snape ha rapidamente risposto, spingendomi – spingendomi!- via, mentre strisciava mellifluo verso Gazza. “Stavo appunto cercandoti.”

“Certo, è proprio quello che stavate facendo, Professore” disse Gazza, scrutandomi in modo altamente sospetto, e molto innaturale. Non è che io stessi introducendo illegalmente caccabombe nel castello.

“Vorrei parlarti” continuò Snape, composto “di quella faccenda che abbiamo affrontato prima.”

“Cetto” disse Gazza, fissandomi. Mrs. Purr produsse un miagolio a dir poco demoniaco, guardandomi malvagiamente. Dove abbia trovato quel gatto, proprio non lo so, ma non posso fare a meno di sospettare che una setta satanica avesse qualcosa a che fare con questo.

Ora, se non ti dispiace” proseguì Snape, con voce leggermente alterata “Non ho tutta la notte”

“Certo” disse Gazza, continuando liberamente a fissarmi.

“Buonanotte, Professoressa Sinistra” disse Snape, brutalmente.

“Ti aspetti ancora che sia io ad andarmene?” chiesi.

Rispose con un ghigno che mi ha momentaneamente spinto ha perdere ogni fede nell’umanità, nella bontà e persino in Moira K. Mockridge. E quindi, con quanta più dignità possibile, me ne andai. (ma non senza “casualmente” pestargli il piede nel mentre. Mi ha ficcato un dito nell’occhio. Sento di averne avuto il diritto.)

E quindi eccomi.

Davvero. E’ solo…come dovrei mai sapere cosa fare adesso? Asciugare via le lacrime di qualcuno tende ad essere considerato un gesto piuttosto romantico, sai! Eppure lui è riuscito a farlo sembrare tanto cavalleresco quanto alzare la tavoletta del water. Sono quasi convinta che sia solo inciampato e il suo pollice sia incidentalmente atterrato sulla mia faccia.

Mi fa male l’occhio.

Mi manca Algernon. Lui non mi avrebbe mai messo un dito nell’occhio. Neanche se le mie azioni hanno indirettamente finito per farlo essere brutalmente attaccato da un infuriato professore di Pozioni.

Cosa avrò mai fatto per meritarmi tutto questo, Quaderno?

10:22 P.M.

Quaderno.

10:23 P.M.

Dannazione.

10:24 P.M.

Sai, forse questo non è neanche lontanamente un segno di debolezza. Piuttosto, mi piace pensare che tu…mi completi.

Sì.

E’ così.

10:25 P.M.

. . . Ma non alla maniera di  Gazza e Mrs. Purr.

Quello sarebbe decisamente inquietante.



to be continued...

* '
Bah, hambug' nell'originale. E' un'espressione usata da Ebenezer Scrooge (protagonista del celeberrimo libro di Charles Dickens, Christmas Carol) e che è diventata la sua frase tipo: egli ritiene, infatti, che il Natale sia una frode, e gli si riferisce sette volte nel libro usando questo slang d'epoca vittoriana, 'hambug' che significa appunto frode, baggianata, inganno. Tale espressione è entrata a far parte del linguaggio moderno per indicare disgusto verso molte delle più classiche tradizioni natalizie.
es. "A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai!" "Bah, baggianate!"

** Crackers: una tradizionale 'caramella' anglosassone che, tirata da due persone alle rispettive estremità, produce un sonoro 'crack' e, aprendosi, rilascia dei piccoli doni. Non c'è una versione italiana di questa sorta di uovo di pasqua natalizio, quindi ho lasciato inalterata la traduzione.

*** 'My dear lady disdain':  frase pronunciata da Benedetto e rivolta a Beatrice in Much Ado About Nothing/Molto Rumore per Nulla (atto primo, scena prima). La traduzione utilizzata in questa fanfiction è tratta da : Molto Rumore Per Nulla
se vi va, leggetela. Dopo tutto, è la commedia shakespeariana preferita da Auriga ;)

****Ofelia è uno dei principali personaggi femminili della tragedia Amleto (The Tragical History of Hamlet, Prince of Denmark, in lingua originale), composta tra il 1600 ed il 1602 da  William Shakespeare.

Note della traduttrice: miracolo! Un nuovo capitolo! Eheh. Mi volevo fare perdonare, siccome alcuni di voi mi hanno detto che vi mancava Snape...eccolo qui! Pieno di bastardose contraddizioni ;)
Voglio ringraziare tutti coloro che si sono offerti di aiutarmi nella traduzione. Per un po' conto di riuscirci da sola, ma se dovessi rendermi conto che i tempi di aggiornamento potrebbero ricominciare a dilatarsi, allora non mi farò problemi a contattarvi.
Voglio anche avvisarvi che una volta finiti i capitoli da tradurre, grazie al contributo e all'iniziativa di Lucille, pubblicheremo le 5 one shot che rappresentano il sequel dilatato di questa fanfiction.

Vi ringrazio ancora per il vostro affetto e supporto. Le vostre parole mi hanno spinta a ritagliare lo spazio per tradurre questo nuovo capitolo.
Per Cubo5: magari avessi le competenze e le certificazioni per diventare una traduttrice professionista! Purtroppo lo faccio solo per divertirmi e rilassarmi :)

...ricordate, più recensioni mi spingono a tradurre con più diligenza...


  
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