Non credevo che un vampiro, per quanto giovane, potesse impazzire con un solo sguardo.
Eppure, nello spazio di un decimo di secondo, la mia mente impazzì.
Il primo istinto che scosse il mio corpo fu quello di corrergli contro, stringerlo fino a fargli male. Ma cercai di resistergli.
Di fingere indifferenza, di far cadere la frangia il piu possibile sui mie occhi dorati, con ancora qualche venatura di rosso.
Lottai contro me stessa, lottai contro quell'individuo, che ora capivo perchè, vedevo come un mostro.
Un diavolo venuto dal mio inferno personale. Si, adesso era lui il mio incubo piu bello. Sapevo che mi osservava.
Sapevo che i suoi meraviglosi occhi, indugiavano su di me, ma cercai di sembrare indifferente.
Afferai la mano di mia sorella, la strinsi con forza, cercai di concentrarmi su di lei,
il vuoto che prima conteneva il mio cuore, pulsava forte, tanto forte da far male.
Cosa ci faceva lui lì? Cosa ci facevano tutti lì. Ebbi l'istino di scappare.
Di fuggire da quel luogo, ora lo so, che mi avrebbe condotto alla sofferenza,
all'odio ed infine, a quella forte emozione che supera ogni confine razionale e logico, chiamato amore.
Avrei dovuto far caso alla volvo scintillante parcheggiata lì fuori?
Avrei dovuto far caso all'uomo che viveva da Tanya?
Avrei dovuto far caso al fatto che, solo lui, solo Edward Cullen poteva far innamoramorare così una vampira.
Tanya.
Fu qesto che poi pensai. La donna innamorata di lui.
Non l'avrei sopportato.
Non sarei riuscita a passargli dinnanzi, a vivere ogni giorno a contatto con lei, e sapere che lo aveva.
Sapere, che con lei, tutto sarebbe andato in modo diverso, in modo giusto.
Sarei andata via.
Europa, Africa, Sudamerica, qualunque posto, pur di non sopportare quelle pene dell'inferno.
Perchè la vita, lo capì, era una ruota che girava all'infinito.
Avevo tentato invano di fermarla, ma forse inconsciamente avevo lottato perchè non smettesse di girare.
E ora che il destino mi aveva riportato sulla strada che all'orizzonte aveva i suoi occhi di oro fuso,
sentivo che c'era qualcosa di sbagliato, qualcosa di terribilmente sbagliato, e quella cosa era io. Corazzata in un corpo, fatto di roccia brillante, non ero piu Isabella Swan. Non ero fragile, non ero imbranata, non ero umana.
Combattere contro se stessi è come combattere contro una forza pari e contraria.
Ero io, ad ostacolare me stessa.