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Autore: Rota    29/01/2010    1 recensioni
Sdeng.
Il rumore preciso di una molla che scatta in aria, dopo che è stata rudemente repressa per troppo tempo oltre la resistenza massima.
Sdeng.
Precisa, ineluttabile, inarrestabile.

[Pwp Andante, ViralSimon]
Genere: Romantico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Simon, Viral
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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molla Nata per una sfida con Bella, sul prompt "molla" da me proposto.
Spero possa piacervi ^^



Come una molla



Sdeng.
Il rumore preciso di una molla che scatta in aria, dopo che è stata rudemente repressa per troppo tempo oltre la resistenza massima.
Sdeng.
Precisa, ineluttabile, inarrestabile.
Come una freccia veloce che scocca dall’arco teso, gli anelli che la compongono – rimasti troppo vicini troppo a lungo – si allontanano di fretta per librarsi in aria. E volano, volano lontano senza più avere legami.
Qualcuno lo chiama karma, qualcuno semplicemente principio di azione- reazione. Persino in certe materie e in certi ambiti lo si nomina “scambio equivalente”.
Come lo si voglia chiamare, il concetto rimane sempre lo stesso.

Sdeng.


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Con le dita tra i ciuffi di capelli chiari, quasi immerse nella chioma scomposta di capelli spettinati, Simon tratteneva con forza la testa di Viral, premendola contro di sé.
Le sue labbra si muovevano – frenetiche – contro la bocca della Bestia; la sua lingua si muoveva al loro interno, cercando di occupare ogni spazio possibile, toccandolo e leccandolo con foga; il suo intero corpo fremeva agitato contro quello sottile e slanciato di Viral, che senza alcun pudore faceva bella mostra di quando desiderio lo stesse animando in quel momento.
Oh, Viral – bastardo – sorrideva, sorrideva sulla bocca dell’amante, pago di una vittoria fin troppo facile.
Perché era stato lui a portare Simon a quel punto, lui e la sua sadica voglia di provocarlo in ogni occasione, in ogni singola situazione.
Piccoli gesti dall’apparenza innocente ripetuti infinite volte, con quella falsa indifferenza capace di far montare una furia immane. Ecco, Viral era bravo in queste cose: istigare le persone.
Simon, da canto suo, non faceva davvero nulla perché questa mania si acquietasse. Rispondeva ogni singola volta, in maniera forse esagitata, forse addirittura brusca – tanto che era impossibile non notarlo e ridere per la sua goffaggine  - ma rispondeva e lo faceva prontamente.

Così, quando in mensa, durante il pranzo, Viral si era casualmente leccato il condimento finito chissà come sul suo dito, Simon l’aveva guardato come incantato, seguendo il lento movimento della sua lingua, e quando la Bestia aveva ghignato verso di lui e aveva chiesto cosa mai avesse da fissare, Simon era ritornato alla sua insalata senza dire nulla.
O anche quando, seduto alla scrivania del suo modesto ufficio, Viral aveva molto delicatamente fatto passare il proprio bacino a diretto contatto col suo braccio lasciato molle a penzolare al di fuori del bracciolo della sedia, era sobbalzato a dir poco e l’aveva guardato con occhi sgranati – solo perché quello gli ridesse in faccia consegnandogli un pacco di fogli da copiare al computer.
Ancora, quando soprappensiero aveva guardato un punto fisso per svariati secondi, il suo dito era passato sulle labbra a disegnarne i contorni più e più volte, tanto che Simon non capiva se era il dito che le sue iridi stavano seguendo o si erano solamente bloccate sulle labbra. Certo, quando la Bestia l’aveva colto con lo sguardo fisso su di lui – ancora una volta – e un’espressione palesemente scema, era scoppiato a ridere e aveva ripreso il suo lavoro, senza più degnarlo di uno sguardo.

Arrivata sera, Simon semplicemente non aveva retto più.
Prendendolo per il braccio l’aveva trascinato senza troppi riguardi nel bagno del reparto – ignorando le proteste della sua voce abbastanza irritata. Arrivati lì, sbattuto contro la superficie del muro freddo, l’aveva assaltato senza più pensare a nulla, semplicemente assetato di quanto gli era stato così crudelmente negato per una giornata intera.
Per tutta questa serie di motivi, in quel momento Simon annegava le proprie dita tra i capelli di Viral, occupando la bocca e l’aria circostante di gemiti osceni e profondi, che sapevano di voglia e lussuria.
Represso per troppo tempo, ora era arrivato il momento di scattare in aria – con tutto ciò che ne sarebbe conseguito.
Per cui, non si stupì più di tanto, Simon, quando sentì le mani della Bestia stringersi attorno alle sue natiche. Non si stupì quando, superato il momento della sorpresa, l’altro aveva preso prepotentemente le redini del gioco, girandosi e girandolo a sua volta contro il muro – e lì tenendolo fermo a subire ogni sorta di attacco. Non si era davvero stupito quando la camicia bianca era stata brutalmente aperta, lasciando il petto nudo, o quando i pantaloni abbassati permisero alle mani voraci di Viral di toccarlo fin nell’intimità più profonda.
Non si stupì di nessuno di queste cose, sinceramente.
Sorrise – e basta – quando nell’entrare con forza nel suo corpo Viral si era chinato sulla sua bocca, sovrastandolo in maniera totale. Levandogli da cuore quel peso opprimente che lo schiacciava a terra, come una molla.

Sdeng.
   
 
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