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Autore: Lady Lynx    29/01/2010    4 recensioni
Le loro mani si intrecciavano, le labbra lasciavano sfuggire parole di amore e di odio, di passione sfrenata, di lussuria, di radicata convinzione.
Volevano stare insieme, fosse crollato il mondo.
Potevano stare insieme, non aveva valore il timore di essere scoperti.
Dovevano stare insieme, da soli sarebbero impazziti di dolore.
[Gellert/Ariana]
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Gellert Grindelwald, Sorpresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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La luce dell'Inferno

3. La Fiamma

La Fiamma era sempre stata una creatura distinta da tutte le altre, ma profondamente umana.
La sua infanzia era stata caratterizzata da due scomparse laceranti quanto improvvise.
Quando ancora era in tenera età, incapace di comprendere a fondo il perché di alcune azioni, aveva perso il padre.
Gli era molto affezionata, nonostante la sgridasse spesso per la sua irrequietezza.
Lei sapeva, in qualche modo, di essere la responsabile della scomparsa del padre.
Era sparito all’improvviso, in un torrido giorno di luglio, una settimana dopo il “giorno monello”.
Chiamava così la giornata che aveva compromesso la sua vita in modo irreversibile.
Il “giorno monello” perché era certa di non essere stata una brava bambina a farsi avvicinare da degli sconosciuti, perché i ragazzi con cui aveva passato il pomeriggio erano stati davvero monelli a mostrarle quel gioco così brutto e perché, quando era accaduto quell’episodio, non conosceva ancora un aggettivo peggiore di quello.
Ma il suo vocabolario si era notevolmente ampliato, da quel giorno.
Suo fratello le parlava spesso con termini aulici, a volte un po’ buffi, citando parole come “aberrante”, “spregiudicato” e “contingente”.
Lei non rispondeva mai, un po’ per pigrizia e un po’ per desiderio di compiacimento.
Le uniche due persone che le stavano attorno, ormai da anni, si erano per qualche strano motivo convinte del fatto che lei non fosse in grado di parlare.
E lei le accontentava con piacere, perché il silenzio era sinonimo di pensiero e a lei piaceva pensare.
Pensava spesso al giorno monello, più spesso rispetto al resto, ma spaziava anche sulla bellezza dei fiori, sulla banalità del cielo con le nuvole, sul ritmico battere della pioggia, e sulla morte della madre.
Sì, perché la piccola Fiamma era orfana di entrambi i genitori.
Ma non si sentiva sola, aveva i suoi due fratelli, e quello la rendeva già grata a Merlino per non averla lasciata completamente da sola.
Credeva che l’unico difetto nella sua vita fosse il fatto di non essere ancora andata ad Hogwarts.
Ma aveva dieci anni, mancava poco al giorno in cui avrebbe ricevuto la lettera.
Quando però chiedeva ad uno dei suoi fratelli se fosse arrivato il gufo dall’importante Scuola di Magia, riceveva sempre in cambio un triste sorriso condiscendente.
Chissà perché.
La Fiamma non lo sapeva ma aveva sofferto molto, forse troppo per un cuore candido come il suo.
Così candida che spesso veniva chiamata “angelo”.
Così delicata, pura, intelligibile.
Ma si sa, le cose più pulite sono quelle più esposte ad ogni tipo di macchia.
E la macchia, o almeno un presagio di quella, giunse in un caldissimo giorno di giugno mentre la Fiamma stava seduta al sole sul gradino della sua casa.
Guardava le nuvole passeggere, ammirava il colore acceso dei fiori, ascoltava il timido canto degli uccellini.
E poi, una voce.
Una di quelle voci capaci di rapire i sensi, portarli via con sé, una di quelle abili ad imprimersi nella mente.
- Abita qui la signora Bath? –
La Fiamma aveva divampato, mostrandosi in tutto il suo improvviso colore di timidezza.
Parlare o non parlare?
Il dubbio le rodeva nel piccolo petto, scosso dal respiro affannoso, ma sentiva che sarebbe stato scorretto non rispondere a quella apparizione così stupefacente che le si parava davanti.
Più bella di tutto, delle nuvole, dei fiori e del Sole stesso.
Un angelo vero, forse.
- Qui di fianco –
Tre parole che le erano costate una fatica inesprimibile, dopo anni passati a tenere nascosta la voce del suo cuore.
Gli occhi del Raggio di Sole avevano brillato, e la Fiamma si era sentita riscaldare ancora di più nel suo piccolo e infantile corpicino.
- Grazie –
L’essere divino le voltò le spalle, mentre i suoi riccioli dorati risplendevano alla luce del suo fratello Sole.
La Fiamma osservò ogni suo più piccolo gesto, ogni impercettibile movimento, ogni piega del mantello, ogni oscillare di quel filato d’oro che colava sulle spalle del Raggio di Sole.
E poi, incontrò di nuovo i suoi occhi color fiordaliso, maledettamente belli.
- Comunque io mi chiamo Gellert Grindelwald, piacere di conoscerti -
Musica, quel nome risuonò come una sinfonia del piacere alle sue piccole orecchie.
Il dubbio la tormentò di nuovo, mentre la voce della madre ripeteva nella sua testa – come un mantra – le parole “mai dare confidenza agli sconosciuti”.
- Ariana… Ariana Dumbledore… -
Un soffio di voce, una leggera brezza spirò dalle sue labbra mentre sentiva i suoi occhi allargarsi come per abbracciare quella figura da sogno.
Un leggero tuffo allo stomaco, quando il Raggio di Sole si voltò di nuovo lasciando questa volta il vialetto della casa.
- Gellert… Gellert… -
Non poteva fare a meno di ripetere in continuazione il suo nome, non avrebbe mai potuto dimenticare quella sensazione di sentirsi in paradiso per la prima volta dopo anni.
Era gioia, un sentimento che non provava dalla scomparsa di suo padre.
- Ariana? Ti ho cercato ovunque! –
Il suo fratello più grande uscì dalla porta alle sue spalle, facendola sobbalzare. Le appoggiò una mano sulla testa, con aria di rimprovero.
- Sai che non dovresti stare qui fuori, angelo mio… -
Ariana fece una smorfia divertita,  alzandosi in piedi per cingere con la braccia la vita del fratello.
- Albus, io non sono un angelo… ne ho visto uno poco fa, non è uguale a me… -
La Fiamma vide la sorpresa attraversare lo sguardo del fratello, seguita da una inspiegabile felicità  suscitata forse dalle sue parole.
Capiva Albus, anche lei era felice di aver visto un angelo vero.
Ma non avrebbe mai pensato che l’angelo, per gli anni seguenti, sarebbe stato un ospite fisso nella sua casa.



Note dell'autrice

Probabilmente nessuno (o quasi) leggerà queste note.
Immagino che tutti siate scappati scoprendo che il pairing alla fine è Gellert/Ariana. Se non è così, vi ringrazio per avermi accordato la vostra fiducia ^^
Voglio precisare solo una cosa, in caso non fosse chiara: il primo capitolo anticipa un fatto che accadrà solo quando i due saranno maggiorenni, quindi tempo dopo gli ultimi due capitoli da me postati. Forse è scontato, ma lo dico per fare chiarezza.
Il "What if?" nella presentazione è quindi riferito al fatto che Ariana non è morta da giovane.
Grazie a tutti quelli che mi seguono o anche solo leggono.
Lady Lynx

Lukk: spero di non averti delusa di nuovo, una volta scoperto il vero pairing... forse era un po' difficile da indovinare, ora che ci penso. Nonostante stia scrivendo la biografia di Albus, non mi sento molto a mio agio nello scrivere Slash, quindi non avrei preso con leggerezza la scelta di scrivere una storia incentrata solo su di loro. Forse è vero, il mio incoscio è stato influenzato dalla descrizione di Tom Riddle quando ho scritto il capitolo su Gellert. In fondo, sono entrambi due geniacci del male ^^
Grazie per la recensione!
penelope84: come ho scritto qui sopra anche a Lukk, spero di non averti delusa quando hai scoperto che il pairing non è Gellert/Albus. All'inizio non pensavo che mi sarei divertita a scrivere in modo così misterioso, ma sono felice che ti sia piaciuta l'idea del non rivelare subito i personaggi.
Grazie per la recensione!
  
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