Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Aching4perfection    29/01/2010    4 recensioni
Edward credeva, Edward sapeva che Bella è e sarebbe stata l'unica donna che avrebbe amato per l'eternità; invece, prima di lei c'era stata un'altra donna.
Una donna che aveva cancellato le proprie tracce a Forks, portando via con sè i ricordi dei Cullen e qualcosa di ancora più prezioso.
Dopo cinque anni, ella fa la sua ricomparsa, accompagnata dall'unica persona che sarà mai in grado di amare.
Ma perché voler tornare a Forks così all'improvviso se aveva giurato a sè stessa che non avrebbe mai cambiato idea?
Perché questa volta, c'era in gioco molto più del suo orgoglio e tornare era l'unica soluzione esistente.
Genere: Generale, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPic

L'unica fra tante... 1° parte

La brezza, una leggera carezza sulla pelle. L'armonia del movimento delle foglie al passaggio libero dell'aria che si librava dalle mie mani in movimento. Una spirale fatta coi colori dell'autunno mi circondava, innalzandosi progressivamente verso il cielo, finché lo avessi desiderato. Stupenda era la sensazione del vento sulla pelle, stupendo era il calore emanato da quel sole di fine Settembre, tra le poche giornate di sole di cui poteva godere Forks. In effetti, anche quel sole era un mio desiderio.
Lo scricchiolio di un ramoscello spezzato a qualche metro da dove ero io mi fece sussultare, concentrata com'ero nel mantenimento di quegli incantesimi, mi ero estraniata completamente dal resto del mondo.
Un altro scricchiolio, stavolta più forte. Poi un altro e un altro ancora, finché il rumore di legno spezzato in si trasformò in scalpitare impazzito di zoccoli. Feci appena in tempo a voltarmi e gettarmi a terra di lato per uscire dalla traiettoria di un alce impazzito che mi stava per travolgere. Pazzesco, non c'era il rischio di qualche terremoto o di una frana in quell'isolata radura; cosa poteva aver spaventato così tanto un alce da farlo scappare in quel modo? Continuai a seguire l'animale con lo sguardo e, anche se si era allontanato di almeno trenta metri da dove stavo stesa io, non perdevo di vista l'enorme chiazza marrone circondata dal verde dell'erba.
Dal nulla, comparve un altra chiazza, grigia, che in pochi istanti fu addosso all'animale, travolgendolo e facendolo ribaltare a terra. Poi lo vidi, era un ragazzo. Da quando una persona è in grado di abbattere un alce di quelle dimensioni a mani nude? Senza pensarci, tesi il palmo della mano destra nella sua direzione e spostai il braccio verso destra in uno scatto. Lanciai in aria il ragazzo, allontanandolo dall'animale. In quella zona era vietato il bracconaggio.
Corsi fino a raggiungere il centro dello spiazzo di terra, cercandolo. E, come se mi avesse sentita, in un battito di ciglia mi fu davanti. Ma non assomigliava a nessuno che conoscessi, non pensavo nemmeno che fosse una persona. Aveva degli occhi neri come la notte, la pelle che sembrava fosse fatta di ghiaccio...o almeno, il colore era quello. Era alto, anche se non molto più di me, e aveva i capelli che sembravano plasmati nel metallo...bronzo. Aveva le labbra tirate, mostrandomi dei denti ancora più bianchi della pelle...ma non sembravano denti, i canini erano più che altro paragonabili a delle zanne! E da quella bocca uscì un ringhio rauco, basso, come per avvertirmi. D'istinto, levai la mano in aria imitando il gesto di voler scacciare una mosca particolarmente fastidiosa, e lui fece un altro volo, più alto del precedente e sparì dalla mia vista.
-Che cazzo è...- ansimai per lo spavento. Per un attimo, ma solo per un attimo, mi girai verso l'alce che stava ancora steso a terra e notai una cosa che, se non mi ero ancora fatta prendere dal panico, in quel momento divenni piuttosto angosciata e sbiancai come un lenzuolo passato nella candeggina. Due fori poco distanti fra loro erano incisi nel collo dell'animale, sgorgando sangue.
Era morto dissanguato.
-Oh, porca miseria.- mia madre me ne aveva parlato spesso, solo che io non le avevo mai creduto. Possibile che certe creature avessero il permesso di circolare liberamente nel nostro mondo? In quel momento non sapevo se considerarmi la persona più fortunata del mondo, o la più disgraziata. Mi sono ritrovata, contro ogni mia più rosea previsione, davanti ad un vampiro per la prima volta ed ero riuscita a respingerlo. Un record personale.
Allora mia madre non era una sciroccata, esistevano davvero. In effetti non me ne sorpresi, nel momento in cui mi aveva sfrecciato accanto... l'avevo percepito, un alone grigio fumo. Era sbagliato.
Fin da quando capii che possedeva fattezze umane, avevo capito era qualcosa di oscuro e innaturale. La pelle ne era un'ulteriore conferma. Le persone non brillano come palle da discoteca sotto alla luce del sole, non ero cretina.
Persa nei miei pensieri, non mi accorsi che la creatura si stava avvicinando ancora, ma non ne aveva abbastanza di essere sbatacchiata a caso? Raddrizzai la schiena, le braccia piegate leggermente in avanti pronta a lanciare un altro incantesimo di protezione se ce ne fosse stato bisogno. Il ragazzo tese le mani in avanti, in segno di arresa.
-Tranquilla, non ce ne sarà bisogno!- esclamò con una delle voci più belle che avessi mai udito.
-Eh?- ero basita, non credevo nemmeno che potesse emettere suoni al di fuori dei ringhi.
-No, come puoi notare parlo anche io. Ma che domande sono?- come faceva ad essere nella mia testa, rispondendomi a domande che non pronunciavo? Ma che cavolo di incantesimo è questo?
-Ho una dote particolare che mi consente di ascoltare i pensieri delle persone. Prometto che non tenterò di attaccarti di nuovo.- mi rispose arrestando la sua marcia a quattro metri da dove ero io. Ora era lui a tenermi a distanza.
-Come faccio ad esserne sicura?- domandai alzando la voce. Ero leggermente scossa, ma chi non lo sarebbe se si trovasse d'innanzi ad un vampiro?
-Non ho più sete, per ora. Mi dispiace per aver tentato di ucciderti, prima. Ti posso assicurare che non si ripeterà.
-Mh.- non mi fidavo lo stesso.
-Che scortese, non mi sono ancora presentato, mi dispiace. Sono Edward Cullen.- mi porse la mano affinché l'afferrassi. Ebbi un attimo di timore ma lo feci, non so che cosa volevo vedere.
Volevo un'ulteriore prova di ciò che i miei poteri avevano già intuito.
-Eleonora Bennett.- sentii un brivido, ma non perché la sua mano fosse gelida; l'alone che avevo sentito prima ora mi scorreva liberamente nella testa, era un avvertimento, un allarme.
-Sai cosa sono, ma mi hai dato ugualmente la mano. Significa che volevi farmi vedere che mi posso fidare di te.- commentai tenendo la voce più ferma che potessi, avevo già nascosto la mano dietro alla schiena. Lui annuì.
-Puoi fidarti ora?
-Confido nel fatto che non mi attaccherai, anche se sarei perfettamente in grado di respingerti.- detto quello girai i tacchi e mi incamminai verso il sentiero per tornare a casa. Non feci neanche un paio di passi che tornai a percepirlo accanto a me, si muoveva silenzioso come un ombra.
-E io confido nel tuo silenzio.- mormorò con voce ferma. A quel punto, mi sentii più tranquilla. Abbiamo tutti dei segreti. A quanto pare, sia il mio che il tuo sono un po' più grandi.- mi voltai per guardarlo dritto in faccia ma era già sparito.

*

Ed è stato così che ci siamo conosciuti. Ogni pomeriggio di sole lo trovavo nel bosco a caccia, oppure lui trovava me nella radura mentre provavo degli incantesimi. Passavamo delle ore a parlare del più e del meno, per poi passare ad argomenti più seri. Lui voleva sapere tutto sulla mia discendenza, e io volevo sapere qualcosa sui vampiri che non si potesse trovare sui libri di magia, qualsiasi cosa. Una sera, dopo che Edward ebbe terminato la caccia, ci sedemmo sull'erba di quello spiazzo. Guardando lui e gli alberi intorno a noi, cominciai a sbottonarmi (metaforicamente) un po' di più senza rendermene conto.
-Sai, questa radura non c'è sempre stata. Prima era boscaglia, come tutto il resto.- commentai guardandomi attorno.
-Quando è diventata così?
-Quando, diciotto anni fa, mia nonna ebbe una crisi isterica, distrusse quest'area della foresta facendola diventare come la vediamo noi ora.- dissi, ripetendo le stesse parole che disse mia madre a me la prima volta.
-Non credevo che le streghe avessero poteri tanto forti.- mormorò, sembrava sinceramente interessato alla mia storia. Io sorrisi divertita.
-Lei non si era neanche sforzata. Le sono venuti i cinque minuti e invece che sfogarsi sulla figlia, l'ha fatto qui.
-Cosa ha fatto tua madre per farla arrabbiare?- domandò. Sospirai, in parte era anche colpa mia.
-Gillian era tornata a Forks un anno dopo essere scappata di casa, a venticinque anni, incinta di me e mia sorella. Mio padre era partito per l'india con una ballerina di danza del ventre e non se ne è saputo più niente. Quando ha visto mia madre con il pancione è andata su tutte le furie. Tre mesi dopo, arrivò una lettera da parte di un avvocato indiano che diceva che mio padre era morto, morso da un serpente mentre faceva jogging con la nuova compagna.
-Una famigliola tranquilla la tua. Non mi hai mai detto di avere una sorella.- a quel punto, presa da un moto di tristezza, cominciai a fissare il terreno. Per tutta la durata del mio breve racconto non ho avuto il coraggio di guardarlo negli occhi neanche una volta.
-Non lo sa nessuno. Io non l'ho mai conosciuta, è morta alla nascita.- mi scese una lacrima. Mia madre aveva perso una figlia, non l'avrebbe mai conosciuta e ha passato i diciotto anni successivi guardandomi e chiedendosi perché non eravamo due. Edward mi afferrò la mano delicatamente, come se avesse paura di farmi male. Mi asciugai la lacrima solitaria con la manica della maglietta e mi voltai verso di lui, solo allora mi accorsi che eravamo l'uno accanto all'altra. La sua spalla sfiorava la mia.
-Mi dispiace.
Sentendolo così vicino, potevo sentire il suo odore. Era molto buono, mi attraeva. Sempre stringendogli la mano che mi aveva dato, avvicinai di più il mio viso al suo. Sentivo il bisogno di baciarlo, volevo sentirlo sulla mia bocca. Ovviamente, lui sentì i miei pensieri e le mie intenzioni e si scansò portandomi fuori dalla sua traiettoria.
-Che stai facendo?- domandò lievemente scosso. Io, che avevo trattenuto il respiro fino a quel momento dall'ansia, ripresi fiato e sbuffai.
-Stavo semmai, non si capiva?
-Non dovresti.- disse serio e voltandosi a guardare dall'altra parte. Credo... che si sentisse in colpa, o privato di qualcosa, non lo capivo.
-Cos'è? Hai paura di mordermi?- domandai quasi ridendo. Dal suo sguardo pieno di tristezza capii che era proprio così.
-Non scherzarci, potrei farlo davvero.- commentò a voce bassa.
-No, non lo farai.- lo guardai fisso negli occhi per qualche secondo, più che convinta di quello che dicevo. Mi sentivo una bambina viziata, lo volevo a tutti i costi.
-Non lo puoi sapere.
-Sì invece.- sollevai la mano destra e gli appoggiai l'indice sul volto, lasciando una scia di luce dorata dove gli sfioravo la pelle, luce che svanì dopo due secondi. Avevo fatto in modo di annullare qualsiasi sua attrazione verso il mio sangue, un incantesimo che sarebbe durato una manciata di minuti, non di più. Poi, senza dargli più il tempo di capire che cosa avessi fatto, ripresi da dove mi aveva interrotta. E stavolta mi lasciò fare, aveva visto che avevo eliminato quella barriera di cui era così spaventato. Le sue labbra di ghiaccio, sembravano ardere a contatto con le mie. Sarà stata solo una mia impressione, ma mi sembrava più rilassato, non era più teso ma, persa com'ero, non me n'ero accorta più di tanto. Mi allontanai subito, mi sentivo in errore, credevo di aver commesso un errore.
-Hai sentito qualcosa?
-Niente, assolutamente niente.
-Ti prego dimmi che anche tu lo volevi e che non ho fatto la figura di quella che salta addosso a chiunque!- esclamai tutto d'un fiato, un po' mi vergognavo. Silenzio, rimase impassibile. Brutto segno. Non mi era mai capitato di prendere l'iniziativa con un ragazzo, speravo che, in fondo, lo volesse anche lui. Non vedendo ancora alcuna reazione da parte sua, capii che il modo migliore per evitare ulteriori figure di merda era tornare a casa di volata, scofanarmi mezzo chilo di gelato al cioccolato e dimenticare l'intera faccenda affogando beatamente nel cacao. Fu allora che si mosse.
La sua mano destra mi sfiorava il collo e la nuca, mentre l'altra era appoggiata su un mio fianco, impedendomi di alzarmi ed andarmene. E sentii di nuovo le sue labbra gelide infuocare le mie, che si muovevano adattandosi alla loro forma. Poi, senza sforzo alcuno, mi socchiuse la bocca, infilandoci la sua lingua fredda come il resto del suo corpo. A quel punto, gli circondai il collo con le braccia e mi sedetti tra le sue gambe incrociate, senza interrompere quel magnifico contatto che avevamo appena instaurato. Mi accarezzava delicatamente il palato e la lingua, trattenendo il suo lato passionale che mai, prima di allora, aveva tirato fuori. Una volta me lo aveva confessato: di non aver mai avuto una donna. A me andò di traverso la saliva, sgranai gli occhi e tossii un paio di volte. Minchia. Quanti anni aveva ormai? Cento e qualcosa... e donne zero.
Non potei fare a meno di confrontarmi. Io avevo dato il mio primo bacio a quattordici anni e l'anno dopo avevo perso la verginità e in quello stesso anno avevo avuto una cosa come cinque ragazzi...mh, però! Mi sono data il mio bel daffare! Senza contare quelli che erano venuti dopo...alla veneranda età di diciassette anni avevo frequentato più o meno nove ragazzi.
Quando ci separammo, mi accorsi di essere stata a tanto così dal saltargli letteralmente addosso. Positivoo! Se fino a quel momento pensava che non fossi molto normale, ora credeva che fossi una ninfomane, molto bene!
Mi sedetti stendendo le gambe sull'erba, la schiena poggiata al suo petto e le sue braccia mi circondavano la vita. Tenevo la testa poggiata contro l'incavo della sua spalla, era bellissimo. Strappai un filo d'erba dal terreno e cominciai a rigirarmelo tra le dita. In testa cominciò a ronzarmi una domanda che mi fece capire di essere disposta ad essere la prima a mettere in gioco i miei sentimenti. Col rischio di giocare fa sola.
-Che dici, ci possiamo provare?- domandai continuando a giocherellare col filo verde di clorofilla. Lui mi strinse un po' di più, aveva sentito il mio timore?
-Userai ancora quell'incantesimo?
-Sì, se lo desideri.- mormorai cercando di restare tranquilla, possibile che i miei poteri lo avessero spaventato? Eppure, la sua risposta non mi sorprese.
-Allora sì.

*

Passarono un paio di mesi in cui ognuno di noi imparò a conoscere meglio il mondo dell'altro, pregi e difetti. Mia madre, quando seppe che la sua unica figlia stava con un vampiro, prese seriamente in considerazione l'ipotesi di spedirmi a Manhattan da alcune nostre rigidissime e tradizionaliste zie. Lanciava ad Edward occhiate fulminanti nel vero senso del termine e non perdeva occasione per tirargli delle frecciate infide sulla sua natura. E, quando le confessai che potevo seriamente innamorarmi di lui, la reazione non fu migliore ma, dopo qualche giorno, si calmò e ci concesse una tregua. Permettendogli persino di entrare in casa nostra. Da parte mia, io imparai a gestire la mia libido in presenza della sua famiglia e soprattutto in presenza di Jasper, le prime volte era stato un po' imbarazzante. Imparai a conoscere e ad apprezzare ogni singolo componente familiare, instaurando ben presto un profondo legame di amicizia con Rosalie, che cominciai a considerare come la sorella che non avevo mai avuto. Ma alla fine dei conti, c'eravamo solo io ed Edward.
I segreti che nascondevamo al resto del mondo non esistevano quando eravamo solo noi, nel nostro piccolo rifugio all'aperto, dove lui non perdeva occasione di mostrarmi quanto fosse forte e veloce: per esempio facendo una corsa intorno alla radura e portandomi un enorme fascio di fiori selvatici già composti in meno di due secondi. D'altro canto, anche io devo ammettere di essere molto impaziente di voler mostrare le mie capacità. Una volta creai una piscina naturale scavata nella roccia in cui trascorremmo un pomeriggio splendido a baciarci nell'acqua; invece, una notte cambiai la traiettoria di un gruppo di stelle cadenti, facendo in modo che passassero proprio sopra alle nostre teste... fu uno spettacolo magnifico.
Dopo quei due mesi, capii di essermene innamorata. Mi ero già innamorata prima di lui, ma non era niente in confronto a quello che provavo ora. Non volevo lasciarlo mai, già immaginavo come sarebbe stato il nostro matrimonio e la casa in cui ci saremmo trasferiti, tutte cose che mai avevo osato fare prima di allora. Era lui quello giusto, ne ero certa.
Una sera, Gillian partì per andare a trovare le nostre parenti di Manhattan ed organizzare un raduno di magia, una nostra tipica riunione di famiglia. Era raro che avessi la casa tutta per me e, lasciamocelo dire, colsi l'occasione al volo. Il mio unico obbiettivo era fare una baldoria allucinante, obbiettivo che venne smontato circa mezzo secondo dopo che ebbi il tempo di architettarlo mentalmente.
-Nora, non pensarci neanche.- io sgranai gli occhi esterrefatta, credevo che l'idea sarebbe piaciuta anche a lui ed ora mi ritrovavo a fare la parte della figlia degenere. Certe volte mi dimenticavo quanto lui fosse antico... all'antica. In quel momento stavo preparando una caraffa di Margarita per festeggiare e mi dovetti bloccare proprio mentre versavo la tequila.
-E perché no?! Ci siamo liberati di Gillian: niente più urli, niente più minacce e niente più magie per una sera intera. A te!- esclamai porgendogli il suo bicchiere e versando una dose molto generosa di Margie nel mio che svuotai non appena me lo appoggiai alle labbra. Rimettendo il bicchiere sul tavolo, notai che Edward lo fissava immobile.
-….forza, comincia a trincare!- lkui continuò a guardare il bicchiere per un tempo che a me parve infinito. Stava riflettendo, cosa c'era da riflettere?!
-Non vorresti qualcosa di un po' più romantico?- domandò un po' deluso. Io ci riflettei su un attimo, o almeno feci finta.
-...no, non necessariamente.
-Beh, io sì.
-Cosa c'è da riflettere? Sei un ragazzo e hai la tua ragazza più che disponibile proprio a trenta centimetri da te. A questo punto dovremmo già esserci scaraventati sul letto lasciandoci dietro una scia di vestiti in perfetto stile Hansel & Gretel!- Edward incrociò le braccia al petto, immobile davanti a me. Cavolo!
-Nora, sono un ragazzo con dei valori. E anche se la tentazione di andare subito al dunque è molto forte vorrei che ciò avvenisse in un modo un po' più elegante. Il che esclude necessariamente la tequila e la scia di vestiti sparsi per la casa.- capii che se non lo avessi assecondato subito, avremmo iniziato una discussione che sarebbe finita nel peggiore dei modi, detto in modo terra a terra: niente sesso.
-Ok, allora cosa proponi?
-Ti andrebbe se ti portassi alla distesa? Stanotte non ci sono nuvole e le stelle sono particolarmente luminose stanotte.- in effetti l'idea mi allettava parecchio. Ma che cavolo, in un certo senso i ruoli si erano capovolti tra di noi. Io ero il ragazzo allupato e lui la ragazza vergine e timidina... Dio solo sa quanto non mi facevo schifo. Però, oh sono una ragazza innamorata che non vede l'ora di mostrare al proprio fidanzato tutto il suo, ehm... amore.
-Ok. Però, appena torneremo a casa ti concederò dieci secondi per spogliarti compreso lo spostamento!

Buona seraaaa!!!
Mi dispiace tantissimo per il ritardo, ho voluto rendere questo capitolo il più rivelatorio possibile e ci ho messo un bel pò! Spero che vi sia piaciuto!
Oramai siamo agli sgoccioli, mancano solo 3-4 capitoli alla fine della storia, con colpo di scena finale!

Purtroppo non riesco a ringraziarvi una per una, così mi limiterò a citarvi per nickname. Volevo solo precisare che questa fic è una BellaxEdward, non ci sono cambiamenti di pairings! Nora c'era prima dell'inizio di Twilight, quindi è tutto normale!!!
I ringraziamenti completi li farò nel prossimo capitolo!
Ringrazio infinitamente per le recensioni: princess apache, lovecoffee, titti92, Hinata_S_I_TT 4EVER, Sara90, Saretta__Trilly__

Ovviamente ringrazio anche coloro che hanno appena aggiunto la storia tra i preferiti e tra le seguite!

Ringrazio anche coloro che l'hanno appena letta e coloro che vorranno lasciare una recensione.

Kiss by Achin4perfection!

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Aching4perfection