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Autore: ellephedre    29/01/2010    8 recensioni
Storia dedicata alla coppia Rei/Yuichiro e alla loro complessa, divertente e romantica interazione. Il loro incontro, la gita in montagna con tutte le ragazze, l'antefatto di quella frase finale di Rei ('Hai ragione, Usagi. Avrei dovuto dare un bacio a Yuichiro'). Poi la rinascita di lei, accorgersi di avere una seconda occasione ma non volerla cogliere, perché lui non è assolutamente adatto. O sì?
Questa raccolta coprirà tutte le cinque serie, raccontando di momenti legati a episodi che già conosciamo o di altri completamente inventati.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rei/Rea, Yuichiro/Yuri | Coppie: Rei/Yuichiro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima serie, Seconda serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le stelle Saga'
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ovviamenteimpossibile3 Note:
- un grosso grazie a tutti coloro che hanno proposto le mie storie per l'inserimento tra le scelte :) 
- avevo già ritrovato il significato del nome di Yuichiro per un'altra mia fanfic. Gli ideogrammi del suo nome andrebbero ad indicare le parole 'unico figlio maschio'. Ricordo anche che 'Usagi' significa 'coniglio' in giapponese.

"Ovviamente... impossibile?"

Autore: ellephedre

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. Essi sono esclusiva proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation Co. Ltd


Episodio 2 - CONOSCERSI SULLA NEVE


Rei osservò distrattamente la nuvoletta di aria fredda che le era uscita dalla bocca. Continuò a camminare. In lontananza si poteva ammirare il maestoso paesaggio di montagne che si stagliavano sul cielo, tanto bianche da essere sicuramente colme di piste da sci pronte ad essere solcate.
Il titolo di Miss Principessa della Luna sarebbe stato suo, si ripromise, e quel viaggio sarebbe stato memorabile.
... beh, prima doveva capire se sarebbe riuscita a riposare su un letto decente. Secondo Yuichiro non erano molto lontani dalla casa dei suoi genitori, ma le sembrava alquanto improbabile. Stavano percorrendo un largo viale che ospitava solo lussuose villette a due piani. Non era possibile che la famiglia di Yuichiro possedesse un'abitazione del genere. Di sicuro c'era da camminare ancora un bel po'.
Usagi arrivò accanto a lei e le parlò in un orecchio. «Rei» bisbigliò cospiratrice, «Yuichiro ti ha detto com'è casa sua?»
«Non gliel'ho chiesto.» Non aveva avuto intenzione di rovinarsi in partenza l'idea del viaggio.
«Come, non eri curiosa?»
Mai come la bambina che era lei. «Sì, Usagi
» sospirò. «Tra poco la vedremo.»
«Parlate di casa mia?» Yuichiro accelerò il passò e apparve alla sua sinistra. «È in fondo a questo viale.»
Ah sì?
Usagi inclinò la testa. «Sei sicuro?»
Fortuna che c'era lei a fare le domande ovvie che avrebbe voluto porre in prima persona.
«Ma certo!» Yuichiro sollevò il braccio davanti a sé. «Proprio lì, andando dritti.»
Hm, forse quella vacanza non sarebbe stata poi così male.
«Io faccio una corsa.» Makoto scattò in avanti.
«Vengo anche io!» Usagi le fu subito appresso.
Minako rimase indietro assieme a lei e a Yuichiro, a fissare Usagi e Makoto come se non vedesse l'ora di imitarle.
Minako Aino era una strana ragazza. Rei non era ancora riuscita a decifrare esattamente quale fosse il suo carattere. A volte pareva del tutto simile ad Usagi, eppure c'erano state occasioni in cui le era sembrata la più adulta tra tutte loro. Non era stato facile ammetterlo con se stessa. Forse, rifletté, combattere da sola nei panni di Sailor V l'aveva temprata.
Ad un isolato di distanza Usagi stava indicando davanti a sé, il braccio che si muoveva convulsamente su e giù. «Reiiiiiii!»
Ma perché doveva urlare così?
«Reiiiiii!»
Cos'è, si stava aspettava che le rispondesse?
«Reiiiiiiiiiiiiiii!»
«Insomma, sto arrivando!!
»
«Ahi.» Minako si coprì le orecchie con le mani.
«Scusami, è stata colpa di Usagi.» Che ancora urlava.
Non le restò che voltarsi verso Yuichiro. «Per favore, tienimi questa che vado a zittirla.» Una volta mollata la propria valigia tra le mani di lui, scattò in avanti come la migliore delle maratonete, raggiungendo Usagi in pochi secondi.
«Si può sapere che ti-...» Spalancò la bocca. «No.» Doveva esserci un errore. Si girò nella speranza di trovare alle proprie spalle una modesta casupola, ma non ebbe fortuna. Dietro di lei continuava il cancello a muro che racchiudeva un vasto giardino interno. «Non può essere questa la casa, ce ne sarà un'altra qui dietro.» C'era un viottolo che partiva da un angolo nascosto.
«No, non c'è.» Makoto uscì proprio da lì. «Ho appena controllato, questa è l'ultima casa di questa via, qui dietro c'è solo un'entrata di servizio. Non ci credevo neanche io.»
Non le restò che rimanere ad ammirare. Si trovava davanti ad una spaziosa a villa a due piani, con balconata al piano superiore e colonne varie a sostenere il tutto.
«Rei, Yuichiro vive davvero in questa casa?»
Ma Usagi ogni tanto lo usava il cervello? Non lo vedeva che era sorpresa quanto lei? Lasciò perdere. «Non me l'ha detto.» Le venne in mente una possibile soluzione. «Magari... i suoi sono i custodi.
» Certo, doveva essere così. Però Yuichiro le aveva detto che non erano in casa in quei giorni e come facevano due custodi a dare via un'abitazione non loro?
«Wooow!» Minako era arrivata anche lei e aveva spalancato le braccia. «Yuichiro, questa è davvero casa tua?»
Lui spuntò dietro di lei e sorrise fiero. «Certo. I miei genitori in questo momento sono in Svizzera.»
In Svizzera?
«Ti piace Rei-san?» Lui la guardava speranzoso, come se si aspettasse di sentirla rispondere in una maniera diversa dall'unica possibile.
«Sì.»
Lui si stampò in faccia un sorriso enorme. «Allora entriamo!»

L'interno della villa si rivelò opulento come l'esterno. Non si trattava di una ricchezza ostentata, ma ogni mobile, quadro e suppellettile era di assoluta classe e non ci poteva essere alcuno sbaglio sul fatto che quella casa appartenesse a persone con molti e molti soldi. Il che faceva di Yuichiro un ragazzo con molti e molti soldi.
... ridicolo.
«Ecco a voi il té.» Nel salotto in cui si trovavano entrò la signora di mezza età che avevano incontrato prima, quella che si era dichiarata la custode della villa. E che aveva chiamato Yuichiro 'signore'.
Una roba fuori dal mondo!
Le tazze di té caldo furono appoggiate sul tavolo, in mezzo ai due divani in cui si erano sistemate.
«Grazie mille, Mishida-san.» Yuichiro si profuse in un inchino accennato, allegro. «Non ti preoccupare, non ti disturberemo tanto.»
«Oh, ma non è un problema, questa è casa sua. I suoi genitori mi hanno pregato di ripeterle che può fermarsi qui quanto vuole assieme ai suoi amici.» La donna spostò su di loro uno sguardo benevolo. «Credo sarebbero contenti di sapere che sono tutte ragazze.»
Una mano aperta di lui si mosse nella sua direzione. «Sono tutte amiche di Rei-san. Lavoro presso il loro tempio e lei e suo nonno mi ospitano.»
Nel volto lievemente raggrinzito della signora le rughe si fecero profonde e confuse. «Lavora presso un... tempio?»
«Sì.» Persistendo nel sorriso Yuichiro non offrì altra spiegazione. Si limitò a far rimanere sulla signora uno sguardo sereno.
Le sopracciglia della donna volarono in alto. «Oh! Vado allora. Se avete qualche preferenza per la cena, fatemi sapere.»
«Grazie ancora.» Yuichiro la salutò con una mano e tornò al caminetto in cui aveva cominciato ad alimentare il fuoco.
Ma dai, pensò Rei. Yuichiro aveva appena trattato la signora come se fosse una domestica. Pur senza spocchia e con garbo, l'aveva mandata via come poteva fare solo una persona avvezza a quel tipo di situazione. Se non fosse stata certa di essere sveglia, si sarebbe data un pizzicotto.
Yuichiro, accovacciato accanto al caminetto, continuava a far crescere le fiamme.
Fino a quel momento lei era rimasta in silenzio o quasi, ma era ora di aprire bocca. Si guardò un'ultima volta intorno, facendosi distrarre dalla lucentezza del lampadario in cristallo appeso al soffitto. «Senti, Yuichiro... san.
» Forse quell'aggiunta poteva risparmiarsela. «La togli a me questa curiosità? Come mai un riccastro come te-» Si morse la lingua. «Voglio dire, un ragazzo benestante, ecco... come mai fai l'apprendista nel nostro tempio?»
Lui le rivolse uno sguardo sereno. «Per accumulare esperienza.»
Su come pulire i pavimenti? «... certo.»
«Psst, Rei.» Usagi si era accostata di nuovo al suo orecchio. «Dicono che la gente ricca sia stramba.»
A questo punto... «Può darsi.»
La conversazione non era sfuggita a Makoto. «Non ha importanza.
» Saltò in piedi. «Andiamo, è ora di mettersi a sciare!»
Rei si unì al coro di assenso.

Venti minuti dopo, osservò la propria figura in tuta da sci di fronte ad uno specchio che le permetteva di vedersi da capo a piedi.
La tuta viola e bianca, regalo di suo padre, le stava ancora bene come l'anno prima. La forma dei pantaloni la slanciava parecchio e la giacca alta in vita metteva in risalto la curva rientrante dei fianchi, esaltando le belle proporzioni che possedeva con fierezza da un annetto circa.
«Stai veramente bene, Rei-san.»
Si voltò verso il corridoio di destra.
... beh, stava molto bene anche lui. Quella tuta verde e gialla sembrava costosa, ma ormai aveva smesso di stupirsi di cose come quella. «Grazie.
» Tornò a guardarsi allo specchio. «Sulla pista da sci sono anche meglio.» Assolutamente.
«Hai esperienza?»
«Sì, scio da diversi anni.» E adesso che ci pensava... «Anche tu?»
Lui annui, tirando fuori da una tasca un paio di occhiali scuri. Se li poggiò sulla testa. «È da due anni che non vengo qui, ma prima sciavo ogni inverno. Me la cavo.»
Certo, non sfruttare una casa come quella, per di più in un luogo tanto ben posizionato, sarebbe stato un crimine. Si guardò un'altra volta intorno e decise di dare voce ad un dubbio che le era venuto. «È da quando siamo arrivati qui che ci penso. La tua famiglia... fa parte di quei Kumada, vero?» Quelli che avevano aziende che producevano automobili e un mucchio di altra roba di cui non lei aveva la minima idea. Sapeva solo che era tanta.
Yuichiro assunse un'aria preoccupata e abbassò lo sguardo sul pavimento.
«Non ti preoccupare.» Rei cercò di non dare alla cosa più importanza di quanta non ne avesse. «Non ho pensato che fossi il figlio del proprietario. Non devi spiegarmi di chi sei cugino o nipote. Sono certa che dev'essere molto complicato. La mia era solo una... curiosità.»
Lui rilasciò un sospiro pesante. «Non è niente di complicato. Purtroppo.» Ridacchiò all'improvviso, nella maniera sciocca a cui lei era perfettamente abituata. «C'era mio nonno che era figlio unico ed è morto quando avevo cinque anni. Anche mio padre è figlio unico, però ha avuto me e le mie due sorelle maggiori.
» Esitò. «È... tutto qui. Ci siamo solo noi.»
Solo noi? Le si svuotò la mente.
Yuichiro prese a sbattere le mani in aria. «Questa è casa dei miei genitori, è tutto solo dei miei genitori. Io... vivo per conto mio e coi miei mezzi. Non è cambiato niente, sono sempre l'apprendista del tempio che non sa fare nulla.»
Ma che-? «Fammi capire bene. La famiglia Kumada non ha nessun ramo, è tutto di tuo padre e tu sei suo figlio?» L'unico figlio maschio?!?
Yuichiro si fece imbarazzato e perplesso. «Beh sì, sono figlio di mio padre.»
Rei chiuse la bocca spalancata. «Tu-tu... tu sei pazzo!» Non urlò a squarciagola solo per non far accorrere le altre. «Sei ricco sfondato e lavori nel nostro tempio
Yuichiro si risentì. «No, i miei genitori sono ricchi, io... sono io. Valgo per me.» Sembrava deluso.
Le uscì un sospiro. «Non dico di no, ma...» Cosa? «Come fai a vivere come se non avessi soldi quando... ne hai così tanti?
» Allargando le braccia, indicò l'ambiente attorno a loro. Quella villa doveva essere solo un piccolissimo esempio di tutto quel che la sua famiglia possedeva. «Ho capito che i soldi non sono tuoi, ma se non hai litigato con i tuoi genitori loro ti daranno sicuramente qualcosa, no?»
«Si deve vivere con quello che si guadagna da soli.»
Il tono da cane bastonato la fece sentire una persona superficiale. «Se hai scelto così... Ti ammiro.» Era una cosa ammirare, in fondo. «Solo che non ti capisco.»
C'era un unico motivo per cui lei non usufruiva appieno del denaro che possedeva suo padre: non si vedevano quasi mai e a lui doveva ogni volta chiedere. Dargli quel tipo di potere su di lei era un'idea che detestava.
«Avere tutto quanto mi toglieva ogni scopo. Rei-san, sai anche tu che... non sono le cose materiali a rendere felici.» Il sorriso amaro si fece lentamente sereno. «Ci sono esperienze che il denaro non può comprare. Sono le uniche che rendono davvero completi. Lavorare per tuo nonno per me significa fare questo.» Lui si dipinse in faccia la stessa espressione di quando si sedeva sul portico del tempio, verso il tramonto, dopo un'intera giornata di lavoro. Allora lei aveva pensato che fosse proprio da anime semplici essere tanto felici per così poco. Forse si era sbagliata.
«Ho capito.» Ora sì.
Usagi saltellò sul pianerottolo in mezzo alle scale. «Sono pronta! Andiamo a solcare le piste!»
Già, era ora di sciare.



Yuichiro respirò a pieni polmoni l'aria fredda e pulita di montagna. La differenza con Tokyo era abissale.
Accanto a lui, a pochi metri di distanza, c'era Rei-san. Con fare esperto lei stava scivolando sulla neve, lungo la strada in salita che stavano percorrendo a velocità moderata da circa mezz'ora.
Lui le aveva detto che potevano trovare un pendio mediamente scosceso, abbastanza corto ma ottimo per ricominciare a prendere confidenza con discese meno semplici. Al termine della pista si trovava l'area dedicata ai principianti e lì avrebbero reincontrato le altre ragazze, rimaste indietro.
Quando si erano diretti al noleggio delle attrezzature, Rei-san aveva immediatamente 
identificato il modello di sci più adatto a lei. Alle sue amiche era stata offerta un'ora di lezione introduttiva: Ami Mizuno e Minako Aino non avevano mai indossato degli sci in vita loro, mentre Makoto Kino aveva sciato un paio di volte ormai molti anni prima, mentre Usagi-san... lei aveva detto che non poteva essere così difficile sciare. Alla fine era rimasta con le altre ugualmente.
Per la verità, per quanto nessuna delle ragazze lo sapesse, quella non era una lezione gratuita. Il gestore del negozio l'aveva proposta dopo avergli chiesto una rapida e discreta conferma. Il costo sarebbe stato addebitato su un conto che la sua famiglia saldava ogni inverno. Non era raro che invitassero ospiti durante le vacanze e usavano quel negozio per rifornirli di qualunque cosa potessero avere bisogno. A pagare ci avrebbe pensato sua sorella Meiko; lei adorava quella loro casa e sarebbe venuta lì per festeggiare il Capodanno.
Lui avrebbe rifiutato quel favore se al telefono sua madre non gli avesse preventivamente accennato che poteva usufruire con tranquillità di tutti i servizi che desiderava e senza pensieri. I pensieri erano di natura economica e i servizi includevano quasi tutto, partendo dal miglior ristorante locale e proseguendo con negozi di abbigliamento.
Lui non aveva intenzione di approfittare oltre del favore. La lezione serviva solo a impedire che le amiche di Rei si facessero inavvertitamente male; non era il caso di far rischiare loro qualcosa solamente per proteggere il suo orgoglio.
«Vieni qui da molto?»
La domanda improvvisa gli strappò un sorriso. «Sì, fin da quando ero bambino. La casa era di mio nonno. I miei genitori hanno portato qui me e le mie sorelle da... sempre.»
«Ti immaginavo figlio unico.»
Figlio unico lui? Magari, in certi momenti gli sarebbe servito sentire di non avere tre madri. «Per via del nome?»
Rei-san annuì.
«Me l'hanno dato perché sono nato maschio. Papà e mamma temevano di avere una terza figlia all'inizio, ma ci hanno provato ugualmente perché pensavano che le mie sorelle avrebbero voluto occuparsi di cose diverse dall'impresa, da grandi.
» Non poté evitare un sorriso ironico. «Quando sono nato io erano molto contenti e mi hanno dato un nome adeguato all'evento.» Yuichiro: i singoli ideogrammi si leggevano come 'unico figlio maschio'.
Rei-san lo guardava da oltre le spalle, curiosa. «Quindi... si erano proprio sbagliati? Non hai intenzione di cambiare idea neanche in un futuro lontano?»
Decisamente no. «Sto bene così. Le previsioni dei miei genitori erano sbagliate anche per le mie sorelle. Loro due vivono per l'impresa di famiglia, è tutto il loro mondo.»
Rei-san annuì. «E quanti anni hanno?»
Cinquanta in due. Era lo scherzo che aveva tirato fuori all'ultimo compleanno di Aiko, facendola andare su tutte le furie. Sorrise. «Aiko ne ha ventisei, Meiko ventiquattro.»
«Sono grandi.»
Sì, e se n'erano approfittate parecchio negli anni. Si erano anche prese cura di lui, ognuna a modo suo, ma, anche se le cose fossero state diverse, sarebbero sempre state le due sorelle di cui lui non poteva immaginare di privarsi.
Rei-san non continuò la conversazione e, visto che avevano parlato un po' di lui, Yuichiro volle chiederle un po' della sua vita. Di lei sapeva solo che sua madre era morta e che suo padre era un uomo politico, informazioni ricavate dal maestro.
Cercò di non porre la domanda in maniera diretta - Rei-san era pur sempre una persona riservata. «Ehm.... chi ti ha insegnato a sciare?»
«Un maestro di sci.»
... e lui che aveva pensato che sarebbe stato un modo per farla parlare della sua famiglia.
Lei si fermò sui propri passi e si dipinse in volto un sorriso consapevole. «Scommetto che è stato tuo padre ad insegnare a te.»
O era riuscito a farsi leggere in faccia la risposta o ormai Rei-san lo conosceva bene.
Lei tornò ad avanzare. «Io ho imparato a sei anni.
» Cadenzò le parole mentre avanzava con larghe falcate. «Mio padre si era ripromesso di insegnarmi personalmente solo perché non ci vedevamo spesso, ma poi è dovuto partire per una certa emergenza di lavoro... non ricordo neanche quale fosse.»
Sentirla nominare suo padre lo intristì pur rallegrandolo allo stesso tempo: Rei-san si stava aprendo con lui.
«Ricordo di essere rimasta sola con la tata per quattro giorni, fino a che il nonno non è venuto a riprendermi.
» Scrollò le spalle e avanzò più lentamente. «Durante gli anni successivi mio padre ha cercato di rifarsi. E' rimasto sempre con me, anche se attaccato al telefono per la maggior parte del tempo. Da quattro anni a questa parte gli ho detto di evitarsi il disturbo e di mandarmi da sola. Da allora sono andata a Kokusai con il suo primo assistente ogni inverno.»
Con un assistente? Era strano che non si fosse trattato nemmeno di una donna. «Non preferivi qualcun altro?»
«Non ci ho pensato. Un assistente è una scelta insolita come accompagnatore, ma mio padre si fida di poche persone. Kaido-san non aveva figli suoi e mi trattava come una sorella minore, perciò... mi stava simpatico.» Le comparve in volto un bagliore triste che si spense rapidamente. «Si è sposato quest'anno.» Dal nulla, sorrise. «L'ultima volta che l'ho sentito stava per licenziarsi. Quello di andare via era stato l'ultimo consiglio che gli avevo dato, perciò sono contenta per lui. Fare politica non era la sua strada.»
... da quelle parole traspariva più affetto per l'assistente che per il suo stesso padre. Povera Rei-san.
«Bene, pare che ci siamo.»
Lui alzò lo sguardo. Sì, erano arrivati.
Rei-san si mise di traverso. «Senti, hai detto che te la cavi, no?»
«Sì.»
«Te lo chiedevo perché da qui io avrei intenzione di andare veloce. Con la salita che abbiamo fatto, il riscaldamento è stato sufficiente.»
Era d'accordo con lei. «Certo.» Alzò il braccio e le indicò la curva che si intravedeva a sinistra, in lontananza. «Lì ce n'è una un po' stretta, sta' attenta.»
«Nessun problema. Andiamo.»

Rei aveva un dubbio. Per verificarlo, dopo una curva ostica, frenò inaspettatamente.
Yuichiro la imitò con prontezza, fermandosi pochi metri dopo di lei. «C'è qualche problema?»
«No.» Aveva solo cercato di capire fino a che punto lui se la cavasse con gli sci. Ormai aveva dei buoni motivi per credere che Yuichiro fosse persino più bravo di lei. «D
opo quello che ci abbiamo impiegato a salire, non volevo esaurirmi tutta la discesa in pochi minuti» gli spiegò.
Non si stupiva che lui fosse stato modesto. Yuichiro lo era sempre e nella stragrande maggioranza dei casi con ottime ragioni. Sciare doveva essere l'eccezione che confermava la regola.
Lui sollevò un braccio e indicò un punto dietro di lei. «Dopo usiamo lo skilift per andare in cima. Si tiene lì il concorso a cui vuoi partecipare.»
Rei si voltò a osservare l'altezza della vetta. Tra sè, sorrise sarcasticamente. «E Usagi si illude di avere qualche speranza di vincere. Sarà tanto se riesce a non cadere.»
«Beh... forse sarebbe meglio farla desistere.» Yuichiro sorrise e abbassò lo sguardo. «Comunque sono certo che vincerai tu, Rei-san. Sei molto brava a sciare e sei anche... beh...»
«Molto a posto, già.» Non aveva voglia di ricevere altri complimenti da lui. Aveva già incoraggiato fin troppo l'assurda infatuazione che nutriva nei suoi confronti. Quella storia doveva finire.
Yuichiro scrollò le spalle. «Ti accompagnerò fino a lì e farò il tifo per te.»
... loro due da soli sullo skilift sia all'andata che al ritorno? No, sapeva troppo di appuntamento romantico. «Non credo che Usagi rinuncerà a venire.» Se lo sarebbe assicurato lei stessa in un modo o nell'altro. «Se ha difficoltà puoi sempre accompagnarla tu di sotto, no?»
Yuichiro rimase interdetto per qualche istante. «Certo. Ma ti aspetteremo ugualmente.»
Beh, quello andava bene. Tentò di passare ad un altro argomento. «Inviterò anche le altre a venire con noi.» Ridacchiò. «Scommetto che sceglieranno di rimanere a valle per la paura.»
Anche Yuichiro trovò divertente lo scherzo. Gli occhiali da neve scuri che gli coprivano gli occhi risaltavano più della frangia scarmigliata e conferivano al suo aspetto normalmente disordinato una parvenza di... senso? Lui rimaneva trasandato, ma in quel momento sembrava più una scelta di stile che una semplice mancanza di cura per il proprio aspetto. Comunque Yuichiro era sempre il solito, indeciso e arrendevole, e un paio di occhiali neri che gli davano un'aria più interessante o che focalizzavano l'attenzione sul modo in cui lui rideva non cambiavano niente. Nella vita di tutti i giorni lui rimaneva sempre uguale e...
Ma esattamente a chi stava facendo quel discorso?
... stupida. Raddrizzò gli sci, puntandoli verso la pista. «Riprendo a scendere» Si lanciò in avanti e così fece.



Usagi-san era uno spasso, pensò Yuichiro.
Lui e Rei-san si erano divertiti a tormentarla sulla difficoltà del concorso che stava per iniziare di lì a qualche secondo e Usagi-san aveva prodotto ogni volta una serie di facce da morire dalle risate. Yuichiro non era scoppiato a ridere giusto perché l'ammirava: nonostante la paura, Usagi-san non si era mai data per vinta; aveva coraggio da vendere.
Per la gara lui aveva un piano: la pista diventava problematica dopo circa un quarto di percorso. Usagi-san aveva imparato a frenare, se n'era accertato, perciò lei poteva farsi tranquillamente quel primo pezzo di strada. Non gli sembrava pericoloso, vista la provata indistruttibilità di Usagi-san. Lei era caduta molte volte all'inizio, eppure aveva dimostrato di non provare il minimo dolore da nessuna parte. Aveva sviluppato un modo di sciare tutto suo che stranamente riusciva a tenerla in piedi.
Lui avrebbe percorso la sua stessa pista ai margini e l'avrebbe raggiunta prima che il percorso diventasse troppo difficoltoso per lei. Sempre che non ci fosse qualcuno degli organizzatori in quel tratto... Non l'aveva verificato, ma supponeva di sì.
Suonò il via.
Yuichiro osservò partire la prima fila, quella delle sciatrici più esperte. Tutte le partecipanti avevano fatto una prova generale prima della gara e Rei-san si era posizionata tra le più brave del concorso. Dopo la fila di lei, partirono tutte le file successive. Nell'ultimo gruppo c'era Usagi-san; le altre partirono e lei rimase lì, a tremare di paura sul traguardo.
Ridacchiando, lui le arrivò alle spalle. «Usagi-san, non ti puoi permettere ritardi. Coraggio, vai!
» Le diede la spinta decisiva e lei partì sparata, con la stessa incredibile tecnica che sfidava ogni legge di gravità.
Yuichiro la osservò allontanarsi, i codini biondi sollevati in aria a mo' di coniglio. Sorrise. «Ecco, niente è impossibile se ci provi.»
Accanto a lui partì una delle promotrici del concorso. Non si tenne a lato della pista, seguì le concorrenti.
Lui si guardò intorno. Nessuno stava controllando. Perché no? si disse.
Prese la strada di tutte le altre.

Come DIAVOLO era potuta finire in quel modo!?
Rei si rialzò da terra, i capelli pieni di neve.
«Rei, stai bene?»
Ma che domande le faceva? «Ovviamente no, Usagi, non sto bene affatto!
» Intrappolata da quasi venti minuti dentro un buco formato da lastroni di ghiaccio che non si potevano scalare e con una montagna di neve accanto a lei che non voleva saperne di aiutarla ad uscire. Con che coraggio Usagi veniva a chiederle come stava?!
«Avanti!» Non si sarebbe arresa! «Vieni qui anche tu, dobbiamo uscire da questo posto!» Saltò di nuovo in groppa al cumulo di neve adagiato contro la parete di ghiaccio e riprese a scalarlo.
Uno... due... tre... quat- Schiena piegata e testa a terra, tra la neve. Arrrrgh!
«Rei, forse è meglio cercare un altro modo per uscire.»
Lei scattò in piedi. «Cosa stai dicendo? Che razza di donna sei se ti arrendi così in fretta?!» Ohh, perché ci perdeva pure tempo?! Dare aria alla bocca non l'avrebbe certo fatta uscire di lì. Con tutta la neve che era caduta prima forse il cumulo ora era scalabile. Doveva fare un altro tentativo!
Si issò su con un salto e tornò a salire.
«Uffaa... a quest'ora avranno già scelto un'altra Principessa della Luna!»
Pure le sue lamentele doveva sorbirsi. «Eh sì! E per colpa di qualcuno io ho perso la corona!» Erano finite lì dentro solo per l'incompetenza di Usagi con gli sci.
«... mi dispiace» fu il mormorio triste di lei.
Rei emise un sospiro. Sopra di lei la neve era troppo ripida, non ce l'avrebbe mai fatta.
Nell'aria cominciò ad aleggiare una melodia. Ma da dove-? Ah.
Con calma, cominciò a ridiscendere.
Usagi era rimasta ferma a terra, il ciondolo col carillon aperto tra le mani.
Rei si sedette accanto a lei.
«Rei...»
«Quello è il carillon di Tuxedo Kamen, vero?»
«Sì... quando mi sento sola o triste, ascoltarlo mi fa sentire meglio.»
Avrebbe fatto sentire meglio anche lei se la persona che amava le avesse regalato qualcosa di simile. Lei però non aveva trovato quella persona. Nonostante avesse cercato di convincersi per settimane del contrario, Mamoru non si era rivelato il ragazzo giusto. Amava un'altra. Amava Usagi.
... nemmeno Kaido-san era stato l'uomo per lei. Eppure, con cuore di bambina, lei si era infatuata lo stesso di lui. Ricordava ancora quanto aveva pianto quando Kaido-san l'aveva informata del suo imminente matrimonio.
Aggrottò la fronte.
Non poteva essere destinata a una vita senza amore. Lei non voleva una vita così, voleva che qualcuno la scegliesse, che le... volesse bene.
Seduta, alzò lo sguardo verso il gelido cielo invernale.
"Cosa farò quando tu non ci sarai più?
"
Lo aveva lei chiesto a suo nonno molti e molti anni addietro, disperata all'idea di perderlo come aveva perduto sua madre, all'idea di non avere nessuno al mondo all'infuori di un padre che non sapeva nemmeno che lei esisteva.
"Rei." Il nonno le aveva accarezzato la fronte, rimboccandole le coperte. "Non preoccuparti di cose come queste. Io me ne andrò solo tra moltissimo tempo. Tu sarai già grande e avrai una famiglia tua, degli amici. Ti vorranno tutti bene, non sarai mai più sola."
Aveva trovato delle amiche. Magari erano strambe come Usagi, ma... erano vere amiche, a cui voleva molto bene. Un giorno avrebbe incontrato anche l'uomo adatto. Aveva tempo. Doveva solo avere un po' di pazienza e molta fiducia.
Nel frattempo c'era un ragazzo che le voleva bene, no? Non era quello giusto, ma Yuichiro provava un sentimento sincero per lei. E poi era un bravo ragazzo, sciocco certo, ma anche tanto dolce.
La musica si interruppe all'improvviso.
«Ah!
» Usavi aveva chiuso il carillon. «Non stavo cercando di vantarmi! Volevo solo... Scusami Rei, ho ferito i tuoi sentimenti?»
«Ma no. Non mi importa più.»
«Che? Ma non...»
No e doveva chiarirlo. «Sarà onesta, per quanto riguarda Mamoru- Tuxedo Kamen, beh... mi sono rassegnata. Lui ha cercato di proteggerti con la sua vita, non posso competere con una cosa del genere.» Si voltò verso i grossi occhi blu di Usagi, luccicanti di commozione. Che sciocchina. «Ricordati, Usagi Tsukino, che se non diventi felice con Mamoru ti punirò.
» Usò lo stesso tono della celebre frase d'ordinanza di lei, limitandosi a non aggiungere 'in nome della Luna'.
Rallegrata, Usagi annuì.
«Perché siate felici dobbiamo impegnarci a combattere i nemici e a sconfiggere il Regno delle Tenebre, in modo da riportare la pace in tutto il mondo» le ricordò Rei.
«Hai proprio ragione... AH!»
Beh?
Usagi balzò in piedi. «Possiamo uscire da qui, Rei! Basta che ti trasformi in Sailor Mars e usi il tuo Fire Soul sulla neve, no?»
Cavolo! Saltò dritta. «Hai ragione! Ma quanto sei lenta, potevi dirlo prima!»
«EH? Potevi pensarci anche tu!»
Bah, non c'era tempo da perdere. «Dobbiamo trasformarci!» Aveva nascosto la penna di trasformazione dentro la giacca. La tirò fuori. «Mars Poweeer-»
«Rei-san!»
Eh? Si voltò a guardare il muro di neve davanti a lei.
Fece uno scatto all'indietro quando quello si ruppe all'improvviso, formando un grosso buco. Saltò fuori... «Rei-san! Per fortuna stai bene!»
«Yuichiro?!» Ma da dove era arrivato?
«Questo è il miracolo dell'amore!» sbraitò lui.
Cielo, riusciva a farla vergognare persino in quei momenti.
Lui le afferrò un braccio. «Andiamo! L'uscita è da questa parte, muoviamoci!» Le indicò entusiasta il tunnel da cui era venuto.
«Non così in fretta!»
Rei fece scattare lo sguardo verso l'alto. Sulla cima di una delle pareti di ghiaccio stava... Ma non era una delle organizzatrici? Eppure emanava un'aura maligna. «Ma chi-?»
La donna saltò giù, discendendo come se stesse... volando?!
«Sono Blizzard!» Si trasformò in volo, assumendo sembianze maligne. «E devo assassinare Sailor Moon!»
Allora era come aveva immaginato all'inizio, c'entrava il nemico
con lo strano incidente che le aveva fatte finire lì! Si girò verso Usagi. «Devono essere stati i nemici a-»
«Sì, l'avranno trasformata in un mostro!»
Esatto, si erano capite.
La creatura, col corpo per metà formato da facce di pupazzi di neve, atterrò sul manto bianco. «Preparati a morire, Sailor Moon!»
La grossa mano violacea puntava... «Che? IO!?» Rei spalancò gli occhi.
«Bella, atletica e aggraziata, devi essere per forza tu la principessa della Luna!»
Ma quanti complimenti! «Te ne sei accorta anche tu, vero?» Si accarezzò la testa, mettendosi in posa. Eh sì, cosa ci poteva fare lei se aveva tutte quelle qualità? «Sei proprio un mostriciattolo onesto.»
«Ehhh? Rei-san, sei tu Sailor Moon?»
Cavolo, si era dimenticata di Yuichiro!
Usagi si frappose tra lei e il mostro, piagnucolando e indicandosi. «Guarda che ti sbagli, Sailor Moon non è lei!»
«Zitta!» Il mostro rilasciò un urlo. «Io non mi sbaglio mai! E ora... BLIZZARD!»
Dalla bocca le uscì una ventata di ghiaccio e vento polare. Prima che Rei fosse riuscita a proteggersi, Yuichiro si era messo in mezzo. «Ti difendo io, Rei-san!»
Ahh, come l'altra volta! Adesso si faceva male sul serio, si- Le cadde davanti un blocco di ghiaccio umano.
«Yuichiro!» urlò Usagi.
Non c'era tempo per spaventarsi, ora potevano finalmente combattere! «È perfetto Usagi! Trasformiamoci!»
«Rei... sei più gelida di un blocco di ghiaccio.»
Ma era forse il momento di accusarla di essere un'insensibile?! «Sbrigati!» Dovevano combattere, era quello l'unico modo per salvare Yuichiro e la donna trasformata in mostro!
«Okay! Moon Prism Poweeeer...»
Era il suo turno! «Mars Poweeeer!»
«Make up!» gridarono insieme, lasciandosi invadere dal loro potere Sailor.
A fine trasformazione il mostro arretrò di un passo, sbalordito. «Ma allora siete entrambe guerriere Sailor!»
Che genio!
Usagi alzò le braccia in aria. «Non ti perdonerò mai per averci intrappolato qui dentro! Una ragazza non deve congelarsi in questo modo, non lo sai?»
A Rei cascarono le braccia: ma cosa gliene poteva importare a quel mostro? Gli puntò lei stessa un dito contro. «Non ti perdonerò mai per aver congelato il mio Yuichiro, preparati a pagare!»
La creatura alzò il mento, spavalda.
Pensava che stesse scherzando?
«Io ti puniròò... in nome della Luna!» concluse Usagi.
Ecco! «E io ti castigherò in nome di Marte!»
«Basta con queste chiacchiere impertinenti!» Al mostro spuntò in mano una stalattite di ghiaccio. «Prendete!» La lanciò dritta verso di loro.
Rei la schivò prontamente. Corse ad unire le dita. «Fiiiire...» Il fuoco si concentrò sui suoi indici. «SOUL!» Lanciò la fiamma.
La creatura la schivò con un rapidissimo salto laterale e brandì una nuova stalattite.
Lei si preparò nuovamente ad evitarla, ma... Trattenne un sussulto. «Tuxedo Kamen!»
Era arrivato! E aveva in mano la stalattite del mostro, le stava difendendo di nuovo!
«Endymion!» protestò la creatura.
«Mi occupo io di loro, Blizzard. Ritirati.»
Oh, no.
Il mostro si dileguò, ma Tuxedo Kamen continuò a rimanere davanti a loro, pronto a combatterle.
Prima che potesse accorgersene, una rosa nera si era conficcata sulla parete tra lei e Usagi.
«La prossima volta non vi mancherò.» Lui ne estrasse una nuova.
No.
Usagi era sull'orlo delle lacrime. «Cosa facciamo?»
Le bruciavano dentro decine di proteste. Diede loro tutta la voce che aveva. «Tuxedo Kamen! Non ricordi come hai combattuto assieme a noi?
Possibile che gli avessero davvero fatto dimenticare tutto? Persino- «La persona che ami di più è Sailor Moon! E' qui davanti a te!»
Lui rimase del tutto immobile, ma ad un certo punto... Se l'era immaginato o la rosa aveva perduto il colore nero? Doveva insistere! «Ti prego Tuxedo Kamen, devi ricordarti tutto quanto!»
Dal muro di ghiaccio sopra di loro si scatenò un assordante fragore.
Rei alzò lo sguardo e osservò con orrore Blizzard che si buttava su di loro dal ghiacciaio spaccato, tra le mani una stalattite che decretava la loro morte.
L'arma del mostro si spezzò in due per aria. Destabilizzata, Blizzard precipitò malamente.
Ma che-? Rei si voltò e capì che era stato Mamoru a fermare il mostro, con una rosa... rossa!
«Endymion!» protestò Blizzard.
Non c'era tempo da perdere. «Sailor Moon, tocca a te!»
«Sì!» Usagi cominciò a far roteare in aria lo scettro lunare. «Moon Healing...» Completò il giro, creando un cerchio di luce perfetto. «Escalation!»
La creatura si dissolse tra urla agghiaccianti e al suo posto apparve... una donna normale, l'organizzatrice del concorso.
Rei la controllò solo per un momento, quindi corse a...
Mamoru era già salito sul muro di ghiaccio, col mantello al vento. «Ha! Uccidervi ora non mi porterebbe alcuna soddisfazione, siete deboli. Arriverà presto il momento!» Lui si voltò e... sparì nella notte.
... come aveva immaginato. Mamoru si era liberato dell'influenza negativa solo per un istante.
Volse gli occhi in direzione di Usagi. Lei guardava verso l'alto, delusa e disperata.
Rei si rattristò. Purtroppo non poteva fare niente per lei. Per quel giorno erano in salvo sia dai mostri che da Tuxedo Kamen e... Sospirò e abbassò lo sguardo a terra, verso Yuichiro, ancora svenuto.
Sorrise.
Era ora di pensare a chi avevano accanto. Si inginocchiò vicino a lui e se lo appoggiò sulle ginocchia.
Lo controllò con una rapida occhiata: sì, era solo svenuto. «Sei proprio uno scemo senza speranza.» Sarebbe potuta andargli molto peggio, possibile che Yuichiro non pensasse mai prima di agire?
"Ti difendo io, Rei-san!"
... era la seconda volta che rischiava la vita per lei. «Che stupido.
» Stupido scemo innamorato di lei... Un bacetto se lo meritava.
Gli appoggiò le labbra sulla guancia e le tenne lì per un paio di secondi.
Si staccò, mordicchiandosi la bocca. La prossima volta doveva dirgli di radersi la faccia.
... macché prossima volta!
«Che fai, Sailor Mars?»
Rei si raddrizzò con uno scatto. «Niente. Controllavo solo se stava bene.»
«Ah-ha.» Usagi le lanciò un sorrisetto furbo. «Si fa coi baci, ora?»
«Era solo sulla guancia!»
«Sì, ma è già il secondo.»
Rei cercò di afferrarle una coda per zittirla ma Usagi si tirò indietro nel momento giusto. «Matrimonioooo!»
Aaaargh! Mollò Yuichiro a terra. «Finiscila!» Fece per acchiapparla e chiuderle la bocca, ma in quel momento sentirono entrambe una voce.
«Hmm... cosa...?» L'organizzatrice del concorso si stava riprendendo. «Cosa ci faccio qui?»
Si calmarono tutte e due. Era ora di completare la missione.
Rei si diresse personalmente dalla donna. «Non si deve preoccupare.» Le appoggiò una mano sulla spalla. «È tutto a posto, adesso la tiriamo fuori di qui.»
Il tunnel tramite cui Yuichiro si era fatto strada era ancora in piedi, avrebbero usato quello.
«Ma io non ricordo nulla...» La donna si mise in piedi, tenendosi la fronte.
«È tutto a posto, tuttissimo.» Usagi saltellò tra loro, allegra come se non avesse appena combattuto un mostro, come se non fosse stata appena attaccata dal ragazzo che amava. Sapersi riprendere in quel modo era una delle sue migliori qualità.
«Mi raccomando signora» la udì bisbigliare, cospiratrice. «Se qualcuno glielo chiede, ricordi di dire che l'ha salvata Sailor Moon.»
Eh no! «C'era anche Sailor Mars!»
Usagi tirò fuori la lingua, sbarazzina. «A te interessava solo salvare il tuo Yuichiro. Credevi che non ti avessi sentita?»
Altro che Blizzard, adesso ci pensava lei ad assassinarla! «Vieni QUIIIIIIIII!»
«AIUTO!»



«Ehmm...»
Rei-san continuò ad avanzare
con noncuranza, voltandosi solo per metà.
Stavano tornando a casa tutti insieme - comprese le amiche di lei - dopo lo strano incidente che avevano avuto prima.
Yuichiro si decise a chiedere. «Com'erano le guerriere Sailor?» Era stata Rei-san a dirgli che a salvarli erano intervenute quelle misteriose combattenti.
Lei scrollò le spalle. «Non le ho notate più di tanto. Ad un certo punto sono svenuta anche io e poi mi hanno svegliato loro. Non ho assistito alla battaglia.»
«Ah. Davvero non ti sei fatta male?»
«No. A me dispiace solo di non aver vinto il titolo di Miss Principessa della Luna.»
«Già. Lo meritavi.»
«... sì.» Rei-san tornò a non guardarlo.
Le amiche di lei, Usagi-san compresa, camminavano davanti a loro, a diversi metri di distanza.
Lui si sentiva bene, ma forse Rei-san era ancora un po' preoccupata e per quello procedeva assieme a lui.
Sentirle dire che in fondo aveva apprezzato la sua volontà di salvarla, per quanto alla fine non fosse servito a niente, lo aveva riempito di gioia.
Forse... «Rei-san.»
«Sì?»
«Hmm... visto che le tue amiche non sanno sciare... domani vuoi tornare sulla stessa pista di oggi?» Si fece coraggio e fece l'aggiunta necessaria. «... io e te?»
Lei piantò i piedi sulla neve e si voltò di scatto. «Adesso non prenderti troppe confidenze.»
Eh?
«Quella roba lì non significava niente.»
Come? «... che roba?»
Rei-san spalancò gli occhi. «Quella!» Agitò una mano in aria e sbuffò. «Sì, domani ci andiamo. Ma insieme ad Usagi.» Si girò e marciò impettita verso le altre.
... beh. Era un progresso, no?
Yuichiro sorrise e raggiunse il gruppo davanti a lui.
Certo che lo era.



CONOSCERSI SULLA NEVE - Fine

NdA: questo episodio si basa sulla puntata dell'anime numero 38, prima serie. Ho ripreso molti dialoghi, specie nell'ultima parte.
Un po' di note per aiutarvi a distinguere ciò che ho inventato io da ciò che ciò che invece no:
- i dialoghi li ho ripresi come al solito più che altro da quelli originali (nel limite in cui ciò è possibile facendo una traduzione dalla traduzione inglese), in pochi casi facendo un lievissimo adattamento. Comunque, nella versione originale giapponese Rei dice proprio 'Non ti perdonerò per aver congelato il mio Yuichiro' ('Watashi no Yuichiro' in giapponese significa quello, una delle poche cose che capisco :) ). Devo dire che ha stupito anche me questo particolare, ben diverso da 'il mio amico Yuri' della versione italiana.
- tutta la storia della famiglia di Yuichiro me la sono inventata io di sana pianta, a parte la questione della casa in Svizzera (particolare dell'anime).
- la storia della famiglia di Rei pure, con una grossa eccezione: Kaido-san. Di lui parlava la Takeuchi in una storia autoconclusiva dedicata a Rei. La relazione tra Kaido-san e Rei veniva dipinta in maniera un po' più romantica, benché lei avesse tipo tredici/quattordici anni (ad un certo punto c'era pure un bacio che sinceramente non ho capito se fosse un ricordo o un'allucinazione provocata dal mostro che stava attaccando Rei in quel momento), comunque Kaido-san era un assistente del padre di Rei che puntava ad entrare in politica e che stava facendo un matrimonio di interesse con la figlia di un altro politico. Era lui che in un paio di occasioni (o almeno una) si era presentato al posto del padre di Rei alla cena di compleanno che condividevano padre e figlia, l'unico momento dell'anno in cui si ritrovavano. Rei aveva scoperto che i regali da parte di suo padre in realtà li scegliava Kaido e ne era rimasta delusa. Sempre Rei vedeva affinità tra lei e quest'uomo e non avrebbe voluto vederlo diventare come suo padre, ecco il perché del consiglio che le ho fatto dare in questa storia (lasciare la politica). La cosa si ricollega bene alla frustrazione del padre di Rei con l'incompetenza dei suoi assistenti in 'Verso l'alba' (l'altra fanfic che sto facendo su Sailor Moon, una sorta di sequel della quinta serie), perciò ho deciso di inserire anche questo particolare. La storia della Takeuchi si concludeva con Rei che si dichiarava soddisfatta della propria vita di guerriera e delle sue amiche, facendo capire che per lei non era il momento di amare.
- Il Yuichiro dell'anime penso sia meno maturo di quello che ho descritto io: lui buttava Usagi giù dalla montagna senza pensieri :D Anche se dopo, è vero, seguiva sia lei che Rei. Poco dopo si metteva in mezzo tra le ragazze e una valanga, una mossa assurda tipicamente anime che ho deciso di non riprendere qui (ma si può tranquillamente ipotizzare che sia avvenuto).

Spero che l'episodio vi sia piaciuto :)
Il prossimo sarà più originale, mi appoggerò solo in parte all'episodio 45 (la scena della morte di Rei nella battaglia finale). Il mio scopo sarà cercare di far capire perché Rei regalasse quell'ultimo pensiero a Yuichiro, parlando con Usagi.

Risposte alle recensioni

ggsi - le tue risate sono più che altro merito dell'anime per la seconda parte del primo episodio e non posso che concordare. Certe cose erano davvero esilaranti.
Yuichiro si comporta da scemotto assai spesso e intorno a Rei raggiunge picchi di idiozia assoluti. Nella mia visione gli sono passati col tempo, qui sono ancora presenti :)
Rivedendo l'episodio 30, che avevo associato solo a Yuichiro, mi sono resa conto che c'era un importante passo in avanti del rapporto tra le ragazze, è bello anche per questo, sono d'accordo.
Anche a me Yuichiro era piaciuto subito, sono meno esigente di Rei :D Come vedi Usagi qui riprende la sua battuta dal precedente episodio: era una veggente quella ragazza :)
Con questa raccolta vorrei far capire esattamente perché Yuichiro ha aspettato così tanto e perché Rei pure. Dire 'non era il momento giusto' è semplice, vorrei cercare di farlo percepire.
Haha, il riferimento a quanto ho fatto patire Rei in 'Verso l'alba' è forte: non era esattamente la mia intenzione, mi sono resa conto dopo che poteva essere una buona vendetta per il modo in cui lei aveva trattato lui per tutti quattro anni precedenti :)
Grazie della bellissima recensione!
Nicoranus83 - beh, non devi necessariamente complimentarti :) Naturalmente mi fa sempre molto piacere, ma basta che mi dici anche una sola cosa che ti ha spinta a recensire e mi fai felice ugualmente :)
chichilina - sono contenta che il precedente episodio ti sia piaciuto tanto. Come dicevo le parti divertenti sono in gran parte merito della trama originale, mi prendo la paternità solo di quelle un po' più tenere :)
Ho letto questa tua recensione quando l'hai scritta, da allora ho giocato un po' con l'idea di fare flashfic con episodi dedicati alla coppia Mamoru-Usagi, ambientati all'interno delle cinque serie che conosciamo. Mi è venuta l'ispirazione per un pezzo particolare, se non mi metto in testa (come quasi sempre) di andare in ordine cronologico magari questa raccolta un giorno salta fuori :)
Grazie del commento :)
sissy - Ciao! Anche io ero piccola quando ho visto questo episodio, non mi capacito di quanto tempo è passato. L'episodio che citi di Rei che tra tutte è l'unica a rispettare la volontà di Usagi, fidandosi di lei, credo sia il primo che mi ha davvero convinto di quanto in realtà questa ragazza fosse sensibile e affezionata ad Usagi.
Diciamo che in questa storia Rei è tontolona e testarda, ma se Yuichiro fosse stato un pochetto più normale forse tutta questa attesa non ci sarebbe stata. Lo scopo dei prossimi episodi di questa raccolta sarà illustrare i dubbi che sono passati nella testa di questi personaggi, nell'ottica che io ho di loro ovviamente.
Grazie mille della recensione, sapere di aver riportato alla mente tanti cari ricordi rischia di strappare le lacrime a me :)
amayuccia - Ciao!
Visto che anche qui Rei fa l'antipatica? Diciamo che si censura un attimino di più con Usagi (giusto un cinino).
I capelli di Yuichiro (e il loro volume) variavano a seconda del character design, al pari di quelle ragazze (anche se di meno nel loro caso).
Credo che nella scena che citi, Yuichiro e il nonnino arrossisero per la vista che Usagi stava loro offrendo (tipico momento anime :D)
Per quanto riguarda il karate e il kung-fu di Makoto... il possibile errore è in 'Verso l'alba', in questa storia mi sono limitata a riprendere la disciplina che Makoto stessa menziona nel suo dialogo. Possiamo immaginare che poi abbia preferito passare al karate :)
Sei la seconda persona che mi dice che la storia fa venire fame, mi sto convincendo di far passare anche questa mia sensazione nelle mie storie :D
Hm, Mamoru aveva fatto un pensiero serio su Rei, ma non ai livelli di coinvolgimento raggiunti da lei... diciamo che si stava lasciando trasportare dalle acque, poi comunque ha avuto altro a cui pensare.
Ho scelto di dire che era lei a chiamarlo e non viceversa perché in una scena dell'episodio 31 si vedeva lei che lo chiamava alla segreteria telefonica per chiedergli di andare a visitare una nuova pasticceria e mangiare qualcosa insieme. Dal tono sembrava molto ansiosa e piena di aspettative :)
Ecco, ti ho accontentata, pensavo di far scoprire a Rei quanto era ricco Yuichiro proprio in questo episodio :)
Sì, a volte Mamoru (ma non solo lui, anche le ragazze) non sembravano molto preoccupate della distruzione che si lasciavano dietro.
La ripetizione della frase 'punitiva' da parte di Usagi ad ogni episodio è decisamente un particolare 'anime', in una storia dai toni come quelli che scrivo io avrebbe stonato :)
:D:D Gli arancini di riso che vagano in un'altra dimensione :D:D:D
Qui ho fatto in modo che i pensieri di Rei su Yuichiro facessero un passo avanti, anche se, come si evince, non è ancora disposta a considerare l'idea di lui e lei insieme (anzi, ci sono momenti in cui se la nega tranquillamente e con decisione).
Qual è il cognome più importante tra quello di Rei e Yuichiro? Se ci tenessero entrambi sarebbe una bella battaglia ma forse per Rei il cognome di famiglia non è tanto importante se non per il fatto che è suo. Vedrò.
Ma certo, tranquilla per il ritardo :) Grazie mille per la recensione :)
maryusa - Ciao! Spero che la vita privata vada meglio :) Sono contenta che la mia storia ti abbia distratto, hai ragione, le letture servono anche a questo :)
Esatto, rivedendo quegli episodi dell'anime si percepiva tantissimo che le protagoniste erano tutte molto più infantili di un paio di anni dopo :)
Grazie mille per la recensione e un bacio a te!

Alla prossima a tutti
ellephedre
   
 
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