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Autore: SarasaFrance    01/02/2010    10 recensioni
Una donna che ha sacrificato la sua vita per vendicare il suo uomo... la sua vita mascherata e tormentata, alla ricerca della propria identità, accompagnata dai suoi tre fidati amici.
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Le foglie dai toni ocra, purpurei ed arancioni volavano nei viali del cimitero per depositarsi sulle tombe. L'ultima volta che Aramis era venuta, era in primavera ed i petali rosa dei ciliegi turbinavano nell'aria. Sei anni erano passati e ritornava su questi luoghi tanto tristi ed ancora più disperati della sera in cui aveva preso la decisione di diventare un uomo per compiere la sua vendetta.

Sei anni prima, si era gettata su questa stessa tomba pronta a darsi la morte per evitare il matrimonio senza amore che i suoi genitori volevano imporle, il suo cuore era una piaga insanguinata ma aveva trovato una ragione per sopravvivere, una ragione per battersi. Oggi, era davanti alla tomba di François, il suo cuore ancora più ferito. Perché continuare a trascinarsi in questa vita di dolore?

Lei era così stanca di battersi continuamente, di patire senza tregua delle nuove prove da cui si rialzava sempre un po' più contusa. Non aveva voglia di morire ma era stanca di questa vita senza speranza. Le mancava una ragione di vivere. Perché il cielo non le aveva accordato che degli amori strazianti?

Davanti alla tomba di François, si sentiva colpevole di avere lasciato un altro uomo entrare nel suo cuore. Aveva l'impressione di avere tradito il suo ricordo, di averlo ucciso una seconda volta. Certamente, avrebbe voluto vederla felice. Non si sarebbe aspettato mai da lei che si seppellisse con lui... ma tradire il suo ricordo per un uomo che non l'amava e non l'avrebbe amata mai, era peggio dell'infedeltà, era stupido e vergognoso.

François, potrai perdonarmi? Mi accoglierai ancora vicino a te quando ti raggiungerò infine?

Alcune lacrime colavano sulle sue guance pallide mentre si inginocchiava davanti alla tomba del suo fidanzato. L'amore era finito definitivamente per lei. Avrebbe seppellito il suo cuore per sempre. Avrebbe nascosto la donna sotto i vestiti maschili. Andava a vivere senza legami.

Non avrebbe lasciato più nessuno toccare la sua anima. Più da un amico, più da un amore... Non ne poteva più di questo dolore, di questa mancanza insopportabile,  Athos... Anche davanti al sepolcro di François, pensava ancora a lui... al calore delle sue braccia... alla dolcezza della sua bocca... a questa pienezza che le aveva fatto provare... Perdonami, François…

- Se sapessi come ho potuto invidiare questo uomo...

Aramis trasalì... Senza un rumore, Athos si era avvicinato a lei.

Strofinò vivamente i suoi occhi tanto per asciugare le sue lacrime che per verificare che non sognava... Che cosa faceva là? Era impossibile... Tremava... Athos...  Era diventata pazza. Il suo spirito aveva infine capitolato di fronte a tutte queste prove. Questo era troppo, aveva sofferto troppo. Era affondata in una follia... una follia meravigliosa poiché le permetteva di ritrovare Athos.

Il viso che Aramis girava verso lui spaventava Athos. Anche nella segreta dove Anne li aveva chiusi, non gli era sembrata così smarrita. Non era sembrata mai tanto fragile che coi suoi grandi occhi annegati di lacrime che lo fissavano increduli ed i suoi capelli snodati che incorniciavano il suo viso traslucido tanto era pallido. Sembrava persa in un baratro di tristezza... un baratro in cui lui l'aveva spinta.

Accarezzò dolcemente la sua guancia pallida.

- Mi dispiace...

Si irrigidì e si rialzò bruscamente. Era uscita dal suo stupore.

- Che cosa fate qui?

- I tuoi genitori mi hanno detto che ti avrei trovata qui.

- I miei genitori! esclamò lei. Che cosa siete andato a fare dai miei genitori?

Oscillava tra l'incomprensione e la collera... Stranamente, la sua aggressività rassicurava Athos. Era il suo modo di riprendere piede, di rialzarsi di nuovo… Questa donna era incredibile.

- Sono venuto a chieder loro la tua mano.

Aramis si pietrificò mentre il suo cuore esplodeva nel suo petto... Era dunque impazzita? Era un crudele scherzo?... Ma perché Athos avrebbe attraversato tutta la Francia per burlarsi di lei? Non osava sperare. Tentava maldestramente di proteggere ciò che restava a salvare del suo cuore innamorato.

- Smettete di dire delle sciocchezze! Il luogo non suscita questo tipo di scherzo.

- Certo, il luogo non suscita una dichiarazione, ma non potevo aspettare più molto tempo... Ti amo, Aramis. Ti amo più di quanto non abbia amato mai nessuna donna... Ho amato l'uomo e sono pazzamente innamorato della donna. Sei al tempo stesso il mio migliore amico e la donna della mia vita. Sei l'amico con cui voglio parlare e ridere e la donna con la quale voglio fare l'amore tutti i giorni della mia vita. Amo il moschettiere fiero ed intrepido ed amo la donna tenera ed appassionata... Mio Dio, se avessi saputo fino a che punto ho sofferto queste ultime settimane a tacere i miei sentimenti credendo che non avresti mai potuto amarmi. Se avessi saputo ciò che la notte che abbiamo diviso ha potuto rappresentare per me... Non avevo vissuto mai niente di tanto perfetto con una donna...

Raggelata, Aramis considerava l'uomo che stava in ginocchio davanti a lei. Le emozioni che agitavano il suo essere erano troppo intense affinché potesse parlare. Un turbine di felicità si infrangeva nella sua anima ravvivando il suo cuore ferito e apportandogli un secondo soffio... Questo uomo così avaro di parole stava facendole la più sconvolgente delle confessioni. Girava verso lei il suo bel viso di cui i tratti nobili esprimevano una profonda sincerità. Nei suoi occhi blu scuro che conosceva tuttavia così bene bruciava un fuoco che non aveva ancora mai visto...  Non era un sogno. Lui la amava. L'amava come lei lo amava.

- Non posso vivere senza te, Aramis. Te ne prego, non partire mai più lontano da me. Scegli la vita che vuoi ma lasciami restare al tuo fianco... mio amore... Lasciami renderti felice... So che non hai bisogno di nessuno ma vorrei tanto che tu avessi bisogno di me...  perché io, io ho bisogno di te.

Le sue mani cingevano la taglia fine della giovane donna e il suo viso si affrettava contro il suo ventre. Davanti a questo uomo supplicante che metteva il suo cuore e la sua vita ai suoi piedi, Aramis seppe che ella poteva infine depositare le sue armi. Si lasciò cadere davanti a lui e si gettò nelle sue braccia.

- Ti amo... mormorò lei.

Le loro labbra si unirono allora in un bacio tenero ed appassionato al tempo stesso... Per la prima volta dalla morte di François, Aramis si abbandonava totalmente. Durante la loro notte di amore, gli aveva dato il suo cuore ed il suo corpo ma il suo spirito aveva resistito. In questo bacio, si dava interamente a questo uomo folle di amore.

Nel mezzo di questo cimitero ombreggiato dove aveva voluto seppellire Renée degli anni prima, Aramis ridiveniva una donna. Una donna innamorata ed amata da un uomo meraviglioso. Nelle sue braccia, poteva essere intera, forte e fragile, ribelle ed ardente, indomita e dolce. Le due facce di lei stessa erano riunite, poteva essere Renée senza smettere di essere Aramis. Che importava il mondo, nelle braccia di Athos, aveva trovato il suo universo. Non aveva più di ragione di combattere, aveva una ragione di vivere.

Restarono molto tempo teneramente abbracciati su questa aiuola di foglie. Athos accarezzava delicatamente i capelli setosi della giovane donna innamorata tra le sue braccia. Non parlavano, adesso le parole non erano più necessarie. Gli occhi che poneva su lui esprimevano ben meglio di lungo discorso la sua felicità di amare e di essere amata. La tristezza che li aveva velati tutti questi anni era sparita. Athos ed Aramis, Olivier e Renée erano semplicemente felici.

Guardando la tomba di François, Aramis non si sentiva infine più colpevole. Al contrario, le sembrava che il suo amore defunto li cingeva di un alone di protezione. Avrebbe conservato sempre la sua immagine nel suo cuore ma ora ella doveva vivere.

Un piccolo sorriso scaturì dalla sua bocca.

- Che cosa c'è?

- Posso farti una domanda? incominciò lei.

Passò le sue braccia intorno al collo di Athos. Il suo viso sorridente frizzava di malizia. Era splendente, la felicità la rendeva ancora più bella.

- Ti ascolto.

- Ci siamo incontrati nella corte della compagnia dei moschettieri, abbiamo fatto l'amore per la prima volta in una fossa e ci siamo confessati il nostro amore in un cimitero, che cosa devo aspettarmi per il nostro matrimonio?

- Ti prometto una magnifica chiesa riempita di fiori bianchi seguito da una banchetto che anche Porthos penerà ad onorare... Tastò il suo mento con questa aria preoccupata che lei gli conosceva ma i suoi occhi ridevano.

- Una cosa mi tormenta tuttavia... Penso che non potrai scappare al più sontuoso degli abiti bianchi con innumerevoli sottogonne, un velo di tulle e delle scarpette. Ma ti giuro che fin dalla fine della festa potrai lacerarla tanto quanto tu voglia... Potrei anche aiutarti!

Lo fissò con un'espressione inorridita.

- Se osassi lacerare anche un filo del mio abito da sposa, non sopravvivrai alla nostra notte di matrimonio!

Partirono in una ridarella che solo una valanga di baci poté interrompere.

Ignoravano di cosa il domani sarebbe fatto. Avevano vissuto abbastanza per sapere che l'avvenire era sempre tuttavia incerto ma sapevano che ora, qualunque fossero le prove che la vita avrebbe imposto loro, non sarebbero mai stati più soli per affrontarle. Si amavano e questo amore bastava ad illuminare il loro avvenire di una luce brillante.

 

Fine



Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa storia appassionante e meravigliosa e soprattutto l'autrice, Sarasa. Grazie di cuore.


 

  
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