Disclaimer:
Trama, personaggi e affini sono produzione dell’Amaranth
Games, perciò questa
fiction ha soltanto fini d’intrattenimento.
Note
d’Autore: Salve! La seguente fan fiction è
ispirata ad Aveyond
IV Gates of Night,
la seconda saga del ciclo Aveyond Orbs of
Magic! Penso che ne farò un’altra su
questo quarto Aveyond, un’altra sul
terzo, Lord of Twilight, e, se
l’ispirazione
ci sarà ^^’, anche sul primo Aveyond! =D. Cosa
posso dirvi, adoro questo videogioco
u.u
Parlando
della seguente fiction, posso guidarvi dicendo che il filo conduttore
della
storia appartiene esclusivamente alla protagonista, Stella, il cui
punto di
vista influisce largamente nel modo in cui descrivo le cose. La
tematica è un
po’ lugubre, un ragionevole misto di
horror e angst in certi punti salienti. Probabilmente alcuni concetti
della
trama non vi saranno molto chiari. Oh beh, io ho provato a renderli il
più
chiari possibili senza dilungarmi troppo in discrezioni che si
sarebbero potute
allontanare troppo dal fulcro della storia ^^.
Godetevela
~!
Se
il freddo
avesse potuto esprimere uno stato d’animo come gli esseri
viventi, questo
sarebbe stato la crudeltà. Era
così incessante, la tempesta di neve. Le
nubi oscuravano il cielo notturno, mentre le violacee
–probabilmente per
qualche particolare gioco di fievole luce lunare- nebbie della Istir
Forest
coprivano la sua visuale, sin troppo abituata nella sua vita ai raggi
del Sole.
Correva, non sapeva dove di preciso. Voleva scappare. Aveva paura,
molta. Il
gelido freddo notturno non l’avrebbe risparmiata per una sua
decisione così
avventata. Aveva più volte pensato di tornare indietro dai
suoi compagni,
nascosti tutti insieme in una caverna che sembrava esser stata rivelata
alla
compagnia da un benevolo Fato.
Ma
Stella
non poteva più tornare indietro. Aveva preso una decisione:
non avrebbe messo a
repentaglio la missione una seconda volta e, peggio, non avrebbe
permesso che lui
potesse uccidere i suoi compagni tramite lei. No, basta.
Ormai non si
tornava più indietro. E poi, Stella fece un piccolo sorriso
al solo pensiero:
non aveva un senso dell’orientamento sufficiente per fare
dietro-front, senza
contare che la nebbia non l’avrebbe di certo aiutata!
Stella…
Stella
si
fermò per un secondo. Le era sembrato di sentire…
Chiuse
un
attimo gli occhi e si concentrò nuovamente sul suo scudo
d’Acqua, che l’avrebbe
protetta almeno in parte dal gelido freddo dell’Istir Forest.
Essendo un’ottima
Guaritrice, sarebbe potuta sopravvivere ancora per qualche ora in
quelle condizioni.
Sperava soltanto di trovare almeno una caverna solitaria in cui
rifugiarsi per
la notte… O almeno uscire dalla Foresta. Con un
po’ di fortuna sarebbe
giunta nelle Thial Mountains North, per poi tornare nel suo paese
d’origine,
Naylith… Le sue labbra assiderate tremarono a quel pensiero.
Non aveva nemmeno
la forza di piangere in quel momento. Si sentiva
così… Vuota… Ogni volta che
pensava alla sua Naylith. Non sarebbe mai stata davvero più una
di loro,
lo sapeva. Sarebbe stata per sempre uno scarto, uno scherzo della
natura. E la
causa di tutto era sempre lui! A causa sua non era
più una splendida…
…
Piccola Falena…
Stella
si
girò di scatto alle sue spalle. Era sicura stavolta, quel
sibilo nell’orecchio
così derisorio, che la fece tremare sin dentro le membra.
Era lui!
Dimentica
di
concentrare i suoi pensieri sulla protezione magica, corse a perdifiato
lungo
la strada che stava percorrendo, con il cuore a mille. Sentiva ombre
che si
muovevano dietro di lei, che la marcavano come segugi feroci, che
volevano
prenderla. Stella lo percepiva. Aveva sempre più paura.
-
Vattene Gyendal,
vattene!- strillò davanti a sé, con una voglia
cieca di incenerirlo, sebbene le
sue erano magie curative e protettive.
Lasciarti?
Non ci sarebbe divertimento così, piccola
falena…
Stella
si
ritrovò in un vicolo cieco, formato da pareti di roccia e
abeti. Portò le mani
alla roccia, sperando angosciata che potesse aprirsi un varco che non
ci
sarebbe mai stato. Vide le ombre nere circondarla di lato e dietro,
mentre con
la coda nell’occhio vedeva giungere lentamente una figura
incappucciata d’un
rosso sangue… Forse era quello stesso mantello ad esser
pregno di sangue.
Mi
aspettavo di meglio, Guardiana…
-
Non
chiamarmi in quel modo, Gyendal!- urlò
incollerita la Guaritrice,
chiudendo a pugno le dita, che scrocchiarono per la rabbia e il freddo.
Si
sentiva così disonorata a venir chiamata in quel
modo… Soprattutto da lui!
-
Non… Non
lo sono più… E questo per colpa tua!- si
voltò di centottanta gradi e afferrò
rapidamente dal suo zainetto da viaggio un uovo rosso fiamma e lo
lanciò tra sé
e l’uomo ammantato di rosso. Le ombre che la circondavano
svanirono di fronte
alle lingue di fuoco, la qual fonte era il Fire Bird Egg che era stato
scagliato a terra.
Stella
si
riparò con successo con uno Scudo di Fuoco per proteggersi
dalle fiamme e
fuggì. Non incrociò Gyendal al di là
della fiammata, la cosa la sollevò.
Quell’incendio,
sebbene si affievolisse passo dopo passo sotto il gelo della foresta,
la
rianimò. Con un po’ di fortuna ce
l’avrebbe fatta ad uscire da là. Forse grazie
alla luce della fiammata aveva anche individuato la strada giusta per
le Thial
Mountains North, che si ergevano non lontano da lei... Era sempre stata
una
ragazza positiva, sebbene il gesto di fuga dai suoi amici quella notte
non la
rendeva lontanamente fiduciosa in una soluzione ai suoi – o
meglio, ai loro-
problemi.
Corse
con
tutti i sensi tesi a percepire la presenza del suo cacciatore.
Ma
la sua
mente divagava allo stesso tempo sia al passato che al futuro.
Una
volta arrivata
alle montagne, avrebbe potuto chiedere ospitalità ai
Nani…
Se
solo mi
fossi accorta prima dell’Incantesimo Manipolatore di
Gyendal…
…
No, a
Gheledon i Nani l’avrebbero anche potuta ospitare, ma Gyendal
non ci avrebbe
messo tanto a sterminarli tutti per stanarla…
Mel,
Edward, Tei’jal, Galahad, Lydia,
Ulf… Perdonatemi…
Dovrete dirigervi ad
Aveyond senza di me… Non sono degna di cercare soluzioni
dall’Oracolo con voi…
…
Doveva
andare oltre Gheledon, volare direttamente in groppa
all’uccello gigante per
Naylith e…
Perché
la
colpa è interamente mia…
…
E poi
cosa? Una volta arrivata lì cos’avrebbe fatto?
Quel maledetto l’avrebbe
seguita anche lì, era ancora notte fonda. Stella doveva solo
sperare che
sarebbe arrivata a Naylith per l’alba…
Tutti
contavano su di me, quando ho… Ricordato…
D’essere originaria di Naylith!
…
Ma in
fondo Gyendal sarebbe tornato la notte dopo a Naylith per
cercarla… Ma a Stella
andava bene farsi cercare. Almeno questo avrebbe concesso a Mel e gli
altri di
mettere in atto un piano, ammesso che se ne potesse ancora ideare un
altro… Ma
in fondo era per quello che erano andati dall’Oracolo, no? Le
risposte erano ad
Aveyond, il diversivo l’avrebbe fatto Stella a gran sorpresa
di tutti… Era
giusto, dopo tutti i guai che aveva causato ai suoi amici…
La
Sfera
della Luce… Io l’ho…
Dimentichi
le tue ali, quelle te le ho distrutte io,
Guardiana.
Il
corpo di
Stella si era improvvisamente paralizzato, ma di certo non per
l'eccessivo freddo
assiderante. Era un impulso partito dalla testa, arrivato poi alla
spina dorsale
con un tremito, irrigidendo gli arti inferiori e superiori.
Gyendal le apparve dietro con quelle parole beffarde e una mano tesa
con le
dita rivolte verso il basso, come se tenesse i fili di una marionetta.
Così
come ho distrutto qualunque tua forma di volontà...
Stella
non
poteva difendersi nemmeno col suo bastone da battaglia in quelle
condizioni.
Poteva solo vedere a stento le montagne coperte nuovamente dalla
nebbia.
Sentiva i battiti del suo cuore impaurito. Sperava e pregava che presto
Gyendal
le avrebbe levato ogni altra sofferenza, che distruggesse anche la sua
vita,
prima che ella potesse far del male ad altri…
~
Una
goccia... Due... Tre. Stella contava le gocce che udiva cadere
in una
pozza d'acqua là vicino. Era l'unica cosa che il suo
cervello era in grado di
fare. O almeno era quello di cui voleva convincersi! Avrebbe voluto non
avere
più un'autocoscienza, una ragione. Nemmeno essere un animale
qualunque: essi
venivano spesso e volentieri addomesticati. Desiderava
essere una falena,
una creatura innocente e innocua, che non avrebbe mai potuto fare del
male a
nessuno. Voleva tornare ad essere
una falena! Bramava
ardentemente d’avere di nuovo le proprie ali, che la Dea
aveva donato a lei e a
qualunque abitante della fatata Naylith. Strinse un pugno e
aprì gli occhi.
Si mise lentamente in ginocchio e si guardò un attimo
intorno. Era in una
caverna, come presumeva, ma sicuramente non era quella da cui era
partita
quella notte. La pozza d'acqua era sotto il suo naso; le gocce che
cadevano
formavano tanti piccoli e fugaci cerchi concentrici, ma da
lì Stella poteva
vedere il suo volto dalla carnagione scura tipica del suo villaggio,
gli occhi
grandi, lucenti e violetti, i lunghi capelli color lilla bagnati che le
coprivano un lato del volto delicato e dolce. Le labbra, solitamente
così rosee
e ridenti, erano screpolate e pallide come un cencio. Un taglio recente
le
solcava una guancia orizzontalmente. Stella portò una mano
alla ferita. Doveva
averglielo procurato qualche ramoscello durante la corsa.
Tentò di curarlo con
la sua Magia Bianca, ma invano. Era strano, era capace di prendersi
cura di
compagni in fin di vita, farli risorgere se necessario, ma non riusciva
a
guarire sé stessa da un semplice taglietto al momento.
- Così debole- le sussurrò dietro all'orecchio la
voce roca di Gyendal.
Sentì una sua mano esangue sulla spalla. Il suo riflesso, a
differenza di
quello di Stella, non s’intravedeva per niente dalla pozza
d'acqua, nemmeno i
suoi pericolosi occhi vermigli.
Stella scostò la mano:
- Stammi lontano, creatura della notte... - borbottò
seccata, voltandosi verso
Gyendal e guardandolo con odio. Non aveva più paura, provava
solo rabbia per
non esser riuscita a sfuggirgli. Tra parentesi, si sentiva un po' come
il
Paladino Galahad ad usare il termine:"Creatura della Notte" per
definire un Vampiro.
- Così volubile... - continuò Gyendal
accerchiandola lentamente, passo dopo
passo.
- Finiscila!-
Stella si alzò e fece per uscire, ma ancora una volta il suo
corpo rimase
immobile come una pietra.
- Posso fare di te ciò che voglio - fece Gyendal,
posizionando nuovamente le
dita in quell'angolazione perpendicolare alla mano sinistra.
- Tu mi hai rovinata!- soffiò Stella fuori di sé
per l'angoscia - Non potrò mai
più avere una vita normale a causa tua! Mi hai resa una
persona orribile, tanto
vale che m'ammazzi, ora!- tremava, ma più per il freddo che
per la paura. Ormai
era solo determinata a farla finita lì, sarebbe stato meglio.
Gyendal si sfilò il cappuccio, mostrando il taglio a
mandorla dei suoi occhi
rossi, i suoi lunghi capelli neri raccolti in una coda, il suo viso
cadaverico
ma dai tratti nobili, e quell'arrogante ghigno beffardo, reso letale da
due
canini che scendevano all’ingiù. A differenza dei
loro simili, Gyendal e la sua
sorella nemica Tei'jal sapevano come contrattare con gli esseri del
Mondo dei
Vivi, ed anche come metterli alla loro mercé.
Si levò il mantello, lo mise sulle immobili spalle
della fanciulla dicendo
con lugubre dolcezza:
- Mi servi ancora viva-.
- Sotto il tuo controllo ho distrutto la Sfera della Luce, che ho
sorvegliato
per anni ed anni, prima che mi strappassi le ali e mi facessi cadere
nel mondo
degli Uomini... Che cosa vuoi ancora da me?! Sono inutile sia per te
sia per i
miei amici-
- Amici- ripeté lentamente Gyendal come se stesse carezzando
quel termine - Che
bella parola, mia piccola falena. Diciamocelo... - le si
parò davanti con fare
predatore e aristocratico allo stesso tempo.
-
Sei completamente inutile senza i
tuoi amici... Non puoi usare magia offensiva, non sai combattere
decentemente una
creatura dell'Oscurità quale me- la umiliò con
fare quasi incurante – E questo
i tuoi amici lo sanno… E sei un'ottima amica per Mel. Lei,
il principino
Edward, mia sorella, il suo ridicolo sposo umano Galahad, quella maga
con la
puzza sotto il naso e quell'inutile Orchetto verranno a salvarti,
ovunque tu
sia. E non appena Mel entrerà in questa caverna... -
- Non si farà prendere così facilmente- fece
sicura di sé Stella - E' una Spia
in gamba. E proprio perché è una spia,
saprà non fidarsi più di me... Non dopo
aver distrutto la sfera che avrebbe potuto sconfiggerti...- le si
inclinò
leggermente la voce e chinò il capo.
Era stata la Sfera della Luce il loro obiettivo primario. Mentre
Gyendal
possedeva la Sfera dell'Oscurità nel Sotto Mondo, Stella era
stata prescelta
dal popolo di Naylith per custodire la Sfera della Luce. Solo l'Erede
poteva
attivare e usare le Sfere, rompendo il sottile equilibrio che
intercorreva tra
Luce e Oscurità. A differenza di Stella, Gyendal cercava
disperatamente l'Erede
per forzarla ad attivare la Sfera dell'Oscurità, conducendo
il mondo dei Vivi
ad un'eterna notte senza fine e senz'aurora. Chiamavano Gyendal
"Signore
del Crepuscolo" proprio per la sua “sacra”
missione. E c'erano tre punti a
favore di Gyendal per la realizzazione del suo piano: Prima di tutto
Stella,
venendo mentalmente Manipolata da Gyendal, non aveva ricordo del suo
ruolo a
Naylith, se non quando si ritrovò di fronte alla Sfera
stessa. In secondo
luogo, con la Sfera della Luce distrutta a causa della Magia
Manipolativa del
Signore del Crepuscolo, Mel e i suoi compagni non avrebbero ancora
potuto usare
alcun'arma contro Gyendal, solo fuggire da lui e difendersi.
E terzo...
- L'Oracolo ad Aveyond dirà a Mel esattamente
dell'esistenza di altre due
sfere create dal suo Antenato, la Sfera della Vita e quella della Morte-
- ... Cosa?!- domandò allarmata l'ex-Guardiana. Se era
così... Se esisteva una
di queste due sfere che potevano usare contro Gyendal, forse c'era
ancora
qualche Speranza... Ma quindi...
- Proprio- fece soddisfatto della reazione Gyendal - Sono in pochi a
sapere della
loro esistenza. E sai perché ne so qualcosa in
più di voi, cara falena?-
... Stella iniziò a fremere al terrore. Aveva capito
già all'istante quale fosse
la sua utilità in quella rivelazione. Fece però
cenno di no alla domanda di
Gyendal, che le allargò le braccia con fare onnipotente e
rispose ovvio:
- Perché so dov'è situata la Sfera della Vita,
l'unica Sfera che potrà ancora
ostacolarmi dall'usare quella dell'Oscurità...
Perciò non c'è più niente che
potrete fare... E presto l'Erede verrà a salvarti...-
- P-proprio perché Mel è l'Erede
non vorrà rischiare di salvarmi... Sa
che sei tu a controllarmi...- insisté Stella.
- E' stato questo il tuo sbaglio più grande, di cui ti
sarò eternamente grato,
mia piccola Guardiana... - le carezzò i capelli, facendola
rabbrividire - Lei,
oltre ad essere l'Erede, è tua amica... E lo sei anche per
lei... Non tarderà a
cercarti assieme ai suoi amici e quella sciocca di mia sorella Tei'jal:
crede
di potermi nascondere la ragazza, ma io gliela sottrarrò
sotto il suo
cadaverico naso, grazie ovviamente a te-
Stella non avrebbe mai creduto... Che anche fuggendo dai suoi amici...
Li
avrebbe messi ancora più in pericolo.
Si inginocchiò al Vampiro e, piegandosi, poggiò
la fronte alle sue ginocchia,
cingendole con le braccia e piangendo sommessamente.
- Uccidimi, ti prego- gocce di lacrime rigarono tenuemente il suo viso,
così
fragile - Non ho più alcuna ragione di vita... Ti prego,
Gyendal...!-
Il
suo petto si muoveva velocemente
su e giù, come se le mancasse il respiro. Non voleva
più essere usata, basta.
Avrebbe voluto liberarsi così tanto di quella Manipolazione,
che la Morte
sembrava l’opinione più accetta.
Ma nemmeno un machiavellico come Gyendal riusciva ad essere
intenerito da
un'azione disperata come quella. Fece docilmente rialzare Stella, con
due
pallide e lunghe dita a sorreggerle il mento.
- Perché ucciderti? Potrei renderti immortale, mio
dolce bocciolo di
sangue, la mia Signora del Crepuscolo... Saresti il regale tributo
d’un
decadente mondo di Luce ad un sovrano mondo di Tenebre...-
Sentì le labbra e le punte dei canini di Gyendal che
baciavano sofficemente la
base del suo collo.
Stella pianse silenziosamente, chiudendo gli occhi e sussurrando con
voce
limpida ma quasi in stato di trans:
- Dimentichi che mi hai strappato le ali... Ricordi? Mi hai levato
l'onore di
poter vivere... Sono come una falena a cui hai staccato senza
pietà le
grandi ma fragili ali coriacee: non potrò muovermi
più per alcuna via, né
tornare a quella del Bene, benché meno addentrarmi in quella
del
Male... Riposavo di giorno e mi muovevo di notte, alla perenne
ricerca di
fonti di luce... Con le mie ali potevo spaventare insetti
più pericolosi,
cacciarli via dalla mia casa... Ma ormai ogni ragione di vita
me l'hai
levata assieme alla Sfera della Luce che sorvegliavo...
Perciò rimarrò
immobile, come adesso, a fissare il mondo scorrermi davanti, a fare le
piccole
cose che mi sarà concesso fare, fino a che la mia ora non
sarà giunta...-
Gyendal levò le sue labbra dal suo collo e le mise una mano
alla nuca. Questa
volta l'incollerito era lui. Non gli capitava spesso di vedersi
rifiutare
un'occasione di eterno dominio simile. Era riuscito a convincere un
intero
popolo di Vampiri a seguirlo nella sua missione di colonizzazione del
mondo dei
Vivi, aveva ingannato con parole tanti uomini, ma non riusciva a
sottomettere
quella delicata e insignificante scintilla di luce?
- Non ricorderai nulla della nostra conversazione... Ti sei rifugiata
in questa
caverna per il freddo e sei svenuta, quasi priva di vita...- fece, per
poi
borbottare un incantesimo nella lingua dei Non-Morti.
Le pupille di Stella si dilatarono per un secondo, per poi diventare
opache. La
sua mente si svuotava, le palpebre si richiusero lentamente, il tempo
per
vedere Gyendal, col suo viso serioso e apatico fare:
Una
giovane
falena, così fragile...
Stella
fu
distesa delicatamente al suolo dal Signore del Crepuscolo e
dormì, con un
piccolo sorriso alle labbra.
Sono così fragile, è vero... Ma non
lascerò che la mia fragilità mi
impedisca di ostacolare te, Gyendal... Non mi hai distrutto ancora,
Gyendal? Allora
ti dimostrerò che anche una falena senz'ali varrà
tanto. La mia è una
promessa...