Phobos/Deimos. "Lavoravano insieme da una vita, praticamente da sempre, e ancora non si era abituato al suo modo di fare. Lo irritava quell’aria altera, cinica e perennemente svogliata. Quell’eleganza che stonava con il contesto, quello sguardo distaccato e puntiglioso che si soffermava su ogni singolo, dannatissimo, dettaglio. E quel tono di voce, cortese ed educato. Così profondamente diverso dal suo, basso e roco, simile ad un ringhio.
La verità era che Phobos lo metteva in soggezione".