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Autore: CreepyLullaby    02/02/2010    1 recensioni
Quando una notte ho aperto gli occhi e ho preso a gridare e a rompere tutto intorno,E fare uscire quel sangue,che lo sapevo solo io,che sapevi solo tu,E prendere a calci il cemento perché il vetro era già rotto.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E non volevo esser messa da parte

E non volevo esser messa da parte

E non volevo quel sole, ma volevo quel freddo che si attaccava alle pareti

Ormai spente, S P E N T E.

Perché c’era la notte, c’era solo la stoffa e c’era solo una luna.

E non volevo esser messa da parte.

Quando una notte ho aperto gli occhi e ho preso a gridare e a rompere tutto intorno

E fare uscire quel sangue, che lo sapevo solo io, che sapevi solo tu..

Qualche parole distrutta dal vento e la fretta di tornare, una borsa da tirare

E prendere a calci il cemento perché il vetro era già rotto.

Volevo spedire quel caldo, il profumo dei sogni e quelle frasi sconnesse che tu, neanche ricordi.

Ti chiedevo cosa volessi e rispondevo da sola che ormai ero stanca.

Ma non era vero, volevo fermarmi a contemplare il soffitto.

E mi chiedevi sempre cos’era quel tremito e cos’era poi quella luce negli occhi

E cosa erano le tue canzoni?

Intenditrice del nulla, volevi sapere cosa era quel vuoto e perché ne parlavo

Ma ti fermai appena in tempo, perché già avevo urlato troppo e tu non potevi sapere

E tu NON dovevi sapere.

Ma violentando quelle dita, dovevi capire che la bellezza porta solo parole.

Umiliandoci risposi che si poteva…

Non volevo pensare a cambiare la situazione, volevo vederti ogni mattina.

Volevo ancora quella canzone per NONpoter dormire.

E ci sono solo io, ricordo solo io.

In un viola troppo spento e in quei segni troppo chiari e quelle gambe troppo grandi

E quella pelle troppo pesante e quel mio essere troppo ingombrante e quei chili

Che volevo tagliare e quei cerotti ormai usati e tu che ridevi e dicevi che io

Ormai, potevo anche vederti così.

Scoprii che non era niente, che preferivi farmi male per poter uscirne indenne.

Ma non immaginavo quei giorni, ma non pensavo che un contatto ormai mi desse solo fastidio.

Mi svegliavo martoriata pensando e parlando come se il passato uccidesse il presente.

Come un unico verbo, un unico tempo da usare, un abbraccio che sapeva di fine.

Ma le cose vanno meritate, non so se l’odio che ho porti solo affanno o solo fine.

Ma ogni tanto ci credevo sai.

Dietro quelle giustificazioni che sanno di mattine fredde e di latte troppo caldo

Vi è ancora un’immagine che porta delle date e forse anche un po’ di speranze.

E così, da un giorno all’altro ho smesso.

 

 

 

Non ti raccontai mai di quella notte.

 

 

 

 

 

 

 

..E scriverò in una lettera atroce.”

   
 
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