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Autore: SallyBlack87    03/02/2010    4 recensioni
E se la Guerra del Chaos, non ci fosse stata? E se Palin, giovane mago fosse stato talmente ribelle da liberare lo Zio per studiare con il più grande Maestro di Magia di tutti i tempi? E se lo Stregone oscuro in questione avesse preso l’occasione al balzo, per poter dire ad una certa Figlia di Paladine, che durante il suo lungo sonno, ha sognato di lei? Finale alternativo della storia!!! Visto da me! ^_^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi sono di M. Weis e T.Hickman.
Grazie  a Hieiblackdragon  per la recensione!
Sto cercando di rendere la storia il più verosimile possibile!!!! ^_^ viva Raistlin!!

Capitolo Primo

Palin era seduto da solo, a leggere il suo libro di magia, in un angolo della Stanza di Raistlin.
Avevano sempre chiamato così quella stanza.
Suo padre Caramon  l’aveva costruita all’epoca in cui sperava che il gemello tornasse sulla via della Luce e andasse a vivere con lui e sua madre Tika.
Ora la stanza era più che altro un reliquiario, dove giovani maghi e non, vi pellegrinavano convinti che il potente oscuro Arcimago di Palanthas vegliasse sulla Magia e su coloro che seguivano quella strada..
Palin era cresciuto nella leggenda di suo Zio, raccontata dal padre, la sua Magia, il suo…e il suo Sacrificio, ma Caramon aveva raccontato loro anche della sua crudeltà, non aveva nascosto quel lato del fratello, perché per quanto inverosimile fosse, alla fine lo aveva accettato, e amava suo fratello nonostante tutto ciò che era avvento tra di loro.
C’era un quadro nella Stanza di Raistlin che si stagliava tra gli infiniti scaffali, colmi di oggetti magici portati in dono dai pellegrini.
Era un quadro che raffigurava Raistlin, e secondo suo padre, era una delle raffigurazioni più somiglianti che esistevano, l’artista a quanto sembrava aveva visto dal vero l’arcimago, la notte che lui aveva fatto sua la Torre dell’Alta Strgoneria.
Lo aveva rappresentato così, colmo del suo potere, trionfante nella sua magia, impaludato nelle sue vesti nere, un sagoma nera sullo sfondo della notte, nero come Nuitari, la luna nascosta.
Unico punto di luce era il Bastone di Magius, che illuminava di un luccichio fiero e sinistro i famosi occhi a clessidra del mago oscuro, quello stesso Bastone che ora era nelle mani di Palin.
Glielo aveva donato suo Zio, ne era certo, così aveva detto lo spettro nella Torre dell’Alta Stregoneria. Eppure non sapeva come usarlo.
I suoi studi da quando aveva superato la Prova non stavano progredendo affatto.
Ogni giorno, studiava e ristudiava il suo libro d’incantesimi in maniera ossessiva, ma tutto questo non lo portava a niente. Più passavano i giorni più il suo animo sprofondava nella depressione più nera, dubitava di se stesso,del suo potere, della sua magia…
Non passava giorno che non subisse lo scherno dei suoi due fratelli maggiori, guerrieri alti forti, con i piedi ben piantati per terra, che consideravano la magia un gioco da bambini, un passatempo inutile, che riempiva di sciocchezze la testa del loro piccolo e ingenuo fratellino.
“Gliela farò vedere! Gliela farò vedere a tutti! Così non rideranno più di me!” esclamò a voce alta Palin, alzandosi in piedi e scagliando a terra il libro di incantesimi.
Frustrato si diresse verso il quadro di suo Zio, fissandolo intesamente.
“Queste sono parole che avresti potuto dire tu…vero Zio?” sussurò. Ma il quadro non gli rispose.
“Oh Zio se solo tu fossi qui…potresti consigliarmi. La magia scorre nelle mie vene come un fuoco che mi divora, ma non so come alimentare la fiamma…gli altri maghi mi temono, hanno paura che diventi come te! Nessuno m’insegnerà mai l’Arte! Resterò per sempre un Mago da quattro soldi!”
Depresso e sconfitto Palin chinò la testa, una lacrima fece capolino dal suo occhio e le spalle furono scosse da singulti silenziosi.

Non deve necessariamente finire così…

Palin alzò la testa di scatto, guardandosi attorno. Nella stanza con lui non c’era nessuno, eppure avrebbe giurato di aver sentito una voce. No, forse era solo la sua mente provata dalle troppe ore di studio, o forse avevano ragione i suoi fratelli, stava diventando pazzo a causa della magia.

L’autocommiserazione non ha mai portato a niente…

Di nuovo quella voce! “Chi sei?” urlò Palin. “Fatti vedere! Non è per niente un bello scherzo!”
Guardandosi attorno Palin cercò un possibile nascondiglio celato alla sua vista.
“Non è divertente! Chiunque tu sia fatti vedere!” Ci fu il silenzio.
Palin era incredulo. La stanza era davvero vuota a parte lui.
“Sto cominciando a pensare di aver davvero studiato troppo!”

Comoda come scusa…

“Basta! Dimmi chi sei!” Palin ora era furioso, quella voce lo stava prendendo in giro! Chiunque fosse si stava prendendo gioco di lui, e se c’era una cosa che non sopportava erano proprio i dileggi rivolti verso di lui. La voce resto in silenzio di nuovo.
“Basta ora me ne vado! Non ho intenzione di essere il trastullo di nessuno!” Palin fece per andarsene, ma la voce parlò di nuovo.

Questo è lo spirito giusto Palin! Non permettere mai a nessuno di prendersi gioco di te! Io per caso l’ho mai fatto? No! Nemmeno gli Dei ne hanno avuto il coraggio!…

Palin ora cominciò a rabbrividire, quella voce…era nella sua testa, ora lo capiva.
“Chi sei tu?”

Palin mi hai chiamato e io ho risposto! Non sottovalutarmi mai…Nipote!

No! Non era possibile, aveva prso la ragione. Non poteva essere! Palin fu pervaso dall’agitazione.
“Zio?” chiese esitante.
Come unica risposta ricevette  una risata, una risata strana, beffarda e affilata.
Una risata che un tempo aveva fatto rabbrividire gli Dei!

  
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