° L'inizio della mia fine.
Avevo appena concluso un altra giornata di lavoro a casa Cullen ; la stanchezza mi logorava dentro .
Quel piccolo diavoletto , sotto mentite spoglie di angioletto, distruggeva, sporcava e gridava come se quelle fossero le sue uniche ragioni di vita.
L’unico suo intendo stamane, per fortuna, era solamente quello di sporcare , voleva sopra ogni cosa rappresentare un angelo bianco , e io al fine di accontentarla , per non sentirla gridare, mi ero prodigata di prenderle alcuni fogli e pastelli dalla sua cameretta.
Tornando in cucina quello che vidi mi atterrì , tutte le superfici piane e non , erano ricoperte da un sottile strato di una polverina bianca , farina, mentre lei sorridente muoveva gli arti per formare il fatidico angioletto , sporcando , purtroppo ovunque.
Tutti i componenti di quella famiglia erano orgogliosi di quella bambina , che con una inventiva notevole , creava giochi sempre nuovi , che, includevano uno sforzo maggiore della sottoscritta per ripulire , sistemare e aggiustare tutto quello che ella toccava .
Il suo soprannome spiegava tutto , anche se non attinente al suo nome : era Nessie , come il mostro scozzese ; si credeva che quella mostruosità fosse innocua a differenza della mia padroncina che mieteva vittime col suo sorriso angelico , ove l’unica che ne risentisse , del suo comportamento , ero esclusivamente io .
Tornando a casa notai che la vettura di Charlie ancora non si trovava al suo posto , cosa alcun quanto strana visto che egli tornava sempre prima di me , per sistemare un pochino e per fare la lavatrice ; ma sinceramente non diedi molta importanza a tutto ciò poiché mi attendeva , dentro casa ,lui.
Il divano sembrava la cosa più comoda che in questo mondo esistesse.
Soffice , deliziosamente comodo attendeva una mia mossa e così , accoccolandomi tra le sue invitanti fauci mi addormentai.
Dormì sonni tranquilli , senza sognare niente di cui valesse il ricordo , alzandomi osservai il display del mio cellulare erano le 20 : 30 e del mio caro padre non si vedeva l ‘ombra.
Preoccupata lo chiamai ma egli , forse impegnato ,non pote rispondere.
Tentai varie volte di contattarlo , prima che decidessi di andare alla centrale , doveva capire che esistevo anche io nella sua vita e che non mi poteva ignorare in questo modo.
Per fortuna non pioveva e arrivando in pochi minuti , notai immediatamente la mancanza della sua macchina.
Entrando trovai Bob , sonnecchiava guardando una partita di basket alla televisione ; sentendo lo scampanellio della porta aprirsi , si svegliò brontolando svariate imprecazione degne del suo grossolano baffo.
Appena mi vide sorrise e con lui il suo caro inquilino facciale.
“ Piccola Bells da quanto tempo ; sei cresciuta moltissimo. “
“ Ei Bob non ci vediamo solamente dall’ altro ieri . Ricordi avevo portato delle ciambelle per tutti voi . “
“ Oh che sbadato che sono , la vecchiaia si fa sentire .
Ma dimmi , Charlie ti ha mandato a prendere qualcosa in ufficio ? “
“ Ma non è in centrale ? Sono venuta a cercarlo appunto perché a casa non è tornato… “
“oh , tesoro , sono certo che sarà andato da Billy Black , oggi era passato ma Charlie non gli ha dato molta attenzione poiché si stava preparando per un giro di pattuglia. “
“ grazie mille Bob , sono più tranquilla adesso .
Spero solo che non mangi troppe schifezze dai Black , visto che ha il colesterolo alto . “
“Cosa odono le mie orecchie , Charlie Swan ha il colesterolo alto ; me lo devo ricordare quando mi prende in giro per i miei cibi sani . “
“ ok Bob , mi raccomando non gli dire che sono stata io a dirtelo , mi potrebbe accusare per oltraggio a pubblico ufficiale . “ dissi ridendo
“ Ci sarei io piccola Bells e ti salverei “
“ come sempre d ‘altronde , buona notte Bob . “
“ notte piccola .”
Uscendo dalla centrale mi diressi correndo verso il pick up , pioveva e il cielo era di uno scuro che nemmeno vidi le stelle .
Decisi di non andare dai Black, alla riserva, avrei fatto finta di niente , come lui non si curava di me io ,dal canto mio , non mi sarei curato di lui.
Aveva smesso di piovere e scendendo dall’ auto mi deliziai con l’ odore di terra bagnata .
Il cielo rimase coperto , non di nuvole , non di gas o nebbie ma da uno strano manto scuro simile alla pelliccia di un lupo .
Mi addentrai nella mia dimora a me tanto familiare ma non del tutto conosciuta , corsi a cambiarmi , ero pur sempre bagnata .
Con dei leggeri pantaloni una canottiera e i riscaldamenti al massimo mi preparai un panino e feci una lavatrice, non era il tempo migliore per stendere i panni ma d’altronde ero a Forks e il tempo non era mai il migliore per stendere dei panni umidi e bagnati.
Come al solito la luce che dava sul giardino posteriore non funzionava e dovetti procedere al buio tranne che per una fioca luce che si faceva strada dalla cucina , non pensai a mettere le ciabatte poiché ero con dei calzettoni pesanti ne tantomeno pensai a mettere una giacca , procedetti sotto il portico tranquilla sapendo che a meno di un metro da me ci sarebbe stato un gradino che dava sul giardino e di conseguenza avrei sentito sotto i piedi l’ erba , sarebbe stata bagnata a causa della pioggia e per questo motivo non mi sorpresi sentendo i miei calzini bagnarsi .
Avanzai attenta a ricordare gli ostacoli che al buio avrei incontrato , alla mia destra ci sarebbe stato il tavolo e lì, di fronte ad esso ci sarebbe stato lo stendino , nessun pericolo che ricordassi c’ era tra me e il fatidico accessorio stendi panni ; non so bene come e per quale motivo mi ritrovai a terra con la faccia a contatto con l’erba come le mie mani, sentii uno strano odore simile a rame e portandomi le dita al naso ne ebbi la conferma : era sangue ; l’inizio della mia fine.
F.