Crossover
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Autore: Fiamma Drakon    03/02/2010    2 recensioni
[Anime/Manga principali: Pandora Hearts, Full Metal Alchemist] [Altri anime/manga: Vampire Knight, Death Note, Vocaloid, Hellsing]
Lo Strahl★Night era uno dei più rinomati istituti di formazione vampira di tutta la nazione.
La sua fama si fondava su una secolare tradizione che vantava una ferrea istruzione, insegnanti intransigenti e inflessibili, discipline che comprendevano materie tecniche, scientifiche e liceali piuttosto difficili, che richiedevano un livello d’istruzione precedente non da poco e, ovviamente, corsi completi sulla gestione di poteri, capacità e istinto dei vampiri.
Insomma, lo Strahl★Night era l’obiettivo finale di ogni giovane vampiro con mirabili pretese lavorative per il futuro.
L’unica pecca di quell’istituto altrimenti perfetto, era la difficoltà degli esami d’ammissione: su migliaia di esaminandi, solo una ventina o meno riuscivano ad essere ammessi.
E tra i fortunati, il gentil sesso non era mai stato presente, tanto che lo Strahl★Night era da tutti considerato allo stesso livello di un istituto puramente maschile, esattamente come i suoi studenti.

Ma, quando tre vampire riescono a guadagnarsi l'ammissione, iniziano anche ad aver luogo strane apparizioni... e morti.
[Altri generi: Drammatico, Mistero]
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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2_Difficile integrazione Tutta la classe venne percorsa da sommessi mormorii di stupore: non era possibile che fossero state ammesse delle femmine!
Insomma... non era mai successo! Lo Strahl★Night non era un istituto adatto a delle ragazze!
Il professor Mustang distese le labbra in un sorriso compiaciuto: - Queste vampire, miei cari ragazzi, sono le primissime studentesse che entrano in questa scuola! - spiegò, facendo cenno verso la porta, invitando le ragazze al di fuori d’essa ad entrare.
Gli occhi di tutti i vampiri allora si spostarono sulla soglia, varcata da non una, ma da ben tre avvenenti vampire.
Gli sguardi dei ragazzi si soffermarono su di esse: erano diversissime, sia nell’aspetto puramente fisico, sia in ciò che esprimeva il loro atteggiamento.
La vampira più a sinistra, la prima ad entrare, aveva lunghissimi capelli cremisi che le ricadevano in morbide ed ondulate ciocche ben oltre le spalle, fin quasi al bacino; gli occhi, sormontati da alcuni ciuffi più corti, che spiccavano come fuoco vivo sul marmo della sua carnagione, ardevano di un’inestinguibile fiamma carminio, nonostante lo sguardo fosse una stoccata di puro gelo. Era slanciata, dal fisico atletico e le curve piuttosto accentuate.
Dalla postura e l’atteggiamento, pareva non essere esattamente il tipo a cui piaceva esser presa in giro.
La ragazza al suo fianco era bionda, un biondo acceso, simile all’oro; i capelli, molto corti, arrivavano appena a coprirle la nuca. Alcuni ciuffi appena più corti erano tenuti lontani dalla fronte da piccoli fermacapelli bianchi, così da lasciar ben vedere i suoi grandi, innocenti e teneri occhi azzurri, pieni di timida vitalità.
Al contrario della rossa, la biondina era bassa, esile e poco formosa: una corporatura tipicamente infantile.
La terza ed ultima vampira era anch’essa bionda, ma di un biondo sbiadito, reso quasi inquietante dai riflessi argentei che vi creavano le luci artificiali; la chioma era liscia, appena ondulata, ed oltrepassava di poco le spalle.
Una frangetta scendeva a coprirle interamente la fronte, nascondendo le sopracciglia, ma lasciando ben visibili gli occhi: abissali pozzi d’un blu intenso, resi agghiaccianti dallo sguardo, vitreo e impassibile.
Il suo viso dai morbidi e fanciulleschi tratti era circondato da due ciuffi della frangetta più lunghi, che le arrivavano fin sulle spalle.
Non eccessivamente alta, aveva un seno piccolo, ma fianchi ben accentuati.
Pareva una bambolina di porcellana, completamente priva di vita, e ciò inquietava in modo non indifferente.
Nello squadrare le tre nuove alunne, nessuno poté fare a meno di soffermarsi ad osservare che, effettivamente, esisteva una versione al femminile della divisa scolastica: tutte e tre indossavano un completino sobrio e rigoroso, dai medesimi colori delle uniformi maschili.
L’uniforme femminile era composta da una camicetta di seta viola dalle maniche a campana che andavano poi a stringersi sui polsi e una gonnellina nera ampia abbastanza da non impedire alcun movimento di sorta; le gambe erano rivestite da un sottile paio di calze nere, mentre ai piedi calzavano un paio di scarpe da ginnastica viola, che dava un tocco più quotidiano al tutto.
L’unica particolarità all’uniforme era stata data dalla bionda vampira inquietante: alla sua caviglia sinistra era visibilissima una cavigliera di scuro e pesante ferro, dalla quale pendeva un pezzo di catena che pareva esser stata spezzata.
Da cosa o da chi, nessuno aveva desiderio di saperlo.
Doveva inevitabilmente essere un suo accessorio personale, perché le altre due non avevano nessuna cavigliera.
- Queste sono Fiamma Drakon... - esordì l’insegnante, indicando la rossa - ... Emily Blaze... - continuò, accennando alla piccola bionda - ... e Amethyst De Moon - proseguì, indicando la vampira più inquietante - Sono cugine, appena trasferitesi in città e, con enorme sorpresa di tutto il corpo docenti, sono passate tutte quante con voti a dir poco strabilianti all’esame d’ammissione -.
Seguì un lungo silenzio attonito da parte della classe.
- Sono certo che andrete d’accordo! - aggiunse Mustang - Bene ragazze, andate a prendere posto laggiù in fondo all’aula... ci sono tre posti liberi. Avete già i libri di testo? -.
- Sì - replicò Amethyst, avviandosi dietro alle altre due.
Quell’unica parola fu pronunciata con una freddezza e un flemma tale che sembrò quasi che una bufera di neve si fosse improvvisamente levata in tutta l’aula, spazzandola con un gelido ed impetuoso vento.
Molti le seguirono con lo sguardo, altri preferirono evitare, spaventati dall’agghiacciante impassibilità di Amethyst: era possibile raggiungere un simile livello d’indifferenza e poter essere comunque definiti “viventi”?
Era come se fosse morta, o meglio, che il suo cuore fosse morto, trascinando nell’oblio pure le altre emozioni.
Quando anche Amethyst ebbe preso posto, Mustang afferrò il libro di testo appoggiato sulla cattedra, dietro di sé, quindi ruppe il gelido, inquietante silenzio che era calato, come un velo, sull’aula: - Bene, ora riprendiamo la lettura da dove eravamo rimasti la volta scorsa, prima cantica del Purgatorio. Pride, vuoi leggere...? -.
L’atmosfera, ancora tesa, venne tagliata dalla neutra voce di Pride, che si accingeva a cominciare la lettura.
Alcuni ragazzi ancora lanciavano occhiate alle vampire, di soppiatto, occhiate che Amethyst, nella maggior parte, riuscì ad intercettare, spaventando in modo non indifferente i poveri curiosi.
Fiamma ed Emily, invece, parevano non curarsene: i loro sguardi, fra loro così diversi, erano fissi sulle pagine del libro di testo e solo raramente si alzavano da esso e solo per fissarsi sull’insegnante.
- Uhm... carine - commentò ad un tratto Oz, lanciando loro una fugace occhiata, l’ennesima, da sopra una spalla.
- Credevo che ti fossi arreso alla mancanza di partner dell’altro sesso... - replicò distrattamente Edward: ricordava ancora bene, forse troppo, i primi tempi insieme al piccolo Bezarius.
Era arrivato con la speranza di poter trovare qualche ragazza carina con la quale intrattenersi piacevolmente, e gli ci erano volute un paio di settimane per arrivare a capire l’inevitabile verità: la soglia dello Strahl★Night non sarebbe mai stata varcata da alcun membro del gentil sesso.
Verità divina che, proprio quella mattina, era stata smentita.
Era davvero difficile prevedere i tiri che avrebbe potuto riservarti il Destino per il futuro.
Gli occhi di Oz scintillarono d’eccitazione.
- La speranza è l’ultima a morire! -.
Edward sbuffò, esasperato: già, pareva proprio di sì.
- Sei un caso perso... -.
Detto ciò, riprese a seguire distrattamente la lezione, fingendo di ascoltare.
Alla fine dell’ora, non appena il professore fu uscito, Oz scattò in piedi, raggiante.
Edward, un braccio a reggere il capo, gli lanciò un’occhiata di sbieco.
- Dove vorresti andare? - gli chiese.
- Come dove? Ma dalle ragazze...! -
- Mi raccomando, cerca di tornare vivo per l’inizio della prossima lezione... -.
Oz si volse e si diresse a passi decisi verso i posti occupati dalle tre vampire, intente a parlare a bassa voce tra loro.
- Ciao! - esclamò, non appena fu a portata d’orecchio, facendole voltare di scatto tutte e tre.
- Ehi, voi tre! Non è che avete sbagliato scuola?! -.
L’affermazione fu seguita da un coretto di risate.
Oz si voltò, trovandosi ad osservare Greed e la sua combriccola.
Fiamma si volse a lui, scrutandolo con quel suo ineguagliabile sguardo di fuoco e ghiaccio.
- Già, forse cercavate la scuola per estetiste e parrucchiere, appena fuori città! -.
Negli occhi di Emily iniziarono ad affacciarsi le prime lacrime.
- Ooooh, guardate, la biondina piange...! -.
- Sentite, manica di bastardi, se il vostro smisurato ego maschile vi impedisce di accettare un po’ di sana rivalità femminile, non sono cazzi nostri, chiaro?!?! - sbottò Fiamma, scattando in piedi.
- Ehi, ragazzina, con chi credi di parlare? -.
Greed le si avvicinò con fare arrogante.
- Con un branco di cafoni, mi sembra ovvio! O forse “cafoni” è una parola troppo difficile da capire per il vostro piccolo cervello!? - ribatté a tono la rossa.
- Come ti perm...! -.
Greed non fece neanche a tempo di colpirla che già la vampira gli aveva menato un calcio poderoso tra il collo e la clavicola, scaraventandolo a diversi metri da lei.
- No, Fiamma, che fai...? - singhiozzò Emily, facendo per alzarsi, ma Amethyst la bloccò.
- Non mi piace usare la violenza, ma con gente come voi mi pare l’unico modo d’intenderci! -.
Fiamma si volse, azione accompagnata da una raggiera di capelli cremisi sparsi nell’aria, come crepitanti guizzi di fiamme.
Oz la fissò, meravigliato: caratterino niente male...
Attorno alla scena si erano radunati ora anche parecchi studenti, anche di classi diverse.
Amethyst superò la cugina a passo lento, impassibile come sempre.
Si chinò su Greed, che si stava rialzando in quel momento, ed estrasse un piccolo pugnale dalla cavigliera.
Lo impugnò saldamente e lo premette lungo un braccio del compagno, provocandogli un immediato taglio che scintillava del rosso del sangue.
Con un dito, pallido e delicato, ripulì la ferita, per poi portarselo alla bocca, leccandolo con fare innocente.
Quindi, si rialzò e tornò al suo posto.
Oz le osservò tutte e tre alcuni istanti, prendendo appunti mentali: con Fiamma era meglio non osare mai troppo, se ci tenevi alla tua incolumità fisica; Amethyst, in tutta la sua spettrale inquietudine e innocenza, pareva avere un qualche istinto omicida sopito in qualche parte di sé, lontana ma neanche troppo; Emily, nella sua normalità, era fragilissima.
Un trio vincente.
Sull’uscio, alle spalle del gruppo di spettatori, stavano due figure.
- Hai visto? -
- Sì... l’integrazione non sembra esattamente una passeggiata per loro... -.
L’altro rise.
- Non mi riferivo a quello: hai visto cos’ha fatto la bionda? -.
Il primo rivolse al compagno uno sguardo incerto: era solo una sua impressione o c’era realmente una strana scintilla nei suoi occhi?
- Che ti prende...? - chiese, incuriosito.
L’altro si limitò a sorridere candidamente, con innocenza, un sorriso reso inquietante dallo sguardo sfavillante di pacato divertimento misto a malizioso desiderio.
- Dai, andiamo... -.
Si fecero avanti.
I vampiri, al loro passare, e soprattutto al passare di quello dallo sguardo lucente e pericoloso, si ritraevano e facevano ala, tanto che non fu affatto difficoltoso, per loro, raggiungere il banco delle vampire.
Oz stava per farsi avanti, quando una mano gli si posò su una spalla ed un’altra voce lo interruppe: - Voi dovete essere le nuove alunne, vero...? -.
Lo sguardo del piccolo biondo dapprima si posò su Edward, ora al suo fianco, la mano saldamente stretta attorno alla sua spalla, per poi andare a posarsi sui due vampiri appena arrivati, che tra l’altro conosceva anche abbastanza bene: il più grande aveva capelli corvini ondulati, che gli arrivavano a coprire la nuca e che scendevano lungo la fronte, fino a coprire in parte gli occhi dorati; il compagno, invece, aveva i capelli biondi che gli arrivavano poco oltre le spalle con alcuni ciuffi che gli coprivano interamente la fronte e una parte di viso fra gli occhi, i quali erano il destro cremisi e il sinistro dorato.
Gilbert e Vincent Nightray erano conosciuti in tutta la scuola, per i meriti del primo, che brillava per intelligenza e dedizione, e per alcuni spiacevoli episodi di cui l’altro era stato l’artefice.
Tra loro c’era un anno di differenza, perciò erano ambedue nella medesima classe, ovvero la Quinta, quella dei vampiri di diciotto e diciannove anni.
- Sì... - rispose vagamente Fiamma, nel tono una vena scocciata.
- Be’, piacere. Io sono Gilbert Nightray e lui... -
- Vincent Nightray. Tu, invece? -.
Il biondo si era già avvicinato ad Amethyst, che lo fissava con freddezza inumana, senza batter ciglio.
- Amethyst De Moon - replicò infine, senza nessun tono particolare.
- E voi? - domandò allora Gilbert.
- Fiamma - rispose decisa la rossa.
- Emily... - mugolò timidamente l’altra.
- Amethyst... più tardi hai per caso impegni...? - chiese Vincent, il tono interessato.
Per tutta risposta la biondina gli puntò il pugnale alla gola, limitandosi a fissarlo in silenzio.
Gilbert lo fissò, preoccupato.
- Tranquillo... non ammazza mai senza un motivo... - fece Fiamma, sorridendo di sghembo a Gilbert.
Vincent sorrise.
- Spero di avere l’onore di poter cenare in tua compagnia questa sera... - mormorò, avviandosi verso la porta.
E, nel far ciò, iniziò a far roteare un paio di scintillanti forbici d’acciaio dalla punta insozzata di sangue.
- Amethyst, sei ferita! - esclamò Emily, le lacrime che minacciavano di traboccarle di nuovo dagli occhi.
- Quel...! - esordì Fiamma, facendo per alzarsi.
- No - la fermò Amethyst, fredda.
Si passò un dito sul dorso della mano ferita, quindi lo leccò.
- Perdonatelo: mio fratello non riesce a capire cosa siano le buone maniere... -
- ... e in questo certamente non somiglia molto a te... - osservò Fiamma, scoccandogli un’occhiata quasi allegra.
Gilbert sorrise: forse aveva gradito il commento.
- Devo andare... a presto -.
Se ne andò con un breve inchino, svanendo tra gli altri vampiri ancora riuniti a formare un capannello attorno al banco.
- Bene! Ora che anche il signor Nightray è uscito, perché non iniziamo la lezione, ne ♥? -.





Angolino autrice

Be', ecco il secondo capitolo! ^^'
Ringrazio vivamente chi ha recensito lo scorso capitolo e chi segue ^^'
Quindi... al prossimo! ^^
F.D.
   
 
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