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Autore: innerain    04/02/2010    7 recensioni
".. Hey, Platypus, indovina un po' chi ti ha portato il Frappucc-"
Si bloccò di colpo.
Sul suo viso, incredulità.
L'incomprensione della realtà, la confusione, il terrore, lo stupore; il caos.
Dipinto su quegl'occhi color ambra, grandi e spalancati.
Seduti davanti a lei, i Green Day.
Uno davanti all'altro; Tré più verso di lei, che copriva parzialmente Mike, seduto al centro, e in fondo, quasi sul lato opposto della stanza, Billie. La mente si rifiutava di capire, il cuore di battere; erano Loro. Non una foto, non un video clandestino su YouTube, non un poster, non il booklet di un CD. Non un sogno.
Erano Loro.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Author's Notes: Fatemi i complimenti per aver aggiornato così presto.. XD
Che dire, gente, mi avete reso talmente felice con i vostri commenti, che ho deciso di aggiornare a pochissima distanza dall'ultimo capitolo (rispetto ai miei normali standard..); un grazie, quindi, immenso, a tutte coloro che leggono, ma anche a coloro che leggono soltanto.. Senza di voi probabilmente questa fan fiction non andrebbe ne avanti ne indietro!
Che dire di questo capitolo; beh, è di media lunghezza, ma è venuto stranamente bene. E' tutto incentrato sulla canzone "She", quindi vi consiglio di ascoltarla attentamente, e di fare attenzione, come sempre, al testo (che per me è spesso più importante della melodia).
Ora, il solito angolo delle risposte, dedicato alle mie meravigliose lettrici:

RiceGrain: Ave, oh Nuova Lettrice! (:
Non hai idea di quanto mi faccia piacere sapere che apprezzi così tanto la mia storia.. Io personalmente non credo di aver mai messo così tanto di me stessa in un mio qualsiasi scritto, quindi di conseguenza sono molto legata a questa fan fiction. Sapere che poi suscita in te così tante emozioni da farti ritornare a quel Magico, Indimenticabile 11 Novembre per me è più che mai una vittoria, è un piacere assoluto.. Mi lusinghi, davvero. Per quanto riguarda l'accuratezza delle descrizioni, che sia delle emozioni o dei personaggi o dei luoghi o che so io, ammetto di calcare molto la mano a volte, di insistere dove forse non ce n'è bisogno. Tuttavia, se lo faccio, è perché sento la necessità di dare particolare importanza ad un dettaglio piuttosto che ad un altro. Quindi, ancora una volta, grazie. Spero ti piaccia questo capitolo! (:
PS: Figurati, è stato un piacere! Il fatto che questo capitolo sia tutto incentrato su "She" spero che ti piaccia e che tu ci possa fare dei collegamenti con la tua bellissima one-shot! (;

801_Underground: Ah, cara mia.. Cara mia.. (: I tuoi complimenti e le tue lusinghe non saranno mai ripetitive, ne respinte per la loro presunta "ripetitività". Sono davvero contenta che ti sia piaciuto a tal punto il precedente capitolo. L'immedesimazione nel Sua Signoria BJ Armstrong rappresenta per me tanto una difficoltà quanto una sfida che amo cogliere quanto più spesso è possibile. Sono cosciente del fatto che anche lui è umano (in fondo in fondo.. XD), e che comunque devo sempre pensare al genere di persona che è.. E pertanto ho sempre timore di andare OOC. Comunque.. grazie mille! (:

ginny_x: *tira un sospiro di sollievo nel vedere che ha recensito il capitolo* Amica miaaa! (: Non sai quanto mi ha reso contenta vedere che avevi recensito.. I tuoi commenti sempre così dettagliati ed "analizzatori" mi fanno sempre sorridere tantissimo. Sei davvero una fedele lettrice. ^__^ Grazie! (.. e non ti preoccupare di non aver recensito il precedente chapter, tranquilla..)
Tornando al tuo commento: Il fatto che abbia addirittura superato il tuo pezzo preferito (.. o sbaglio?), ovvero quello sui demoni, simboleggia un mio miglioramento, e di questo sono contenta. Quindi grazie per avermelo fatto notare. Per quanto riguarda "Song of the Century", anche io, come te, credo sia sottovalutata come canzone.. Ha delle bellissime parole (la frase "sing us a song for me" mi ha letteralmente rapito..) ed è la perfetta introduzione al CD, a mio parere.
E ora, arriviamo al succo della questione: la lacrima. L'incriminata lacrima sotto accusa.
Dunque, prima di tutto io tengo sempre presente il personaggio in questione, ovvero BJ, e che genere di persona è; posso dirmi discretamente documentata sul suo conto, per quanto riuarda il suo carattere, o meglio, il carattere di cui fa "sfoggio" pubblicamente. Il fatto è che dobbiamo porre anche particolare attenzione al contesto in cui ci troviamo. Billie è stato infatti tradito, abbandonato dalla moglie poco tempo prima, la ferita è ancora aperta, ancora brucia.. Il ricordo è ancora troppo fresco, per farlo essere se stesso fino in fondo. Ed è per questo che questa "liberazione", questa sua rinascita, avvenuta durante il concerto, ha un impatto emotivo così forte. E' qualcosa di.. trascendentale.
E' per questo che la lacrima è qualcosa di emblematico, più che un simbolo della sua debolezza, o come dici tu, del suo dolore. E' una lacrima un po' di gioia, un po' di tristezza. E' una lacrima che simboleggia la sua nuova libertà, che simboleggia il suo ritorno a "vivere".. Eppure rappresenta anche quanto lui si senta liberato, per quanto poi possa essere difficile immaginarlo, dal peso del passato.
Ora però chiudo, altrimenti scrivo più del capitolo! XD Un bacio, cara.. aspetto tue "notizie"! (:

Mariens: Cara nuova lettrice, sono contentissima che ti sia piaciuta la mia umile fan fiction.. (: Sul serio, un'altra lettrice è sempre accolta con il massimo del calore e dello sfarzo. XD (anche se non ho ancora capito perché hai recensito sul primo capitolo, ma amen.. Senza offesa, è una mia curiosità. XD) Spero che ti piaccia questo nuovo capitolo!

Elaintarina: *Ahem* Bonsoir, mia cara! (: Devo dire che anche a me cominciavano a mancare le vostre recensioni.. Grazie quindi a voi fedeli recensitrici (nonostante dubito che esista come parola..). Hai comunque ragione, in parte, per il capitolo.. Infatti mi piaceva pensarli come un unico chapter, nonostante poi i problemi di lunghezza e di punto di vista mi abbiano impedito di renderlo tale.
Purtroppo per "nuovi eventi e nuove sorprese" ho timore che questo capitolo non faccia al caso tuo.. Ma sai come si dice, riguardo alla pazienza, no? XD Intanto, goditi questo piccolo capitolozzo, in attesa di "avvenimenti". (: A presto, grazie ancora per aver recensito! (;

Buona lettura gente!
Enjoy, e mi raccomando..
COMMENTATE!





Titolo: Screaming in Silence.
Soundtrack: She, Green Day



"A painter paints pictures on canvas.
But musicians paint their pictures on silence.";
Leopold Stokowski





Urla nelle mie orecchie, fammele sanguinare, fai sanguinare la mia anima, io non ascolterò altri che te, non avrò orecchie che per te.
Erin sbatté le palpebre, sentendo i piedi scontrarsi di tanto in tanto contro l'asfalto, il suo respiro mozzarsi ad ogni rimbalzo su di esso.
Allungava le mani, allungava il cuore, lo porgeva a Billie, come tante altre volte aveva fatto ascoltando la loro musica, anche solo concentrandosi un attimo sui brividi che le percuotevano il corpo ad ogni ascolto di alcune loro canzoni.
La giovane percepiva distintamente l'aria già calda penetrarle tra le labbra, rubarle tempo, quel prezioso tempo che aveva impiegato, sino ad allora, a boccheggiare, incredula, a piangere, commossa, a cantare, emozionata.
Era uno spreco, una follia, respirare, tremare, piangere, quando tutte le necessità erano incentrate in quell'unica azione: cantare.
Cantare per sopravvivere, cantare per non perdersi in quel "locked-up world" che era stato disegnato appositamente per lei, cantare per rompere quel dannato silenzio, cantare "to smash the silence with the brick of self-control".
Billie era lì, davanti a lei; pochi metri separavano la sua voce, la vera fonte della sua musica, dal suo corpo, eppure era come averlo pochi centimetri davanti a se, era come avercelo vicino a se, dentro di se.
Era un fondersi di voci commosse, di emozioni sguinzagliate, di respiri rotti, di corpi ammassati, fusi in un unico ente; il collante, la sola musica, la sola, divina voce, capace di far tremare l'intera Arena, gremita di persone, come i cieli soprastanti.
"E se qualcosa non va? E se succede qualcosa? E se si rivelerà essere tutto un sogno?"
Erano dubbi che le avevano dilaniato la mente, erano domande a cui non aveva saputo dare una risposta, erano quesiti la cui complicatezza l'aveva terrorizzata.
Si morse il labbro, socchiudendo le palpebre, rifiutandosi di infettare la voce di Billie, così vicina, così dannatamente coinvolgente, con la sua, che era sicura avrebbe emesso tremante e rotta d'emozione.
"She.. She's figured out all her doubts were someone else's point of view.."
Però, quando il melodioso gemito, energico quanto trascinante, di quelle parole le penetrò nelle orecchie, non potè che maledire quella necessità di cantare, di urlare.
Separò le labbra, lasciando che la sua voce urlasse, sanguinante d'emozioni, tutto il bisogno, tutta la rabbia, tutta la felicità, quell'assoluta felicità che sentiva ruggire dentro di se.
Erin inghiottì, prese fiato e guardò dritto davanti a se, con le lacrime nella gola che le bruciavano amaramente, con il cuore tremante, con il sangue che le pulsava impietoso nella mente in fiamme, con le mani protratte in avanti, a tentare di sfiorare quel sogno che l'aveva inghiottita nel suo invisibile oblio.
"Waiting for a sign.."
Ecco, ciò che aspettava; un segnale.
Un segnale, e tutto sarebbe cambiato. Un segnale, e tutto si sarebbe frantumato, si sarebbe sgretolato. Tutto ciò che la opprimeva, quel dannato "locked-up world" sarebbe stato distrutto da lei, dal suo urlo, dalla sua voce.
Tutto ciò di cui necessitava era un segnale, e i suoi dubbi si sarebbero dissolti, e lei sarebbe stata di nuovo libera da quelle catene che la obbligavano a stare rinchiusa in quella stanza, che la obbligava ad urlare in silenzio.
Perché, in fondo, i dubbi non erano i suoi; erano paure, erano domande, ma a cui Erin aveva saputo dare la più chiara e sicura delle risposte nello stesso momento in cui erano state poste: "Nulla. Nulla andrà male, nulla succederà che non dovrà succedere, nulla succederà se si rivelerà essere stato tutto un sogno.."

Perché tutto questo è un sogno.
Il più meraviglioso, fisico, surreale e magico dei sogni.
E ho intenzione di viverne ogni singolo momento.

"To smash the silence with the brick of self-control.."
E ora, avrebbe distrutto tutto; il silenzio, la stanza chiusa a chiave da quello stesso silenzio, i suoi dubbi, lo stereotipo che la rendeva un "social tool" senza un fine, uno scopo preciso.
Prendendo ancora fiato, Erin osò ascoltare la sua voce cantare; si, era vero, era sanguinante d'emozioni, ma era anche forte, era anche sicura, era anche riflesso del suo stato d'animo, del suo aver ceduto anima e corpo a quel concerto, a quella band, a quel frontman, quell'uomo che ora, visibilmente carico d'elettricità emotiva, correva lungo la passerella, trascinando con se la sua vecchia Blue e il microfono quanto l'energia e quella rabbia che lo caratterizzava.
Il microfono, l'asta ora a terra, sfiorò le sue labbra, emettendo quella voce carica e spiazzante.
"Are you locked up in a world thats been planned out for you?"
Sembrò guardare il pubblico negli occhi, allargando appena le braccia, con un'aria di sfida e di curiosità; sembrava domandare ".. Allora? Are you locked-up or not? .. Come on, tell me.", con un'espressione che aveva un che di diabolico, lo sguardo verde intenso a completare l'immagine.
Erin allungò la mano, aprì il palmo, cercando invano di sfiorare il palco, di percepire realmente ciò che le si parava davanti; la realizzazione del suo sogno.
Cantò, sorridendo; lo sguardo guardava oltre la spessa coltre della notte, volendo intravedere quel qualcosa che sentiva fervere nel cuore, il picco di quel vertice irraggiungibile posto tra la realtà e il sogno, il rumore e il silenzio, il buio e la luce, la notte e il giorno.
Se lo sentiva bruciare dentro, quel desiderio di lasciarsi andare, di rompere tutto, tutti, di essere finalmente libera.
La giovane annuì appena; avrebbe voluto esplicitamente rispondere a quella domanda, avrebbe voluto parlare, avrebbe voluto ascoltare, avrebbe voluto urlare, avrebbe voluto essere ascoltata.
"Scream at me, until my ears bleed.."
L'anima batteva veloce, martellava nella mente, l'emorragia emotiva inarrestabile, una sensazione di continuo affogare in un oblio fatto di "shadows and lights", di "rage and love", di "heroes and cons", e il successivo, subitaneo riafforare della mente da quelle onde che trasudavano beatitudine, e una boccata piena d'aria e di ossigeno quanto di realtà, che feriva e curava insieme l'anima di quell'illusione.
Billie allargò le braccia, guardando dritta negli occhi la folla, attendendo impazientemente una risposta; era lì per ascoltare il loro grido, il loro urlare non più in silenzio, il loro fluire continuo di vitalità e sentimento.
"I'm taking heed just for you", fu tutto ciò che urlò il pubblico, e Billie sorrise.
Le sue pennate sul ponte della chitarra erano veloci, i suoi tipici scatti della testa erano rimasti quelli d'una volta, il suo sorriso sghembo sembrava aver trovato fissa dimora sulle sue rosee labbra, che ora si muovevano di nuovo per regalare alla sua gente dei nuovi sogni.
Sarebbe davvero stato lì, per loro, per lei, pronto ad ascoltarla urlare, sfogarsi, lasciar fluire quel fiume di dubbi e rabbia che le prosciugava ogni pensiero, fino ad incatenarla alla mera idea di essere uno strumento nelle mani di chiunque avesse voluto farne uso ed abuso? Sarebbe davvero stato disposto a stare in silenzio così a lungo, ad aspettare che lei fosse finalmente libera?
Eppure, Billie era lì, a suonare, a cantare imperterrito, fermamente convinto ad ottenere una risposta dal suo pubblico dalla sua "She", da quello che sembrava essere l'unico destinatario della sua Donna, della sua Musa; la Musica.
Poi, quell'acuto strillo così improvviso, eppure così familiare, fu il suo; stavolta era lui ad urlare.
Erin seguì con lo sguardo la figura del frontman, che scattò improvvisamente all'indietro, le labbra ancora increspate in quel sorriso che sfiorava la beatitudine, e prese a correre verso il palco.
Erano quegli accordi, quelle veloci, feroci note sovrapposte a creare l'immagine, quella corsa frenetica a costituire il soggetto.
E, mentre guardava Billie Joe scorrazzare per il palco, correre, suonare spalla contro spalla con Mike, con quella contagiosa energia da overdose di Musica quanto di impulsi vitali, sentiva i suoi stessi piedi sollevarsi da terra, sfiorare l'aria senza essere di nuovo trascinati per terra, senza dover tornare di nuovo nella realtà, alla gravità che la incatenava a tutta quella merda che costituiva il suo mondo.
Gravity wants to bring me down. Gravity.. Stay the hell away from me.
La giovane irlandese si trovò ad essere parte di quel coro di "Hey! Hey!" che risuonavano mozzati tra le note acide e spezzate di Blue; era un sentirsi parte di quella canzone, del sentimento che essa veicolava, di quella libertà appena acquisita, di quel mondo completamente nuovo e non più isolato dal resto del mondo, non più incatenato con quel lucchetto psicologico che le impediva tutto forché di parlare, di urlare in silenzio.
Due passi, una corsa veloce, un salto che si portava dietro Blue, altre urla; tutto era trascinato via in un vortice di emozioni.. E forse anche di follia.
E poi, improvvisamente, eccolo di nuovo davanti a lei, il suo sguardo nervoso a scandagliare il palco, come se stesse di nuovo alla ricerca di quella risposta; forse retorica, forse già conosciuta, forse già sentita.. Ma lui sarebbe stato sempre lì ad ascoltarla, ad ascoltare loro, il suo pubblico.
Li avrebbe ascoltati, sempre; Erin ne era certa.

______________________

Note sul piede della pagina: Ho inserito, verso la fine, un verso tratto da una canzone di John Mayer, "Gravity"; è una canzone veramente notevole, e mi sembrava perfetta, quella frase, da inserire in quel contesto, in quel punto esatto.
   
 
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