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Autore: c l a i r e    05/02/2010    2 recensioni
Sam Winchester ha deciso di voler frequentare Stanford ma lei non percorrerà la sua stessa strada. Sembra l'inizio della fine. Ma a volte il passato si ripresenta in modo del tutto inaspettato. E la loro storia sarà davvero finita come sembra? "Ti amo Sam, ma non posso smettere di essere quello che sono"(tratto dal prologo)
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 Image and video hosting by TinyPic  «Quante volte si dicono parole che vorresti subito cαncellαre e nαscono bαrriere che non cαdono più ferendo chi ci αmα come hαi fαtto tu. Quαnte volte αnche i più grαndi αmori soffrono le pene di questi errori e quαnte volte ci, ci si perde così in stupidi rαncori per poi ritrovarsi soli.»

Innanzitutto vi ringranzio per i vostri commenti,mi fate davvero felice (: non credevo che qualcuno potesse apprezzare questa ff! Ecco quì un nuovo capitolo..vi preannuncio che ci sarà un incontro/scontro. Spero vi piaccia! Buona lettura.

Eravamo in viaggio da due ore. Sam sedeva sul sedile anteriore accanto al fratello, un posto che gli spettava di diritto, mentre io me ne stavo dietro con la fronte appoggiata al finestrino, il freddo del vetro serviva a schiarirmi le idee. Ad eccezione della musica dei Led Zeppelin che riempiva l'abitacolo dell'Impala, nessuno di noi parlava. Sam non aveva aperto bocca dall'inizio del viaggio e parlava solo se interpellato, rispondendo comunque con una certa freddezza e un certo distacco, soprattutto se a rivolgergli la parola ero io. Le motivazioni plausibili erano due: o Dean gli aveva spifferato qualcosa (ipotesi che avevo quasi immediatamente accantonato) o Sam aveva ascoltato il nostro discorso della sera prima.

Mi voltai verso lo specchietto dove intercettai lo sguardo di Dean: capii che condivideva i miei stessi pensieri.
Ben presto persi la cognizione del tempo e non appena la macchina si fermò aprii la portiera e uscii, mi mancava l'aria.
Sam e Dean andarono ad interrogare la guardia forestale e scoprirono che c'erano state diverse sparizioni sospette nell'area di BlackWater Ridge, compresa una recente di un ragazzo del posto.
"Qualunque cosa sia responsabile di queste sparizioni, dovremmo addentrarci in quella foresta per scoprirlo." osservò Sam. "Forse dovremmo noleggiare una guida.." ipotizzò.
"No, non sappiamo di che creatura si tratti. Probabilmente è un black dog ma se fosse qualcosa di più pericoloso? Non gli faremo correre un rischio inutile." rispose Dean serio, poi un sorriso entusiasta gli si dipinse sul volto.
"Ragazzi, si va in campeggio!" esclamò dando una pacca sulla spalla a me e a Sam.
Fantastico, io odio il campeggio! pensai mentre il mio umore, già cupo di per sè, calava a picco.
"Vado a procurarmi un paio di bussole e una mappa dell'area." annunciai allontanandomi.

Una ventina di minuti dopo stavamo affrontando i pendii di quella montagna con lo zaino in spalla.
In quella zona la vegetazione era davvero fitta così, mentre seguivo Dean che era in testa con la bussola, il mio sguardo vagava continuamente da un ramo all'altro degli alberi che ci accerchiavano, preoccupata di trovarci qualche insetto: era più forte di me, non li sopportavo, specialmente i ragni!
Occupata com'ero, non mi accorsi che il terreno stava diventando scosceso: mi scivolò un piede e la mia schiena sbattè contro qualcosa di ampio e incredibilmente tonico che si rivelò essere il torace di Sam,dietro di me. Le sue mani si erano chiuse prontamente sui miei polsi per evitare che cadessi.
I nostri sguardi si incrociarono e dopo qualche secondo di sorpresa Sam allentò la presa e mi rimisi in piedi.
"Grazie." ringraziai a disagio.
"Di niente." rispose freddo.
Mi voltai per rimettermi "in marcia",maledicendo la mia momentanea goffaggine e superai Dean che con un sorriso complice esclamava.
"Andateci piano ragazzi, finirete per farvi male!"
Da quel momento in poi il viaggio proseguì silenzioso e senza intoppi. Dopo non so quante ore di cammino, finalmente arrivammo in vetta.
"Questo è il punto indicato dalle coordinate." osservò Sam. Mi guardai intorno:ci trovavamo in un vasto spiazzo fra gli alberi ma non c'era nulla che indicasse la presenza di John. Rimanemmo in silenzio ad ascoltare.
"C'è qualcosa di strano quì.." osservai.
"Già, nessun rumore." commentò Sam guardandosi intorno.
"Io vado a dare un'occhiata in giro, per vedere se ci sono tracce di papà. Voi intanto montate la tenda." disse Dean prima di allontanarsi.
Fu così che ci ritrovammo soli, io e Sam. Nessuno dei due parlava e il silenzio era reso ancora più opprimente dal fatto che regnava una quiete irreale in quella zona. Sam aveva tirato estratto dallo zaino una tenda e ora armeggiava per montarla, dandomi le spalle.
Lo chiamai.
"Che vuoi?" mi rispose con astio voltandosi.
"Sai, ho trovato molto interessante la conversazione tua e di Dean, ieri sera." continuò.
"Non volevo che lo scoprissi così." confessai.
"Perchè, avevi forse intenzione di dirmelo?" domandò con un sorriso beffardo sul volto. "No, da quanto ho sentito."
"Ti sbagli Sam, io volevo dirtelo. Sinceramente però non mi sembrava il momento più opportuno, con quello che stai passando e poi avresti di sicuro frainteso le cose." Alzò gli occhi al cielo.
"Cosa c'è da fraintendere? Sei andata a letto con mio fratello. Punto. Ed ora ho capito..." fece una pausa, i suoi occhi brillavano di una strana consapevolezza.
"Che cosa?" domandai seria.
"Ho capito perchè mi hai lasciato quando ho deciso di andare a Stanford."
No Sam, non lo dire, non farmi questo.
"Era Dean quello che ti interessava, non io. Ma con me fra i piedi non eravate liberi di vivere la vostra storia giusto?!"
Sentii il mondo crollarmi addosso, non credevo alle mie orecchie. Sam era arrivato alla conclusione che temevo e stava mettendo in dubbio i sentimenti che avevo provato per lui. Non avevo parole per esprime quanto mi avesse deluso e offeso nel dire quelle cose.
"E' questo che pensi?!" esclamai, punta nell'orgoglio.
"Non pensavo che mi giudicassi una persona tanto squallida. Se le cose stanno così, non ho intenzione di dirti altro."
"Bene, perchè non cambierò idea!" ribattè.
Quello fu il colpo di grazia. Mi voltai e cominciai a camminare. Sentii alle mie spalle Sam tirare un calcio alla tenda. Quando fui fuori dalla sua vista aumentai l'andatura. Non sapevo dove stessi andando ma non me ne curai, niente in quel momento aveva importanza per me.
Mi ritrovai a correre e,senza che me ne rendessi conto,grosse e calde lacrime iniziarono a rigarmi le guance.
Se Sam era stato in grado di regalarmi tante belle emozioni in passato, in 5 minuti era riuscito a stravolgermi completamente e a ferirmi.
Un sorriso beffardo mi si dipinse sul volto, nonostante non avessi alcuna voglia di ridere, quando capii il motivo che, inconsapevolmente, mi stava spingendo a quella corsa folle.
Ero una sciocca: credevo davvero di riuscire a scappare dal passato e dal presente?

  
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