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Autore: Mokochan    05/02/2010    3 recensioni
Lui la prese immediatamente per le spalle, spingendola a sé.
- Ki-kiba, ma cos...? -
- Non ti muovere o cado, stupida! - esclamò l'Inuzuka con voce atona, mentre le dita affondavano nella schiena della Hyuuga, tremanti.
Hanabi posò la testa contro il petto del ragazzo e, mentre vi affondava, non poté trattenersi dallo scoppiare in una sonora risata.
Quel ragazzo era davvero strano.
[** Terza Classificata al "Winter Contest" indetto da Juliettina e giudicato da Pazza_io]
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Hanabi Hyuuga, Kiba Inuzuka | Coppie: Hinata/Naruto, Kiba/Hanabi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'KibaHana ~ Spiral Static'
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why not
Why Not?
Ti voglio consolare

 



- Non capisco perché siamo venuti qui. -
- Mh? Non dirmi che non ti piace! -
- Beh... -
- Kiba! -

Hanabi Hyuuga alzò la mano e diede un pugno al povero Inuzuka, mettendoci tanta di quella forza da spedirlo contro il muro alle loro spalle, violenta.
- Ahia! Ma sei impazzita?- sbottò il moro, massaggiandosi la spalla colpita. La fissò di traverso, non sapendo bene come fare per evitare quello spiacevole inconveniente.
Accortasi dello sguardo di lui, Hanabi disse:  - Kiba-chan, perché non ammetti di aver paura? -
Sta scherzando, vero?! - Paura? Ti ricordo che sono un ottimo sportivo. Pensi forse che quello possa spaventarmi? Illusa. - rispose, cercando di nascondere il disappunto.
Hanabi lo prese per mano. - Allora vieni con me. -
Kiba arrossì lievemente e si lasciò trascinare dalla corvina, ignorando le lunghe occhiate lanciate da Hinata e Naruto, fermi a pochi metri da loro.
Strinse gli occhi per trucidare l'Uzumaki che, con un sorriso estremamente malizioso, lo incitava con la mano ad andare con Hanabi.
Indispettito, si voltò giusto in tempo per vedere l'enorme pista davanti a loro; deglutì sommessamente, pensando che forse avrebbe fatto meglio a non accettare l'invito di Hinata. D'altronde, come avrebbe potuto rifiutare qualcosa proprio a lei che, dolce, aveva pensato - sotto suggerimento di Shino, e questo era tutto dire -  immediatamente a lui?
Tornò a guardare la pista, triste: era di ghiaccio, ghiaccio su cui la gente scivolava come nulla fosse, trasportata dalla musica diffusa per tutta la sala; ospitava all'incirca

un centinaio di persone, dai bambini agli anziani, e tutti sembravano felici di essere lì per le feste: che modo migliore di passare la sera della Vigilia c'era?
Che allegria... 'Sto posto non mi piace per niente. Sarebbe più divertente un funerale..., pensò Kiba, nervoso. Beh, certo che Hanabi poteva scegliere altro, invece guarda che mi tocca fare...
Non lo aveva mai detto a nessuno, però... Non sapeva decisamente pattinare sul ghiaccio, era un'operazione impossibile.
Uno come lui era fatto per i grandi spazi: prati verdi, foreste rigogliose, spiagge calde e assolate dove non correvi certo il rischio di finire col sedere per terra!
- Hanabi, non ti piacerebbe vedere gli spettacoli sul ghiaccio che danno nell'altra sala...? - suggerì Kiba, cercando di spingerla via con la mano ancora libera.
Sorpresa, la Hyuuga scosse il capo. - No, voglio pattinare! -
- Sei proprio incontentabile! -
- Io sarei incontentabile? Tu non vuoi mai fare ciò che piace a me! Ogni volta finiamo sempre per fare le cose più noiose! -
- Sai com'è... Io sono grande e non mi piacciono i giochi da bambini. - mugugnò il moro, arrabbiato.
Colpita da quelle parole, Hanabi gli voltò le spalle e, cercando di trattenere le lacrime, sibilò: - Allora faresti meglio ad andartene. -
Kiba la fissò allibito. Come...? Sbaglio o sta piangendo? Cazzo.
- Hanabi... -
Prima che potesse dire altro, la giovane corse verso il banco dove davano i pattini, lasciandolo solo in mezzo a tutta quella gente che, ridendo e scherzando,
parlava delle acrobazie che avrebbe fatto una volta in pista.
Kiba si guardò furiosamente i piedi, mentre le parole fredde di Hanabi gli risuonavano continue nel cervello.
Quella maledetta ragazzina pensa che io debba per forza fare quello che dice lei! Ma scherziamo?, pensò l'Inuzuka, sedendosi su una delle tante panche davanti alla pista di pattinaggio.
Cercò con gli occhi Hinata e Naruto e li vide sul ghiaccio.
 Naruto insegnava goffamente alla Hyuuga a stare in piedi sui pattini, anche se i risultati erano scarsi: Hinata stava sempre per cadere e solo le mani forti del biondo riuscivano ad impedirle di finire a terra.
Non posso sentirmi in colpa per il mio comportamento... Sarebbe stupido... E poi se l'è cercata! Anche se... No, Kiba, non ci pensare, non... Merda.
Quello era il 24 dicembre.
Il giorno della Vigilia.
Il compleanno della madre di Hanabi, maledizione.
Digrignò i denti, cercando di ragionare, ma l'unica cosa che gli venne in mente fu che si sarebbe suicidato se avesse seguito l'istinto.
E cosa gli diceva l'istinto?

***

Con la mano si tenne alla parete e posò un primo passo sulla lastra fredda e scivolosa che aveva sotto i piedi, arrabbiata.
Trovava impossibile il comportamento di quell'Inuzuka e avrebbe preferito cento volte la presenza di Neji o del suo stesso padre, Hiashi.
Invece era stata costretta a passare quel giorno con lui.
- Uffa. - sussurrò la ragazza, una volta sulla pista.
Quel cagnaccio! Sempre il solito... Ma l'educazione dove l'ha lasciata, in Alaska?!, si chiese, osservando di sfuggita la figura immobile di Kiba, ferma dall'altra parte della sala.
Arrabbiata, lo studiò quel tanto che bastava a capire che la stava osservando: era imbronciato - con sommo piacere di Hanabi - e la fissava in cagnesco.
Ecco... Cagnaccio cocciuto, arrivista e maleducato!
Incrociò le braccia al petto, scoccò un'occhiataccia al ragazzo e gli voltò le spalle, iniziando a pattinare.
Pattinava per cercare di distrarsi, pattinava per non cedere alle lacrime.
Di carattere era sempre stata forte, allegra e vivace; intristirsi non era nelle sue abitudini. Intristirsi per un ragazzo non era proprio nelle sue abitudini.
Una Hyuuga, figlia mia, deve sempre tenere testa alle avversità; non piange, non si lamenta. Va avanti, e così anche tu dovrai fare: non abbatterti mai, perché nelle tue vene scorre il nostro sangue.
Si diede la spinta con il piede sinistro, poi col destro e via, veloce in mezzo alle altre persone, gli occhi che si chiudevano di tanto in tanto, la musica ritmata che la guidava e spingeva ad andar sempre più veloce, sempre più forte degli altri.
Le piaceva pattinare, sua madre le aveva insegnato a farlo poco prima di morire. Aveva solo cinque anni quando successe.
Una lacrima silenziosa le scese lungo la guancia nivea e calda, per poi sparire appena sotto il mento.
Non amava piangere.
No.
- Hanabi, aiuto! -
Sussultò, e quando vide la figura di Kiba Inuzuka avvicinarsi a grande velocità, strabuzzò gli occhi per la sorpresa.
Si scostò di poco e lo afferrò per il cappuccio del giubbotto, così da fermarlo... Ed evitargli gran brutti incidenti.
Lui la prese immediatamente per le spalle, spingendola a sé.
- Ki-kiba, ma cos...? -
- Non ti muovere o cado, stupida! - esclamò l'Inuzuka con voce atona, mentre le dita affondavano nella schiena della Hyuuga, tremanti.
Hanabi posò la testa contro il petto del ragazzo e, mentre vi affondava, non poté trattenersi dallo scoppiare in una sonora risata.
Quel ragazzo era davvero strano.

***

- Ehi, perchè ridi? Non è divertente. - mormorò Kiba, stringendola automaticamente a sé, stranito: era la prima volta che la sentiva ridere.
Hanabi alzò il viso e lo guardò, dispettosa. - Si che lo è. -
- Vabbè... - distolse lo sguardo, ed ebbe la vaga impressione che la stanza si fosse fatta  bollente. O era solo la sua immaginazione?
Mah.
- Kiba, dimmi: tu non sai pattinare. - disse la corvina, mentre lo scrutava con occhi insolitamente caldi, e non più con la consueta freddezza, quel calore freddo
che tanto si accostava all'inverno.
Alzò le spalle, l'Inuzuka. - E' vero, non so stare sul ghiaccio. Contenta? - borbottò, irritato.
Ammettere quella sua debolezza - da sempre nascosta per imbarazzo - non faceva altro che complicargli le cose.
Sperava solo che Naruto non lo venisse mai a sapere.
Sarebbe stata la fine.
- Sì! - rise Hanabi.
Kiba rabbrividì nel sentire la voce calda e allegra della ragazza, e solo in quel momento si accorse che erano abbracciati.
Il suo istinto non gli aveva detto di fare anche questo. Oddio, adesso cosa cazzo sta...? No, non posso perdere così la calma... E' assurdo!
- Kiba, c'è qualcosa che non va? -  gli domandò Hanabi, notando la faccia tutta rossa dell'Inuzuka che, in ogni modo possibile, cercava di non guardarla. - Cagnaccio? -
Kiba spalancò la bocca. - Come mi hai chiamato?! -
L'esclamazione di Kiba venne sentita da tutti.
Proprio tutti.

***


Naruto scivolò, sbattendo il mento sulla lastra di ghiaccio, mentre Hinata si copriva gli occhi con le mani per non guardare.

- Na-naruto...! -
- Sto... Bene! - mugugnò il biondo, cercando di mettersi in piedi. - Non ti preoccupare Hinata-chan! Io sono di metal... -
Cadde a terra.
Di nuovo.
Ma perché sto cadendo ancora? Povero me..., pensò Naruto, dando una craniata al pavimento ghiacciato.
Aveva deciso che sarebbe stata una bella serata, ma vedere Kiba e Hanabi - avvistati da Hinata appena qualche secondo prima - litigare come due matti... Beh, non
era stata certo la sua fortuna. Insomma, perché doveva essere lui a far smettere il litigio?! Avrebbe preferito andare a mangiare una bella ciotola di ramen invece di fare una figura come quella che stava facendo!
Fissò la sua compagna, domandandosi se la lezione che le aveva impartito era servita, e giunse alla conclusione che... Sì, aveva imparato a pattinare... Ma era lui, adesso,
quello che non sapeva più stare in piedi.
Hinata si chinò sul povero Uzumaki, rossa. - T-ti aiuto ad alzarti... V-vuoi? - domandò, rossa.
Naruto guardò intensamente quegli occhi lilla che lo cercavano, poi Kiba e Hanabi. Oggi è la Vigilia... Uffa. - Hinata-chan...? -
- Cosa c'è? -
L'afferrò per la manica della felpa e la baciò senza esitazioni, deciso: lento, dolce, durò poco più di trenta secondi perché, come il ragazzo sospettava, Hinata si staccò,
intontita, e...
- Hinata-chan! - Naruto la sostenne prima che cadesse a terra. - Cavolo! -
La ragazza, completamente rossa e con un sorriso soddisfatto, era priva di sensi, causa il troppo imbarazzo.  
Non pensavo che sarebbe svenuta veramente! Però! Aveva ragione quel cretino di Kiba!  

***

- Non sono un cagnaccio! Ma come ti permetti? Acida! -
- Cosa sarei io?! Sei un sacco di pulci ambulante, ecco cosa! -
Kiba strinse i pugni. - Ah, no! Non puoi accusarmi di questo! E' Akamaru che ha le pulci, non io! -
Portandosi le braccia al petto Hanabi voltò la testa, stizzita. - Beh, non è questo il punto. Io ti ho fatto solo una domanda. E tu non mi hai risposto. Avanti! -
Ma porca...!, - Non ti riguarda! - borbottò ostinatamente, cercando di dimenticare i suoi pensieri poco casti... Perché erano poco casti su Hanabi Hyuuga! Su di lei!
Come aveva fatto a pensare certe cose su quella piccola asociale? C'erano ragazze migliori di lei, più belle e carine che, lo avrebbe detto anche Naruto - con un po' d'incoraggiamento e qualche minaccia -, avrebbero certamente soddisfatto le sue aspettative!
Tornò a guardare Hanabi, critico.
Quella ragazza non poteva certo essere ciò che lo attraeva di più. Era praticamente assurdo!
- Cos'hai da guardare? - Hanabi gli lanciò un'occhiataccia, improvvisamente rossa. - Allora? Vuoi rispondermi, Inuzuka? -
- Perché stai arrossendo? - si lasciò sfuggire Kiba, curioso. - Ti piace essere guardata da me, eh? - commentò strafottente, e Hanabi diventò quasi viola per la rabbia.
- Tu non hai il benché minimo tatto! Sei un animale! - sbottò la ragazza.
Alzò la mano e, prima che l'Inuzuka potesse rendersene conto, gli diede uno scappellotto.
Si massaggiò la testa. Maledetta ragazzina... Sapevo che non dovevo seguire l'istinto! Questo mi fa pensare che dovrei farmi sempre gli affari miei. Sempre, pensò Kiba, dolorante.
- Ti odio, ti odio e ti odio! Devi avere rispetto, chiaro? Soprattutto oggi, insensibile! S-sei insensibile... - balbettò improvvisamente Hanabi, scuotendo il capo.
Abbassò la mano, stralunato, e guardò a bocca aperta quella che aveva sempre considerato la ragazza più fredda del mondo, quella sempre assente e senza sentimenti, senza allegria... Piangere davanti a lui.
Non sapeva che dire, non gli era mai capitato di consolare qualcuno: Hinata non piangeva mai, e se lo faceva si premurava di nasconderlo; Shino era la freddezza fatta a persona, calmo e razionale; Naruto non si abbatteva tanto facilmente, anzi: combatteva e trovava una soluzione a tutto.
Non aveva mai consolato un amico, già.
Non ve n'era mai stato il bisogno, nemmeno con sua sorella.
E adesso, davanti a lui, una ragazza piangeva disperatamente, debole dopo tutte le battaglie affrontate da sola con sé stessa.
Tuttavia, sentiva che forse lei avrebbe voluto - perché no? - qualcuno che la consolasse... Anche solo con una parola.
- Scusa. -
Hanabi sussultò fra le lacrime, alzò il capo e incrociò gli occhi scuri di Kiba, che con le mani in tasca guardava imbarazzato la spessa lastra di ghiaccio sotto di loro, come perso fra le numerose sfumature che la particolareggiavano, rendendola brillante e viva - ma mai quanto l'espressione attraente e di ritrosia che si era dipinta sul suo viso.
- Scusami, Hanabi. Mi sono comportato male. Oggi so che è il compleanno di tua madre. Lo so. Scusami. - lo sentì mugugnare sottovoce, ancora più rosso.
Kiba Inuzuka che mi chiede scusa...
- Se vuoi... E se ne sono capace anche io... Potremmo continuare a pattinare... Eh? -
... e che mi propone, di sua iniziativa, di... Pattinare?
Rimasero in silenzio - attorno a loro continuavano gli schiamazzi dei bambini e degli adulti, accompagnati dalla musica natalizia -, e fu in quel momento che la voce
fastidiosa ed esultante di Naruto Uzumaki li riportò alla realtà.
- Aiuto! Hinata è svenuta! Che ne dite di andare a mangiare un po' di ramen al chiosco qui davanti? Secondo me, con una bella porzione bollente, Hinata si riprenderebbe. -
- Io sono d'accordo. Hanabi? - Kiba affondò di più le mani nelle tasche, e la cercò con gli occhi.
Annuì col capo, pensierosa.
Seguirono un Naruto esultante - fra le braccia teneva la povera Hinata che, inspiegabilmente, balbettava nel sonno cose senza senso - e uscirono dalla pista.
Kiba aveva faticato ad uscire dalla pista ma, con un po' di buona volontà e qualche imprecazione ai danni di Shino Aburame - che c'entrava in quella storia... eccome se c'entrava! - riuscì a rifugiarsi sano e salvo sul pavimento in marmo e caldo all'esterno della sala di pattinaggio.
Si liberò dei pattini - per poco non uccise Naruto nel lanciarli via - e scattò in piedi con le sue beneamate scarpe da ginnastica.
Fuori aveva cominciato a nevicare, e quando Kiba respirò l'aria fredda dell'inverno, si rese conto che questa somigliava incredibilmente ad Hanabi.
L'Inverno era splendido, gli piaceva giocare a palle di neve, aspettare che arrivassero le feste natalizie...
Si voltò un secondo verso l'edificio alle sue spalle - coperto oramai da un lieve strato di candida neve - e alzò le spalle, insofferente.
Un conto era la neve e quell'aria di malinconia che dava... Ma sentirsi costretto a pattinare su una cosa come quella e in uno spazio secondo lui ristretto... Era insopportabile.
L'inverno aveva qualcosa che una pista scivolosa non avrebbe mai avuto... La libertà di essere poetica e divertente!
Addio ghiaccio! Kiba Inuzuka è di nuovo libero... Già che ci sono, andrò ad ammazzare qualcuno di mia conoscenza..., si disse l'Inuzuka, sadico, tornando a pensare a Shino.
- Kiba...? -
Si voltò, ritrovandosi davanti una Hanabi alquanto imbarazzata, stretta nel suo piumino rosso.
Sospirò, attento, e produsse una nuvoletta di vapore col suo respiro.
Carino.  - Cosa vuoi? -
- Grazie. - soffiò semplicemente lei, arrossendo completamente. - Grazie per... Le tue parole. Grazie. -
E senza dire altro, gli diede un bacio sulla guancia. Velocemente, e prima che Kiba capisse cosa fosse successo, si allontanò per raggiungere Naruto e sua sorella.
Ma... Ma... L-lei... Ha..., deglutì, confuso. Mi ha... - ... baciato. - sussurrò il ragazzo, tastandosi la guancia, imbambolato.
- Kiba, muoviti, il ramen ci aspetta! -
Con un sorriso da ebete stampato in faccia, l'Inuzuka seguì la piccola Hanabi, chiedendosi perché non l'avesse consolata prima.

- Kiba, sembri un animale quando mangi! -
- Non è vero! -
- Sì, invece! -
- Ammazzati, Hyuuga. -
- KIBA! -
- Ahi! -
Adesso ne capiva il motivo.

:: The End ::

_________________________________________________________________________________________________________
Note Autrice:
E arrivai Terza al Winter Contest u.u Bene, siamo a posto xD ringrazio Pazza_io per aver giudicato la mia e le altre storie!^^ è stata molto gentile!*.*
Inoltre vi consiglio di andare a leggere le storie delle altre partecipanti: x Saretta x, Rinalamisteriosa e Mayumi_san.
Sono davvero molto brave!  (e le storie stupende! *.*).
Commenti? xD  No? Ok u_u
Kiss,

.: Angel Ecate :.
   
 
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