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Autore: Biohazard    05/02/2010    5 recensioni
"Non riesci proprio ad immaginare perché siamo qui?" chiese sempre più divertito l'uomo.
"No, non riesco proprio ad immaginarlo".
"Commodoro Smoker, lei è in arresto perchè colpevole di intrattenere una relazione con il Comandante della seconda flotta dei pirati di Barbabianca, Portuguese D. Ace, detto Pugno di Fuoco. Tra una settimana sarà processato e sarà stabilita la sua condanna."
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ace/Smoker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Asking

 

 

Ace viaggiò tutta la notte, seguendo la direzione indicatagli dalla Vivre Card e raggiunse Water Seven il mattino seguente. Il suo caro fratellino non doveva essere troppo lontano. Era veramente molto tempo che non lo vedeva, da quel lontano giorno in cui si erano incontrati nel Regno della Sabbia.

Ace avvertì un senso d’oppressione. Si trattava anche dello stesso giorno in cui si era trovato per la prima volta faccia a faccia con un certo commodoro burbero e poco incline agli scherzi. Il giorno che aveva avuto inizio ad ogni cosa. Come dimenticarlo?

Scosse violentemente la testa, doveva scacciare quei pensieri e rimanere lucido se voleva salvare quel vecchio brontolone.

Certo che la vita prende delle pieghe strane quando meno te lo aspetti. Ace, il cui nome poteva essere considerato come un sinonimo di libertà, si era costruito con le proprie mani una splendida gabbia dorata, una gabbia rappresentata da due magnetici occhi grigi.

Continuò a seguire i movimenti del piccolo foglio di carta che teneva sul palmo della mano, mentre si arrovellava tra questi pensieri, quando finalmente la vide. La nave di suo fratello, la Going Merry. Era ancorata in una zona piuttosto lontana dai porti principali. Di certo, avevano scelto quel posto per lo stesso motivo che accomunava tutti i pirati: quello di passare inosservati per evitare guai con le forze dell’ordine.

Si avvicinò alla nave constatando che versava veramente in condizioni pessime. Lo scafo era danneggiato in più punti e parecchie assi, malamente inchiodate, fungevano da toppe per le falle presenti. Legò lo striker alla nave del fratello e con un balzo salì a bordo.

Apparentemente sembrava non esserci nessuno.

Si guardò intorno, continuando a constatare le condizioni della nave. Ora capiva perché Rufy si fosse diretto lì. La Going Merry aveva veramente bisogno di una bella sistemata.

Fece qualche passo verso prua quando si ritrovò una lama affilata a pochi centimetri dalla gola.

“Ehi amico! Hai scelto la nave sbagliata su cui intrufolarti” disse una voce minacciosa dietro di lui.

Il giovane ragazzo si girò ghignando e salutò di buon grado il vice di suo fratello, il famoso Roronoa Zoro.

“Oh Ace! Sei tu! Non ti avevo riconosciuto” rispose lo spadaccino.

“Me ne sono accorto!” sorrise l’altro.

“Stai cercando Rufy, immagino”.

“Già, dov’è il mio caro fratellino?” chiese Ace.

“Al momento non è c’è. È sceso insieme agli altri. Sono andati a cercare un carpentiere che possa riparare come si deve la Going Merry. Sulla nave siamo rimasti solo io e il cuoco.”.

Forse era solo un'impressione, ma a quell’ultima affermazione Zoro distolse lo sguardo, come se fosse stato un bambino colto in flagrante nel compimento di una marachella. Ace ghignò.

“Quando tornerà Rufy?”

“Tra non molto credo. Sono andati via questa mattina presto e tra poco per lui sarà l’ora del pasto di metà mattinata, quindi non credo che tarderà ad arrivare.”.

In quel momento una porta si aprì sbattendo malamente rivelando l’esile figura del biondo cuoco. Era come Ace lo ricordava, elegante nel suo completo nero con una sigaretta perennemente tra le labbra.

“Ohi testa d’alga, ti vuoi dare una mossa! Non abbiamo tutta la giornata. Dobbiamo sbrigarci prima che gli altri tornino alla n…”.

Le parole gli morirono in gola quando vide Ace sorridergli malizioso. Per lo stupore la sigaretta stava quasi per cadergli. Zoro, dal canto suo, cercò di dissimulare tossendo, il colorito viola che mano a mano si stava espandendo a macchia d’olio sul suo volto. A quanto pare, Ace aveva fatto centro con le sue supposizioni.

“A-Ace c-che piacere averti qui! Come mai anche tu a Water Seven?” chiese Sanji tentando di rimediare alla gaffe.

“Avevo una cosa molto importante da chiedere a Rufy, ma mi sa che sono capitato al momento sbagliato!” disse il moro strizzando l’occhio in maniera piuttosto eloquente ai due.

“No, no, ma che dici! Stavo solo intimando quella stupida testa di verza a darsi una mossa e a venirmi a dare una mano per rimettere apposto la stiva!”.

Zoro sembrava non avere il coraggio di guardare Ace negli occhi. Il moro, costatando il palese imbarazzo dei due, decise di non infierire ulteriormente, anche se l’idea lo allettava parecchio. Gli sarebbe piaciuto stuzzicarli ancora un po’, proprio come si divertiva a infastidire…

Ecco che di nuovo i suoi pensieri furono disturbati dall’immagine di Smoker. Solo che questa volta era legato su un patibolo. Quel pensiero fu sufficiente a riscuoterlo e a fargli riacquistare la sua serietà. Si accorse di aver serrato il pugno in maniera convulsa e anche gli altri avevano scorto quel gesto.

“Ace, va tutto bene?” chiese Zoro mettendogli una mano sulla spalla.

“Sì, ho solo bisogno di parlare con Rufy al più presto” disse il giovane con lo sguardo serio. Per fortuna, la ciurma di suo fratello e Rufy medesimo sembravano non essere a conoscenza di quanto accaduto.

“Meglio così”. Pensò.

Se Rufy doveva saperlo, preferiva che la notizia venisse direttamente da lui e non da uno squallido articolo di giornale in prima pagina, che dipingeva Smoker come un traditore in combutta con un feroce pirata.

“Dai. Ace vieni dentro. Ti preparo qualcosa da mangiare. Rufy arriverà tra poco. Così ne approfitto per prepararne anche per lui e gli altri” disse il cuoco sorridendogli.

Ace lo ringraziò mentalmente per aver rotto il ghiaccio da quella situazione che si era momentaneamente creata.

“Grazie Sanji. Volentieri. In effetti, non ho ancora mangiato da ieri sera!” rispose Ace tornando ad assumere il suo solito atteggiamento gioviale. Doveva cercare di dissimulare la propria ansia e preoccupazione per Smoker.  Non voleva che suo fratello lo vedesse ridotto in quello stato. Era già stata una decisione sofferta, per il suo orgoglio, quella di rivolgersi a lui. Così seguì il giovane cuoco nelle cucine, mentre quest’ultimo urlava, con fare sprezzante, rivolto al compagno “Ehi testa vuota, se ti sbrighi, forse qualche avanzo te lo posso anche lasciare!”

“Come hai detto cuoco di seconda categoria?!?”

 

 

Era passata all’incirca un’ora quando Ace udì il famoso “grido di battaglia”, come lo aveva definito il cuoco, del suo fratellino.

“SANJIIIII, HO FAMEEEEEE!”

La porta della cucina si spalancò di botto mentre Rufy con un balzo atterrava in cucina. Si diresse senza ritegno verso i fornelli, non prestando la minima attenzione a ciò che aveva intorno. Ace sorrise. Non era affatto cambiato.

“Ehi pozzo senza fondo” lo apostrofò il cuoco “Hai una visita” disse accennandogli il tavolo da pranzo. Il giovane capitano si girò e rimase completamente stupito dal vedere lì il suo amato fratellone.

“Aceeeeeeee!!!!!!!” Rufy corse verso di lui sorridendo a trentadue denti. Si vedeva che era felice di vederlo. Anche Ace, dal canto suo, si sentiva veramente contento di poterlo rivedere, anche se avrebbe voluto che la situazione fosse stata diversa.

“Allora piccoletto, come stai?” disse scherzosamente il fratello maggiore, arruffandogli i capelli.

“Piccoletto a chi?” gli rispose Rufy con aria contrariata.

Nel frattempo anche il resto dell’equipaggio subentrò in cucina facendo un sacco di feste ad Ace e tempestandolo di domande.

“Fratellone, ti voglio presentare un nuovo membro del mio equipaggio!” disse Rufy conducendolo di fronte ad una bellissima ragazza mora dalla carnagione olivastra. “Lei è Nico Robin! Non hai ancora avuto modo di conoscerla!”

La ragazza lo squadrò da capo a piedi poi gli porse una mano.

“Piacere”

Ace ricambiò a sua volta la stretta “Piacere”.

“Allora Ace!” Rufy si rivolse di nuovo al fratello sorridendo “Come hai fatto a sapere che ero qui? Resterai a lungo?”

Ace estrasse dalla tasca la Vivre Card e la mostrò a suo fratello. “Ohhhhh” rimase stupito Rufy prendendo la metà che era in suo possesso cucita nel cappello. I due foglietti si attirarono l’uno verso l’altro.

“Era questo che intendevo quando ti ho detto che quel pezzetto di carta ci avrebbe aiutato a ritrovarci.” Ace assunse un’espressione seria.

“Rufy, sono qui perché ho una cosa molto importante da chiederti” Il giovane capitano osservò il fratello e si rese conto di non averlo mai visto così e, soprattutto, non con quell’ombra negli occhi. L’aveva notata nel momento stesso in cui i loro sguardi si erano incrociati, ma non aveva detto niente, perché sapeva che, Ace, detestava mostrare debolezza. Inoltre, ciò che lo stupiva di più era che il suo fratellone gli stesse chiedendo qualcosa. Non lo aveva mai fatto, si era sempre comportato da esemplare fratello maggiore, senza mai chiedergli aiuto, anzi, da piccoli era sempre Rufy che correva da Ace. Doveva essere successo qualcosa di veramente grave per spingerlo a compiere quel gesto.

L’affermazione di Ace aveva destato la curiosità della ciurma e, il capitano, intuendolo chiese gentilmente agli altri di abbandonare la stanza per un po’.

Rimasti soli, i due fratelli si scrutarono a lungo.

“Dimmi Ace, cosa vuoi chiedermi?” domandò alla fine Rufy sorridendo, cercando di non mettere pressione al fratello. Conoscendolo, doveva essere veramente un’impresa faticosa per lui trovare le parole in quel momento.

“Evidentemente non hai letto il giornale in questi giorni, ma hanno arrestato il Commodoro Smoker e tra quattro giorni sarà processato e condannato” Ace, seduto al tavolo, strinse i pugni sulle ginocchia.

“CHE????Hanno arrestato il fumoso?!? COME? Perché?!?” La notizia sembrava aver sconvolto Rufy più di quanto Ace si aspettasse, in ogni caso, suo fratello con quell’espressione stranita sul volto sembrava rendere la notizia meno drammatica.

“È stato scoperto che… Sì, insomma…Aveva una relazione con un pirata.”

“COSAAAAA?!?Incredibile! Chi l’avrebbe mai detto? Quel tipo così burbero e scontroso. Sempre a corrermi dietro per cercare di acchiapparmi!” il giovane capitano assunse un’aria pensierosa.

Ace sapeva di dovergli dire tutta la verità, ma in una parte nascosta di sé temeva che Rufy lo potesse giudicare, per quanto assurda potesse essere l’idea, ma se voleva salvare Smoker, non aveva altre alternative.

La vita di quell’uomo era più importante di qualunque altra cosa in quel momento.

“…E il pirata con cui il marine si incontrava…”sospirò “ Sono io!” Lo disse tutto d’un fiato senza il coraggio di guardare suo fratello. Ace attese uno scroscio di risate che però non arrivò alle sue orecchie. Alzò lo sguardo e vide suo fratello che lo guardava senza essersi minimamente scomposto, serio.

“Deve essere molto importante per te” poi il volto di Rufy si distese in un largo sorriso, aveva già capito cosa desiderava chiedergli Ace. “E va bene! Ti darò una mano a salvare il tabaccoso! Anche se si tratta di un marine è una brava persona, anche se non capisco proprio come possa piacerti un tipo scorbutico come quello!”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi qui con un nuovo aggiornamento e spero vivamente sia di vostro gradimento!

Anche se ho un po’ paura di aver sviluppato un Ace OOC! Fatemi sapere se è così, ci tengo molto!

Non avendo mai trattato questi due personaggi ho sempre paura di distorcerne i caratteri ed è veramente la cosa che odio di più! è__é

Scusatemi, ma non potevo non mettere uno spunto ZoSan. Era lì che mi chiamava! ^__^

Nel prossimo capitolo Ace partirà all’attacco! Già già! Missione salvataggio in arrivo!

Ringrazio Beatrix, Haku e eowyn278 per le recensioni e anche tutti coloro che hanno aggiunto alle seguite/preferite o hanno semplicemente letto.

 

 

 

  
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