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Autore: Araxo    06/02/2010    1 recensioni
Una malattia sconosciuta miete povere vittime nella città di Cremisi. Un ragazzo amante delle lettura si trova a leggere nella libreria cittadina quando entra in contatto con il sangue di un malato di Dandelion, la malattia appena citata... Cosa ne sarà di lui?
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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6 Atto 6

                                                                                                    Ricordi immersi nel sangue


Dopo metri e metri di strada giunsi finalmente nel luogo nel quale le mie sofferenze ebbero inizio.
Era mattino presto quando misi piede nella famosa via della gioia e della passione.
Tutto intorno a me dormiva.
Le donne, gli uomini, i bambini...dormivano tutti, ma non dormivano un sonno normale.
Dalle loro bocche fuoriusciva il segno della malattia, il sangue. Esso scorreva tra le vesti ricamando un dipinto raccapricciante.
Scelsi di non restare oltre in quel punto e proseguì il mio cammino.
Prima di uscire da casa presi con me una spada il cui nome adesso sfugge alla mia mente.
Ricordo solo che fu mio Nonno a regalarmela quando ero solo un ragazzo.
La tenevo nascosta sotto il mantello in attesa di usarla contro chiunque avesse osato fermarmi...
- Ecco...ci siamo....- dissi.
Sguainai la spada dal fodero molto lentamente...per assaporare il momento, e subito dopo aver dato un'occhiata al grande
portone della clinica lo aprii pian piano per non fare alcun rumore.
Con la spada in mano salii i gradini che portavano al secondo piano e lì una porta color rosso fuoco contornata da ragnatele sinistre
mi diede il benvenuto a quella che pensai fosse la stanza del dottore.
Infatti in alto a destra vi era una scritta placcata in oro con su scritto..." DOTT. ROSEN"...strinsi bene il manico dell'arma e con un
solo colpo distrussi la porta che cadde sotto ai miei piedi.
Entrai con passo calmo ma nessuno era dentro la grande stanza.
Solo una enorme scrivania con su dei fogli mi convinse a restare.
Ne presi un paio in mano e lessi:
- Esperimento N°234, Data di operazione XX/XX/XXXX, il soggetto è stato rilasciato dalla clinica-
- Operazione riuscita all'80%, il paziente nei giorni successivi ha riportato sintomi della malattia-
Accanto alle scritte contornate da schizzi di sangue vi era una mia foto.
Tutto adesso mi era chiaro...leggendo gli altri fogli mi convinsi sempre più che le mie teorie erano quasi del tutto
fondate.
- La malattia era causata da un fiore....il Dandelion- questa  fu l'unica cosa che appresi da quei documenti.
Ancora più interessante fu la scritta alla fine del foglio...una scritta quasi illeggibile.
Questa diceva - L'unico modo per guarire dalla malattia è quello di assimilarne i sintomi senza mai morire davvero, ma simulando
costantemente la morte di gente comune-
Quindi non mi ammalai, ma al contrario guarii dalla malattia...ma quella per me non fu una vera e propria guarigione, ma un
tormento che doveva in qualche modo aver fine.
Non ebbi il tempo di poggiare sul tavolo i fogli che su di questi caddero goccie di un rosso ancora più denso
delle volte precedenti.
Dalla mia bocca un fiume di sangue era in procinto di rompere i suoi argini per inondare tutto ciò che si trovava intorno
ad esso.
Ma questa volta riuscii a contenermi, non volevo infatti arrendermi ancora una volta, non proprio quando
ero ad un passo dal scoprire la verità.
Dopo aver ripreso il controllo del mio corpo presi la spada e uscii barcollando dalla porta.
Ad attendermi fuori vi era la splendida donna che incontrai nel parco, era avvolta in un mantello bianco, e le uniche parole che disse furono - Inutile continuare... facciamola finita adesso-
-Co...cosa dici?...non capisco..- dissi io.
- Avvicinati...-
E io mi avvicinai lentamente alla sua figura, così stupenda e a tratti abbagliante.
Con le sue mani prese delicatamente il mio volto e lo avvicinò al suo ma prima che le nostre labbra potessero unirsi
ella mi conficco un pugnale sul fianco.
-Ma cosa?...-
-L'unico modo per liberarti da questa malattia è imitarne i sintomi- disse con voce violenta.
-Questo è ciò che hai letto? non è vero?!-
- Si....- il dolore si fece sempre più forte tanto che dovetti accasciarmi lentamente al suolo.
- Bene...ma l'unico modo per togliere questi sintomi è quello di venire uccisi da un'altra persona...-
- Quindi vuoi dire che....vuoi dirmi che lo stai facendo per me?
Tu vuoi uccidermi per liberarmi dalle mie soffrenze e prendere i sintomi al posto mio?-
-Si...- disse la ragazza avvicinandosi a me - Questo è l'unico modo-.
-No....mai!- tolsi il pugnale dal mio fianco e mi rialzai lentamente in piedi dicendo con voce triste e macabra
-Tu non...tu non devi soffrire dopo quello che hai fatto per me...- detto questo puntai la spada su di lei.
- Sciocco...non risolverai niente così...lascia che io metta fine alle tue sofferenze-
-Perchè dici questo?...perchè?-
-Perchè...-
Un silenzio angosciante avvolse l'aria circostante.
-Perchè io ti amo...- la donna si inginocchiò e cominciò a piangere.
Io non seppi cosa dire e infine dissi - Ma io no...io non ti ho mai amata-.
Allora lei alzò il suo dolce viso su di me e prese dalla tasca del mantello un fiore che ingoiò piangendo...
- Se è questo che vuoi...io ti accontenterò- disse lei alzandosi in piedi.
- Cosa....cosa hai fatto...cosa hai ingoiato?-
- Un fiore di Dandelion- disse con la bocca colante di sangue.
- Addio...addio per sempre...-.
Detto questo cadde a terra e le sue lacrime si amalgamarono al sangue che scorreva veloce sul pavimento
di legno.
Non dissi nulla e mentre mi apprestavo a scendere le scale vidi un uomo avvolto in un camice bianco premere qualcosa dietro un quadro vicino alla parete d'ingresso e sparire dietro una porta segreta che egli stesso forse, aveva creato tempo fa.
Quando sparì del tutto e la porta dietro di lui si chiuse diedi un ultimo sguardo al corpo della ragazza e scesi tristemente le scale con in mano la spada di mio Nonno giurando vendetta per tutto ciò che stava accadendo.

***

Premetti più volte il pulsante per cercare di aprire la porta segreta...ma fu tutto inutile.
La rabbia scorreva furiosamente nelle mie vene e con un solo e possente colpo di spada tagliai in due il quadro.
Ero perso.
Non sapevo più cosa fare.
La spada mi cadde dalle mani, e io con essa mi accasciai al pavimento portando le mani sporche di sangue tra i capelli.
- Non piangere-
- Chi...chi sei?- dissi io alla strana figura dietro di me.
- Tu più di tutti dovresti sapere chi sono io...- rispose con voce triste.
Mi voltai lentamente e vidi il vigile che con furia ceca mi picchiò il giorno prima di essere "guarito" dal dottor. Rosen.
-Cosa vuoi..- dissi trattenendo la rabbia.
- Voglio che tu stia bene...-
Improvvisamente tolse il berretto e la casacca da vigile che indossava rivelandosi per quello che realmente era.
Rimasi sbalordito per qualche minuto, le parole non riuscivano a compensare ciò che stavo guardando in quel momento.
- Cosa cè?...non vuoi venire ad abbracciare tuo padre?-
-Tu...tu non sei mio Padre...vai via!...VAI VIA!-
La figura si avvicinò a me allargando le braccia e sorridendo.
- Su...non essere timido...-
-VAI VIA!-
Impugnai nuovamente la spada e cercai rialzandomi di colpire quello che secondo me era una falsa immagine di mio Padre...ormai morto per colpa del Dandelion.
-Ahhh!- urlai con tutta forza cercando ripetutamente di colpirlo.
Ma egli era più veloce di me.
Il mio corpo trasudava stanchezza e dolore, non potevo combattere oltre.
- fermati...- mi disse con tono gentile.
- Devi sapere che ti ho portato da tuo fratello solo per guarirti...solo perchè ti voglio bene...-
-Mio fratello?...- dissi confuso...
-Tu vuoi dirmi...che il Dottor Rosen...-
Ed egli rispose chinando la testa- Si...-.  







  
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