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Autore: francydenis    06/02/2010    4 recensioni
“-Te ne devi andare!-disse pacatamente la donna. -Ma mamma perché devo andarmene?Io vi voglio bene!-singhiozzò la bimba dagli occhioni blu. -Non chiamarmi mamma!Tu non puoi stare con noi,tu non sei come noi!-dopo,il buio.” prima di giudicarla leggetela vi prego! recensite *____________*
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVISO:vi consiglio per snobbarla di aspettare almeno il terzo capitolo.

Se la storia non avrà una crescita di recensioni,visite ecc la storia verrà CANCELLATA e mi dispiacerebbe dal momento che l'ho appena iniziata.


Blood and chocolate

Ci mise un po' per trovare l'aula di letteratura e quando la trovò bussò prima di entrare in aula.

-Buon giorno sono Elizabeth Darcy(è stata una scelta puramente casuale ,non c'entra nulla con Orgoglio e Pregiudizio ç__ç n.d me)-si presentò.

-Oh si!Signorina Darcy prego si accomodi-le prese il foglio di mano,lo firmò e glielo restituì.

L'unico posto libero era accanto ad una ragazza dall'aria fin troppo socievole.

-Ciao io sono Patricia Burns tu sei Elizabeth,oh ti posso chiamare Beth?mi piace molto questo nomignolo,tu potresti chiamarmi Patri!!sono sicura che diventeremo grandi amiche!da dove vieni?che lavoro fanno i tuoi?sai i miei hanno un negozio d'abbigliamento nel centro della città!potremmo andarci insieme un giorno!-

Elizabeth pensava che quella ragazza fosse davvero logorroica.

-Ciao,come ben sai sono Elizabeth Darcy e vengo da Londra...-

-Su ragazze farete conoscenza dopo-e la lezione iniziò.

L'ora passò e finalmente poté scappare dalle grinfie di Patricia.

Seconda ora:Matematica.

Stesse formalità e stessa lezione noiosa.

Anche tutte le altre lezioni si susseguirono in modo uguale.

All'ora di pranzo uscì,attraversò il cortile popolato da una marea di ragazzi,ed entrò dentro un edificio formato da molteplici vetri che facevano da pareti.

L'interno era molto grande,spazioso e arioso.

Già molti studenti si erano divisi nei tavoli a gruppi:le Cherleader(rimpiangeva veramente Londra),gli idioti pompati della squadra di football,e poi i vari gruppi di amici.

Di solito,nelle altre scuole,aveva sempre evitato di entrare a contatto con loro.

Lei non pranzava mai:o andava in cortile a leggere in una panchina,oppure sedeva vicino una finestra nell'angolo più isolato.

Con suo grande rammarico l'unico tavolo libero era al centro della grande mensa,e quella mattina per la fretta aveva dimenticato di portarsi un libro.

Sconsolata attraversò i tavoli fino a sedersi su una delle panche in legno.

Dopo nemmeno una decina di minuti si alzò,recupererò le sue cose e si diresse verso l'aula della penultima ora:storia.

Si sedette all'ultimo banco vicino la finestra,in modo da poter osservare il paesaggio circostante:la stazione,alcuni palazzi e negozi.

Rimase a guardare fuori la finestra per un tempo indefinito,si accorse di quanto tempo fosse passato solo quando vide entrare tutta la classe.

La Professoressa di storia era una donna molto appassionata,spiegava,raccontava con sentimento,li rendeva partecipi e questo era una cosa che apprezzava molto.

Quando l'ora finì andò ad inglese.

L'ora sembrava non finire mai quando finalmente,per la gioia di tutti i presenti compreso il professore,suonò la campanella di uscita.

Raccattarono la loro roba e lasciarono l'edificio.

La stazione non era lontana dalla scuola e si poteva benissimo raggiungere a piedi.

Prese il treno,si sedette come suo solito accanto al finestrino e passò il viaggio a guardare le immagini che scorrevano veloci.

Il capolinea era ad un'altra stazione,non molto lontana da dove abitava,un po' più piccola di quella da cui era partita.

Scese dal treno,uscì dalla stazione e si incamminò verso casa.

Ad un certo punto sentì un buonissimo odore,qualcosa di dolce e amaro allo stesso tempo,uscire da una delle stradine .

Poi vide uscire una donna con un sacchettino rosso con su scritto in dorato “Chocolate dream”.

Incuriosita imboccò la stessa strada da cui era uscita quella donna.

Seguendo quel delizioso aroma,si fermò davanti ad un negozio rustico all'interno che si vedeva dalla grande vetrina che esponeva delle torte completamente ricoperte di cioccolato.

Elizabeth ne rimase incantata.

Entrò guardandosi ancora intorno,incredula di vedere tutto quel cioccolato racchiuso in una stanza.

C'erano dei frigoriferi ,ai lati del bancone in legno di noce,che conservavano le invitanti torte,bignè e di tutto e di più.

Dietro al bancone si vedeva una porta ,dal quale proveniva maggiormente l'aroma,che dava alla cucina.

E agli angoli erano situati dei tavolini sempre in legno di noce.

-Signorina ha bisogno di qualcosa?-le chiese una donna con un dolce sorriso ad illuminarle il volto tondo segnato dalle leggere rughe intorno agli occhi.

-Si.Potrei vedere una di quelle torte?-le rispose indicando uno dei frigoriferi.

La signora uscì da dietro il bancone ed aprì il frigorifero tirandone fuori una torta di piccole dimensioni completamente ricoperta di glassa lucida marrone scuro che emanava un forte aroma di cioccolato fondente.

-Va bene questa?-chiese gentile la donna.

-Si grazie-.

Le porse il sacchetto rosso,mentre Elizabeth pagava.

-La ringrazio,arrivederci-.

Detto questo uscì dal negozietto.

Uscì dalla stradina e continuò la strada per il ritorno a casa.

-Jane,Robert sono a casa!-annunciò una volta tornata a casa.

-Tesoro siamo in cucina!-risposero in coro.

-Ehi tornando da scuola vi ho portato un regalino...-

Gli occhi della donna brillarono alla parola regalo.

-Che cos'è oh Lizzy sai che sono curiosa!!-

-E golosa!si lo so!Per questo tornando da scuola mi sono fermata in un negozietto molto carino e ti ho preso questa!-e le porse il sacchetto rosso con la scritta “ Chocolate dream”.

-Ma è una setteveli!!oh Elizabeth grazie sei un angelo!-.

Elizabeth si rabbuiò:-sai benissimo che non lo sono Jane-sussurrò col viso scuro,improvvisamente rabbuiato.

L'aria in casa si fece improvvisamente pesante.

-Mi dispiace,perdona questa donna che non pensa prima di parlare-si scusò Jane abbracciandola.

Lizzy ricambiò l'abbraccio con delicatezza.

-Allora l'apriamo questa delizia?-ruppe il silenzio la voce allegra di Robert.

-Certo!non l'ho comprata per esporla in vetrina!-scherzò la ragazza.

-Com'è andato il tuo primo giorno di scuola?-chiese Jane portandosi alla bocca un pezzetto di torta.

-Rispetto alla mia vecchia scuola di Londra è un po' più piccola,ci sono degli armadietti,la mensa è più grande ed ariosa,e ci sono tanti armadi pompati della squadra di football con attaccate al braccio delle sgallettate altamente infiammabili che si divertono a prendersela col primo malcapitato.

Poi all'ora di letteratura mi si è letteralmente incollata una ragazza a dir poco logorroica che in un'ora è stata capace di raccontarmi tutta la sua vita,e l'unica nota positiva sui professori è che la Professoressa di storia è una donna in gamba:non sembra nemmeno che spieghi,è talmente appassionata che sembra che racconti-.

-Non sembra esser andata tanto male..-tentò di sdrammatizzare Robert.

-Oggi per la fretta ho dimenticato di portarmi un libro-aggiunse Elizabeth.

-Ok...allora è andata male-.si corresse l'uomo.

-Beh io vado in camera a sistemare le ultime cose-si alzò,diede un bacio in guancia ad entrambi e salì le scale.

La sua stanza era grande,bianca ed affacciava su una veranda.

Anche la porta era bianca,appena entravi lungo la parete a destra trovavi degli scaffali quasi completamente occupati da libri di ogni genere letterario;

lungo la parete sinistra c'era invece un armadio in vetro opaco celeste con i bordi blu cobalto.

Un po' più in là c'era un letto matrimoniale in legno bianco con le coperte leggere in azzurro.

Ai piedi del letto c'era un tappeto indaco molto soffice al tatto.

Il pavimento era in parche chiaro.

Accanto al letto c'era una lampada per quando leggeva a letto.

La quarta parete era una vetrata che faceva da porta ad una veranda dove c'era una poltrona bianca con di fronte un tavolino sempre in legno chiaro.

La veranda affacciava sul giardino di casa:a fare ombra c' erano degli alberi di ciliegio in fiore,a cui due era stata attaccata un'amaca,difronte c'era una piscina che più di una piscina sembrava un laghetto artificiale dal momento che era in stile giapponese.

Al centro della stanza c'erano diversi scatoloni con su scritto “Lizzy” accatastati uno sopra l'altro,mentre ancora due scatoloni erano pieni.

Elizabeth cominciò a svuotarli:uno conteneva un paio di libri e l'altro conteneva dei maglioni.

Sistemò gli ultimi libri sugli scaffali con ordine quasi maniacale e lo stesso fece con gli ultimi maglioni.

Prese gli scatoloni,li schiacciò e li depositò nel ripostiglio.

Dopodiché andò in bagno per farsi una doccia.

La sua immagine nuda allo specchio le ricordò che l'inferno stava per cominciare,che il punto fermo era inevitabilmente vicino.

Distolse lo sguardo infilandosi sotto il getto d'acqua tentando,invano,di allontanare tutto ciò dalla sua mente.

Il bagnoschiuma che le odorava la pelle era al cioccolato fondente,e ciò la riportò al “Chocolate dream” e al sublime sapore di quella torta.

Decise di ritornarci l'indomani.

ANGOLO AUTRICE

oltre a dire che ci sono rimasta veramente male:una recensione che tanto recensione non è;

solo 36 lette(me l'avete proprio snobbata)

e due preferiti. ç________ç

S chan:ti ringrazio per non averla snobbata e spero che continuerai a leggerla e recensirla *___* per il resto ti ho risposto x e-mail ed anche sul brano,ti ringrazio anche per la tua utile correzione un bacio a presto.


  
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