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Autore: MaryLouise    07/02/2010    2 recensioni
Quattro ragazze.
Un grande potere.
Storia temporaneamente sospesa ed in fase di riscrittura.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I. Partenze

Yvonne si sdraiò sulla calda sabbia dorata. Ascoltò il rumore della risacca del mare e chiuse gli occhi. Le poche nuvole, bianche e soffici, si scostarono e gli ultimi raggi di sole le illuminarono la pelle color cioccolato, producendo sfumature nocciola. Essa era liscia e morbida, senza alcuna imperfezione. Sciolse i capelli color ebano, liberandoli nella calda sabbia africana.

Rimase in quella posizione per alcuni minuti. Adorava Moonlight Beach, vi andava ogni volta che voleva stare sola. Lì rifletteva, in compagnia del mare. La spiaggia era una piccola baia sabbiosa sulla costa della Guinea-Bissau, affacciata sull’Oceano Atlantico. Era a cinquecento metri dal villaggio; situato a pochi chilometri da Bolama, città principale della regione omonima. Una minuscola mezzaluna, lunga circa venti metri. Il mare era limpido, azzurro tendente al blu sempre più scuro, mano a mano che ci si allontanava dalla terra ferma. La sabbia era tiepida e dorata, scottava solo nelle ore più calde del giorno. Era formata da minuscoli granelli e da piccoli frammenti di conchiglie, che la marea portava a riva. Un piccolo gruppo di rocce formava un modesto promontorio, di circa cinque metri. Un leggero muschio era cresciuto sulle pareti rocciose bagnate dal mare e non illuminate dalla luce solare. Verde e viscido. Era l’unica cosa che non le andava a genio, in quell’incredibile spiaggetta. Negli scogli si erano formate delle pozze d’acqua stagna. Yvonne le adorava. Ad ogni marea andava lì e vi trovava sempre qualcosa di nuovo ed interessante. Una stella marina, un piccolo pesce, un mollusco, una conchiglia mai vista. Quando poi l’acqua delle pozze evaporava, lasciava sempre un residuo di sale attorno alle pareti rocciose. Molte persone del suo villaggio andavano lì per raccoglierlo ed usarlo per cucinare pietanze squisite. Una delle sue preferite era lo Zighinì; spezzatino di carne piccante cotta con cipolla e pomodoro.

Le piaceva molto anche quando, con i suoi amici, si radunavano in spiaggia. Cantavano, ballavano e mangiavano pesce appena pescato, cotto alla trappeur. La legna di quella spiaggia prendeva fuoco in fretta. Era totalmente sbiancata e levigata dall’acqua del mare, cosicché, quando ardeva, produceva fiamme dal colore bluastro. Le sfumature variavano spesso, molto più di un fuoco normale; andavano dal verde chiaro per poi sfumare: verde, verde bottiglia, verde scuro, blu scuro, blu, blu chiaro, indaco, azzurro cielo, azzurro chiaro. Il fuoco. Si ricordò di quando era piccola. Aveva circa otto anni ed insieme agli altri bambini raggiungeva il Saggio sotto il grande baobab. Lì, l’anziano signore raccontava storie ogni sera. Erano moltissime, andavano dalla creazione del villaggio alle fiabe per bambini. La preferita di Yvy era la leggenda delle Creazione della Luce. Uthomep, il grande Dio Supremo, aveva creato il mondo. Ma il pianeta era circondato dalle tenebre più assolute, così un giorno, maneggiando il fuoco, una scintilla schizzò sul polpastrello di Uthomep producendo una luce forte e allo stesso tempo fievole. Il Dio Supremo allora, moltiplicò quella scintilla magica, e fuse quelle minuscole lucine insieme, formando una grande stella, il Sole. Il sole portò la luce sul pianeta Terra e tutti gli uomini ne furono felici. Uthomep affidò dunque la luce al figlio Masak e le tenebre al figlio Demek. Da allora, sono loro che regolano l’equilibrio tra Luce e Buio. Yvy aveva sempre avuto una passione per la Luce. Amava soprattutto gli elementi naturali che producevano luce, come il sole, la luna e le stelle. Le sue preferite erano da sempre le stelle. Puntini luminosi così minuscoli, era strano che tutti vi ci si affidassero i propri desideri. Producevano una luce soffusa, di color argenteo e formavano costellazioni che lei conosceva a memoria da quando aveva cinque anni. Era stato il Saggio ed insegnargliele.

Si mise a sedere, agitando i folti capelli mossi per liberarli dalla sabbia. Gli ultimi secondi di luce stavano svanendo. Il cielo era color ocra e le nuvole sfumavano dal rosa pallido al violetto. Sorrise amaramente. Era difficile separarsi dall’Africa. Avrebbe voluto rimanere lì, nella sua terra natale, ma come le aveva già spiegato sua madre, c’era in ballo il suo futuro. Era sempre stata la miglior studentessa di tutta la Guinea-Bissau. Sua madre e lei avevano lavorato duramente per mettere da parte qualche soldo per l’università. Poi Yvy aveva ricevuto la borsa di studio e si era iscritta ad Oxford. In Inghilterra! Le sembrava un sogno. Lei voleva diventare veterinaria. Aveva sempre amato gli animali e poi al suo villaggio avevano bisogno d’un veterinario. Yvonne Kanay sarebbe stata una delle poche ragazze africane ad andare alla Oxford University! Le sembrava impossibile, ma era la pura realtà. Eppure era così difficile separarsi dall’Africa. Dalla Guinea-Bissau, dal suo villaggio, da sua madre, dai suoi amici, dal vecchio Saggio ed il suo baobab e anche da Moonlight Beach.

Si sentì in lontananza un lontano rullo di tamburi. Poi il rumore lento e regolare della musica di inizio cerimonia. La festa d’addio del suo villaggio stava per cominciare. Si sistemò la camicia a rete di lino grezzo. Il costume marrone era a posto. Si rassettò i capelli e sistemò i suoi pantaloni color mogano a sbuffo. Poi corse via, al villaggio.

   
 
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