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Autore: chaplin    07/02/2010    5 recensioni
“Sei un deficiente. Ora andiamo a Londra, Parigi, Liverpool o dove cazzo vivono e lo lasciamo in stazione.”
“Un corno, Pennuzza!” fece Tyler, rialzandosi. Sembrava allegro.
“E' l'occasione della nostra vita! Saremo famosi!”
“Si', famosi per aver rapito il chitarrista dei Beatles?” fece Penny, “Ridicolo, vai a fanculo. Me ne torno a casa.”
La storia di una cricca - della oramai famosa generazione della gioventu' del '67 - e il suo sogno di acquisire fama.. rapendo il malcapitato George Harrison, chitarra solista dei Beatles. Ma nelle loro losche intenzioni si intromettera' qualcosa..
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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La vecchia della 24 spiava le mosse della biondina, Penny Rain, seminascosta dalle tende rosa.
La bionda si sciolse i capelli, lasciandoli cadere lungo i fianchi, e frugo' in tasca alla ricerca di un accendino e dell'ennesima sigaretta.
Il lampione che stava li' vicino, mostro' anche il profilo di un ragazzo che usciva dall'auto, senza nessuna espressione. Il veicolo stava parcheggiato a poca distanza dal palo, su cui la ragazza stava appoggiata, con aria seccata. Lui si avvicino' e le accese la sigaretta che aveva tra le labbra, con un fiammirero, che butto' via subito dopo.
Lei fece un tiro e strinse la mano del ragazzo, con un sorrisino ironico.
La vecchia, dopo un po', vide che i due ragazzi si erano messi a confabulare. Non sapeva leggere il labiale, quindi non capi' nulla..
“La mummia di Tutan Kamon ci sta spiando?” chiese Stan, sarcastico.
“Si', Stanley. Tiene il naso spiaccicato sul vetro della finestra.” rispose Penny, secca.
Stan si tolse il cappello e si volto'. La vecchia ebbe un sussulto e chiuse le tapparelle.
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata divertita e, dopo essersi scambiati un bacio sulle guance, Stan scappo' via, correndo, verso casa sua. Penny attraverso' il cancelletto dello steccato di casa sua ed entro' dentro casa sua.
L'orologio del salotto segnava le undici di sera, la stanza era illuminata solo da una luce soffusa, simile a quella di una candela, di una lampada all'angolo opposto.
Il piccolo Jim dormiva sul divano, con la bocca aperta e una giacca come coperta, che gli copriva la pancia. Sotto di lui, c'erano delle bottiglie vuote di birra, alcuni pezzi di vetro marrone e una pozzanghera arancione, che con la luce della lampada sembrava semplicemente incolore. Birra.
Penny sbuffo'. Quel ragazzino aveva seri problemi con l'alcool e il fumo ed era troppo abituato a dormire a casa sua senza chiederle il permesso. “Un po' di pieta', Pen! Mia mamma e' alcolizzata e papa' e' in Vietnam!” si scusava sempre. Scuse su scuse, nessuna troppo convincente; bastavano i suoi occhietti luccicanti da cagnolino e il suo sorrisino ingenuo – ingenuo?
Sul tavolino di legno davanti al divanetto c'era un bigliettino rosa che diceva “Sono da Melanie. Reb.”
Penny levo' gli occhi al cielo, come per pregare, e attacco' il bigliettino sulla televisione.
In quel momento senti' dei rumori strani da dietro la porta della cucina. Se Rebecca era da Melanie e Stan – quello che di solito frugava nel suo frigorifero – era andato a casa..
Apri' la porta della cucina, spalancandola. I suoi sospetti erano decisamente fondati.
George Harrison, il chitarrista dei Beatles, stava frugando nella sua dispensa, sgranocchiando biscotti al cioccolato e patatine fritte trovate da qualche altra parte, pucciandole nel burro d'arachidi.
Quando senti' il rumore della porta aprirsi, fece cadere tutti i biscotti che aveva in mano.
“A-hem” si schiari' la voce Penny.
Il chitarrista fece un sorrisone, pulendosi le labbra sporche di briciole e, mettendo un piede su un toast imburrato, fece un scivolone di tre metri. Penny rimase sconvolta. Si poteva essere piu'.. piu'..
Con la faccia coperta da un sacchetto di patatine, George riusci' a mugugnare un debole: “..ahi.”
Penny si tiro' una botta sulla fronte. La stava aspettando una lunga, lunga, lunga notte.

Tyler Gomez non dormiva alla notte.
Gli piaceva passarle in bianco per poi oziare al pomeriggio, anche durante le aperture del suo locale (o meglio, del locale di papa' Jefferson Gomez, che riposi in pace, Amen). Tanto del locale se ne occupavano principalmente Jared, Kate e Alvarado, buoni amici del papa' Jefferson Gomez – che riposi in pace, Amen.
Di solito Ty usciva di notte e, quando non era ubriaco e non ci vedeva doppio, era solito a fare un giro al chiaro di luna, senza mete fisse. Si fermava quando sentiva i primi singhiozzi del motore e la benzina scarseggiava. A quel punto, il sole era gia' alto nel cielo dietro le nuvole violacee e albeggiava; il silenzio dell'entroterra californiano al mattino era inquinato solo dal sibilo dei copertoni sull'asfalto. Era un'atmosfera unica.
E quell'atmosfera, a Tyler, gli piaceva da matti. Il sapore dell'aria mattutina era fresca, gli rinfrescava i polmoni.
Quella volta, verso le quattro del mattino, si era scoperto a guidare verso San Francisco, mentre c'erano ancora in giro delle prostitute e degli uomini poco raccomandabili. Un uomo completamente nudo che faceva l'autostop – deja-vu? –, poi uno spacciatore, una ragazza mezza nuda di nome Lindsay – aveva persino ottenuto il suo numero –, un ragazzino giapponese che si era perso nella highway, un mormone che aveva perso l'aereo e un altro spacciatore, stavolta femmina. Ce n'erano di tutti i colori a quell'ora, eh?
Ah, giusto: l'uomo nudo che faceva l'autostop si chiamava Derek Parker. Gli avevano rubato i vestiti e lo avevano gettato in mezzo alla strada, dopo avergli dato una bella pacca sulla spalla per incoraggiamento. Ty lo aveva lasciato davanti a casa sua, con un'altra pacca di incoraggiamento sul braccio – Derek Parker lo aveva fulminato con uno sguardo.
Verso le cinque del mattino, le persone iniziavano gia' a diminuire, il mormone era riuscito a prendere un aereo verso New York, il ragazzino giapponese aveva ritrovato la sua automobile – era in mezzo alla steppa – e Tyler aveva il numero di Lindsay attaccato sullo specchietto retrovisore. Aveva persino della buona roba nel portabagagli. Che serata.
Nello stesso momento, un famoso chitarrista inglese stava seduto per terra, nel bel mezzo di un'autostrada, canticchiando una canzoncina al sole sorgente. Si era tranciato i baffi per il travestimento da turista ritardato e si era portato dietro i suoi brutti e vecchi occhialoni giganti con la montatura rettangolare, che non erano neppure suoi. Sembrava uno di quelle inquietanti statue iperrealistiche, che rappresentavano turisti grassi con macchine fotografiche reali e camicie hawaiane extra-large. Almeno lui non era cosi' grasso.
Poi non indossava una camicia hawaiana! Indossava una camicia a maniche lunghe, a righe, e i jeans strappati.
Sembrava un turista ritardato per davvero, con quel cappello di paglia. Ma non sembrava dargli troppo fastidio, il sembrarlo.
Anzi, lo rendeva felice! Cosi' non sembrava John Lennon!
Doveva ragionare sul dove fosse finito George, perche' senno' Paul gli avrebbe tirato il collo e pure Eppy. Non gli andava molto giu' questa cosa, poi..
che male c'era? Dai, era solo uno scherzo. Forse aveva pure sbagliato a prendere l'aereo diretto a Los Angeles – poteva tranquillamente evitarlo, visto che George poteva tornare da un momento all'altro negli studios. Pero', per non beccarsi un cazzotto da lui – cosa che sarebbe stata molto umiliante – aveva deciso di rifugiarsi in California per un po'.. dai, in fondo, che male c'era?
Si alzo' e sollevo' il pollice, ma si becco' solo un “Vaffanculo, hippie!”. Wow, hippie!
Ci riprovo' un'altra volta, ma si becco' un altro “Vai all'inferno!” Vai all'inferno? Ehi!
“Vacci tu!” gli rispose, urlando, da dietro. Ma l'autista non lo senti', per fortuna.
Fece un terzo tentativo, ma venne inzuppato da un'onda anomala di acqua, li vicino. E in quel momento avrebbe tanto voluto levarsi gli occhiali, il cappello di paglia e gridare “Sono John Lennon! Volete fermarvi?!” e quello avrebbe fatto al quarto tentativo.
Quindi, al quarto tentativo, si mise davanti ad un auto in corsia e grido': “SONO JOHN LENNON!
CAZZO!”
L'auto freno' a pochi metri di distanza da lui – meno male – e ne usci' fuori una testa incredula.
“Johnny? Sei tu?” chiese la testa, che sembrava non voler credere a quello che aveva davanti.
John levo' un sopracciglio. Non si aspettava una risposta del genere. Poi riconobbe la testa che aveva parlato.
“Oddio! TY!” strillacchio', come facevano le sue fan.
“LENNY!” rispose lui, scoppiando a ridere.
Tyler scese dall'auto e corse incontro al vecchio amicone, abbracciandolo affettuoso.
Ah... Che belle le scene di due amici che si reincontrano!


Uahahaa, scusate per il capitolo scemo! L'uomo nudo.. Lindsay.. Eric (ops! vi ho rivelato il nome dello spacciatore! XD)
Tyler e John erano amici? Uhm, vedremo qualcosa di piu' nel prossimo capitolo ;D
Credo che il prossimo capitolo sara' piu' lungo.. sono indecisa tra due seguiti che finiscono allo stesso modo.. poi vedrete voi come finisce questa cosa XD A-hem! Ma non e' tenero Jimmy addormentato sul divano con le bottiglie attorno? <3 E soprattutto: non e' tenero George che scivola sul toast imburrato con le labbra sporche di briciole? <3<3 e John conciato da turista ritardato? <3 aww.. ma adesso basta! XD
Ok, grazie ancora per le recensioni, mi fa molto piacere ricevere commenti :)
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento.

Laban: beh, Pen e' relativamente bassa per avere diciannove anni e non si commisera troppo, l'unica cosa per cui e' insoddisfatta e' la sua altezza! XD ne sapremo un po' di piu' (penso) nei prossimi capitoli.. gh.

Marty_youchy: John si sollazzera' con le bionde anche secondo me XD visto che Tyler lo aiutera', da bravo amicone! xD Paul deve stare moolto attento -sisi- Povero Paulie. XD

Zazar90: Ecco, concordo! Date a George la sua tanto desiderata pizza! u.u Senno' mi svuota la dispensa di Penny e questo non mi va molto! XDD e poi.. anche io voglio una pizza t-t ma questa e' un'altra storia!

Embe'? Spero che vi piaccia il capitolo e vi lascio in compagnia del mio presentatore personale!
*lascia microfono al nudo Derek Parker e gli da una bella pacca di incoraggiamento*

  
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