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Autore: Tears_and_Rain    07/02/2010    1 recensioni
SPOILER DEL PROLOGOIl lavoro e l'ospedale sono la mia vita ora.I colleghi sono i miei unici amici.Mentre pensavo sconsolatamente questo,sentì urlare il mio nome dal capo-Evans muoviti,c'è stato un incidente!- [...]Mentre mi affannavo a raggiungere il resto dei medici sentì qualcuno urlare-Oh mio dio,non può essere!!Guarda Mike,il ferito è quell'attore...non mi ricordo il nome- non sentì la risposta,ma non ce n'era bisogno,perchè la persona davanti a me era chiaramente lui.Robert Pattinson.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cry
CRY


POV. SAMANTHA

La mia fronte è appoggiata ad una superficie fredda da ormai un'ora. L'armadietto è ormai diventato il mio anestetico personale.

 In questo momento non riesco a smettere di pensare alla mia vita. A tutti i ricordi che la contornano, belli o brutti che siano. Ai sentimenti provati che ancora mi fanno tremare il cuore. Alle persone conosciute che non rivedrò più e alle esperienze fissute che non dimenticherò mai.
Sospiro per l'ennesima volta al pensiero di dover erigere una facciata per non far preoccupare gli altri. Vorrei ritornare indietro e non commettere gli stessi errori,ma so che non si può...per questo tutti i giorni spero di dimenticare. Di ritornare alla mia vita spensierata e felice, ma so perfettamente che questo non accadrà mai.
In quest'ultimo mese fingo che tutto sia a posto, che il dolore che mi attanaglia lo stomaco non esista...ma non è così. Cerco di essere qualcuno che non sono, solo per non far preoccupare le persone a me vicine, come Kristin. Ma ogni giorno diventa più pesante non pensare alla mia famiglia e alla mia vita passata. Ho tentato di tutto, ma niente sembra funzionare... forse sono io che sono sbagliata e non la mia vita.

Con questi pensieri che ancora mi frullano in testa stacco la mia fronte dal tocco gelato e tranquillizzante del ferro e mi alzo in piedi. La stanza di guardia è buia, solo un raggio di luce passa dalla tenda beige tirata giù. Mi guardo intorno e vedo solo armadietti e panche... neanche una persona. Probabilmente in questo momento sono tutti a salvare vite, mentre io sono qui ad autocommiserarmi e a bearmi della solitudine.
Il mio istinto di sopravvivenza mi dice di uscire e di confondermi con gli altri. Entrare in sala operatoria e dare una mano, ma non posso: devo andare dalla strizza cervelli. Un mese fa il primario di chirurgia, il Dott. Shive, mi ha costretto ad andare da una psicologa perchè, secondo lui, ero uno zombie che infestava l'ospedale e non ce la faceva più a vedermi in questo stato.  Non che sia cambiata molto, ma sostiene che ci siano stati dei miglioramenti. In realtà tutto è rimasto come prima, sono io che ho cominciato a mentire... ma questo lui non lo sa e non lo dovrà mai venirlo a sapere. Sto cercando di accontentarlo in modo che mi lasci continuare ad operare e che si senta utile a qualcosa.
Dopo essermi lavata la faccia, prima rigata dalle lacrime, ed essermi raccolta i capelli in una coda di cavallo, esco. In un primo momento la luce forte delle lampade del corridoio mi abbaglia, ma poi riesco a riprendermi e a camminare, con passo spedito, verso il reparto di psichiatria. Prima di arrivare agli ascensori mi scontro con qualcuno: il Dott. Shive.
< < Stai andando alla seduta con la dottoressa  Gray?  > > mi chiede sorridendo, dopo avermi riconosciuta.
< < Sì > > rispondo solamente.
< < Sono contento che ora tu abbia preso sul serio questa cosa. Vedrai ti farà bene e tutto si sistemerà > > detto questo, mi lascia con la bocca aperta davanti alle ante che si aprono.
E' davvero questo che pensa? Che tutto possa risolversi così facilmente? Bè, si sbaglia.
Prima che le porte dell'ascensore si chiudano riesco a salire. Premo il pulsante del terzo piano e mi lascio trasportare fino al patibolo.
Dopo mezz'ora d'attesa mi accomodo nello studio della dottoressa Gray. Il gran numero di diplomi fanno bella mostra sul muro bianco dietro la scrivania, ma sono certa che non basti studiare anni che capire una persona. Mi siedo davanti a lei sulla comoda poltrona di pelle nera e la osservo mentre prende tra le mani un gran numero di fogli...scartofie sulla mia situazione mentale.
Quando alza lo sguardo le sorrido calorosamente per farle credere che tutto sia a posto e lei ricambia senza sospettare di niente.
< < Allora Samantha? Come ti senti? > > domanda con lo sguardo da nonnina dolce, che purtroppo per lei non mi inganna.
< < Bene. Ieri era la mia giornata libera e così la sera sono uscita con le mie amiche > > invento, continuando a guardarla negli occhi. Cerco di non distogliere lo sguardo, in modo che non possa sospettare delle mie parole.
< < E ti sei divertita ? > > chiede osservando ogni mia minima mossa.
< < A parte i troppi litri di alcool ingurgitati, sì > >
Ridacchia brevemente per poi ricominciare a parlare < < Ora mi sembri perfettamente sobria > >
< < Sì. Sa' noi medici sappiamo cosa prendere per ricominciare a lavorare dopo una bella serata > > dico con lo sguardo affabile.
< < Immagino... e dimmi ,hai conosciuto qualche uomo interessante? > > domanda continuando a prendere appunti. In questo momento vorrei solo saltarle addosso e sfilarle di mano quel block-notes per leggere tutte le cose che scrive. 
< < In realtà era una serata fra donne > > rispondo pronta. Ieri sera sono stata tutta la sera stesa sul divano ad inventarmi una scusa plausibile e, a quanto pare, la mia preparazione da i suoi frutti.
< < Dovresti iniziare ad uscire anche con qualche bel ragazzo. Credo ti farà bene > >
< < Provvederò > > dico incrociando le mani in grembo. Penso che la prossima volta le racconterò di aver fatto una bella scopata, così la smetterà di domandarmi certe cose.
< < Ho saputo che sei uno dei medici di Robert Pattinson. Mi dispiace molto per quello che gli è successo... sia mia figlia che mia nipote sono delle sue grandi fan > > dice, fortunatamente continuando a sfogliare dei fogli. Sentendo le sue parole, cado. Non nel senso vero e proprio della parola, ma per un attimo mi ha preso alla sprovvista. Prima che lei rialzi lo sguardo, riesco a riprendermi.
< < Sì, ma ora sta molto meglio > > dico iniziando a torturarmi le mani. Lei le guarda attentamente e poi scrivere qualcosa sul suo taccuino. Sospiro e lei mi guarda intensamente.
< < C'è qualcosa che non va? > >
A parte i suoi atteggiamenti che non fanno altro che innervosirmi?

< < No, sto solo pensando alla mia vita frenetica  > > rispondo, cercando di sviare il discorso. Pultroppo la dottoressa Gray non abbocca.
< < C'entra qualcosa Robert Pattinson? > > chiede sorridendo lievemente e aspettando una risposta.
< < Anche > > dico, grattandomi il naso.
< < Perchè? > > domanda diretta. Di solito mi porta alla risposta con le sue domande, ma adesso vuole solo sapere quello che penso... senza neanche un aiuto inconscio.
< < Sono stata sei ore a controllare i suoi parametri vitali mentre dormiva... non voglio fare solo questo: voglio operare > > rispondo mentendo. Una parte di quel che ho detto è la verità: vorrei essere in sala operatoria. Non perchè non mi piaccia prendermi cura dei pazienti, ma perchè lui mi ricorda troppo il mio passato e mi fa provare sensazioni che credevo scomparse.
< < Capisco > > dice con il suo solito tono di voce atono. La odio profondamente quando mi risponde così.
< < Parlami un po' di questa settimana > > dice alzandosi dalla poltrona per prendere un altro fascicolo dall'armadietto.
Mentre inizio a raccontarle quello che mi ero programmata ieri sera il mio cercapersone suona. La psicologa si gira di scatto incenerendomi con lo sguardo. Mi scuso velocemente, anche se non dovrei: in fondo è il mio lavoro e lei lo sa.
Guardo il piccolo schermo illuminato e nel leggere il mittente del messaggio mi stupisco. Cosa vuole Kristin? Perchè ha chiamato me? Non lo ha mai fatto, soprattutto se sono dalla strizza cervelli.
Preoccupata dico < < Mi dispiace, ma dobbiamo rimandare la conversazione a dopo. Ora devo andare > > . Detto questo mi alzo dalla poltrona e mi avvio verso la porta.
< < Non può pensarci qualcun'altro? > > mi chiede con voce stridula.
Mi giro e, prima di uscire, le rispondo < < No > > .
Senza prendere l'ascensore, corro giù per le scale, più velocemente che posso. Salto l'ultimo gradino e mi dirigo verso la stanza A255. Non riesco a pensare al perchè della sua chiamata... so solo che è importante.
Davanti alla sua stanza c'è un gran numero di giornalisti che cercano di vedere all'interno nonostante le tende siano tirate giù. Solo una cosa noto: i loro volti sono una maschera di terrore.
Mi faccio spazio tra la folla e
,quando entro in camera, la prima cosa che sento è uno prolungato bip: Robert è in arresto. Osservo il suo corpo immobile...inanimato... ma solo per un attimo perchè immediatamente mi risveglio.
Corro velocemente verso di lui ed inizio a comprimere il petto. Sotto le mani sento il suo cuore fermo, ma continuo a contare a mente cercando di mantenere un ritmo costante. Uno. Due. Tre. Quattro.
< < Portatemi il carello emergenze! > > dico con voce ferma.
E' in ipercalemia e così prendo il kit d'intubazione. Devo assolutamente riuscire a salvarlo.
< < Samantha... ha firmato una DNR > > sussurra Kristin, che fino ad ora era stata in disparte.
Volto lo sguardo verso di lei, continuando a comprimere il petto. E' scossa, non vuole che Robert muoia, ma non fa niente per una semplice firma su un maledetto foglio.
< < Zitta, Kristin. Non mi importa niente di cosa ha firmato > > le dico con rabbia. Nel vedere il suo sguardo me ne pento subito, ma ormai non posso fare niente. Dopo le chiederò sicuramente scusa.
< < Dov'è il carrello? > >  urlo, guardandomi intorno.

Non c'è più tempo da perdere e le infermiere non si muovono...stanno ferme a guardarlo morire.
Mi giro velocemente verso Betty, la mia infermiera preferita, e con una voce che non sembra la mia ,la supplico < < Per favore, non farlo morire > >
Lei mi guarda con gli occhi umidi e si dilegua in corridoio. Sospiro sconfitta, ma provo lo stesso a mantenerlo in vita. Coraggio Rob, ce la puoi fare. Fallo per me, ma soprattutto per le persone che ti vogliono bene... se vuoi anche per i tuoi fans, ma ti prego non morire sotto le mie mani.
Dopo pochi secondi Betty ritorna con il carrello per le emergenze.
Delle altre infermiere ,che hanno preso coraggio, mi aiutano a girarlo.
< < Uno. Due. Tre. E giù > > dico per coordinarle. 
Prendo le piastre in mano, sussurrando alle persone che mi aiutano un < < grazie > > .
< < Carica a 300 > > dico, mentre Betty lo prepara a ricevere la scossa.
< < Libera! > > urlo, posizionando le piastre sul suo petto.
Continuo a cercare di far ripartire il suo cuore, ma niente. Le lacrime iniziano a rigarmi il volto e ad appannarmi gli occhi, ma non mi faccio distrarre. Non può morire ora che l'ho appena incontrato.
< < Fibrillazione ventricolare. Libera! > > dico, con la voce impastata dalle lacrime. Il suo cuore continua a non battere.
< < Non puoi farmi questo! Non puoi morire adesso! Non puoi morire qui! > > urlo con tutta la rabbia che ho in corpo.


Scusatemi se ho interrotto così, ma ce n'era bisogno...
Ringrazio chi mi ha aggiunto ai preferiti, alle seguite e chi legge solo. Ringrazio soprattutto AyameShinobi che ha commentato lo scorso capitolo: grazie per i consigli e spero che questo aggiornamento, anche se corto, ti sia piaciuto.
Mi dispiace se non aggiorno molto spesso, ma gli impegni scolastici me lo impedisco. Spero capiate.
Che altro dire?!  Commentate perchè le vostre recensioni mi fanno sempre molto piacere.

   
 
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